Il comune, per quanto sia superiore, è più piccolo di altri, ma la competizione elettorale di Parma è tra le più osservate di questo turno di amministrative: le ragioni sono praticamente tutte note. Nel 2012 alla città ducale si guardava con interesse per cercare di capire come la città sarebbe uscita dalla fine burrascosa dell'amministrazione Vignali (centrodestra) con tanto di intervento dell'autorità giudiziaria; dopo il voto, ovviamente, l'oggetto di ogni analisi divenne la prima vittoria importante del MoVimento 5 Stelle con Federico Pizzarotti, a fronte di una sonora sconfitta del Pd (per la politologa Mara Morini fu "come sbagliare un rigore a porta libera").
Cinque anni dopo, Pizzarotti cerca la riconferma, ma non sotto le insegne del M5S (che ha lasciato dopo mesi di sospensione per non aver comunicato di essere sotto inchiesta, anche se nel frattempo era sopravvenuta l'archiviazione), bensì di una sua lista civica, Effetto Parma; dovrà vedersela, oltre che con il candidato del MoVimento, anche con altri otto candidati, compresi quelli delle coalizioni di centrodestra (Laura Cavandoli) e centrosinistra (Paolo Scarpa). Sono dunque 10 i candidati che si affrontano, per un totale di 16 liste.
Filippo Greci
Il sorteggio ha collocato al primo posto Filippo Greci, classe 1971, presidente del Movimento Nuovi consumatori e qui aspirante cittadino per il cartello SìAmo Parma, facendo sbarcare anche in terra emiliana la formula affermativo-affettiva per denominare le liste. I colori dominanti ovviamente sono quelli della città ducale (giallo e blu); nella parte alta si riconoscono benissimo, da destra, il Battistero, il Duomo, la Chiesa di San Giovanni Evangelista e il palazzo del Governatore che campeggia in piazza Garibaldi. Nella fascia più chiara, invece, trovano posto le "pulci" delle formazioni da cui i candidati della lista provengono: oltre all'ancora del Mnc, dunque, ci sono gli emblemi di Fare!, Direzione Italia e dell'Unione civica parmigiana, con la sua stretta di mano a forma di cuore.
Daniele Ghirarduzzi
Uno degli osservati speciali di questo turno elettorale sarà inevitabilmente Daniele Ghirarduzzi, schierato come candidato del MoVimento 5 Stelle. Toccherà a lui, infatti, scoprire se l'elettorato parmigiano darà ancora fiducia al progetto avviato da Beppe Grillo (continuando dunque a votare il simbolo) o se, invece, l'affaire Pizzarotti traghetterà verso il sindaco uscente buona parte del consenso riconosciuto cinque anni fa al M5S (anche da parte degli elettori di centrodestra che avevano l'unico scopo di far perdere l'avversario di centrosinistra Vincenzo Bernazzoli). In questo esperimento, Ghirarduzzi ovviamente si contrassegna col simbolo tradizionale, contenente il sito del MoVimento.
Federico Pizzarotti
Il sorteggio a volte rende possibili cose che, a volerle fare apposta, probabilmente non accadrebbero. Così non si può non sorridere del fatto che il caso ha voluto porre subito dopo al simbolo del M5S proprio quello di Effetto Parma, la lista messa in piedi per sostenere la rielezione di Federico Pizzarotti. Già tempo fa, all'atto della presentazione del simbolo, mi ero diffuso sul senso di quel nodo (che, come elemento grafico, probabilmente è nato dall'immagine di un nodo trovata sul web), come punto di incontro, di snodo, come maglia di una rete che il sindaco uscente ha cercato di creare insieme alla sua amministrazione. Quel nodo è tinto dei colori locali e si sposa all'indicazione del nome di Pizzarotti, discreta ma evidente.
