Alle ultime elezioni amministrative, come si è visto nei giorni scorsi, si sono registrate pochissime presenze elettorali del Movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla. Una partecipazione decisamente ridotta, anche alla luce delle dichiarazioni della stessa Brambilla rilasciate all'indomani delle elezioni: il Movimento animalista aveva scelto di sostenere Forza Italia e lei stessa è stata rieletta in parlamento sotto quelle insegne, "ma il centrodestra è arrivato a un soffio dalla maggioranza. E forse, schierando la lista del Movimento animalista autonomamente, saremmo riusciti a portare qualche voto in più alla coalizione". E' legittimo credere a questa tesi, come pure il non credervi (e chi scrive non ci crede), ma proprio alla luce di queste parole colpisce la scelta di non avere presentato praticamente candidature in giro per l'Italia, a dispetto della non trascurabile esposizione mediatica avuta dal movimento.
Quella scelta, in ogni caso, non sembra priva di conseguenze: qualche manciata di ore fa, infatti, è stato annunciato l'addio al Movimento di Rinaldo Sidoli, già co-fondatore dei Giovani Verdi, la cui adesione al Movimento animalista - il 10 agosto 2017, cui sarebbe seguita la nomina a direttore del relativo Centro studi - aveva avuto un certo risalto sui media. Intervistato da Maurizio Ribechini per BlastingNews, Sidoli ha spiegato le ragioni della sua scelta.
"Il Movimento Animalista - ha dichiarato - ha perso la sua vocazione trasversale scegliendo di schiacciarsi totalmente a destra. Lo dimostrano le recenti elezioni amministrative che hanno visto alleanze con soggetti politici dalla scarsa sensibilità sui diritti animali e sulla tutela dell’Ambiente. Ho sempre pensato che il Movimento dovesse mantenere un carattere trasversale alle logiche degli attuali schieramenti. Purtroppo questo punto cardine è venuto meno e ha contribuito al tracollo elettorale di un partito che aveva la potenzialità che oscillava dal 5% fino al 20%. Ho lasciato perché il Movimento si è arenato in una fase di immobilismo e ripiegamento attorno alla leadership della Brambilla che di fatto ha soffocato il dialogo democratico e plurale all'interno del partito animalista. È mancata la fase di rilancio come impegno nel dare traduzione a un programma di civiltà e libertà."
Quella scelta, in ogni caso, non sembra priva di conseguenze: qualche manciata di ore fa, infatti, è stato annunciato l'addio al Movimento di Rinaldo Sidoli, già co-fondatore dei Giovani Verdi, la cui adesione al Movimento animalista - il 10 agosto 2017, cui sarebbe seguita la nomina a direttore del relativo Centro studi - aveva avuto un certo risalto sui media. Intervistato da Maurizio Ribechini per BlastingNews, Sidoli ha spiegato le ragioni della sua scelta.
"Il Movimento Animalista - ha dichiarato - ha perso la sua vocazione trasversale scegliendo di schiacciarsi totalmente a destra. Lo dimostrano le recenti elezioni amministrative che hanno visto alleanze con soggetti politici dalla scarsa sensibilità sui diritti animali e sulla tutela dell’Ambiente. Ho sempre pensato che il Movimento dovesse mantenere un carattere trasversale alle logiche degli attuali schieramenti. Purtroppo questo punto cardine è venuto meno e ha contribuito al tracollo elettorale di un partito che aveva la potenzialità che oscillava dal 5% fino al 20%. Ho lasciato perché il Movimento si è arenato in una fase di immobilismo e ripiegamento attorno alla leadership della Brambilla che di fatto ha soffocato il dialogo democratico e plurale all'interno del partito animalista. È mancata la fase di rilancio come impegno nel dare traduzione a un programma di civiltà e libertà."
Per Sidoli, è stata tradita la garanzia iniziale di voler creare una forza "capace di superare la dicotomia tra destra e sinistra", che inizialmente aveva prodotto le adesioni anche di soggetti con storie politiche diverse da quella di Forza Italia: una volta che l'azione del movimento si è tradotta in un sostegno politico al progetto berlusconiano, "schiacciando" la vocazione ecologista, l'idea originaria ha del tutto cambiato volto. L'ex fondatore dei Giovani Verdi, tuttavia, resta convinto che "la questione animale debba essere una lotta trasversale, perché restituire la dignità agli animali è umanità e il colore politico non conta" e vorrebbe continuare lui quella battaglia trasversale, fatta di "campagne da portare avanti tutti i giorni".
