mercoledì 8 giugno 2016

"E' ora di cambiare", oggi come ieri

Tra i piccoli comuni citati nell'articolo di Massimo Bosso, c'è anche Rosazza, paese in provincia di Biella che conta 118 elettori. Di fatto, la sfida poteva dirsi quasi la fotocopia di quella svoltasi nel 2014: gli aspiranti alla poltrona di sindac*, infatti, erano sempre Francesca Del Mastro Delle Vedove e Claudio Borri Gaspardin, che in quel caso era uscito vincitore (anche se poi si è assistito a varie dimissioni di consiglieri di maggioranza, fino alla decadenza dell'intero consiglio). 
Se però Del Mastro ha mantenuto ferma la bandiera di Fratelli d'Italia, con cui è riuscita questa volta a conquistare la guida del comune, Borri ha scelto di cambiare il proprio simbolo: nel 2014 aveva una raffigurazione della "fontana della rosa", uno dei monumenti caratteristici del paese, questa volta ha adottato un orologio che - pur essendo in bianco e nero e molto, molto schematico - ricorda quello della torre civica del paese, comprese le tre stelle che si vedono sul quadrante. Niente lancette, ma uno slogan che fa anche da nome per la lista: E' ora di cambiare, cosa che può sembrare strana, davanti alla ricandidatura del sindaco uscente, ma indica chiaramente la volontà di un cambio di passo rispetto alla fine anticipata della giunta.
La soluzione grafica, tuttavia, non è unica nel suo genere e, a quanto pare, nemmeno nuova, come risulta abbastanza facile scoprire spulciando un po' su Facebook. Giusto quest'anno, per dire, nel comune di Marcellina - provincia di Roma, circa 5300 elettori - si sono svolte elezioni anch'esse anticipate, sia pure solo di un anno. Tutte le quattro liste presentate in quest'occasione avevano simboli diversi rispetto a quelli che si sono visti nel 2012 - erano stati cinque all'epoca - e uno di questi, quello che sosteneva la corsa a sindaco di Mario Cecchetti (il più giovane di tutti, classe 1985) si chiamava proprio "E' ora di cambiare": non è dato sapere se l'orologio - con tanto di campanine - sia un dettaglio noto ai marcellinesi, così come non si sa come mai le lancette segnino proprio le tre (del mattino o del pomeriggio?).
Ancora prima, invece, precisamente nel 2011, qualcuno disse "è ora di cambiare" a Matrice, paese con circa 1100 abitanti della provincia di Campobasso: in quell'occasione si affrontavano due sole liste, una delle quali era a sostegno del sindaco uscente, Michele Cirino. Eppure, quella volta, la lista Matrice... è ora di cambiare - che rafforzava il concetto mettendo su un fondo arcobaleno la torre campanaria con l'immancabile orologio, che stavolta segnava mezzogiorno - riuscì a vincere le elezioni e a far diventare sindaco Domenico Antonio Zampini. A queste elezioni, tuttavia, l'emblema non si è visto e ha lasciato il posto a grafiche decisamente meno elaborate.
Due anni più tardi, nel 2013, la stessa idea grafica e testuale (sia pure con una variante insignificante) sbarcò a Solignano, paese di 1800 abitanti della provincia di Parma. In quell'occasione una delle liste - quella guidata da Alberto Anelli - scelse come nome e motto "E' l'ora di cambiare" e lo scrisse sulla riproduzione dell'orologio - che, forse per ragioni di simmetria, segnava le 10 e 10 - che si vede al sommo del palazzo comunale. A contendersi la guida del comune, però, c'erano tre formazioni, dunque la disputa fu più complessa e la lista di Anelli si piazzò ultima; lui riuscì comunque a entrare in consiglio comunale, cercando di dare corpo alla sua "ora di cambiare".
Non arrivò mai sulle schede, invece, il simbolo E' l'ora di cambiare che era stato pensato per Portopalo di Capo Passero, comune in provincia di Siracusa. Nel 2014 dra stata immaginata una formazione, che avrebbe dovuto sostenere la candidatura di Santino Quartarone a sindaco del paese con l'idea di portare rinnovamento nell'amministrazione; alla fine, tuttavia, l'idea non è andata in porto e la lista non è stata presentata. Al di là delle ragioni che hanno determinato quell'esito, è rimasta la bozza di contrassegno che si voleva sottoporre ai cittadini: il mare, la banchina, il faro di Capo Passero e - ovviamente - l'orologio del cambiamento. Anche qui niente lancette, visto che a segnare le ore erano le ali di un gabbiano, uccello ben noto agli abitanti della zona. Anche senza partecipare al voto, quell'emblema una traccia l'ha lasciata e non è stato cancellato dal tempo.

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