Riguardando uno dei capoluoghi di Regione chiamati al voto, il test elettorale di Catanzaro assume una certa importanza. Sergio Abramo, sindaco uscente (e già sindaco per altri due mandati in passato) prova a cercare la riconferma facendosi sostenere da 6 liste; dovrà vedersela soprattutto con Vincenzo Antonio Ciconte (da non confondersi con il magistrato anti 'ndrangheta Enzo Ciconte) che, candidato dal centrosinistra, ha radunato attorno a se addirittura 11 liste e la tentazione di dire che è un record è davvero forte. In tutto gli aspiranti sindaci sono 4, ma le formazioni in competizione sono ben 21.
Bianca Laura Granato
La candidatura estratta per occupare il primo posto su manifesti e liste è quella di Bianca Laura Granato, schierata dal MoVimento 5 Stelle. Per il progetto politico-amministrativo legato a Beppe Grillo si tratta del primo sbarco a Catanzaro, visto che alle elezioni del 2012 non era stata presentata alcuna lista; alle ultime regionali (del 2014), in ogni caso, la lista a 5 Stelle aveva ottenuto oltre il 7% dei voti e da lì si riparte. Granato, che è prevalsa in una consultazione interna tra gli iscritti del locale MeetUp, si presenta agli elettori con il contrassegno tradizionale del M5S, ovviamente con il sito di Beppe Grillo sostituito da quello del MoVimento.
Sergio Abramo
Lo si diceva, Sergio Abramo tenta la riconquista (per la quarta volta) del municipio di Catanzaro e lo fa con l'appoggio di ben sei formazioni. La prima a essere stata sorteggiata è la Federazione popolare per Catanzaro, frutto dell'unione - come è avvenuto in varie altre parti d'Italia, a partire da Roma - di forze centriste come il Nuovo Cdu del calabrese Mario Tassone, i Popolari per l'Italia di Mario Mauro e Alleanza democratica di Giancarlo Travagin. Il simbolo utilizzato è quasi identico a quello già visto alle amministrative romane dell'anno scorso, con 12 stelle gialle scure quasi in cerchio e un nastro tricolore appena ripiegato sotto al nome blu.
Il secondo degli emblemi estratti tra quelli che formano la compagine di Abramo è già noto agli elettori del comune: è quello della lista Catanzaro con Sergio Abramo, già presente alle elezioni di cinque anni fa e premiata allora con l'8% dei consensi e tre posti in consiglio comunale. Al nuovo appuntamento elettorale, il contrassegno è stato rispolverato esattamente nello stesso modo, senza alcuna modifica: fondo rosso sfumato, testo in parte giallo (per ricostruire la coppia di colori cittadini; lo faranno altri candidati) e in parte blu e, in basso, un'aquila nera, per ricordare l'animale imperiale che figura nello stemma della città (anche se in tutt'altra posizione).
L'aquila, in compenso, torna anche nel simbolo della lista che è stata sorteggiata subito dopo, ossia Catanzaro da vivere, anch'essa già vista nel 2012, fu anzi la formazione più votata di quella coalizione. Se nella lista "personal-cittadina" appena vista è presente il volatile intero, qui c'è il particolare della testa, con becco e sguardo adunchi, tracciati in bianco su fondo blu. Il colore scelto per il cerchio, tra l'altro, consente di inserire senza che appaia fuori luogo il cuore di Alternativa Popolare - che di fatto è la presentatrice e ispiratrice della lista - richiamando il partito di Angelino Alfano solo con le iniziali, racchiuse all'interno dello stesso cuore. Completa l'emblema un piccolo arco tricolore a segmenti, individuato sulla destra del simbolo, anche al di sotto dei tratti bianchi dell'aquila.
I quattro colori nazionali, tipici di una "lista pigliatutto" o, più facilmente, di una formazione di centrodestra tornano anche nella lista che occupa la quarta posizione all'interno della coalizione Abramo, Obiettivo Comune, con le iniziali delle parole entrambe maiuscole. Così, infatti, verrebbe da dire guardando la grafica del simbolo di quella che è nata all'inizio del 2016 come associazione e "laboratorio di idee", da sempre coi piedi ben piantati nel centrodestra e con l'idea di coinvolgere soprattutto i giovani distanti dalla politica. L'emblema, in ogni caso, non è mai cambiato: le parole blu scuro (con iniziali bianche) su fondo blu sfumato e, in alto a sinistra, una striscia tricolore che sembra tracciata col gesso.
