martedì 15 settembre 2020

Venezia, simboli e curiosità sulla scheda (di Antonio Folchetti)

Nel nostro viaggio fra le città chiamate a rinnovare l’amministrazione comunale domenica e lunedì prossimi, non potevamo trascurare la più popolosa di esse. Parliamo di Venezia, con l’uscente Luigi Brugnaro (primo sindaco di centrodestra da quando vige l’elezione diretta) che vede contendersi la fascia tricolore da altri sette candidati, per un totale di 18 liste in campo. Sono chiamate al voto, conseguentemente, anche le sei municipalità (circoscrizioni) di cui si compone la città, ma lì il quadro è molto più scarno: sette o otto liste, tutte a sostegno delle sole due coalizioni di centrodestra o centrosinistra. 
Tornando al quadro delle elezioni "principali", i lettori noteranno una presenza diffusa di liste civiche: non potrebbe essere diversamente per un contesto come Venezia. È difficile, per i #drogatidipolitica categoria superior, non rievocare il ricordo della gloriosa lista Terraferma, la civica che ottenne i suoi primi seggi in consiglio comunale già negli anni Sessanta (dal 1964 in poi), andando a configurarsi come un caso-scuola di civismo ante litteram, in piena epoca del dominio dei partiti di massa, e contribuendo a plasmare e condizionare il sistema politico cittadino per i successivi decenni. Passiamo ora ad analizzare i 18 simboli che compariranno sulla scheda, rispettando come sempre l’ordine con il quale sono stati sorteggiati.

Stefano Zecchi

1) PARTITO DEI VENETI

Al primo posto (ri)troviamo il Partito dei Veneti, che - come abbiamo visto - ha riunito sotto un'unica sigla una serie di movimenti indipendentisti, con l'obiettivo di ottenere rappresentanza in consiglio regionale. Ma il Pdv ha scelto di concorrere anche per la conquista del comune capoluogo, proponendo come sindaco il filosofo e scrittore Stefano Zecchi, conosciuto per le sue frequenti apparizioni televisive in qualità di opinionista. Il simbolo del partito, pertanto, viene ridimensionato per dare risalto al nome del candidato sindaco, nella speranza che la notorietà dello stesso possa far presa sull'elettorato.
 

Alessandro Busetto

2) PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Abbastanza in alto a sinistra (come probabilmente i suoi esponenti desideravano), ecco il Partito comunista dei lavoratori, che - ormai lacerato da fuoriuscite e risultati elettorali magri, nonché dalla concorrenza con altri partiti comunisti - negli ultimi anni ha centellinato la propria presenza sulle schede. Come cinque anni fa, il candidato sindaco è il sindacalista Alessandro Busetto, che si presenta per "rappresentare gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, nativi e migranti, e delle masse popolari ed oppresse". Abbandonata la deludente esperienza della "Sinistra rivoluzionaria" del 2018, il simbolo del Pcl rimane lo stesso, con la falce e martello sotto il globo azzurro, a testimoniare la vocazione trotzkista e internazionalista.

Giovanni Andrea Martini

3) PER MESTRE E VENEZIA - ECOLOGIA E SOLIDARIETà

Scorrendo ancora, troviamo la mini-coalizione di Giovanni Andrea Martini, presidente uscente della municipalità Murano-Burano, eletto nel 2015 con il centrosinistra. Dopo aver annunciato la sua candidatura a gennaio, Martini è entrato in polemica con il Pd, abbandonandolo e costruendo una coalizione autonoma composta da due liste. Il simbolo di Per Mestre e Venezia - ecologia e solidarietà - formazione di area ambientalista tra i cui promotori non possiamo non notare Michele Boato (storico esponente verde, nonché ex parlamentare, come il fratello Marco) - presenta un cuore rosso sul quale "Mestre e Venezia" si stagliano in una formula un po' azzardata sia per quanto riguarda la font (in stile macchina da scrivere), sia per l'accostamento cromatico bianco/nero, cui si aggiunge il verde per le altre diciture. Questo simbolo è presente anche nelle schede di due municipalità (Chirignago e Mestre), alleato però con la coalizione di centrosinistra, a sanare (almeno in parte) la frattura avvenuta a livello comunale.
 

4) TUTTA LA CITTà INSIEME!

