Ha eletto subito al primo turno il proprio sindaco Busto Arsizio, confermando la forza dell'elettorato di centrodestra. Con il 50,7%, infatti, non ha avuto bisogno di andare al ballottaggio Emanuele Antonelli, già coordinatore cittadino del Pdl e uscito vincitore alle primarie locali del centrodestra celebrate proprio per scegliere il candidato di quell'area alle elezioni comunali. A seggi chiusi, in ogni caso, la Lega Nord (presentatasi con il contrassegno tradizionale, abbinato al logo della Lega lombarda) ha sopravanzato di una manciata di voti Forza Italia. All'interno della coalizione, la terza piazza (e tre seggi) spettano alla lista Antonelli X Busto Arsizio, considerabile a ogni effetto come lista personale del candidato sindaco. In filigrana si vedono, inconfondibili, le due torri del Museo del tessile, che si stagliano su un azzurro più scuro del cielo; in basso, il fondo bianco con la pulce di "Risvegliamo Busto" e, nel mezzo - su una striscia blu pennellata - il nome della lista, con la particolarità del "X" (nel senso di per) fatto con i segni di "maggiore" e "minore", come fu un tempo per la prima Api rutelliana e come ha rifatto quest'anno la Sinistra per Milano (una soluzione, dunque, condivisa da più parti politiche).
In quarta posizione, ma con meno della metà dei voti, si è piazzata la lista civica Busto grande (che è poi una sorta di "italianizzazione" dell'etichetta in vernacolo del comune), il cui nucleo è nato il 25 aprile del 2015. Di fatto la formazione si è posta fin dall'inizio come soggetto civico trasversale, aperto a persone di destra come di sinistra, al di là delle posizioni personali e ideologiche di ciascuno; la collocazione, peraltro, non sorprende, visto che proprio Busto grande aveva proposto dall'inizio e per prima la candidatura a sindaco di Antonelli. Sul piano grafico, il simbolo è almeno in parte complementare a quello della lista personale del candidato della coalizione (il fondo in basso, a colori invertiti, è identico e nella stilizzazione della città si riconoscono altri monumenti noti come segni del territorio (e si aggiunge almeno una fabbrica, tanto per capire da che parte si doveva stare).
Sotto ancora si trova Fratelli d'Italia - solito simbolo delle europee 2014 con la parola "Meloni", mentre chiude la graduatoria della coalizione di centrodestra la lista Indipendenti di centro, simboleggiato da una stretta di mano sopra a un tricolore che tinge il cerchio interno, mentre il nome ha trovato posto in colore bianco, nella corona circolare blu. Non si tratta, in realtà, di una novità: la lista si era già presentata nel 2011 e fu la più votata (senza però superare l'1,75%) dello schieramento che candidava anche Fli e Api e un'altra lista civica. Questa volta, rispetto all'esordio, non è invece stato toccato nulla sul piano grafico, con il vecchio impianto conservato.
Passando allo schieramento di centrosinistra, raccoltosi intorno alla candidatura di Gianluca Castiglioni. Al di là del Pd, che ha raccolto anche in questo caso il consenso più alto, il secondo miglior risultato (ma comunque sensibilmente basso rispetto a quello dei dem) è toccato alla lista civica Busto al centro - Castiglioni sindaco. La pur ridotta base elettorale della lista, va detto, difficilmente sembra essere debitrice della grafica: l'idea delle circonferenze concentriche, una verde e una rossa, oltre a essere decisamente banale, rimanda anche alla soluzione d'emergenza adottata dal Movimento Fascismo e libertà nel 1992 e francamente non è proprio il miglior modo per iniziare.
Le altre due liste della coalizione di centrosinistra, a ben guardare, impiegavano simboli di formazioni già esistenti, perfezionati soltanto un po' per adattarli al meglio alla nuova puntata elettorale. E' il caso dei Verdi, cui è stata aggiunta l'espressione "Ecologisti Busto Arsizio" e dei Cittadini per Busto, nel cui emblema si è voluto inserire il riferimento al candidato sindaco.
In quarta posizione, ma con meno della metà dei voti, si è piazzata la lista civica Busto grande (che è poi una sorta di "italianizzazione" dell'etichetta in vernacolo del comune), il cui nucleo è nato il 25 aprile del 2015. Di fatto la formazione si è posta fin dall'inizio come soggetto civico trasversale, aperto a persone di destra come di sinistra, al di là delle posizioni personali e ideologiche di ciascuno; la collocazione, peraltro, non sorprende, visto che proprio Busto grande aveva proposto dall'inizio e per prima la candidatura a sindaco di Antonelli. Sul piano grafico, il simbolo è almeno in parte complementare a quello della lista personale del candidato della coalizione (il fondo in basso, a colori invertiti, è identico e nella stilizzazione della città si riconoscono altri monumenti noti come segni del territorio (e si aggiunge almeno una fabbrica, tanto per capire da che parte si doveva stare).