La quinta lista del gruppo di sostegno ad Abramo ha una grafica sicuramente inconfondibile: il Movimento Officine del Sud, infatti, rappresenta una porzione di Calabria in verde, caratterizzata in alto da un ingranaggio di due ruote dentate, il tutto racchiuso dal blu del mare e da una circonferenza tricolore. Ciò dovrebbe servire a rappresentare una forza politica che, come si legge nel suo sito, "si prefigge lo scopo di liberare il Sud da quei luoghi comuni che lo condannano alla marginalità esaltando ed incoraggiando tutte le iniziative della nostra società civile, dalle quali emergono eccellenze culturali ed imprenditoriali di uomini e di imprese". E magari bastasse un simbolo a rimettere in modo tutti gli ingranaggi...
Ultima delle liste di Abramo a essere sorteggiata è quella di Forza Italia, partito cui il sindaco uscente e ricandidato appartiene. Non sembra un caso che nel contrassegno, sopra la bandierina forzista, sia stato aggiunto proprio il suo nome per marcare il sostegno e l'appartenenza (anche se l'inserimento è stato fatto con una font diversa rispetto all'Helvetica usato in basso e quindi stona un po'). Cinque anni fa sulle schede si presentò il Pdl e fu la seconda forza della coalizione, raccogliendo il 12,6%, circa un punto in meno di Catanzaro da vivere; nel frattempo, il partito di Berlusconi ha vissuto momenti molto difficili in tutta l'Italia, quindi toccherà alle urne dire qual è il suo stato di salute.
Nicola Fiorita
Terzo candidato alla guida di Catanzaro, in ordine di sorteggio, risulta essere Nicola Fiorita, 46enne giurista e docente universitario, lontano dal mondo dei partiti e intenzionato a creare uno spazio per i giovani per fare politica al di fuori delle forze politiche esistenti. Lui è sostenuto da tre liste. La prima, Insieme per Fiorita, è probabilmente la formazione più "personale", anche se il suo simbolo non appare di lettura immediata: si vedono due mani che sostengono su due dita e giusto nel mezzo un'asta marrone con tacche; non si capisce se le nuvole siano lì per fare presenza (e non se ne capirebbe il segno) oppure come peso sull'asta che dovrebbe essere equilibrato).
Il secondo emblema estratto a sorte è quello di Catanzaro 1594. Il riferimento all'anno ("una data importante per la città") è all'anno in cui il comune oggi al voto divenne definitivamente capoluogo della Calabria Ulteriore. Oggi intento della lista è, come dichiarato dai suoi esponenti, "offrire una spinta propulsiva, passando dalla fase della richiesta a quella dell’azione, puntando a far tornare ad essere la città com’era, leader nell'area centrale della Calabria e nell'intero panorama regionale". Sullo sfondo è chiaro il riferimento al ponte Bisantis, vero e proprio simbolo della città (utilizzato anche da altri, come si vedrà); davanti ci sono le onde del mare, tinto dei colori cittadini.
Ultimo dei tre simboli a sostegno della candidatura di Fiorita è quello cui ha maggiormente legato il suo nome, Cambiavento: si tratta, in particolare, del movimento politico che lui stesso ha fondato. Il nome richiama tanto il concetto di "cambiamento" quanto il mutamento di vento, tra l'altro - secondo alcuni - facendo risuonare qualcosa di simile al renziano "cambia verso". Interessante vedere come l'idea del vento mutato (o da mutare) è stata resa graficamente, ossia con quattro segmenti - due dei quali colorati di marrone e arancione, che possono anche somigliare al rosso e al giallo - provenienti da sinistra e piegati a ricciolo a destra, come a dire che il vento ora deve soffiare dall'altra parte.
Anche la seconda lista indicata dal sorteggio era già apparsa sulle schede cinque anni fa e praticamente nello stesso modo: si tratta di Svolta democratica - Ciconte sindaco. Certamente nel 2012 non c'era l'ultima parola, visto che il candidato era Salvatore Scalzo, ma l'anima del contrassegno è rimasta la stessa. L'idea della svolta è data dalla freccia rossa (anche se così sembra quasi che punti all'indietro), mentre la caratterizzazione territoriale è assicurata dal riferimento visivo ai tre colli rappresentati anche nello stemma cittadino (il colle di San Trifone, quello del Vescovato e quello del Castello) e dal mare stilizzato sotto, con il mare increspato a tre sommità, quasi in armonia coi colli.
