domenica 13 settembre 2020

Reggio Calabria, simboli e curiosità sulla scheda

Tra i comuni più importanti chiamati al voto, c'è sicuramente Reggio Calabria, che di fatto - e a causa del rinvio dell'appuntamento elettorale primaverile - torna al voto a quasi sei anni di distanza dalle precedenti elezioni (che si erano tenute il 26 ottobre 2014). Cerca la riconferma Giuseppe Falcomatà, eletto sindaco appunto sei anni fa con il sostegno del centrosinistra e, in generale, di ben 11 liste: lo stesso numero di formazioni che anche questa volta appoggia il quasi trentasettenne primo cittadino (compirà gli anni due giorni prima che le urne si aprano). A sfidare il sindaco uscente saranno otto persone, proprio come nel 2014 e la situazione si è replicata anche guardando al numero complessivo delle liste: questa volta, come nella precedente occasione, sulla scheda ne finiranno ben 32. Rilevano in particolare le dieci liste a sostegno di Antonino Minicuci, individuato come aspirante sindaco dal centrodestra, e le quattro che appoggiano Angela Marcianò, la cui compagine - come si vedrà - è diversificata. Ecco, in ogni caso, di seguito i simboli delle liste così come appariranno su manifesti e schede.
 

Fabio Putortì

1) Movimento italiano di tutela e integrazione - Unione del Sud

Il sorteggio ha collocato al primo posto la candidatura di Fabio Putortì, affidando il compito di aprire le schede a un simbolo ben poco noto: quello del Movimento italiano di tutela e integrazione - Unione del Sud. Il Miti si definisce "un movimento popolare di 'audit', costituito in seguito alle forti discrasie che caratterizzano da qualche decennio le correnti politiche italiane", nonché "elemento di rottura delle vecchie logiche politiche od ai vuoti idealismi di quei ormai numerosi esponenti di destra, sinistra o centro, il cui intento primario è di preservarsi una poltrona nelle sedi istituzionali". Si tratta in particolare di un movimento che porta avanti le attività del "Comitato pro aeroporto dello Stretto": se questo aveva nel logo un aereo stilizzato, qui si è scelto di utilizzare un uccello in volo, con la coda tricolore.
 

Antonino Minicuci

2) #AmaReggio - Stanza 101

Il secondo aspirante sindaco sorteggiato è Antonino Minicuci, sostenuto dal centrodestra e da varie formazioni civiche, per un totale - come si diceva - di 10 liste. La prima estratta unisce due realtà: il gruppo civico #AmaReggio e il "cenacolo culturale impertinente" Stanza 101. Su fondo blu, appare il nome del gruppo civico trasformato in hashtag, con le iniziali delle due parole rosse e il testo scritto in stile macchina da scrivere; l'idea è mutuata dalla grafica usuale della Stanza 101, che questa volta almeno in parte rinuncia alla sua immagine per una rappresentazione più anonima .Nel mezzo, una striscetta tricolore universalizza la lista e la connota in base alla collocazione in quella compagine elettorale.
 

3) Minicuci sindaco

La seconda lista della coalizione a essere sorteggiata è di nuovo una formazione civica, risultando quella più vicina all'aspirante primo cittadino: il nome scelto, infatti, è semplicemente Minicuci sindaco. L'immagine scelta per rappresentarla è piuttosto evocativa: un ponte con la strada tricolore, che poggia i suoi piloni proprio sul nome del candidato. Non si tratta ovviamente di un ponte qualunque o di un ponte sconosciuto: si vuole rappresentare proprio il ponte sullo Stretto di Messina, che per l'aspirante sindaco è assolutamente necessaria e strategica per la Calabria, oltre che per la Sicilia.
 