Quel progetto passa attraverso la creazione di un nuovo soggetto politico, come Sidoli ha spiegato a Ribechini: "Assieme a delle associazioni, a delle esperienze civiche e politiche, ho intenzione di lanciare un’area politica che chiami a raccolta tutti coloro che mettono al centro il tema dell'ambiente e della tutela del mondo animale". Ci sarebbe già il nome, cioè Alleanza popolare ecologista, con tanto di simbolo: questo riprende l'acronimo del nome, Ape, e inevitabilmente schiera su fondo verde un'ape stilizzata, il cui corpo a strisce orizzontali è trasformato nella "E" della sigla. Sidoli ha definito il soggetto nascente - cui concorrerà fin dall'inizio anche Walter Caporale, già consigliere regionale verde in Abruzzo e presidente di Animalisti italiani onlus - come "una realtà politica plurale ed inclusiva che si collocherà nel centrosinistra", anche se l'arcobalenino tricolore che attraversa il cerchio è molto in stile Pdl e Alleanza popolare, come nome, rimanda piuttosto a Mastella e alla sua Udeur.
Non si tratta, ovviamente, del primo uso dell'ape in politica quando l'acronimo è favorevole: l'esempio più recente era costituito dall'Api - Alleanza per l'Italia - di Francesco Rutelli e Bruno Tabacci, che di insetti sul simbolo ne aveva piazzati due. Il primo a sperimentare l'acronimo Ape, però, era stato Domenico Comino, per i suoi Autonomisti per l'Europa, fondati tra il 1999 e il 2000: allora, però, l'ape scelta aveva un'apparenza più fumettistica e - anche per questo - non si prestava a essere impiegata all'interno della sigla del nome, come sta per avvenire questa volta.
Il progetto di Sidoli e Caporale comprende, tra l'altro, la formazione di un gruppo interparlamentare relativo alle questioni ecologiche e alla difesa degli animali, nonché l'impegno a "contrastare i rigurgiti estremisti che ci hanno condotti a un'involuzione di un certo linguaggio sui diritti umani". Sul piano elettorale, l'Ape dovrebbe essere presentato a settembre in una conferenza stampa: il progetto è di partecipare intanto già alle prossime elezioni regionali in Abruzzo (inevitabili se il presidente Luciano D'Alfonso, eletto senatore, opterà per l'incarico parlamentare) con una candidatura autonoma, anche grazie al radicamento di Caporale, e a varie altre consultazioni locali. Compreso il nuovo voto per il comune di Roma, quando arriverà il momento; nel frattempo, l'Ape avrà tempo per esercitarsi a spiccare il volo.
Quel progetto passa attraverso la creazione di un nuovo soggetto politico, come Sidoli ha spiegato a Ribechini: "Assieme a delle associazioni, a delle esperienze civiche e politiche, ho intenzione di lanciare un’area politica che chiami a raccolta tutti coloro che mettono al centro il tema dell'ambiente e della tutela del mondo animale". Ci sarebbe già il nome, cioè Alleanza popolare ecologista, con tanto di simbolo: questo riprende l'acronimo del nome, Ape, e inevitabilmente schiera su fondo verde un'ape stilizzata, il cui corpo a strisce orizzontali è trasformato nella "E" della sigla. Sidoli ha definito il soggetto nascente - cui concorrerà fin dall'inizio anche Walter Caporale, già consigliere regionale verde in Abruzzo e presidente di Animalisti italiani onlus - come "una realtà politica plurale ed inclusiva che si collocherà nel centrosinistra", anche se l'arcobalenino tricolore che attraversa il cerchio è molto in stile Pdl e Alleanza popolare, come nome, rimanda piuttosto a Mastella e alla sua Udeur.
Non si tratta, ovviamente, del primo uso dell'ape in politica quando l'acronimo è favorevole: l'esempio più recente era costituito dall'Api - Alleanza per l'Italia - di Francesco Rutelli e Bruno Tabacci, che di insetti sul simbolo ne aveva piazzati due. Il primo a sperimentare l'acronimo Ape, però, era stato Domenico Comino, per i suoi Autonomisti per l'Europa, fondati tra il 1999 e il 2000: allora, però, l'ape scelta aveva un'apparenza più fumettistica e - anche per questo - non si prestava a essere impiegata all'interno della sigla del nome, come sta per avvenire questa volta.
Il progetto di Sidoli e Caporale comprende, tra l'altro, la formazione di un gruppo interparlamentare relativo alle questioni ecologiche e alla difesa degli animali, nonché l'impegno a "contrastare i rigurgiti estremisti che ci hanno condotti a un'involuzione di un certo linguaggio sui diritti umani". Sul piano elettorale, l'Ape dovrebbe essere presentato a settembre in una conferenza stampa: il progetto è di partecipare intanto già alle prossime elezioni regionali in Abruzzo (inevitabili se il presidente Luciano D'Alfonso, eletto senatore, opterà per l'incarico parlamentare) con una candidatura autonoma, anche grazie al radicamento di Caporale, e a varie altre consultazioni locali. Compreso il nuovo voto per il comune di Roma, quando arriverà il momento; nel frattempo, l'Ape avrà tempo per esercitarsi a spiccare il volo.
Nessun commento:
Posta un commento