Nella terza posizione la sorte ha collocato l'emblema di Catanzaro #inRete, primo dei simboli contenente un hashtag (in effetti, guardando bene, "in Rete" sembrano due parole staccate, ma bisogna aguzzare la vista). La lista è ispirata all'esperienza politica regionale di Calabria in Rete (legata alla consigliera regionale Flora Sculco), anche se la grafica è tutta diversa - segno del "cancelletto" a parte - rispetto a quella originale. In questo caso, infatti, il colore di fondo è blu e, sotto al nome, si vedono due pennellate che riprendono anche in questo caso i due colori cittadini. Un emblema semplice e non sgradevole, anche se il il testo sembra piuttosto ammassato, ma non è un grosso problema.
Il contrassegno successivo, il quarto della coalizione di Ciconte, raccoglie i simboli di due formazioni che cinque anni fa sostennero Scalzo. La prima è Primavera a Catanzaro, movimento fondato nel 2012 dal chirurgo Raffaele Miceli per "affiancare il movimento di riscossa dei giovani catanzaresi e contribuire a scuotere l’immobilismo per il rinnovamento della politica catanzarese, arroccata - parole sue - sui soliti metodi di acquisizione di un voto che non esprime il personale consenso ma una coartazione dell’intimo convincimento dell’elettore". La seconda è l'Italia dei Valori, con il simbolo aggiornato rispetto al 2012. Il simbolo è molto "vuoto" e ridurre i due emblemi non è stato salutare: chi riesce a leggere bene, sulla scheda, la scritta "Risveglio e legalità" nella circonferenza più piccola delle sette tangenti, dai colori dell'arcobaleno?
Il quinto emblema sorteggiato è quello dei Socialisti e Democratici, simbolo che per i drogati di politica rimanda immediatamente alla formazione messa in piedi nel 2015 dal napoletano Marco Di Lello quando ha lasciato la compagine del Psi per avvicinarsi al Pd in cui ha poi fatto ingresso. In questo caso l'emblema - con la sigla Sd, la & nel mezzo e la rosa del socialismo europeo che spunta dalla D - è stato modificato nei colori, sostituendo al verde il giallo, sempre per declinare meglio la grafica in chiave locale. Nella parte inferiore della circonferenza è stato inserito il nome di Maurizio Mottola di Amato, indicato come capolista della formazione.
Il secondo hashtag della coalizione di Ciconte - e dell'intera scheda - appare sul sesto simbolo della compagine, #fare per Catanzaro, schieramento nato a gennaio, guidato da Sergio Costanzo (candidato in lista) e Toti Mercurio e che ha proposto un programma "sulla base delle indicazioni provenienti dalle periferie". L'emblema in sé non sarebbe male: il nome molto evidente su fondo blu (con il doppio contorno del cerchio rosso e giallo) a suo modo è armonico e la presenza di due simboli cittadini come il ponte Bisantis e la fontana del Cavatore assicura la riconoscibilità del segno. Strano però che a nessuno sia venuto in mente che mettere quest'ultima in quella posizione faccia pensare che l'uomo sta picconando le basi del ponte, col rischio di farlo cadere...
Il settimo simbolo sorteggiato all'interno della coalizione è quello del Partito democratico, il soggetto politico con cui Ciconte era stato eletto nel 2010 in consiglio regionale e riconfermato nella legislatura in corso. In questo caso il partito ha fatto la scelta di presentare il proprio emblema - la cui presenza peraltro era stata a lungo oggetto di discussione - senza alcuna caratterizzazione: nessun riferimento territoriale (grafico o cromatico) o al nome del candidato sindaco, sulla scheda finisce solo l'emblema nazionale così com'è. Cinque anni fa, del resto, la scelta era stata uguale e il Pd aveva superato il 10%, qualificandosi come la terza lista più votata del comune e la prima della coalizione che aveva appoggiato Scalzo.