Laura Bergamini
Al quarto posto tra i candidati alla guida del comune la sorte ha stabilito Laura Bergamini, aspirante prima cittadina per il Partito comunista di Marco Rizzo. Pur non avendo un radicamento uniforme e diffuso in tutta l'Italia, il partito cerca comunque di essere presente nel maggior numero possibile di competizioni elettorali locali. Se cinque anni fa non aveva presentato una sua lista (c'era invece il Partito comunista dei lavoratori, anche allora con una candidata sindaca), questa volta il Pc ce la fa e si presenta con l'ultima versione del suo simbolo, con il quadrato rosso con falce, martello e stella bianchi, la scritta "Partito comunista" e il cerchio di fondo grigio.Ettore Manno
Si è già detto degli scherzi e degli accostamenti incredibili che può produrre l'affidarsi al sorteggio per decidere la posizione delle liste sul manifesti e schede. Difficilmente, però, si poteva immaginare un allineamento quasi perfetto di ben tre simboli con falce e martello. Subito dopo Bergamini, infatti, è stato sorteggiato il nome di Ettore Manno, consigliere uscente del Pdci. Sapendo questo, può stupire almeno in parte che la prima lista che si incontra sia quella del Partito della rifondazione comunista (con il suo simbolo ormai intatto da oltre dieci anni), non sempre in rapporti amichevoli con il gruppo che si era distaccato nel 1998; in questo caso però gli spazi per la candidatura unitaria sono stati trovati.
Ovvia, invece, la presenza sulla scheda del simbolo del Partito comunista italiano, che l'anno scorso è stato rifondato a San Lazzaro di Savena e ha come suo segretario nazionale il bolognese Mauro Alboresi: come si è detto spesso in questo sito, il Pci attuale costituisce lo sviluppo del vecchio Pdci, dunque si pone in continuità ideale totale con quell'esperienza. L'emblema del Pci, dunque, realizza l'incredibile allineamento non solo di tre partiti comunisti, ma addirittura di due bandiere con falce e martello. Per qualcuno può essere decisamente troppo (l'ennesimo invito a spaccarsi di nuovo), per altri potrebbe essere la dimostrazione che camminare ancora insieme è possibile.
Al secondo posto c'è il simbolo della Lega Nord, la cui presenza in coalizione era ovviamente scontata. In questo caso, contrariamente a quanto è stato visto per Genova, Padova e Verona, non c'è alcuna caratterizzazione territoriale scritta o grafica (nemmeno un riferimento alla nazione Emilia, che pure sarebbe stato pienamente giustificato). Resta il riferimento al segretario federale Matteo Salvini nel segmento blu inferiore (in questo caso con il testo che si allunga fino a seguire il profilo della circonferenza, mentre negli esempi visti fin qui era "al naturale", non stirata) e acquista molto più spazio il Sole delle Alpi, ottenendo un rilievo anche visivo decisamente maggiore.
Terza lista sorteggiata è l'unica formazione civica della coalizione di Cavandoli: Insieme per il futuro. Una lista "a tinte pastello", si sarebbe tentati di dire osservando i colori utilizzati nel contrassegno: rosa carne la parte alta (un cielo un po' improbabile), marroncino il ponte di Mezzo sul Parma. In realtà la stessa raffigurazione è tutt'altro che casuale: i candidati avevano spiegato che il ponte indicava la volontà "di unire alla città capoluogo tutte le specifiche eccellenze del parmense, affinché, come Verdi nel passato e il marchio Parma nel presente, si possano identificare nel nome di Parma anche le potenzialità della provincia". Il tutto con l'intento di contrastare un degrado "ambientale e di valori, con realismo concreto e pratico".
Il quarto e ultimo posto tra le liste a sostegno di Cavandoli è occupato da Forza Italia, una delle formazioni che avrà il compito più arduo. Nel 2012, infatti, sulla scheda c'era il simbolo del Popolo della libertà, ma - dopo tre elezioni favorevoli al centrodestra - fu quasi cancellato dagli elettori, che gli attribuirono il 4.72%. Questa volta i parmigiani si troveranno di nuovo di fronte la bandierina disegnata da Cesare Priori, con il riferimento berlusconiano sotto e l'indicazione "per Parma" sopra (senza nomi però, probabilmente perché la candidata è dichiaratamente leghista): saranno gli elettori a decidere se anche il 2017 per i seguaci di Berlusconi sarà un annus horribilis.
