Quando era stata ufficializzata la sua candidatura, il suo nome era stato un punto fermo sin dall'inizio: era impossibile pensare che Clemente Mastella non sarebbe arrivato almeno al ballottaggio a Benevento. Così in effetti è stato e domani, a contendergli il posto da sindaco, sarà Raffaele Del Vecchio: nell'attesa che si aprano le urne, tuttavia, vale la pena dare uno sguardo ai simboli che finiranno sulla scheda. Sugli emblemi a sostegno di Mastella, peraltro, c'è poco da dire: dei suoi due emblemi civici e personali ci si è già occupati a tempo debito, mentre in quelli di Forza Italia e dell'Udc non risulta nulla di particolare, al di là dell'inserimento dell'espressione "Per Benevento" nella parte alta del contrassegno forzista.
Più interessante è il "parco simbolico" dell'avversario principale di Mastella, Raffaele Del Vecchio. I due candidati sono arrivati piuttosto vicini al primo turno, ma se il fondatore dell'Udeur ha raccolto il 33,66% sostenuto da quattro liste, Del Vecchio è arrivato al 33,23% anche grazie all'appoggio di ben sette formazioni. In posizione di top scorer c'era il Pd, mentre al secondo posto (ma con la metà dei voti dei dem) si è posizionata la lista personale del candidato, Del Vecchio sindaco. A onor del vero, bisogna dire che il simbolo è uno dei più anonimi e dei meno gradevoli esteticamente: brutto l'anello grigio a corona del logo, brutte le due righe diagonali verde e rossa che dovrebbero richiamare il tricolore, poco significativo il semicerchio interno rosso, se non per far risaltare la scritta "Del Vecchio sindaco".
Al terzo posto, restando nella coalizione, si ritrova il simbolo dei Democratici - Lealtà per Benevento, guidata dal sindaco uscente Fausto Pepe, di cui Del Vecchio è tuttora vicesindaco. All'interno si possono riconoscere alcuni dei monumenti più importanti della città, come il teatro romano, l'arco di Traiano e (a quanto sembra) la chiesa di Santa Sofia. L'emblema è praticamente uguale a quello visto nel 2011, soprattutto nella parte centrale, coi segni territoriali della città e la dicitura "Lealtà per Benevento", con una scia tricolore nella parte interna bassa; al posto del nome di Pepe, la corona esterna contiene nella parte superiore la parola "Democratici", con lo spazio interno della D tinto di rosso, quasi a voler riprendere il logo del Pd.
Un passo indietro ed ecco comparire il contrassegno di Benevento popolare, emblema - con il cuore intero, senza più le stelle simil-Ppe problematiche degli inizi - usato anche qui dal Nuovo centrodestra per presentarsi alle elezioni. Di certo qui non è coinvolta la rappresentanza locale dell'Udc, visto il suo impegno a favore di Mastella; può apparire strano che Ncd si collochi più vicino al Pd rispetto al partito di Cesa e Casini, ma non sarebbe la prima volta e in ogni caso stupirsi ha poco senso. Rispetto all'Udc (che naturalmente schierava lo scudo crociato), comunque, Benevento popolare è riuscita a ottenere qualcosa in più, un risultato a suo modo significativo.
Praticamente lo stesso risultato di Benevento popolare se l'è aggiudicato Alleanza riformista: per entrambe le formazioni il dato percentuale dice 5,58%, ma Benevento popolare ha ottenuto 2149 voti, mentre Alleanza riformista ne ha ricevuto solo uno in meno. Al di là del risultato, piuttosto curioso, il simbolo ricorda a suo modo quello di Alleanza democratica nel 1994: anche là i colori erano rosso e verde, anche qui nel mezzo c'è un quadrifoglio. Allora però i colori erano invertiti rispetto ad oggi, dunque il quadrifoglio era rosso - e piatto, non tridimensionale come adesso - mentre la corona circolare che lo cingeva era verde, mentre ora a essere colorato a doppia sfumatura chiara al centro è l'intero sfondo.