Tutta la città insieme è invece la lista civica costruita dallo stesso Martini: dal suo programma si evince una vocazione ambientalista, un progetto economico improntato allo sviluppo sostenibile e un'attenzione al ripopolamento urbano (giova ricordare che, dallo scorso anno, Venezia non è più la prima città veneta, superata da Verona per qualche centinaio di abitanti). Molto interessante il simbolo, che - su sfondo bianco e bordo rosso - vede l'impronta multicolore di una mano umana, sul cui palmo risalta il nome della lista, con tanto di punto esclamativo. Completa il quadro, in basso, la dicitura "Giovanni Andrea Martini sindaco", con il cognome in evidenza.

Marco Sitran

5) CIVICA SITRAN

Tenta la scalata alla massima carica cittadina anche l’avvocato Marco Sitran, promotore dell'ultimo referendum che proponeva la separazione di Mestre e Venezia in due comuni autonomi, tenutosi lo scorso novembre (ma vanificato dal mancato raggiungimento del quorum). L'annosa questione del comune autonomo di Mestre tiene banco da oltre quarant'anni e altri quattro referendum svolti in precedenza avevano già bocciato la proposta, confermando il comune unico. Ciò, tuttavia, non ferma i propositi di Sitran, che stavolta riformula il suo progetto aspirando a un modello di governance separata. Quanto al simbolo della Civica Sitran, si nota sullo sfondo un'immagine panoramica a 360° di piazza S. Marco (di cui è stata fortemente accentuata la luminosità), un emiciclo verde e uno azzurro: una suggestione neanche troppo improbabile potrebbe far pensare a due consigli comunali, distinti ma non distanti… 

Marco Gasparinetti

6) TERRA E ACQUA 2020

Tocca ancora a una formazione civica chiudere la prima colonna della scheda elettorale. Parliamo della civica Terra e acqua 2020, che candida a sindaco Marco Gasparinetti, funzionario presso la Commissione europea: la lista nasce per iniziativa di numerosi attivisti civici e apartitici, negli ultimi anni impegnati soprattutto nelle questioni legate alla difesa dell'ecosistema urbano e alle specificità paesaggistiche della laguna. I suddetti temi sono chiaramente ripresi anche sul simbolo, che tratteggia proprio i confini veneziani di terra ed acqua, con i colori (verde e blu) che da sempre caratterizzano i due elementi naturali; ci sono in più tre punti di posizione, corrispondenti a Venezia, Mestre e Marghera. Il nome della lista in bianco, con “Terra” e “Acqua” collocati nei rispettivi spazi della mappa, aggiunge un ulteriore elemento di gradevolezza visiva. 

Luigi Brugnaro

7) FRATELLI D'ITALIA

Come accennato, le elezioni del 2015 portarono a Venezia il primo sindaco di centrodestra, Luigi Brugnaro, imprenditore fino a cinque anni fa non coinvolto nella politica, che più volte ha dichiarato di non sentirsi né di destra né di sinistra. E se, nel 2015, a Brugnaro giovò anche l’effetto-novità, stavolta il giudizio degli elettori sarà determinato anche dalla sua attività amministrativa. Cinque le liste in appoggio al sindaco uscente, la prima delle quali è Fratelli d'Italia - nel 2015 appoggiava la candidata Francesca Zaccariotto - che si presenta (come quasi sempre accade) con il simbolo tradizionale e il nome di Giorgia Meloni ben in vista.
 

8) FORZA ITALIA

Cambia leggermente, invece, il simbolo di Forza Italia. La storica bandiera disegnata un quarto di secolo fa da Cesare Priori viene compressa in alto, per far spazio alla dicitura "Berlusconi per Venezia"; assenti i riferimenti all'autonomia, come abbiamo visto invece per le contestuali elezioni regionali. Per confermare i tre consiglieri ottenuti nella scorsa consiliatura, il partito del Cavaliere dovrà necessariamente incrementare i consensi, poiché - complice, nel 2015, un risultato modesto nel voto di lista al primo turno per la coalizione Brugnaro - del premio di maggioranza poterono beneficiare in maniera considerevole tutti i partiti della coalizione stessa, compresa Forza Italia che si era fermata al 3,8%.