Settimo candidato sindaco, in base al sorteggio, risulta essere Luigi Alfieri, aspirante primo cittadino per la lista Alfieri per Parma. Il gruppo, in effetti, in origine si chiamava Parma non ha paura, poi è stata scelta la nuova denominazione, che volendo può essere anche letta - oltre che con riferimento al cognome del candidato - come "persone che accettano di fare i portabandiera per Parma", facendo passare il messaggio per cui l'impegno di rappresentare e difendere la città è davvero alla portata di tutti. Il simbolo riprende i colori della città (anche se il blu è davvero molto scuro), con il giallo che sembra frutto di varie pennellate con movimento ad arco.
La seconda lista indicata dalla sorte non è una lista politica, ma dichiaratamente civica e, soprattutto, indipendente. Il nome della formazione è Parma protagonista (stesso nome di un evento organizzato da Scarpa per "ascoltare la città"), ma quello che colpisce maggiormente di quest'immagine è il cognome gigantesco del candidato, su una parte arancione del fondo che si fonde alla rappresentazione del Duomo e del Battistero. Il tutto mentre il cielo si tinge d'azzurro morbido e l'aria sotto il cielo si presenta colorata di giallo: come quasi tutte le liste civiche, la formazione promette di attirare il consenso (ed eventualmente il voto) di chi non è iscritto ad alcun partito ma intende impegnarsi per avere un territorio nuovamente protagonista.
Terzo e ultimo simbolo in appoggio a Scarpa è quello del Partito democratico. Era scontata la presenta dell'emblema del Pd per un candidato uscito dalle primarie (svoltesi il 5 marzo scorso); il centro del suo programma è restituire ai parmigiani fiducia nella democrazia, promuovere uno sviluppo sostenibile per generare lavoro, mettere cura verso le fragilità e la sicurezza. Il sostegno a un programma come questo arriva attraverso il simbolo nazionale e tradizionale del partito, senza l'aggiunta di alcun elemento territoriale o di riferimenti a candidati. Lo stesso Pd, dopo la sonora batosta del ballottaggio di cinque anni fa, dovrà capire quanto riuscirà ancora a intercettare tra gli elettori.
Ovvia, invece, la presenza sulla scheda del simbolo del Partito comunista italiano, che l'anno scorso è stato rifondato a San Lazzaro di Savena e ha come suo segretario nazionale il bolognese Mauro Alboresi: come si è detto spesso in questo sito, il Pci attuale costituisce lo sviluppo del vecchio Pdci, dunque si pone in continuità ideale totale con quell'esperienza. L'emblema del Pci, dunque, realizza l'incredibile allineamento non solo di tre partiti comunisti, ma addirittura di due bandiere con falce e martello. Per qualcuno può essere decisamente troppo (l'ennesimo invito a spaccarsi di nuovo), per altri potrebbe essere la dimostrazione che camminare ancora insieme è possibile.
Laura Cavandoli
Il posto numero 6 tra i candidati alla guida di Parma è stato assegnato dalla sorte a Laura Cavandoli, scelta per rappresentare in modo unitario il centrodestra. Sul suo profilo Twitter si presenta così: "Avvocato, mamma, legale, legalista e leghista". A suo sostegno ha quattro liste - e a questo turno è il numero massimo raggiunto - e la prima a essere sorteggiata è stata quella di Fratelli d'Italia. Il simbolo utilizzato per questa lista è esattamente quello presentato da Fdi alle europee del 2014, con il riferimento a Meloni in alto e la "pulce" piuttosto grande di Alleanza nazionale in basso, senza alcuna aggiunta di riferimenti locali o alla candidata sindaca.Al secondo posto c'è il simbolo della Lega Nord, la cui presenza in coalizione era ovviamente scontata. In questo caso, contrariamente a quanto è stato visto per Genova, Padova e Verona, non c'è alcuna caratterizzazione territoriale scritta o grafica (nemmeno un riferimento alla nazione Emilia, che pure sarebbe stato pienamente giustificato). Resta il riferimento al segretario federale Matteo Salvini nel segmento blu inferiore (in questo caso con il testo che si allunga fino a seguire il profilo della circonferenza, mentre negli esempi visti fin qui era "al naturale", non stirata) e acquista molto più spazio il Sole delle Alpi, ottenendo un rilievo anche visivo decisamente maggiore.