L'ottavo emblema, bisogna ammetterlo, è uno dei meno riusciti graficamente di questa competizione elettorale. Il nome della lista, SalviAmo Catanzaro, è in linea con la tendenza degli ultimi anni a mettere in evidenza l'amore per la città in tutte le parole che contengono il suffisso "amo". Quanto al viadotto Bisantis (o ponte Morandi), lo si è già visto, è un segno inconfondibile per Catanzaro e non stupisce che anche qui sia stato scelto come simbolo, con il suo enorme arco tinto dei colori cittadini. Il fatto è che il disegno a mano su fondo bianco, unitamente al'uso di una font non molto appropriata, anche all'occhio meno esperto crea subito un'atmosfera da grafica elettorale preistorica.
Nona lista sorteggiata è quella del Partito socialista italiano, una presenza significativa, visto che negli ultimi anni capita sempre più di rado di vedere liste del Psi presentate e, quando questo accade - di solito per la costanza dei militanti che vogliono essere presenti, per mantenere viva l'idea - i risultati non sono sempre all'altezza delle aspettative. Va comunque considerata con interesse la partecipazione alle elezioni a Catanzaro - con il simbolo nazionale consueto - soprattutto considerando che sulla scheda c'è anche un'altra lista d'ispirazione socialista, eppure questo non ha fatto desistere i militanti Psi dalla presentazione. Dopo il 2,71% del 2012, condiviso coi Verdi, sarà interessante vedere il risultato stavolta.
Come decima e penultima lista della coalizione di Ciconte è stata sorteggiata quella del Partito Pensionati d'Europa, legata alla formazione politica fondata da Fortunato Sommella nel 2013 e con base soprattutto in Campania. Il segretario regionale Salvatore Romeo ha scelto di sostenere Ciconte, condividendone il piano volto a "programmare per la citta' di Catanzaro azioni e misure tali da rilanciarne il ruolo che le compete e che per troppo tempo e' stato disatteso" e, in particolare, le azioni da intraprendere per gli anziani e i giovani e la creazione dell'Università del mare. La lista si presenta agli elettori con il contrassegno già noto, con il nome rosso e bianco su fondo blu-azzurro sfumato e le consuete dodici stelle europee (stavolta messe ad arco).
Ultima a essere estratta a sorte, tra le undici liste chiamate a sostenere Vincenzo Ciconte, è Alleanza civica per Catanzaro, articolazione locale di quell'Alleanza civica nata da pochi mesi a livello regionale e guidata da Pino Galati (con sede a Lamezia Terme, dove peraltro sostiene un'amministrazione di centrodestra). Si tratta dell'ennesimo simbolo - tra l'altro in rilievo, come fosse una spilletta - basato sui colori locali, con il blu di fondo e le due iniziali tracciate in modo strano, addirittura il rebbio superiore della C, con un puntino giallo, sembra richiamare la testa dell'aquila; tra la sigla e una striscia tricolore, l'espressione "per Catanzaro", scritta in corsivo elegante, non si presta a essere letta con facilità.
Il secondo emblema estratto a sorte è quello di Catanzaro 1594. Il riferimento all'anno ("una data importante per la città") è all'anno in cui il comune oggi al voto divenne definitivamente capoluogo della Calabria Ulteriore. Oggi intento della lista è, come dichiarato dai suoi esponenti, "offrire una spinta propulsiva, passando dalla fase della richiesta a quella dell’azione, puntando a far tornare ad essere la città com’era, leader nell'area centrale della Calabria e nell'intero panorama regionale". Sullo sfondo è chiaro il riferimento al ponte Bisantis, vero e proprio simbolo della città (utilizzato anche da altri, come si vedrà); davanti ci sono le onde del mare, tinto dei colori cittadini.
Ultimo dei tre simboli a sostegno della candidatura di Fiorita è quello cui ha maggiormente legato il suo nome, Cambiavento: si tratta, in particolare, del movimento politico che lui stesso ha fondato. Il nome richiama tanto il concetto di "cambiamento" quanto il mutamento di vento, tra l'altro - secondo alcuni - facendo risuonare qualcosa di simile al renziano "cambia verso". Interessante vedere come l'idea del vento mutato (o da mutare) è stata resa graficamente, ossia con quattro segmenti - due dei quali colorati di marrone e arancione, che possono anche somigliare al rosso e al giallo - provenienti da sinistra e piegati a ricciolo a destra, come a dire che il vento ora deve soffiare dall'altra parte.