Sotto ancora si trova Fratelli d'Italia - solito simbolo delle europee 2014 con la parola "Meloni", mentre chiude la graduatoria della coalizione di centrodestra la lista Indipendenti di centro, simboleggiato da una stretta di mano sopra a un tricolore che tinge il cerchio interno, mentre il nome ha trovato posto in colore bianco, nella corona circolare blu. Non si tratta, in realtà, di una novità: la lista si era già presentata nel 2011 e fu la più votata (senza però superare l'1,75%) dello schieramento che candidava anche Fli e Api e un'altra lista civica. Questa volta, rispetto all'esordio, non è invece stato toccato nulla sul piano grafico, con il vecchio impianto conservato.
Passando allo schieramento di centrosinistra, raccoltosi intorno alla candidatura di Gianluca Castiglioni. Al di là del Pd, che ha raccolto anche in questo caso il consenso più alto, il secondo miglior risultato (ma comunque sensibilmente basso rispetto a quello dei dem) è toccato alla lista civica Busto al centro - Castiglioni sindaco. La pur ridotta base elettorale della lista, va detto, difficilmente sembra essere debitrice della grafica: l'idea delle circonferenze concentriche, una verde e una rossa, oltre a essere decisamente banale, rimanda anche alla soluzione d'emergenza adottata dal Movimento Fascismo e libertà nel 1992 e francamente non è proprio il miglior modo per iniziare.
Le altre due liste della coalizione di centrosinistra, a ben guardare, impiegavano simboli di formazioni già esistenti, perfezionati soltanto un po' per adattarli al meglio alla nuova puntata elettorale. E' il caso dei Verdi, cui è stata aggiunta l'espressione "Ecologisti Busto Arsizio" e dei Cittadini per Busto, nel cui emblema si è voluto inserire il riferimento al candidato sindaco.
Se il MoVimento 5 Stelle ce l'ha fatta a eleggere un consigliere, non è invece riuscita a entrare in consiglio comunale la lista BAS - Busto a sinistra, di cui questo blog si era già occupato al momento della scelta del contrassegno elettorale, con la consultazione di iscritti e simpatizzanti, chiamati a scegliere tra varie opzioni messe a disposizione. Se nel 2011 era stato eletto un consigliere della lista Manifattura cittadina (esperienza che poi è sfociata in Bas), questa volta l'obiettivo è stato mancato: certamente una delusione per chi si era riconosciuto nel progetto politico di Busto a sinistra e, tutt'al più, uno sprone per riprendere da capo il lavoro per (ri)costruire qualcosa di concreto e di minimamente votabile in quell'area.
Last but absolutely not least, si deve considerare la prima apparizione sulle schede elettorali del contrassegno del Movimento X, traduzione in lista della componente del gruppo misto al Senato che fa capo a Laura Bignami. In realtà sarebbe più corretto chiamarlo "Movimento per", come suggerisce da un po' di tempo il rettangolino piazzato sopra alle due V "contrapposte", differenti per colore e grandezza: ciò fa sì che, in questo caso, sia preferibile leggere il nome come "Movimento per Busto Arsizio". Si tratta, come si diceva, della prima presentazione di una lista da parte del gruppo: a partire dall'anno prossimo, il Movimento X aumenterà la propria partecipazione alle elezioni locali, anche sulla scorta di quest'esperienza appena fatta. In lista, tra l'altro oltre alla stessa senatrice Bignami, c'è anche il marito, Giampaolo Sablich, candidato M5S alle precedenti elezioni comunali ed eletto in consiglio all'inizio della consiliatura appena terminata.
Last but absolutely not least, si deve considerare la prima apparizione sulle schede elettorali del contrassegno del Movimento X, traduzione in lista della componente del gruppo misto al Senato che fa capo a Laura Bignami. In realtà sarebbe più corretto chiamarlo "Movimento per", come suggerisce da un po' di tempo il rettangolino piazzato sopra alle due V "contrapposte", differenti per colore e grandezza: ciò fa sì che, in questo caso, sia preferibile leggere il nome come "Movimento per Busto Arsizio". Si tratta, come si diceva, della prima presentazione di una lista da parte del gruppo: a partire dall'anno prossimo, il Movimento X aumenterà la propria partecipazione alle elezioni locali, anche sulla scorta di quest'esperienza appena fatta. In lista, tra l'altro oltre alla stessa senatrice Bignami, c'è anche il marito, Giampaolo Sablich, candidato M5S alle precedenti elezioni comunali ed eletto in consiglio all'inizio della consiliatura appena terminata.
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