giovedì 15 giugno 2017

Simboli sotto i mille (2017): il Nord (di Massimo Bosso)

Anche quest'anno, come nel 2016, cedo volentieri il posto all'amico Massimo Bosso. Inizia qui una carrellata - con l'occhio di chi è stato responsabile elettorale di un piccolo partito nazionale, attento a ogni risvolto pratico della legislazione dettata per il voto - dei casi più eclatanti visti alle elezioni amministrative in comuni con meno di mille abitanti: in quei casi, infatti, la legge non richiede alcuna raccolta di sottoscrizioni, per cui potenzialmente sulla scheda può finire un numero imprecisato di simboli, magari incarnati da chi è nato e lavora a centinaia di chilometri dal paese in cui si candida. Si comincia dal Nord, abbinando al racconto gli emblemi più significativi (almeno quelli che sono riuscito a reperire). 

Anche per la tornata amministrativa del 2017 non potevano mancare le liste presentate nei comuni sotto i mille abitanti, senza necessità di sottoscrittori, presentate da persone estranee al paese. Il fenomeno sembra in crescita, anche se non è omogeneo su tutto il territorio nazionale: sembra infatti concentrarsi in alcune regioni (in particolare Lazio, Molise e Abruzzo). mentre in altre è quasi inesistente.
Prendiamo l'esempio del Piemonte, una regione che ha moltissimi comuni con meno di mille abitanti: quest'anno le liste presentate sono in diminuzione, forse anche a causa dell'assenza di alcuni tra i protagonisti ormai storici nell'ideazione di liste perlomeno bizzarre.
Ad Argentera, in provincia di Cuneo, si è presentata Forza Argentera: con 3 voti, pari al 6,52%, ha incassato 3 seggi, essendo l'unica altra lista oltre alla vincitrice. Ed è lo stesso candidato sindaco, Denis Scotti - attuale esponente di Fratelli d'Italia con un passato di responsabile nazionale della Gioventù della Fiamma tricolore, infanzia trascorsa in paese - a dire che la sua lista è stata concordata con il candidato sindaco della lista vincente per evitare problemi di quorum, comunque abbondantemente superato con il 76% dei votanti.
La necessità che vada a votare almeno un elettore su due quando si presenta una sola lista, pena la nullità della consultazione, è una questione tutt'altro che teorica. Quest'anno si è litigato con il quorum in diversi comuni, ad esempio a Landiona, nel Novarese, comune di 590 abitanti: era presente una sola lista e non è stato raggiunto il 50% degli aventi diritto, così non si è potuto evitare il commissariamento. Destino che riguarderà anche Serravalle Sesia, comune di 5141 abitanti in provincia di Vercelli: solo il 48,14% degli aventi diritto si è recato alle urne per supportare l'unica lista presente, Serravalle... Viva, che candidava Massimo Basso e riprendeva in piccola parte - barra gialla su fondo bianco con scritte blu - la grafica che negli anni aveva caratterizzato gli emblemi con cui si era candidato a sindaco nei comuni della Val Sesia Gianluca Buonanno.
In provincia di Torino troviamo il Nuovo Cdu, partito riattivato da Mario Tassone, che ha presentato liste in 5 comuni (Bairo, Claviere, Fenestrelle, Monteau da Po e Valgioie): in tutto ha raccolto 30 voti, facendo registrare il miglior risultato a Claviere - 5,19% per aver ottenuto 4 soli voti - ma senza conseguire alcun seggio per la presenza di almeno altre due liste in ogni comune. Sempre nel Torinese (Bairo e Orio Canavese) si presenta Forza Nuova, partito di dimensione nazionale che in questa tornata ha presentato liste anche in comuni superiori o comunque per i quali era richiesta la raccolta di sottoscrizioni: la lista è riuscita anche a ottenere un seggio nel bergamasco, a Fornovo (3319 abitanti), ma nei due comuni piemontesi non ha ottenuto risultati di rilievo; ad Orio, in particolare, i tre seggi riservati alle minoranze sono stati attribuiti alla Lega Nord, forte del suo 15,56%. Vuoto totale invece ad Elva, nel cuneese: nessuna lista depositata, dunque niente elezioni.
Passando ai comuni sotto i mille della Lombardia, si comincia subito con un'intitolazione di lista suo malgrado ironica: a Blello, comune minuscolo del bergamasco (76 abitanti) si trova la lista Il Paese che vogliamo - Insieme si può. Evidentemente, però, nessuno dei pochi blellesi vuole quel paese, visto che quel simbolo (a suo modo tricolore, con decente affollamento di persone, pari quasi alla metà degli abitanti del comune) non incassa nemmeno un voto.
Sembra avere più fortuna la lista del Psn, ossia Partito socialista nazionale: l'evoluzione nominale del Movimento fascismo e libertà (partito di cui conserva il fascio romano all'interno del contrassegno) ha presentato una lista a Mura (790 abitanti), in provincia di Brescia e, con 41 voti, prende il 11,91% e tutti e tre i seggi riservati alla minoranza, trattandosi dell'unica altra lista oltre a quella che ha espresso il sindaco. 
Decisamente meno fortunata è la lista Italia agli italiani, presentata a Brienno, in provincia di Como, insieme ad altri due raggruppamenti: l'istanza autarchico-sovranista sembra non fare proprio breccia nelle urne di quel paese (almeno in questo tipo di consultazione locale), visto che solo 1 dei 303 elettori le dà fiducia.
Se si va in provincia di Pavia, è interessante vedere la presentazione di alcune liste di Progetto nazionale, il progetto politico guidato da Piero Puschiavo e caratterizzato graficamente da una doppia fiamma (stile Front National) verde e rossa: l'emblema è stato visto a Gambarana (2 voti, 1,45%) e a Gambolò, dov'era necessario raccogliere le firme.
Si ride, inevitabilmente, guardando il manifesto dei candidati presentatisi a Mezzana Rabattone, nel pavese: accanto alla lista Mezzana civica (che conferma il sindaco uscente Giorgio Facchina) è rispuntato il Movimento S.F.I.A.M., una sigla già nota, avendo partecipato negli ultimi due anni a consultazioni elettorali in piccoli comuni della provincia di Pavia. Stavolta, in qualche modo, è andata meglio: 14 voti (pari al 5,80%) sono stati sufficienti a eleggere tre persone, compreso il candidato sindaco Pablo Algieri, già visto due anni fa come aspirante primo cittadino a Silvano Pietra nel 2015, a Battuda nel 2014 e a Nicorvo nel 2013, in entrambi i casi con un altro movimento da antologia, il P.I.L.U. (ci meritiamo almeno di conoscere il contenuto dell'acronimo...).
Sembrano peraltro parte dello stesso disegno due liste "estranee" presentate in un altro comune della provincia, Monticelli pavese: Movimento Italia più bella e Movimento Giovani Alleati (già vista), grafica che definire essenziale e minimal è quasi un complimento. In un panorama caratterizzato da quattro liste, però, le due formazioni si aggiudicano un voto a testa (lo 0,32%) e, ovviamente, non arriva alcun eletto. A Oltre il Colle, nel bergamasco, invece l'unica lista non entra in consiglio per il mancato superamento del quorum di partecipazione; lo stesso è accaduto anche a Pieve di Cadore, nel bellunese. Da segnalare anche, nel Triveneto, la presenza di Fratelli d'Italia a Taipana, in provincia di Udine, che però raccoglie solo 4 voti, pari all'1,14%.

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