Un po' più staccato, invece, si è piazzato il cartello Insieme, che riunisce - in uno "strano trio", non potendosi parlare di "strana coppia" - Cittadini per Benevento, Italia dei valori e Federazione dei Verdi. L'emblema dà anche visivamente l'idea di "insieme" inserendo le "pulci" dei tre partiti all'interno del cerchio, mentre nella parte alta una specie di "onda" rossa (in ogni caso, un elemento curvilineo) dà al contrassegno un minimo di movimento, altrimenti difficile da ottenere. Al di là di questo, tuttavia, se non appare nemmeno troppo strano l'accostamento tra Verdi e Idv (erano già stati insieme nel 2013, all'interno di Rivoluzione civile), più anomala appare la presenza di ciò che resta di Scelta civica, accanto a due formazioni decisamente poco moderate.
Chiude la graduatoria delle liste a favore di Del Vecchio - senza nemmeno arrivare all'1,5% - Benevento al centro - Dalla parte giusta. L'intero nome della formazione, volendo, è un programma: al centro dell'attenzione e al centro come area politica, con la convinzione che sia quello il posto migliore in cui la città deve stare. Il contrassegno è stato costruito - volutamente, si suppone - con i colori della città e, nel semicerchio superiore, è stata aggiunta una riproduzione "geometrica" del già citato arco di Traiano, sia pure con un curioso elemento al centro, difficilmente leggibile. Si legge certamente la parola "Giusta", anche se probabilmente l'uso di una font più pulita avrebbe reso meglio.
Se tra i candidati alla poltrona di prim* cittadin* si è classificata terza Marianna Farese per il MoVimento 5 Stelle (il buon risultato superiore al 20% non l'ha premiata comunque con l'accesso al ballottaggio), rimane piuttosto staccato in termini di voti e di percentuale il quarto aspirante alla guida della città, Gianfranco Ucci. Il suo emblema personale è a fondo arancione, con il nome scritto su una sorta di etichetta o di superficie pitturata di bianco; da lì parte un fumetto che contiene l'hashtag scelto da Ucci per la sua campagna, #laCittàdiTutti, con tanto di lineette di contorno, come quelle che nelle storie di nuvole parlanti si usano per evidenziare un parlato a voce stentorea.
Gli ultimi tre candidati non hanno superato il 4% dei voti, avendo raccolto insieme poco più del 7%. A Raffaele Tibaldi spetta certamente il titolo di "nome più in vista sulla scheda", visto l'imponenza grafica che ha il suo cognome - pur essendo scritto con le minuscole e una font relativamente sottile - all'interno del contrassegno. Al di là di questo, graficamente la lista Benevento polo civico è caratterizzata da una figura di soldato romano tinto di rosso, con tanto di elmo e cimiero, che sta sotto a un arco giallo (magari ancora quello di Traiano). I colori, ancora una volta, sono quelli della città e il riferimento a uno dei monumenti principali si coglie piuttosto bene.
Penultima è risultata invece Sfidiamoli!, la lista civica che ha sostenuto la candidatura a sindaca della giornalista Vittoria Principe. Obiettivamente l'emblema si differenzia sensibilmente dagli altri, per colore, struttura e contenuto: gli elementi grafici sono ridotti al minimo, dovendosi considerare solamente il fondo color granata e quella font corsiva così particolare - e così poco frequente nella grafica elettorale - che spicca sulla fascia bianca centrale. Non si può dire che il risultato sia un capolavoro dal punto di vista della resa, ma occorre ammettere che per lo meno l'immagine scelta dalla lista non passa inosservata, per comunicare la battaglia di Principe e il suo desiderio di essere reale alternativa ai partiti.
Fanalino di coda delle elezioni a Benevento - 450 voti, pari all'1,14% - è stata Federica De Nigris, candidata sindaca per il Progetto civico fabBene, così denominato perché alla base aveva l'idea aggregare soggetti che perseguano il bene della città e vogliano creare sinergie per amplificare i processi partecipativi nella vita politico-amministrativa di Benevento. Anche qui la grafica in realtà è piuttosto semplice: il fondo è blu, nemmeno troppo scuro; le scritte sono in rosso carico, quasi carminio. Si è poi introdotto il contorno bianco alla dicitura "Progetto civico", per renderla più visibile, mentre alla stessa funzione ha assolto la "pennellata" gialla alla base di fabBene: anche per quell'inserimento, il simbolo è stato più riconoscibile. Anche se non è bastato per entrare in consiglio.
