giovedì 19 novembre 2020

Un ventaglio di petali arcobaleno per il Partito Gay (per i diritti Lgbt+)

Le idee hanno sempre bisogno di un periodo di gestazione per concretizzarsi; qualche volta possono servire anche più di due anni. Il discorso, a quanto pare, vale anche per il Partito Gay per i diritti LGBT+, la cui nascita è stata annunciata questa mattina in una conferenza stampa (seguita da Adnkronos). A prendere la parola per primo è stato il portavoce Fabrizio Marrazzo, ingegnere, 
attivista Lgbt da un quarto di secolo, portavoce del Gay Center (e fondatore di Gay Help Line 800 713 713),  e già presidente dell'Arcigay di Roma: proprio a suo nome erano state depositate come marchi, alla fine di agosto del 2018, le prime versioni del simbolo del Partito Gay e della Lista Gay, per quella che allora Marrazzo aveva qualificato - sempre ad Adnkronos - come "un'idea embrionale", ma pronta all'uso anche solo per dimostrare che occuparsi dei diritti delle persone lgbt+ (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e altre comunità aggregate) "non fa perdere voti".
Per questo si è detto che sono occorsi oltre due anni per arrivare al risultato, presentato oggi, anche se pare di capire che il partito formalmente ancora non è stato costituito (lo stesso Marrazzo ha parlato di "nuovo soggetto politico cui vogliamo dare vita"). Con Marrazzo alla conferenza hanno partecipato Claudia Toscano, fondatrice ed ex presidente di Agedo (associazione di genitori parenti ed amici di lgbt) Pescara e Vittorio Tarquini, giovane attivista trans. 
"Noi tre rappresentiamo tre generazioni di attivisti - ha spiegato Marrazzo - e abbiamo convocato proprio in questo periodo di emergenza la conferenza perché riteniamo che noi Lgbt+ non possiamo più delegare le nostre istanze a terzi e allo stesso tempo possiamo essere una forza propositiva e innovativa per il Paese. l'Onu ha affermato che la nostra comunità sarà tra quelle più colpite dalla crisi economica causata dal Covid, perché di fatto non abbiamo tutele idonee né per noi come persone singole né per le nostre famiglie arcobaleno. Fin dall'inizio di questa pandemia abbiamo dovuto protestare fortemente in varie occasioni perché si ricordassero di noi" (si pensi alle questioni legate ai "congiunti"/"affetti stabili" e sugli interventi a favore delle vittime di violenza). "Quanto al disegno di legge contro l’omostranfobia, approvato alla Camera, siamo riusciti a inserire temi che erano stati dimenticati, ma - ha aggiunto Marrazzo - si è poi scatenata una guerra ideologica e alcuni emendamenti al testo originario che sono stati approvati hanno peggiorato la situazione, ad esempio tutelando il diritto di dirci 'malati' o 'inferiori': la legge oggettivamente è un primo passo, ma arriva con trent'anni di ritardo e comunque dà alle persone Lgbt+ una tutela inferiore rispetto ad altre minoranze citate nello stesso testo normativo". 
Ragioni come queste, insieme a molte altre (tra trattamenti differenziati esistenti e discriminazioni subite), sono alla base dell'idea di fondare un nuovo soggetto politico "per rappresentare le nostre aspirazioni, idee e valori, per realizzare un paese moderno, inclusivo, solidale, ambientalista e liberale, anche insieme a chi non è Lgbt+. Per anni abbiamo tentato, prima di esprimere il nostro voto, di far capire alle forze politiche le emergenze socio-economiche avvertite dalla comunità Lgbt+, ma molto spesso abbiamo trovato interlocutori inadeguati o inaffidabili. I partiti spesso definivano i nostri temi come divisivi, ma per noi è divisiva una società che dà differenti tutele e diritti ai suoi cittadini; a volte alle nostre richieste hanno risposto offrendoci candidature strumentali, ma noi a concrete richieste chiediamo concrete risposte, per mettere l'Italia in sintonia con le maggiori democrazie al mondo. Spesso ci è stato risposto che ci sono ben altre priorità ed è soprattutto contro questo 'benaltrismo' che chiediamo all'intera comunità Lgbt+ di impegnarsi per un soggetto politico nuovo per dare una voce forte a chi oggi non ce l'ha e non l'ha mai avuto". 
La forza politica che sta per nascere vuole creare "una società integrata e inclusiva, ma al contempo aperta e plurale, di cui ognuno possa sentirsi parte. Una società che guarda al futuro, a una democrazia vera e compiuta". Questa società, come ha detto Marrazzo, dovrà essere soprattutto solidale ("non intesa come assistenzialismo, ma come sostegno per ripartire, senza però lasciare nessuno solo"), ambientalista ("per un ambiente come risorsa perché ambiente, impresa e lavoro devono progredire insieme e non contrapposti") e liberale ("perché in qualsiasi famiglia nasciamo, chiunque deve ambire a poter raggiungere i propri traguardi, grazie ad uno stato che dovrebbe dare opportunità e non burocrazia e tasse che spesso finiscono in sprechi e mala gestione").
"Solidale", "ambientalista" e "liberale" figurano anche - su un segmento curvilineo viola - all'interno del simbolo scelto per la nascente forza politica, assai più elaborato rispetto alle prime versioni depositate oltre due anni fa: la parola "Gay" è l'elemento più visibile e riconoscibile (e molto più grande della sigla "Lgbt+", assai più inclusiva ma ben poco conosciuta nella società) e si accompagna a un ventaglio-semicorolla di petali color arcobaleno, per richiamare i colori normalmente utilizzati in ambito Lgbt+. 
Il soggetto politico si è dato anche un sito (www.partito.gay) e uno slogan-hashtag per la sua prima campagna, #chisenonnoi, "un elemento collettivo e facilmente declinabile" nelle varie battaglie da portare avanti. Il soggetto politico ha l’ambizione di partecipare sin dalle prossime elezioni amministrative di primavera, in preparazione alle successive elezioni politiche. "Studi fatti da EuroMediaResearch - ha aggiunto Marrazzo - indicano la comunità Lgbt pari al 12,8% della popolazione italiana e i sondaggi ci dicono che un partito come il nostro può ambire a percentuali che vanno dal 6% sino al 15%". L'evento realmente fondativo arriverà tra qualche mese, anche se è presto per parlare di date (l'emergenza Covid non aiuta a fare programmi); di certo, l'idea embrionale del 2018 ha fatto passi in avanti e attende di essere resa più concreta.

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