giovedì 22 gennaio 2015

Il sole nascente di Nicolazzi

Le agenzie hanno battuto da poche ore la notizia della morte di Franco Nicolazzi, già ministro e segretario del Partito socialista democratico italiano. Di anni ne aveva 90 e per larga parte di questi aveva masticato politica. 
Agenzie e media sono pronti a ricordare la partecipazione al Psdi fin dalla sua nascita (quando si chiamava ancora Partito socialista dei lavoratori italiani), i due anni e mezzo passati alla segreteria del partito, le sue sette legislature a Montecitorio e quasi un decennio trascorso da ministro. In diversi hanno citato l'uscita di scena del politico piemontese alla fine degli anni '80 (e gli anni di poco successivi) dopo lo scandalo delle "carceri d'oro", che - pur senza avergli lasciato addosso un soldo - gli procurò una condanna per concussione e, prima, la citazione da parte di Elio e le Storie Tese sul palco del Primo Maggio 1991, all'interno di un'energica (e censuratissima) Ti amo che accomunava Andreotti, Gaspari e Ciarrapico.
Se però si parla qui di Nicolazzi, è per un motivo specifico "simbolico". Bisogna tornare agli anni in cui, mentre il Psdi continuava ad esistere (e tra il 2003 e il 2004 era passato di mano, quasi senza che i precedenti titolari se ne rendessero conto, da Carmine Simeone - successore de facto di Gian Franco Schietroma dopo la sua elezione al Csm - a Giorgio Carta), un gruppo di sostenitori del sole nascente che nel 1996 si era raccolto attorno a Luigi Preti e nel 2001 aveva scelto di ripartire politicamente con il nome molto evocativo di Partito socialdemocratico (e con un simbolo ben difficile da distinguere da quello del vecchio Psdi, specie se riprodotto in bianco e nero).
Nel 2005 era partita una causa da Carta verso Preti, accusato di avere adottato (indebitamente, ovvio) un nome e un emblema destinati a creare confusione tra gli elettori e nei media. Ci fu qualche schermaglia in tribunale (in cui ebbe ragione Carta), ma nel 2007 si risolse tutto con una transazione, così che il gruppo di Preti si impegnò ad abbandonare nome e simbolo, tornando quasi alle origini: ripresero l'emblema del 1996, quello di Rinascita socialdemocratica, salvo togliere ogni riferimento al mare da cui nasce il sole, per evitare nuove grane. 
In compenso, però, nell'anno del Signore 2006 Preti aveva chiesto al suo collaboratore ferrarese VIttorino Navarra di aiutarlo a riorganizzare anche l'area più vicina a Nicolazzi, fino a quel momento rimasto fuori dalla partita. Fu così che, per semplificare le cose e le idee, nacque il Partito dei socialdemocratici, con i raggi del sole rossi che stavolta partivano da un libro aperto, con la scritta "Socialdemocratici" sopra a tutto. Per il Viminale l'emblema era troppo simile a quello del sole nascente originale e lo si dovette cambiare, ma dopo un annetto o poco più fu il progetto Preti-Nicolazzi a bloccarsi. Arrivarono puntuali - come in politica ciclicamente accade - le divergenze tra i due gruppi, ma risolverle fu semplice: Preti e Navarra mantennero la loro Rinascita socialdemocratica, mentre il Partito dei socialdemocratici rimase a Nicolazzi e alle persone a lui vicine. L'emblema nel tempo si è conservato, più o meno, anche se pochi lo hanno visto in giro. Eppure c'era e dimenticarlo sarebbe un peccato.

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