4) Ogni giorno Reggio Calabria

Il sorteggio ha continuato a porre nelle prime posizioni della compagine che appoggia Minicuci delle liste civiche: al terzo posto si trova infatti Ogni giorno Reggio Calabria, lista coordinata da Vincenzo Barca e che nei colori rimanda con una certa discrezione a Forza Italia (non a caso è stata presentata da esponenti di quel partito, compreso il consigliere regionale forzista Domenico Giannetta che è tra i principali promotori della lista). Al di là degli elementi grafici forzisti, spiccano le sei sagome di persone che si incontrano e si danno la mano, per dare l'idea della quotidianità, del contatto e della vicinanza agli amministratori; colpisce anche l'hashtag #ognigiornocalabria, che riproduce solo in parte il nome del comune (come se ci fosse l'idea di allargare questo esperimento civico-politico; a Crotone tuttavia questo stesso simbolo non si trova).
 

5) Reggio attiva

Le formazioni civiche a sostegno di Minicuci continuano con Reggio attiva, nata già alla fine di maggio come gruppo politico-culturale che ambiva a "poter far risplendere una nuova alba sulla nostra Reggio Calabria". Il nome suggerisce appunto l'attività in favore della città, ma anche - viste le lettere poste in evidenza - la capacità di reagire agli stimoli e di rimettersi in attività dopo un periodo ritenuto deludente. Il tricolore indica chiaramente la collocazione nel centrodestra; da segnalare che in un primo tempo il simbolo conteneva un'immagine nera di una statua di san Giorgio (patrono cittadino) che uccide il drago; sulle schede quella statua non c'è e non è dato sapere se sia stata tolta su invito della commissione elettorale competente o "per sicurezza" dai presentatori stessi della lista.
 

6) Forza Italia

La prima lista di matrice chiaramente politica a essere estratta nella coalizione legata a Nino Minicuci è quella di Forza Italia: nel 2014 ottenne solo l'8,41% (risultato lontano dai fasti di un tempo), ma questa volta sembra porsi in condizioni di maggiore forza, se non altro perché è il partito che esprime la presidente della regione, Jole Santelli. Il simbolo presentato in quest'occasione non è molto diverso rispetto a quello di sei anni fa, anche se qui si segue la grafica delle politiche del 2018: bandierina in alto coi vertici superiori fuori dal cerchio, cognome gigante di Silvio Berlusconi e sotto, disposto ad arco sotto al "per", il riferimento al comune (mentre nel 2014 c'era quello al candidato, Lucio Dattola).
 

7) Nuova Italia unita

Subito dopo Forza Italia appare un simbolo che in apparenza è nuovo, ma la cui grafica deve per forza ricordare qualcosa ad elettrici ed elettori che prestano attenzione e - ovviamente - ai #drogatidipolitica. Il simbolo di Nuova Italia unita, infatti, ha la stessa struttura di quello che nel 2014 era stato fondato come Destre unite, con il suo cuore in Piemonte e guidato da Massimiliano Panero (il tema merita maggiore approfondimento e sarà ripreso nei prossimi giorni). Da segnalare l'inserimento del riferimento alle "circoscrizioni di Reggio", per un progetto di rilancio dell'identità dei quartieri (nel simbolo sulla scheda, però, queste parole piccole in Brush Script si leggono con difficoltà).
 

8) Lega

Dopo Forza Italia e Nuova Italia unita arriva un'altra lista marcatamente politico-partitica: quella della Lega. Si tratta della prima volta in cui il simbolo di Alberto da Giussano appare sulla scheda delle elezioni comunali qui, ma elettrici ed elettori di Reggio Calabria avevano già votato il simbolo alle politiche del 2018, alle europee dell'anno successivo e pure alle regionali all'inizio di quest'anno (il partito ottenne poco meno di Forza Italia). Proprio come a gennaio, sotto al cognome di Matteo Salvini non c'è la parola "premier", ma il riferimento alla regione.
 

9) Movimento europeo diversamente abili

Tra le forze che sostengono la candidatura di Nino Minicuci c'è anche il Movimento europeo diversamente abili, più noto con la sua sigla Meda. Questa realtà risulta presente sul territorio almeno dall'inizio dell'anno e la lista candida pure Domenico Suraci, indicato come presidente provinciale del Meda stesso. Il simbolo è quello consueto, che da molti anni ormai è stabilizzato sul piano grafico: il pittogramma rosso di una persona in sedia a rotelle su fondo bianco è collocata al centro di un cerchio blu con le stelle d'Europa, ma con due tricolori a ricordare l'origine e l'azione italiana del movimento.
 

