venerdì 2 giugno 2017

Padova, simboli e curiosità sulla scheda

Risulta di assoluto interesse anche la competizione elettorale di Padova, soprattutto perché non arriva alla scadenza naturale della consiliatura iniziata nel 2014. Era infatti durato poco meno di due anni e mezzo il mandato da sindaco di Massimo Bitonci, senatore della Lega Nord ed espressione di gran parte del centrodestra: la maggior parte dei consiglieri comunali si erano dimessi (c'era il Pd, il M5S, ma anche qualche eletto di Forza Italia - partito con cui i rapporti si erano fatti complicati - e rappresentanti di altre liste), provocando la decadenza dell'intera giunta. 
Ora, a distanza di qualche mese, Bitonci ci riprova (come del resto aveva preannunciato), rinnovando l'alleanza con Forza Italia e risultando il top scorer delle liste (ben 8); suo principale sfidante è Sergio Giordani, indicato dal centrosinistra, che di formazioni a suo favore ne ha 6; i pretendenti alla poltrona di sindaco, in ogni caso, sono 7, per un totale di 21 liste. Molte, sì, ma pur sempre 10 in meno rispetto a quelle che si erano presentate nel 2014.

Simone Borile

Il sorteggio ha collocato in alto a sinistra, nella prima posizione, Simone Borile, candidato sindaco per il MoVimento 5 Stelle: si tratta della terza partecipazione alle elezioni locali del gruppo che fa riferimento a Beppe Grillo. In particolare, nel 2009 - sotto forma di Lista CiVica a 5 Stelle - arrivò l'1,84%; cinque anni più tardi - come M5S - il risultato fu decisamente più soddisfacente, con l'8,85% e l'elezione, tra l'altro, del candidato sindaco Giuliano Altavilla. Questa volta il simbolo è quasi lo stessi di tre anni fa, tranne che per la sostituzione del sito di Grillo con quello del MoVimento, come deliberato dalla Rete; si vedrà se il risultato sarà più soddisfacente dell'ultimo oppure no.

Maurizio Meridi

Il secondo candidato sorteggiato è Maurizio Meridi, che si presenta come aspirante sindaco di Padova per CasaPound Italia. Si tratta della prima partecipazione di questa lista alle elezioni amministrative padovane (il che non stupisce: solo dal 2013 CasaPound ha scelto di presentarsi sotto le proprie insegne, invece che inserire o sostenere candidati all'interno di altre liste), dunque l'associazione potrà misurare anche qui il proprio consenso tra i cittadini. Anche a Padova, naturalmente, il gruppo si presenta agli elettori con il proprio emblema consolidato della tartaruga con carapace-casa ottagonale su fondo grigio e con il tricolore inserito nella corona circolare bianca.