Vincenzo Antonio Ciconte
Come si diceva prima, sono ben undici le liste che sostengono la corsa a sindaco di Vincenzo Antonio Ciconte, nella speranza di raccogliere più consenso possibile. La prima a essere sorteggiata è stata quella dell'Unione di centro, in questo caso alleata del centrosinistra (mentre a livello nazionale il partito di Cesa si sta spingendo altrove). Il simbolo utilizzato è praticamente identico a quello ufficiale (senza integrazioni di nomi come a Palermo), tranne che per il riferimento a Catanzaro nel segmento rosso superiore, al posto della scritta "Italia". Si riparte dal risultato non troppo esaltante del 2012, con il 3,32%, anche se con una corsa legata al candidato terzo classificato.Anche la seconda lista indicata dal sorteggio era già apparsa sulle schede cinque anni fa e praticamente nello stesso modo: si tratta di Svolta democratica - Ciconte sindaco. Certamente nel 2012 non c'era l'ultima parola, visto che il candidato era Salvatore Scalzo, ma l'anima del contrassegno è rimasta la stessa. L'idea della svolta è data dalla freccia rossa (anche se così sembra quasi che punti all'indietro), mentre la caratterizzazione territoriale è assicurata dal riferimento visivo ai tre colli rappresentati anche nello stemma cittadino (il colle di San Trifone, quello del Vescovato e quello del Castello) e dal mare stilizzato sotto, con il mare increspato a tre sommità, quasi in armonia coi colli.
Nella terza posizione la sorte ha collocato l'emblema di Catanzaro #inRete, primo dei simboli contenente un hashtag (in effetti, guardando bene, "in Rete" sembrano due parole staccate, ma bisogna aguzzare la vista). La lista è ispirata all'esperienza politica regionale di Calabria in Rete (legata alla consigliera regionale Flora Sculco), anche se la grafica è tutta diversa - segno del "cancelletto" a parte - rispetto a quella originale. In questo caso, infatti, il colore di fondo è blu e, sotto al nome, si vedono due pennellate che riprendono anche in questo caso i due colori cittadini. Un emblema semplice e non sgradevole, anche se il il testo sembra piuttosto ammassato, ma non è un grosso problema.
Il contrassegno successivo, il quarto della coalizione di Ciconte, raccoglie i simboli di due formazioni che cinque anni fa sostennero Scalzo. La prima è Primavera a Catanzaro, movimento fondato nel 2012 dal chirurgo Raffaele Miceli per "affiancare il movimento di riscossa dei giovani catanzaresi e contribuire a scuotere l’immobilismo per il rinnovamento della politica catanzarese, arroccata - parole sue - sui soliti metodi di acquisizione di un voto che non esprime il personale consenso ma una coartazione dell’intimo convincimento dell’elettore". La seconda è l'Italia dei Valori, con il simbolo aggiornato rispetto al 2012. Il simbolo è molto "vuoto" e ridurre i due emblemi non è stato salutare: chi riesce a leggere bene, sulla scheda, la scritta "Risveglio e legalità" nella circonferenza più piccola delle sette tangenti, dai colori dell'arcobaleno?
Il quinto emblema sorteggiato è quello dei Socialisti e Democratici, simbolo che per i drogati di politica rimanda immediatamente alla formazione messa in piedi nel 2015 dal napoletano Marco Di Lello quando ha lasciato la compagine del Psi per avvicinarsi al Pd in cui ha poi fatto ingresso. In questo caso l'emblema - con la sigla Sd, la & nel mezzo e la rosa del socialismo europeo che spunta dalla D - è stato modificato nei colori, sostituendo al verde il giallo, sempre per declinare meglio la grafica in chiave locale. Nella parte inferiore della circonferenza è stato inserito il nome di Maurizio Mottola di Amato, indicato come capolista della formazione.