10) Fratelli d'Italia

Penultima lista della coalizione di Minicuci a essere sorteggiata è quella di Fratelli d'Italia, un partito che alle ultime regionali calabresi ha dimostrato di essere in ottima salute (con una percentuale superiore al 10%), mentre alle comunali del 2014 aveva ottenuto poco più dell'1% (ma qualcosa di più aveva preso il movimento Destra per Reggio, che tra l'altro aveva una fiamma bianca nel simbolo). Questa volta il contrassegno utilizzato è lo stesso visto alle politiche del 2018, con il nome di Giorgia Meloni in evidenza nel cerchio bicolore che contiene anche il simbolo del partito.
 

11) Cambiamo!

A chiudere la compagine di centrodestra che appoggia la candidatura di Nino Minicuci c'è Cambiamo!: si tratta di uno dei non frequenti casi in cui il partito fondato da Giovanni Toti si presenta a queste elezioni. Il simbolo è una variante di quello nazionale, che agli elementi presenti in questo aggiunge semplicemente il riferimento al candidato sindaco locale (anche se, a occhio, i caratteri utilizzati non sembrano gli stessi). L'occasione sarà interessante per vedere quanto quella formazione potrebbe ottenere, anche in vista di un suo radicamento futuro.
 

Sergio Klaus Mariotti (noto come Klaus Davi)

12) Klaus Davi per Reggio

La terza candidatura a sindaco di Reggio Calabria, in ordine di estrazione, è probabilmente quella destinata a destare maggiore curiosità: si propone come sindaco della città anche il giornalista e massmediologo Klaus Davi, indicato sulla scheda elettorale con il suo nome originale (Sergio Klaus Mariotti). Nel corso degli anni è risultato ben noto anche in Calabria per le sue inchieste sulla 'ndrangheta: non a caso, si era già candidato lo scorso anno come sindaco a San Luca, risultando eletto ed è tuttora consigliere lì. Questa volta il suo nome è l'ingrediente principale del simbolo, dominato dal bianco e dal blu, con due elementi rossi - ripresi nella grafica della candidatura - che ricordano un po' le puntine o i "fermi" per tenere fissato un elemento a una superficie.
 

Giuseppe Siclari

13) Partito comunista dei lavoratori

Come quarto candidato sindaco per Reggio Calabria è stato sorteggiato Giuseppe Siclari, sostenuto unicamente dal Partito comunista dei lavoratori, soggetto politico di cui Siclari è tra i fondatori e coordinatore per il Meridione. Si tratta di una delle poche occasioni in cui il Pcl, di cui è tuttora portavoce nazionale - dall'inizio! - Marco Ferrando, si presenta alle elezioni: il contrassegno è sempre lo stesso, con falce e martello di colore rosso sopra al mondo blu, diviso da vari meridiani e paralleli. Siclari, del resto, aveva già corso come candidato sindaco del suo partito nel 2014, ottenendo lo 0,38% (il Pcl si era fermato allo 0,23%).
 

Fabio Foti

14) MoVimento 5 Stelle

Quinta candidatura estratta per schede e manifesti è quella di Fabio Foti, medico virologo e aspirante sindaco per il MoVimento 5 Stelle. Si tratta della seconda partecipazione elettorale per il M5S alle comunali reggine, anche se la volta scorsa non era stata molto fortunata: la lista era rimasta sotto il 2% e non era riuscita a entrare in consiglio comunale. Rispetto ad allora, il simbolo è quasi uguale ma - essendo uguale a quello utilizzato dal 2018 in poi in ogni competizione elettorale - ha sostituito il sito nella parte inferiore, da Beppegrillo.it a Ilblogdellestelle.it.
 

Angela Marcianò

15) Movimento sociale Fiamma tricolore

La sesta candidatura sorteggiata è quella di Angela Marcianò, professoressa associata di diritto del lavoro all'università di Messina e già assessora esterna dal 2014 al 2017 della prima giunta Falcomatà a Reggio Calabria. Lei si presenta sostenuta da quattro liste e il sorteggio si è divertito a far uscire per prima quella del Movimento sociale Fiamma tricolore, che può apparire distante rispetto all'esperienza amministrativa precedente della stessa Marcianò. Assieme alla partecipazione alle regionali in Puglia, questa è la presenza più significativa per la Fiamma tricolore in questo turno elettorale e anche qui appare il simbolo tradizionale, senza alcun ritocco o indicazione della candidata (in questa coalizione è l'unica volta che accade).
 