Sergio Giordani

Il terzo nome estratto tra gli aspiranti sindaci per Padova è quello di Sergio Giordani, già presidente dell'Interporto e candidato indicato dalla coalizione di centrosinistra, piuttosto nutrita e variegata. La prima delle liste sorteggiate è Socialisti europei - la Sinistra con Giordani, formazione che si occupa soprattutto di diritti e cultura. Come suggerisce il nome stesso, nella lista ci sono persone che si riconoscono nell'area della sinistra e del socialismo europeo: non a caso, in grande rilievo c'è la corolla della rosa che fu del Partito socialista europeo (la stessa che in Italia era stata usata dallo Sdi e tuttora sta nel simbolo Psi, così come è stata alla base della quercia del Ds).
Seconda sorteggiata, tra le sei liste della coalizione a sostegno di Giordani è Padova bene comune, denominazione ormai piuttosto diffusa tra le formazioni che si riconoscono nel centrosinistra. Capolista è Nino Pipitone, ex assessore, così come lo è Gaetano Sirone, anch'egli inserito all'interno delle liste; è stato detto che, all'interno della compagine di Giordani, questa è la lista "più vicina alla città"; al di là di questo, graficamente si caratterizza per la particolare V del nome, tinta di rosso (un po' come quella del M5S, ma non tracciata a mano) e per il disegno schizzato, nella parte inferiore a fondo rosso, del Palazzo della Ragione, come segno del territorio ben riconoscibile.
La terza formazione indicata dal sorteggio, Giordani sindaco, ha natura civica ed è emanazione dell'associazione amopadova, nata a gennaio per sostenere la corsa di Giordani, e candida persone senza tessere di partito, al primo impegno politico, ma preparate e competenti. La grafica pare quella delle liste personali, col nome del candidato al centro in evidenza; non sfugge però, nella parte alta del cerchio, il logo dell'associazione amopadova, opera di Massimo Malaguti. Si tratta di una stilizzazione del Prato della Valle, che simboleggia Padova, con un cuore al centro, a marcare l'amore per la città. "Il logo ha però anche un significato mediato - si legge nella pagina Facebook -. I vialetti dividono l’Isola Memmia in quattro 4 spicchi, a simboleggiare la città divisa, ma poi convergono nel cuore centrale, che rappresenta l’opera di pacificazione e condivisione che è la linea guida di amopadova" e del candidato sindaco.
Come quarta lista di Giordani è stata sorteggiata Padova è, voluta e guidata come capolista da Fabio Salviato, fondatore di Banca Etica (e già promotore di Padova 2020 alle precedenti elezioni). Lo stesso Salviato ha spiegato ai giornali il senso del nome: "Puoi metterci quel che vuoi dopo 'è': è bella, è ecologica, ecc."; in questo caso, anche "è Giordani sindaco", nella massima identificazione tra città, candidato e progetto. Interessante la marcatura di "è" come concetto chiave attraverso l'uso di un corsivo manuale; meno palese (a meno che voglia alludere all'impegno ambientale o alla possibilità di illuminare le strade a led) è il fondo blu sfumato che in alto, nella parte più chiara, si dimostra essere "un cielo trapunto di stelle", come avrebbero detto Modugno e Migliacci. 
Nessuna grande sorpresa viene dalla quinta lista a sostegno di Giordani, quella del Partito democratico. E' ovviamente naturale che anche il simbolo del Pd figuri a sostegno del candidato sindaco, già presidente del Padova calcio tra il 1994 e 1996 (e in corsa per le elezioni nonostante un infarto che lo ha colpito un mese prima del voto). Anche in questo caso, la grafica nazionale e tradizionale è riportata per intero, solo ridotta in parte di dimensioni, per far spazio al segmento rosso inferiore - un aggiunta più armonica rispetto a quelle che hanno previsto, come a Verona, l'uso di un colore non parte del logo originario - in cui è stata inserita l'espressione "Giordani sindaco".
Ultima a essere sorteggiata tra le liste che appoggiano Giordani è Area civica, nata dall'impegno di alcuni ex componenti della giunta Bitonci (come Maurizio Saia, già assessore alla sicurezza, e Alessandra Brunetti, che aveva le deleghe al sociale): hanno scelto di appoggiare Giordani ritenendo la decisione in coerenza con i propri valori e, probabilmente, anche per evitare che Bitonci torni alla guida del comune. Il cuore rosso (in rilievo, sotto una fascia tricolore) sembra rimandare, almeno alla lontana, a quello giallo su fondo blu di Alternativa popolare, ma nella lista sono presenti candidati espressione di varie forze centriste (e non solo: c'è anche chi si presenta a nome del Partito pensionati).