Più interessante è il "parco simbolico" dell'avversario principale di Mastella, Raffaele Del Vecchio. I due candidati sono arrivati piuttosto vicini al primo turno, ma se il fondatore dell'Udeur ha raccolto il 33,66% sostenuto da quattro liste, Del Vecchio è arrivato al 33,23% anche grazie all'appoggio di ben sette formazioni. In posizione di top scorer c'era il Pd, mentre al secondo posto (ma con la metà dei voti dei dem) si è posizionata la lista personale del candidato, Del Vecchio sindaco. A onor del vero, bisogna dire che il simbolo è uno dei più anonimi e dei meno gradevoli esteticamente: brutto l'anello grigio a corona del logo, brutte le due righe diagonali verde e rossa che dovrebbero richiamare il tricolore, poco significativo il semicerchio interno rosso, se non per far risaltare la scritta "Del Vecchio sindaco".
Al terzo posto, restando nella coalizione, si ritrova il simbolo dei Democratici - Lealtà per Benevento, guidata dal sindaco uscente Fausto Pepe, di cui Del Vecchio è tuttora vicesindaco. All'interno si possono riconoscere alcuni dei monumenti più importanti della città, come il teatro romano, l'arco di Traiano e (a quanto sembra) la chiesa di Santa Sofia. L'emblema è praticamente uguale a quello visto nel 2011, soprattutto nella parte centrale, coi segni territoriali della città e la dicitura "Lealtà per Benevento", con una scia tricolore nella parte interna bassa; al posto del nome di Pepe, la corona esterna contiene nella parte superiore la parola "Democratici", con lo spazio interno della D tinto di rosso, quasi a voler riprendere il logo del Pd.
Un passo indietro ed ecco comparire il contrassegno di Benevento popolare, emblema - con il cuore intero, senza più le stelle simil-Ppe problematiche degli inizi - usato anche qui dal Nuovo centrodestra per presentarsi alle elezioni. Di certo qui non è coinvolta la rappresentanza locale dell'Udc, visto il suo impegno a favore di Mastella; può apparire strano che Ncd si collochi più vicino al Pd rispetto al partito di Cesa e Casini, ma non sarebbe la prima volta e in ogni caso stupirsi ha poco senso. Rispetto all'Udc (che naturalmente schierava lo scudo crociato), comunque, Benevento popolare è riuscita a ottenere qualcosa in più, un risultato a suo modo significativo.
Praticamente lo stesso risultato di Benevento popolare se l'è aggiudicato Alleanza riformista: per entrambe le formazioni il dato percentuale dice 5,58%, ma Benevento popolare ha ottenuto 2149 voti, mentre Alleanza riformista ne ha ricevuto solo uno in meno. Al di là del risultato, piuttosto curioso, il simbolo ricorda a suo modo quello di Alleanza democratica nel 1994: anche là i colori erano rosso e verde, anche qui nel mezzo c'è un quadrifoglio. Allora però i colori erano invertiti rispetto ad oggi, dunque il quadrifoglio era rosso - e piatto, non tridimensionale come adesso - mentre la corona circolare che lo cingeva era verde, mentre ora a essere colorato a doppia sfumatura chiara al centro è l'intero sfondo.
Un po' più staccato, invece, si è piazzato il cartello Insieme, che riunisce - in uno "strano trio", non potendosi parlare di "strana coppia" - Cittadini per Benevento, Italia dei valori e Federazione dei Verdi. L'emblema dà anche visivamente l'idea di "insieme" inserendo le "pulci" dei tre partiti all'interno del cerchio, mentre nella parte alta una specie di "onda" rossa (in ogni caso, un elemento curvilineo) dà al contrassegno un minimo di movimento, altrimenti difficile da ottenere. Al di là di questo, tuttavia, se non appare nemmeno troppo strano l'accostamento tra Verdi e Idv (erano già stati insieme nel 2013, all'interno di Rivoluzione civile), più anomala appare la presenza di ciò che resta di Scelta civica, accanto a due formazioni decisamente poco moderate.