9) LEGA

Cinque anni fa, la Lega (Nord) decise di concorrere in una coalizione differente da quella di Brugnaro (in appoggio ad Angelo Bellati), salvo poi sostenere quel candidato al ballottaggio e, dopo la vittoria, ottenere la poltrona di vicesindaco. La nuova Lega a trazione salviniana punta stavolta a imporsi come primo partito della coalizione di centrodestra, coalizione a cui ha aderito nonostante un rapporto non idilliaco con l’attuale sindaco. Il simbolo è il medesimo presentato per le regionali del Veneto, con il Leone di San Marco in bella vista e l'inconfondibile marchio della Liga Veneta, per non scontentare i "nostalgici" del leghismo embrionale.

10) BRUGNARO SINDACO

A contendere alla Lega il primato della coalizione in termini percentuali, troviamo la lista civica Luigi Brugnaro sindaco, vera sorpresa delle comunali 2015. In quell'occasione, infatti, la lista personale del sindaco si piazzò al primo posto in assoluto, ottenendo oltre il 20% e portando in aula ben 17 consiglieri (alcuni eletti anche con meno di cento preferenze) grazie al premio di maggioranza di cui si è detto. Il simbolo è esattamente lo stesso della volta scorsa: sfondo magenta - un colore di rottura, frutto di una scelta ragionata operata nel 2015 da Mauro Ferrari e Paolo Bettioe solo il nome della lista riportato in bianco. Una scelta che cattura l’attenzione dell’elettore-tipo già sicuro della sua scelta per il candidato sindaco, ma che tende a mettere in secondo piano la scelta del candidato consigliere (e infatti il tasso di preferenze della civica Brugnaro, cinque anni fa, fu appena del 10,3%). La strategia si è già rivelata vincente e il simbolo pure: si ripeterà?

11) LISTA CIVICA LE CITTà

Chiude la cinquina delle liste in sostegno di Brugnaro un’altra civica, Le città, coordinata da Roberto Panciera (che è anche capolista) e Antonio Paruzzolo, due ex assessori della giunta Orsoni (centrosinistra), caduta in anticipo a causa dello scandalo Mose che coinvolse il sindaco stesso, poi assolto. La denominazione plurale della lista sta a indicare - lo ha spiegato Panciera - che non ci sono solo Venezia e Mestre, ma esistono "tante città che formano la grande Venezia e hanno bisogno di essere valorizzate". Nel logo, oltre alle diciture "lista civica" e "Le città" disposte ad arco rispettivamente in alto e in basso, spiccano sette sagome blu - disposte in prospettiva - che si tendono le mani, e sopra di loro tre archi dorati, un possibile rimando alla forma di uno dei più noti ponti che attraversano i canali della città. 

Sara Visman

12) MOVIMENTO 5 STELLE

Al solito, nessuna variazione nel simbolo per il MoVimento 5 Stelle, che a Venezia non ha stretto alleanze con altre sigle o partiti, come avvenuto in altre realtà chiamate al voto. La candidata sindaca (unica donna tra le otto persone che si sfidano) è Sara Visman, attuale capogruppo del M5S in consiglio comunale: lei spera di non allontanarsi troppo dal 12,6% ottenuto cinque anni fa da Davide Scano (che non si ricandiderà come consigliere comunale). Soprattutto in caso di ballottaggio, un dignitoso bottino di voti potrebbe tornare utile, vista anche la decisione di non correre per le municipalità e concentrare gli sforzi esclusivamente per le elezioni comunali.

Pier Paolo Baretta

13) VERDE PROGRESSISTA

Il principale contendente di Brugnaro è Pier Paolo Baretta, ex sindacalista e ora sottosegretario al Ministero dell’Economia (carica che aveva già ricoperto per tutta la legislatura precedente, superando indenne i cambi di governo). Baretta ha raccolto intorno a sé varie aggregazioni di centrosinistra: la prima - secondo l’ordine di sorteggio - è risultata Verde Progressista, cui hanno aderito anche Sinistra italiana, Articolo Uno e Rifondazione comunista. Tra i promotori, troviamo un'altra figura storica dell’ambientalismo veneziano, il sociologo e docente universitario Gianfranco Bettin, ex deputato, assessore e presidente uscente della municipalità di Marghera. Il simbolo riproduce tre leoni alati stilizzati, "segno dell’appartenenza al territorio, alla tradizione, ma anche spina dorsale dei diritti, dell’ambiente e del lavoro" come dichiarato da Gianluca Trabucco. Le sagome dei leoni sono proposte in tre colori che rappresentano quel raggruppamento (arancione, verde e rosso); la versione del simbolo per la scheda elettorale deve rinunciare a parte delle due code, che terminano idealmente oltre il cerchio.