Massimo Bitonci

Il sorteggio ha stabilito che il quarto candidato su manifesti e schede, subito dopo Giordani, sia proprio il suo sfidante principale, Massimo Bitonci, con le sue 8 liste al seguito. La prima a essere stata estratta a sorte è quella di Fratelli d'Italia; si tratta di uno dei pochi casi in cui si è scelto di utilizzare il simbolo coniato all'inizio del 2014 (all'indomani della concessione temporanea del simbolo di Alleanza nazionale da parte della Fondazione An), senza l'indicazione del cognome di Meloni aggiunta per le europee di quello stesso anno e senza alcuna personalizzazione del contrassegno. Questo rende il risultato finale meno disarmonico agli occhi di chi guarda.
Secondo emblema della coalizione che sostiene Bitonci è quello di Forza Italia. Esso segue nella struttura la formula inaugurata all'incirca dal 2015: si parte dunque dalla versione del simbolo nazionale inaugurata nel 2014 alle elezioni europee (con la bandiera al vento a doppia onda e il cognome di Berlusconi al di sotto), rimpicciolendo quell'immagine il tanto che basta a inserire, in alto, il riferimento alla città. In questo caso non è stato inserito il nome di Bitonci, proprio come mancava tre anni fa: forse, non essendo il candidato diretta espressione dei forzisti, si è preferito mettere l'accento sulla città, piuttosto che sulla persona.
Il terzo simbolo in appoggio a Bitonci è della lista di Direzione Italia. Colpisce almeno in parte la presenza insolita di tre simboli di partito in fila (e saranno quattro, visto che quello sorteggiato subito dopo è della lista della Lega), in un periodo in cui molti partiti scelgono di non comparire sulle schede elettorali locali o sono gli stessi candidati sindaci a chiederlo, nel tentativo di darsi un'immagine più civica. Colpisce anche vedere il simbolo di Raffaele Fitto - in tutto e per tutto uguale a quello nazionale - a fianco di Forza Italia, dopo i rapporti decisamente burrascosi dei mesi scorsi tra i due leader; la volontà di ridare Padova al centrodestra, probabilmente, ha facilitato la corsa comune.
Come si è anticipato, per la quarta posizione di coalizione su manifesti e schede è stato sorteggiato l'emblema della Lega Nord - Liga Veneta, il partito cui apparteneva e appartiene il candidato sindaco. Sebbene, all'atto delle dimissioni collettive, l'assessore uscente Saia avesse sostenuto "Oggi Bitonci non è neanche più il sindaco della Lega", non è mai stato in dubbio il sostegno del Carroccio al suo ex parlamentare. Nessuna sorpresa, dunque, nel trovare il contrassegno della Lega abbinato al nome e all'immagine caratterizzante (il leone di San Marco) della Liga Veneta, articolazione nazionale della Lega in Veneto: il contrassegno è lo stesso già visto a Verona.
Per trovare un simbolo non completamente politico (ma nemmeno completamente civico) bisogna arrivare alla quinta posizione, considerando la lista Bitonci sindaco. A un primo sguardo la grafica non può ricordare quella di una qualunque "lista personale", vista la denominazione e la mancanza di elementi immediatamente riconducibili a partiti. Se si guarda bene, però, si riconosce facilmente la croce di san Giorgio, tracciata a mano (a matita? con un gesso?): è vero che questa è parte anche dello stemma padovano, ma chi ha buona memoria la ricorda anche nel simbolo Maroni presidente, depositato in anticipo da Roberto Calderoli alle elezioni politiche del 2013 ed effettivamente usato alle regionali lombarde di quello stesso anno.
Molto più originale sembra il sesto simbolo estratto, quello del Movimento del Buonsenso, "un’Associazione di cittadini - si legge nel sito del gruppo - che si propone di sviluppare iniziative amministrative, culturali, sociali e ricreative volte a migliorare la città di Padova e la sua vivibilità in spirito di piena apertura e solidarietà". Alla base del progetto c'è una riflessione: "Padova è una città fantastica, ha solo bisogno di rendersene conto", magari proprio esercitando il buonsenso. La grafica risulta alla fine piuttosto pulita, con il fondo blu, l'immagine bianca del Palazzo del Capitanio in basso e la parola "Buonsenso" evidenziata in giallo, con una sorta di "fumetto" al di sotto, come se fosse un segno della città a parlare.
Settimo simbolo della coalizione a sostegno di Bitonci è quello della lista Prima Padova: la formazione era già comparsa nella stessa coalizione alle elezioni del 2014, anche se allora non fu troppo fortunata (riuscì a prendere solo lo 0,64%), ma promette questa volta di raggiungere un risultato più importante, anche per la presenza come capolista di Bruno Cesaro, figura storica della destra padovana (Fiamma tricolore e Progetto nazionale). Il concetto è quello espresso a suo tempo dalla Lega Nord con lo slogan "Prima il Nord"; non a caso, la croce tracciata a mano sul fondo in questo caso prende il colore verde, decisamente leghista.
Ultima sorteggiata tra le liste in appoggio a Massimo Bitonci è Veneto Libertà. La formazione è stata qualificata dallo stesso candidato sindaco come "lista di stampo autonomista formata da uomini donne, studenti e imprenditori: spaccato della società civile". Guardando il simbolo è facile riconoscere lo stendardo con il leone "da guerra" (utilizzato anche da Indipendenza Noi Veneto) al vento, con il nome della lista che ne segue l'andamento; non può sfuggire però, nella patte alta della corona blu che racchiude tutto, la scritta "Sì al referendum", riferimento alla consultazione prevista per il 22 ottobre prossimo per l'autonomia del Veneto e da poco indetta dal presidente di regione.