16) Identità reggina

Seconda lista sorteggiata a sostegno di Marcianò risulta essere Identità reggina. Il nome scelto per questa lista è forse il punto principale che ha contraddistinto dall'inizio il progetto di candidatura della giuslavorista alla guida del comune: l'idea di recuperare e valorizzare l'identità territoriale e personale. Il concetto nel contrassegno viene richiamato con tre colonne con capitello ionico, che si stagliano su fondo amaranto e si basano sul segmento bianco in cui è contenuto il nome della lista, insieme alla dicitura "Angela Marcianò sindaco" (così, al maschile non marcato).
 

17) In Marcia

La terza lista che sostiene Marcianò nel suo cammino verso le elezioni è sempre una formazione civica ed è stata chiamata In Marcia. A chi segue un minimo la politica internazionale non può non pensare a En Marche! di Emmanuel Macron, ma in effetti era stata la stessa candidata alla guida di Reggio Calabria - e il suo cognome almeno in parte riecheggia nel concetto di "marcia" - a parlare, fin dall'inizio di agosto, di "una marcia proficua e operosa" che avrebbe atteso lei, la sua squadra e coloro che avessero voluto dare il loro sostegno. L'idea è stata tradotta in grafica con varie sagome di persone di ogni sorta - sempre color amaranto, su fondo blu - pronte a incedere.
 

18) Per Reggio città metropolitana

Anche quest'ultimo simbolo chiaramente civico, che caratterizza la quarta lista che sostiene Marcianò nella sua candidatura, rappresenta nel nome un'intenzione, l'idea di confermare e migliorare qualcosa che già c'è. La lista infatti si chiama Per Reggio città metropolitana, ma Reggio Calabria è già città metropolitana; probabilmente la candidata intende valorizzare ulteriormente quel ruolo, perché il comune possa ricoprirlo nel migliore dei modi. Nel simbolo, su uno sfondo tricolore, sono stati posti alcuni fiori bianchi, sopra al segmento che contiene il nome della lista e il riferimento all'aspirante sindaca.
 

Saverio Pazzano

19) La Strada

Si presenta sostenuto da una coalizione, anche se a ranghi minimi, Saverio Pazzano, docente di lettere e lingue classiche, già funzionario direttivo per la regione; ora insegna materie letterarie per le sezioni carcerarie e serali della scuola statale per adulti ed è impegnato come formatore nello scoutismo. La prima delle due liste che lo sostengono è La Strada, legata al collettivo civico nato lo scorso anno, animato da autoconvocat* che si ritrovano nei valori dell’antifascismo e nei principi costituzionali. Il simbolo rappresenta una ringhiera - nello stile di quelle che caratterizzano Reggio Calabria - che dà sul mare (oppure, volendo interpretare diversamente quelle curve, anche sull'Etna), ma può anche somigliare a un ponte su cui il nome della lista cammina, per poter procedere secondo la "strada" individuata.
 

20) Riabitare Reggio

La seconda lista che cerca di dare corpo al progetto politico-amministrativo di Pazzano tra elettrici ed elettori è Riabitare Reggio, un progetto parallelo affiancato a La Strada, secondo il disegno della "restanza", elaborato dall'antropologo Vito Teti: perché una persona scelga di vivere a Reggio, come altrove, per lui occorre "immaginare interventi, progetti, piani di recupero e rinascita; non confondere insomma la malattia con la cura". Riabitare, insomma, ha alla base un "riabilitare", un "ricaricare", come in qualche modo le linee colorate tipiche di un programma informatico suggeriscono.
 