Il secondo hashtag della coalizione di Ciconte - e dell'intera scheda - appare sul sesto simbolo della compagine, #fare per Catanzaro, schieramento nato a gennaio, guidato da Sergio Costanzo (candidato in lista) e Toti Mercurio e che ha proposto un programma "sulla base delle indicazioni provenienti dalle periferie". L'emblema in sé non sarebbe male: il nome molto evidente su fondo blu (con il doppio contorno del cerchio rosso e giallo) a suo modo è armonico e la presenza di due simboli cittadini come il ponte Bisantis e la fontana del Cavatore assicura la riconoscibilità del segno. Strano però che a nessuno sia venuto in mente che mettere quest'ultima in quella posizione faccia pensare che l'uomo sta picconando le basi del ponte, col rischio di farlo cadere...
Il settimo simbolo sorteggiato all'interno della coalizione è quello del Partito democratico, il soggetto politico con cui Ciconte era stato eletto nel 2010 in consiglio regionale e riconfermato nella legislatura in corso. In questo caso il partito ha fatto la scelta di presentare il proprio emblema - la cui presenza peraltro era stata a lungo oggetto di discussione - senza alcuna caratterizzazione: nessun riferimento territoriale (grafico o cromatico) o al nome del candidato sindaco, sulla scheda finisce solo l'emblema nazionale così com'è. Cinque anni fa, del resto, la scelta era stata uguale e il Pd aveva superato il 10%, qualificandosi come la terza lista più votata del comune e la prima della coalizione che aveva appoggiato Scalzo.
L'ottavo emblema, bisogna ammetterlo, è uno dei meno riusciti graficamente di questa competizione elettorale. Il nome della lista, SalviAmo Catanzaro, è in linea con la tendenza degli ultimi anni a mettere in evidenza l'amore per la città in tutte le parole che contengono il suffisso "amo". Quanto al viadotto Bisantis (o ponte Morandi), lo si è già visto, è un segno inconfondibile per Catanzaro e non stupisce che anche qui sia stato scelto come simbolo, con il suo enorme arco tinto dei colori cittadini. Il fatto è che il disegno a mano su fondo bianco, unitamente al'uso di una font non molto appropriata, anche all'occhio meno esperto crea subito un'atmosfera da grafica elettorale preistorica.
Nona lista sorteggiata è quella del Partito socialista italiano, una presenza significativa, visto che negli ultimi anni capita sempre più di rado di vedere liste del Psi presentate e, quando questo accade - di solito per la costanza dei militanti che vogliono essere presenti, per mantenere viva l'idea - i risultati non sono sempre all'altezza delle aspettative. Va comunque considerata con interesse la partecipazione alle elezioni a Catanzaro - con il simbolo nazionale consueto - soprattutto considerando che sulla scheda c'è anche un'altra lista d'ispirazione socialista, eppure questo non ha fatto desistere i militanti Psi dalla presentazione. Dopo il 2,71% del 2012, condiviso coi Verdi, sarà interessante vedere il risultato stavolta.
Come decima e penultima lista della coalizione di Ciconte è stata sorteggiata quella del Partito Pensionati d'Europa, legata alla formazione politica fondata da Fortunato Sommella nel 2013 e con base soprattutto in Campania. Il segretario regionale Salvatore Romeo ha scelto di sostenere Ciconte, condividendone il piano volto a "programmare per la citta' di Catanzaro azioni e misure tali da rilanciarne il ruolo che le compete e che per troppo tempo e' stato disatteso" e, in particolare, le azioni da intraprendere per gli anziani e i giovani e la creazione dell'Università del mare. La lista si presenta agli elettori con il contrassegno già noto, con il nome rosso e bianco su fondo blu-azzurro sfumato e le consuete dodici stelle europee (stavolta messe ad arco).
Ultima a essere estratta a sorte, tra le undici liste chiamate a sostenere Vincenzo Ciconte, è Alleanza civica per Catanzaro, articolazione locale di quell'Alleanza civica nata da pochi mesi a livello regionale e guidata da Pino Galati (con sede a Lamezia Terme, dove peraltro sostiene un'amministrazione di centrodestra). Si tratta dell'ennesimo simbolo - tra l'altro in rilievo, come fosse una spilletta - basato sui colori locali, con il blu di fondo e le due iniziali tracciate in modo strano, addirittura il rebbio superiore della C, con un puntino giallo, sembra richiamare la testa dell'aquila; tra la sigla e una striscia tricolore, l'espressione "per Catanzaro", scritta in corsivo elegante, non si presta a essere letta con facilità.
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