lunedì 19 giugno 2017

Simboli sotto i mille (2017): il Sud (di Massimo Bosso)

Si è detto, nella seconda tappa di questo viaggio "sotto i mille", che le soddisfazioni maggiori sono sempre arrivate dal Molise e, di solito, anche i record di liste presentate in quei luoghi. Eppure questa volta, sul piano dei numeri, the winner is... Gallo Matese in provincia di Caserta: 648 abitanti, 1548 elettori e - udite udite - addirittura 10 liste presentate!! Il fatto che la legge in questi comuni non richieda di raccogliere firme per depositare le liste ha scatenato la fantasia di vari presentatori, che non si sono certo tirati indietro di fronte alla possibilità di partecipare alle elezioni di questo paesino con candidati provenienti da ogni dove, chissà poi perché (e chissà a quanti altri era venuto in mente di fare una propria lista...)
Ancora più interessante è vedere il comportamento degli elettori davanti a una messe così ampia di liste. Viviamo Gallo ha sbancato con il 78,30%; i 3 seggi dell'opposizione li ha presi Per un futuro migliore (19,11%). Esito almeno decente per Cambiare Insieme (che con 3 dei 272 voti validi ha ottenuto l'1,10%); un voto a testa (0,36%) per Progetto Comune, Uniti per Gallo, Viva Gallo Matese. Sono rimasti del tutto a bocca asciutta Stanchi dei soliti, Uniti per il cambiamento, Basta Privilegi (in trasferta dal Molise) e Fuori Tutti (simbolo visto anche sulle bacheche del Viminale nel 2013). E pensare che, dei 312 votanti (il 19,73% degli aventi diritto), 40 hanno lasciato bianca la scheda o l'hanno annullata: curioso, vista l'ampia scelta disponibile....
Sempre in Campania, a Chianche in provincia di Avellino (673 elettori, 395 voti validi), se ha vinto il sindaco uscente Carlo Grillo (peraltro con una lista - Unione per Chianche - che ha copiato la sua grafica dall'Unione di centrosinistra del 2005-2006), Democrazia e Partecipazione ha preso un solo voto. Sulla scheda c'era anche spazio per la recente battaglia che vede impegnati i comuni della Valle del Sabato contro la costruzione di un impianto per smaltire i rifiuti organici: è apparso così il simbolo di No al Biodigestore, ma a giudicare dai risultati sembra quasi che l'opera sia gradita ai cittadini, visto che nessuno di loro ha votato per questa lista... A Sassinoro, nel beneventano, la lista Insieme ha raccolto solo 3 voti, dunque è inesorabilmente rimasta fuori.
Molto scarso il raccolto interessante in Puglia e in Basilicata: i comuni interessanti per quest'analisi, infatti, sono soltanto due. In Puglia giusto a Motta Montecorvino, in provincia di Foggia, si trovano Vivere Insieme (un voto) e Uniti per Motta (zero voti). In terra lucana, invece, va considerato solo il piccolo comune di Teana, nel potentino, in cui alle due liste entrate in consiglio se n'è affiancata una terza, Obiettivo Comune: al di là della grafica basic e molto approssimativa (come mostra il testo decisamente poco "centrato"), la formazione si mostra palesemente estranea al paese, non essendo riuscita a raccogliere neppure un voto tra gli elettori di Teana.
Rielaborazione
In Calabria Insieme per Cenadi non trova alcun sostenitore, mentre a Centrache Alba Nuova ne trova solo 3 e nulla può contro le liste locali. Va meglio a Per Castroregio e Farneta che, nel comune di Castroregio in provincia di Cosenza, con soli 6 voti (3,94%) entra in consiglio con 3 seggi: il caso, guardato così, suggerirebbe di introdurre qualche forma di sbarramento anche nei comuni inferiori, ma guardando meglio si scopre non solo che alla fine ha votato il 50% esatto degli elettori, dunque la seconda lista ha evitato il commissariamento del comune, ma anche che la stessa cosa era accaduta nel 2012 e la lista "di comodo" era proprio la stessa, almeno dal punto di vista della grafica.
Anche a Staiti (Rc) ha votato solo il 37,55% (altro comune con elettori superiori agli abitanti: 450 contro 279), ma le liste erano tre e anche senza la formazione Unità per Staiti (zero voti) le elezioni sarebbero state valide. Merita poi di essere citato il caso di Ferruzzano, altro comune del reggino, in cui le liste in corsa erano due e quella arrivata seconda era nientemeno che del Partito comunista italiano: salvo errore, è la sola lista presentata dal Pci in un comune piccolo, con tanto di simbolo ufficiale ma, a differenza di tante altre formazioni "di comodo" o estranee al paese, si è battuta in modo del tutto dignitoso, raccogliendo il 40% (segno che la lista candidava essenzialmente persone del luogo). 
Il viaggio termina in Sardegna, solo per notare che nel comune di Magomadas (Or) sarebbe servita una seconda lista, visto che meno della metà degli elettori è andata al voto e l'amministrazione è stata commissariata; lo stesso, peraltro, è accaduto con comuni che tecnicamente non sono "sotto i mille" e dunque richiedono la raccolta di (poche) firme, come Chiaramonti e Palau (entrambi nel sassarese), che condividono la sorte a livello nazionale con Landiona (No), Serravalle Sesia (Vc), Oltre il Colle (Bg), Ripatransone (Ap), Montauro (Cz) e Satriano (Cz).
Altrove, se possibile, è andata anche peggio: ad Austis (nel Nuorese) e Soddì (Or) non si è proprio votato, per assoluta mancanza di liste presentate; lo stesso è accaduto a Elva (Cn), Cencenighe (Bl), Penna San Giovanni (Mc), Faeto (Fg) e San Luca (Rc). Con la speranza che, l'anno prossimo, qualcuno che voglia e riesca a candidarsi ci sia.

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