Giuseppe Falcomatà

21) Partito democratico

Alla candidatura di Pazzano il sorteggio ha fatto seguire quella del sindaco uscente, Giuseppe Falcomatà, sostenuto dalla coalizione più nutrita di questo turno, 11 liste. La prima estratta è anche la più votata del 2014 (con il 16,43%), cioè quella del Partito democratico. Il simbolo, salvo errore, sembra perfettamente identico a quello schierato al precedente appuntamento elettorale, sperando che possa permettere di ripetere il risultato con la medesima soddisfazione per il Pd (il che, visto il periodo non semplice, non è del tutto scontato).
 

22) Italia viva

Anche in questo caso il sorteggio si è divertito, questa volta ponendo subito dopo il Pd il simbolo di coloro che per ultimi hanno lasciato il partito, vale a dire il contrassegno di Italia viva: a Reggio Calabria il contrassegno è presentato nella sua versione nazionale e originale, senza alcun riferimento locale e senza che nella stessa lista siano ospitate altre forze politiche. Quella reggina sarà una prova interessante per il partito di Matteo Renzi, assieme a quella delle regionali in cui ha scelto di essere presente con una propria lista (o costituendo il nerbo di liste presentate con altri gruppi).
 

23) Reggio non si Lega

La terza lista della coalizione di Falcomatà porta un nome che sembra legato alle manifestazioni delle "sardine" dei mesi scorsi. Reggio non si Lega, in effetti, è un cartello elettorale che unisce il Partito del Sud, con il suo simbolo ormai consolidato, e Reggio bene comune, movimento che, con altri soggetti della società civile, vuole "offrire una valida e solida alternativa" per il governo della città. Anche in questo caso, come già visto in precedenza, il colore dominante nel contrassegno è l'amaranto, con qualche tocco di giallo; piuttosto baldanzoso e poco elettorale appare l'uso della font di "non si Lega", ma in fondo non ci sta nemmeno troppo male.
 

24) La Svolta

Se le due liste precedenti erano novità per la politica reggina, la lista La Svolta era invece già presente sulla scheda delle elezioni del 2014: ottenne l'8,2% e conquistò tre consiglieri comunali. Anche in quest'occasione la lista civica corre per ottenere un buon risultato e ripropone identico il contrassegno schierato sei anni fa, con la "S" rossa in evidenza e un fregio verde a fianco (si direbbe un lampione). Il concetto di "Svolta" è rimasto, anche se è Falcomatà che si presenta come successore di se stesso e anche se nel 2014 poteva beneficiare anche del traino nazionale della "svolta buona" di Matteo Renzi (che il sindaco reggino ha scelto di non seguire in Iv).
 

25) Partito socialista italiano - A testa alta

Come nel 2014, non poteva mancare a Reggio Calabria, all'interno del centrosinistra, una lista del Partito socialista italiano: allora, tra l'altro, con il suo 2,75% era riuscito a ottenere un posto in consiglio comunale. In questo caso il simbolo è quello adottato poco meno di un anno fa, con il garofano; fiore, nome e sigla, tuttavia, sono stati ridotti per fare posto al nome di A testa alta, movimento presente sul territorio da tempo (aveva partecipato alle elezioni del 2014 con un buon risultato: 7,12% e tre eletti). Le due forze politiche si sono unite per una proposta politico-amministrativa all'insegna dell'identità, dei diritti e della libertà.
 

26) Reggio Coraggiosa - Articolo Uno

Anche a Reggio Calabria si ripropone il progetto "Coraggiosa" avviato in Emilia-Romagna da Elly Schlein: in questo caso l'interpretazione grafica è leggermente diversa. Il nome, Reggio coraggiosa, ha la struttura già nota, ma il cuore non è più un elemento da sovrapporre alla sagoma del territorio (forse è più facile farlo con una regione che con i confini di una città), per cui si trasforma in una sorta di "puntino sulla I" di "Reggio". Nel segmento circolare curvilineo bianco si legge il nome di Articolo Uno, che traina questa lista, mentre sono molto piccoli i riferimenti "ecologista" e "progressista" che vogliono caratterizzare questa formazione.
 