Chiude la graduatoria delle liste a favore di Del Vecchio - senza nemmeno arrivare all'1,5% - Benevento al centro - Dalla parte giusta. L'intero nome della formazione, volendo, è un programma: al centro dell'attenzione e al centro come area politica, con la convinzione che sia quello il posto migliore in cui la città deve stare. Il contrassegno è stato costruito - volutamente, si suppone - con i colori della città e, nel semicerchio superiore, è stata aggiunta una riproduzione "geometrica" del già citato arco di Traiano, sia pure con un curioso elemento al centro, difficilmente leggibile. Si legge certamente la parola "Giusta", anche se probabilmente l'uso di una font più pulita avrebbe reso meglio.
Se tra i candidati alla poltrona di prim* cittadin* si è classificata terza Marianna Farese per il MoVimento 5 Stelle (il buon risultato superiore al 20% non l'ha premiata comunque con l'accesso al ballottaggio), rimane piuttosto staccato in termini di voti e di percentuale il quarto aspirante alla guida della città, Gianfranco Ucci. Il suo emblema personale è a fondo arancione, con il nome scritto su una sorta di etichetta o di superficie pitturata di bianco; da lì parte un fumetto che contiene l'hashtag scelto da Ucci per la sua campagna, #laCittàdiTutti, con tanto di lineette di contorno, come quelle che nelle storie di nuvole parlanti si usano per evidenziare un parlato a voce stentorea.
Gli ultimi tre candidati non hanno superato il 4% dei voti, avendo raccolto insieme poco più del 7%. A Raffaele Tibaldi spetta certamente il titolo di "nome più in vista sulla scheda", visto l'imponenza grafica che ha il suo cognome - pur essendo scritto con le minuscole e una font relativamente sottile - all'interno del contrassegno. Al di là di questo, graficamente la lista Benevento polo civico è caratterizzata da una figura di soldato romano tinto di rosso, con tanto di elmo e cimiero, che sta sotto a un arco giallo (magari ancora quello di Traiano). I colori, ancora una volta, sono quelli della città e il riferimento a uno dei monumenti principali si coglie piuttosto bene.
Penultima è risultata invece Sfidiamoli!, la lista civica che ha sostenuto la candidatura a sindaca della giornalista Vittoria Principe. Obiettivamente l'emblema si differenzia sensibilmente dagli altri, per colore, struttura e contenuto: gli elementi grafici sono ridotti al minimo, dovendosi considerare solamente il fondo color granata e quella font corsiva così particolare - e così poco frequente nella grafica elettorale - che spicca sulla fascia bianca centrale. Non si può dire che il risultato sia un capolavoro dal punto di vista della resa, ma occorre ammettere che per lo meno l'immagine scelta dalla lista non passa inosservata, per comunicare la battaglia di Principe e il suo desiderio di essere reale alternativa ai partiti.
Fanalino di coda delle elezioni a Benevento - 450 voti, pari all'1,14% - è stata Federica De Nigris, candidata sindaca per il Progetto civico fabBene, così denominato perché alla base aveva l'idea aggregare soggetti che perseguano il bene della città e vogliano creare sinergie per amplificare i processi partecipativi nella vita politico-amministrativa di Benevento. Anche qui la grafica in realtà è piuttosto semplice: il fondo è blu, nemmeno troppo scuro; le scritte sono in rosso carico, quasi carminio. Si è poi introdotto il contorno bianco alla dicitura "Progetto civico", per renderla più visibile, mentre alla stessa funzione ha assolto la "pennellata" gialla alla base di fabBene: anche per quell'inserimento, il simbolo è stato più riconoscibile. Anche se non è bastato per entrare in consiglio.
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