Arturo Lorenzoni

Se Giordani è il candidato del centrosinistra, Arturo Lorenzoni è facilmente individuabile come candidato della sinistra padovana, anche se con un forte radicamento civico. Lo mostra, in particolare, la prima delle due liste a suo sostegno, la Coalizione civica per Padova. Il nome ricorda quello già visto a Bologna alle ultime comunali, anche se il progetto è inevitabilmente diverso. I colori scelti, con l'arancione del fondo e il rosso per il nome, negli ultimi anni segnalano un posizionamento chiaro, nella cosiddetta "sinistra di base" lontana dai partiti o comunque dal Pd. A marcare l'appartenenza territoriale provvede il disegno della Torre della Specola, ben nota ai padovani.
Decisamente più scarno, più vuoto e più semplice è il contrassegno della "lista personale" del candidato civico di sinistra, denominata semplicemente Lorenzoni sindaco. Il fondo bianco, il nome rosso e la circonferenza arancione chiara (o gialla scura, è da vedere) sono gli unici tratti distintivi del logo - comunque di immediata lettura e non sgradevole all'occhio - di una lista che ha scelto come motto "Cultura, Commercio, Lavoro e Valore per Padova". Si vedrà se, in questo caso, la corsa "a due punte" riuscirà a raccogliere più consensi e a dare a Lorenzoni e al suo gruppo una presenza soddisfacente in consiglio comunale.

Rocco Bordin

Sesto candidato sindaco sorteggiato (nemmeno una donna in corsa a Padova) è Rocco Bordin, già aderente a Forza Italia, con esperienze da consigliere comunale e assessore all'Edilizia pubblica e al decentramento (2001-2004). Questa volta, tuttavia, ha scelto di correre da solo, con la lista civica La Padova libera: "Voglio identificare un'area politica padovana libera - ha detto - intendo fare cambiamenti coraggiosi, rinunciare ai partiti nazionali, cambiare il centrodestra perché non sia più assoggettato alle decisioni di un padre padrone come Bitonci". Lo fa con un emblema decisamente easy, con il suo nome in alto e l'etichetta della lista nel semicerchio inferiore su fondo giallo. E basta.

Luigi Salvatore Sposato

Ultimo candidato sindaco di Padova a essere sorteggiato è Luigi Sposato: calabrese d'origine ma da trent'anni con base in territorio patavino, è a capo dell'agenzia per il lavoro interinale Eurointerim. Uno che "ama pensare in grande" e vuole che i giovani possano restare a Padova. Di sensibilità probabilmente più vicina alla destra che alla sinistra, è sostenuto innanzitutto da una lista del Popolo della famiglia, che anche qui si presenta agli elettori con l'emblema adottato a livello nazionale lo scorso anno e già visto anche quest'anno in altri comuni, anche se con la particolarità di essere stato sempre l'unica lista del candidato sindaco che ne riceveva il sostegno.
In questo caso, invece, c'è un'altra lista, che probabilmente è quella che rappresenta di più le idee di Luigi Sposato. La formazione, infatti, si chiama semplicemente Osa e prende chiaramente spunto dal leitmotiv del candidato, "bisogna osare", ripetuto in varie occasioni. Nel suo essere un simbolo molto povero, senza guizzi grafici di qualche nota (il fondo azzurro leggerissimo è quasi invisibile), emerge soltanto la scelta di far emergere il nome della lista anche all'interno del cognome di Sposato, tingendo di blu invece che di nero le lettere centrali: per il resto, considerando l'uso di un comune Helvetica come font (fin troppo leggero per le parole "Sindaco" e "Padova), non si può dire che abbia osato granché, almeno graficamente...

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