Terza lista sorteggiata è l'unica formazione civica della coalizione di Cavandoli: Insieme per il futuro. Una lista "a tinte pastello", si sarebbe tentati di dire osservando i colori utilizzati nel contrassegno: rosa carne la parte alta (un cielo un po' improbabile), marroncino il ponte di Mezzo sul Parma. In realtà la stessa raffigurazione è tutt'altro che casuale: i candidati avevano spiegato che il ponte indicava la volontà "di unire alla città capoluogo tutte le specifiche eccellenze del parmense, affinché, come Verdi nel passato e il marchio Parma nel presente, si possano identificare nel nome di Parma anche le potenzialità della provincia". Il tutto con l'intento di contrastare un degrado "ambientale e di valori, con realismo concreto e pratico".
Il quarto e ultimo posto tra le liste a sostegno di Cavandoli è occupato da Forza Italia, una delle formazioni che avrà il compito più arduo. Nel 2012, infatti, sulla scheda c'era il simbolo del Popolo della libertà, ma - dopo tre elezioni favorevoli al centrodestra - fu quasi cancellato dagli elettori, che gli attribuirono il 4.72%. Questa volta i parmigiani si troveranno di nuovo di fronte la bandierina disegnata da Cesare Priori, con il riferimento berlusconiano sotto e l'indicazione "per Parma" sopra (senza nomi però, probabilmente perché la candidata è dichiaratamente leghista): saranno gli elettori a decidere se anche il 2017 per i seguaci di Berlusconi sarà un annus horribilis.
Luigi Alfieri
Paolo Scarpa
Sono tre le liste che appoggiano nella sua corsa verso il comune Paolo Scarpa, sostenuto dal centrosinistra per la corsa a primo cittadino di Parma. La prima, Parma unita, è una vecchia conoscenza di chi ha già frequentato la politica locale: nel 2012 aveva sostenuto il candidato Roberto Ghiretti e aveva ottenuto oltre l'8,5%. Ora la formazione si ripresenta, ma al fianco di Scarpa; al nome giallo e bianco su fondo blu sfumato, tra l'altro, si è aggiunta una piccola fila di stelle, quasi sottomesse, che termina contro la parola "centristi". Proprio questo fa immaginare che in questa lista si siano candidati anche alcuni soggetti dell'area centrista (Alternativa popolare e magari i Centristi per l'Europa).La seconda lista indicata dalla sorte non è una lista politica, ma dichiaratamente civica e, soprattutto, indipendente. Il nome della formazione è Parma protagonista (stesso nome di un evento organizzato da Scarpa per "ascoltare la città"), ma quello che colpisce maggiormente di quest'immagine è il cognome gigantesco del candidato, su una parte arancione del fondo che si fonde alla rappresentazione del Duomo e del Battistero. Il tutto mentre il cielo si tinge d'azzurro morbido e l'aria sotto il cielo si presenta colorata di giallo: come quasi tutte le liste civiche, la formazione promette di attirare il consenso (ed eventualmente il voto) di chi non è iscritto ad alcun partito ma intende impegnarsi per avere un territorio nuovamente protagonista.
Terzo e ultimo simbolo in appoggio a Scarpa è quello del Partito democratico. Era scontata la presenta dell'emblema del Pd per un candidato uscito dalle primarie (svoltesi il 5 marzo scorso); il centro del suo programma è restituire ai parmigiani fiducia nella democrazia, promuovere uno sviluppo sostenibile per generare lavoro, mettere cura verso le fragilità e la sicurezza. Il sostegno a un programma come questo arriva attraverso il simbolo nazionale e tradizionale del partito, senza l'aggiunta di alcun elemento territoriale o di riferimenti a candidati. Lo stesso Pd, dopo la sonora batosta del ballottaggio di cinque anni fa, dovrà capire quanto riuscirà ancora a intercettare tra gli elettori.
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