14) SVOLTA IN COMUNE

Sempre un leone - ma molto più definito nei tratti del muso, dallo sguardo fiero e dall'aspetto decisamente multicolor e moderno - troneggia sul contrassegno di Svolta in comune, che già nel nome rivela un gioco di parole tra le due sigle politiche (Italia in comune fondata da Federico Pizzarotti e gli europeisti di Volt) dalla cui iniziativa è nata la lista stessa. I loghi dei due suddetti partiti compaiono, in miniatura ma ben visibili grazie anche allo sfondo bianco, nella parte alta del simbolo, sotto il segmento rosso che contiene il nome del candidato sindaco.

15) VENEZIA è TUA

Un altro cartello di centrosinistra è quello rappresentato da Venezia è tua, che gioca sul contrasto tra l’amaranto e il bianco, con quest’ultimo decisamente predominante. A comporre la lista sono tre partiti di area progressista moderata, i cui simboli sono collocati in basso (e in scala piuttosto ridotta, al limite della leggibilità): +Europa, che si presenta in una versione territoriale che in queste settimane abbiamo visto riprodotta in diversi contesti (in questo caso, prende il nome di +Venezia), Italia viva e il Partito socialista italiano, questi ultimi con il loro emblema ufficiale. Nel complesso, tuttavia, la grafica appare poco convincente, di scarso impatto.

16) IDEA COMUNe per Mestre e Venezia

In appoggio a Baretta c'è anche la lista Idea comune per Mestre e Venezia, formazione civica ma di area autonomista, che vede tra i suoi ideatori ben due ex candidati a sindaco della Lega Nord: Aldo Mariconda (1993) e Gian Angelo Bellati (2015). Il simbolo, dominato dall'azzurro nelle sue diverse tonalità, vede la dicitura "Idea comune" stampata in alto a caratteri cubitali, con la parola "comune" in stile "Word Art" che subisce un'eccessiva flessione ad arco, risultando non proprio ineccepibile dal punto di vista grafico. In basso, una lampadina (accesa, a differenza di quelle di Stefano Parisi) che illumina Mestre e Venezia, riconoscibili nei loro monumenti-simbolo: questi però sono riproposti con una silhouette nera così sottile che, riprodotta sulla scheda, potrebbe non rendersi distinguibile e finire confusa persino con una scarica elettrica...

17) PARTITO DEMOCRATICO

A completare la coalizione del centrosinistra il Partito democratico, che aggiunge al suo simbolo ufficiale il consueto segmento - in questo caso verde - con il nome del candidato a sindaco riportato in bianco. Nel Veneto leghista, la città di Venezia ha rappresentato per decenni un’enclave del centrosinistra, almeno fino alle comunali del 2015. Il Pd - che esprime anche il candidato sindaco - intende far da traino alla coalizione di centrosinistra nel tentativo di tornare al governo della Serenissima, cercando al contempo di migliorare il risultato di cinque anni fa, quando all'inaspettata sconfitta si aggiunse l’imbarazzo di vedersi scalzati (seppur di appena trecento voti) dalla lista civica di Felice Casson come prima forza della coalizione.

Maurizio Callegari

18) ITALIA GIOVANE SOLIDALE 

La sorte ha riservato l’ultimo posto sulla scheda a Maurizio Callegari, imprenditore nel ramo sanitario e logistico, a sostegno del quale troviamo una lista che sicuramente solleticherà il palato dei #drogatidipolitica. La lista, denominata Italia giovane solidale, è in realtà un cartello che aggrega tre soggetti politici: ci sono il Partito valore umano (che abbiamo conosciuto alle politiche del 2018, e che si contraddistingue per l’enorme cuore sul simbolo e i suoi richiami all'umanesimo), il movimento Vox Italia guidato dal filosofo Diego Fusaro e infine la stessa Italia giovane solidale, sul cui logo appare lo stivale italiano tinto di azzurro su uno sfondo tricolore sfumato: il partito si autodefinisce nazionale, tuttavia - almeno allo stato attuale - non sembra disporre di un sito internet né di una chiara struttura organizzativa.

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