27) S'intesi

La compagine che sostiene la ricandidatura di Peppe Falcomatà prosegue con un'altra formazione civica, S'intesi, dal nome che merita un po' di attenzione. Esso, infatti, riprende il titolo di una manifestazione che dal 2018 per alcuni giorni dota Reggio Calabria di uno spazio per dibattiti e confronti: nata come kermesse organizzata dai gruppi civici La Svolta e Reset (del primo si è detto, il secondo si vedrà tra pochissimo), questa volta è pronto a trasformarsi in lista, portando con sé anche il logo della lampadina che ha caratterizzato le edizioni precedenti.
 

28) Reset

Si è parlato un attimo fa di Reset come promotrice della manifestazione S'intesi; ora è il momento di vedere che Reset è innanzitutto una delle liste civiche già presenti nel 2014, la più votata dopo il Pd (8,41%, tre consiglieri eletti come La Svolta). Dopo sei anni, il nome è rimasto intatto, anche se rispetto ad allora è il sindaco che aveva adottato questo motto a cercare riconferma: l'idea di "resettare" la città e le sue politiche era legata nel 2014 al bisogno di ripartire daccapo, dopo anni di governo di amministrazione di centrodestra. Anche i colori sono rimasti gli stessi, dall'arancione all'amaranto fino alle tinte più scure.
 

29) Patto per il cambiamento

La terzultima delle liste presentate in appoggio alla riconferma di Falcomatà si chiama Patto per il cambiamento: il gruppo, legato ad Antonio Sapone, è nato meno di sei anni fa, poco dopo le elezioni del 2014, e si pone come forza moderata all'interno della coalizione. Non viene nascosta la matrice liberale del gruppo, come testimonia la presenza della dicitura "liberaldemocratici" all'interno del contrassegno, oltre alle stelle e ai colori molto tradizionali; dopo un iniziale dialogo con il centrodestra, è stato comunque scelto l'appoggio a Falcomatà, per puntare sullo sviluppo di Reggio. E visto che l'area è quella moderata, viene spontaneo chiedersi: Ma che fine hanno fatto, da queste parti, l'Udc e il Nuovo Cdu del calabresissimo Mario Tassone, per non parlare del Centro democratico?
 

30) Primavera democratica

La penultima lista della coalizione di Falcomatà formalmente è nuova, non avendo partecipato alle elezioni del 2014: eppure Primavera democratica riprende nel nome un concetto caro al sindaco uscente nella sua precedente campagna elettorale, durante la quale aveva parlato spesso - oltre che di "svolta" - anche di "primavera" per la città (e prima ancora era venuta la "Primavera di Reggio" con il padre, Italo Falcomatà). Come emblema è stato scelto un quadrifoglio multicolore, che dovrebbe spiccare sulle schede attirando l'attenzione di elettrici ed elettori; la grafica intende anche rappresentare il mix di esperienze tra le persone inserite in lista.
 

31) Innamorarsi di Reggio

Ultima lista della compagine che sostiene il sindaco uscente, in base all'ordine stabilito dal sorteggio, è un'altra formazione civica, Innamorarsi di Reggio. La lista, coordinata da Pino Gentile e Valentina Raffa, guarda soprattutto all'esperienza amministrativa di Italo Falcomatà, con l'idea di unire opere da realizzare con "la piena consapevolezza e senso di responsabilità del cittadino". Il simbolo, a quanto si può capire, dà l'idea di una circoscrizione territoriale che si trasforma in un viso di donna; il tutto è proposto nel ricorrente colore amaranto. 
 

Maria Laura Tortorella

32) Patto civico

L'ultima candidatura indicata dal sorteggio è quella di Maria Laura Tortorella, funzionaria di prefettura, sostenuta da un'unica lista, Patto civico (ma il nome intero sarebbe "Laboratorio politico Patto civico", come testimoniano le prime due iniziali riportate all'interno del simbolo). Il progetto era già nato nel 2013, per aggregare persone e gruppi "intorno ad un progetto politico comune volto al riscatto ed alla crescita sociale ed economica della città di Reggio Calabria e della sua area metropolitana"; dopo varie attività, nel 2018 si erano avviati i lavori per stendere una proposta politico-elettorale per la città come "centro del Mediterraneo", per la cultura, l'inclusione e la pace senza cedere alla 'ndrangheta.

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