Mentre molti sguardi erano puntati su Matteo Renzi per seguirne le mosse verso la creazione di compagini parlamentari autonome dal Pd (questione su cui oggi quasi certamente si dovrà tornare) o sul ritorno salviniano a Pontida, è passato quasi in sordina il debutto di un nuovo movimento politico denominato Vox Italia. Si tratta di "un nuovo soggetto populista e socialista, anti euro e Nato" (così era stato definito giorni prima in un post che annunciava e presentava l'evento) che ha fatto la sua prima uscita sabato pomeriggio a Roma, all'hotel Quirinale, con l'intervento del suo riferimento filosofico, ideologico e valoriale, vale a dire Diego Fusaro.
Il progetto era stato annunciato nell'ultima settimana di agosto e, in base alle indicazione che erano state diffuse, avrebbe potuto chiamarsi Interesse nazionale, come l'associazione culturale "di ricerca e speculazione filosofica" sorta a marzo del 2017 per iniziativa dello stesso Fusaro, al fine di "aiutare a comprendere i tempi in cui viviamo e cercare la migliore verità sul vivere civile e sui meccanismi che lo governano con particolare attenzione ai meccanismi economici che incidono sulla vita sociale e con l’ambizione di diventare riferimento intellettuale per imprenditori, amministratori, politici e legislatori, ma anche per aiutare tutti coloro che, in momenti di smarrimento come quelli che stiamo vivendo, sentono la necessità di ritrovare entusiasmo riconoscendosi in un nuovo e più sostenibile modo di pensare e di vivere", il tutto ispirandosi alle scuole filosofiche dell’antichità (non a caso, lo spazio di discussione è stato chiamato Agorà).
L'associazione, per, si configura da statuto come "apartitica ed apolitica", dunque sarebbe stato inopportuno utilizzare lo stesso nome per il nuovo movimento. Ciò, naturalmente, non impediva di creare un soggetto politico con le stesse idee, che configurano un conflitto di classe tra una "ristretta aristocrazia finanziaria" dominante e il precariato (gli "sconfitti della mondializzazione capitalistica", media borghesia compresa): precariato che può vedere tutelati i suoi interessi solo se si riparte "dall'interesse della nazione come unione solidale e operosa di lavoratori e piccola imprenditoria locale, dall'unione delle classi che vivono-del-loro-lavoro, contro il parassitismo del capitale finanziario e dell’aristocrazia finanziaria apolide e sradicata". Ciò - come si legge nel manifesto dell'associazione - porta a non essere né mondialisti o globalisti (per non sacrificare "la molteplicità degli Stati nazionali sull'altare dell'unità falsamente universale del mercato planetario americanocentrico"), né nazionalisti (che sarebbe un altro modo di annullare la pluralità), ma "inter-nazionali", cioè costruendo "un pluriverso multipolare di nazioni sovrane, sorelle e relazionantisi tra loro secondo nessi di riconoscimento solidale": in questo disegno rientrano la difesa della cultura e della lingua nazionali, il contemporaneo perseguimento di valori di destra (radicamento, patria, onore, lealtà, trascendenza, famiglia, eticità) e idee di sinistra (emancipazione, diritti sociali, eguale libertà materiale e formale, dignità del lavoro, socialismo democratico nella produzione e nella distribuzione), il recupero del senso del limite e insieme del possibile.
Dopo un paio d'anni di attività dell'associazione, a far scattare l'iniziativa di costituire il movimento sembra essere stato il "fallimento repentino e inglorioso del governo gialloverde", che rischiava di frustrare del tutto le istanze di cambiamento dei molti che avevano votato per soggetti (Lega e M5S) qualificati come "sovranisti" e "populisti" e che - si legge nel sito - avevano trovato in quell'esecutivo l'esempio di come "fosse possibile costruire un nuovo e più giusto bipolarismo che vedeva finalmente alternarsi forze genuinamente democratiche contro forze palesemente elitarie ed oligarchiche", a partire dai tecnici. Contro il rischio del "triste riproporsi di una dicotomia fasulla e artefatta, che alterna una finta destra ed una finta sinistra" si è voluto creare un nuovo partito "autenticamente sovranista e keynesiano, socialista, populista e democratico, che difenda i legittimi interessi nazionali senza ledere quelli di nessun altro"; che pratichi la coerenza programmatica e riconcili la cultura con la politica, che colleghi davvero il popolo alle istituzioni e difenda i valori della Costituzione "continuamente disattesi da affaristi e globalisti di ogni risma", come pure identità e radici (scegliendo come riferimenti, tra gli altri, Antonio Gramsci e Giovanni Gentile) "senza aizzare sentimenti sciovinisti o fanatici che non ci appartengono".
All'evento fondativo di sabato, al quale ha partecipato anche l'economista Nino Galloni (studioso di moneta complementare), Fusaro ha parlato di "spazi irrappresentati" dopo il "tradimento del M5S, divenuto giallo-fucsia, e della Lega, divenuta verde-bluette": quegli spazi sarebbero rappresentati dal sovranismo socialista e populista, che Vox vuole rappresentare. Non c'è alcun legame tra Vox Italia e l'omonimo soggetto politico spagnolo, come il nuovo partito tiene a sottolineare: grafica e colori sono diversi (e la "O" è la stessa di "Interesse nazionale", compresi le due "spunte alate" verdi e rosse, che assieme al colore carta da zucchero del fondo fanno molto partito nazionale e catch-all) e diverso è lo spirito, che è quello di "pensare e agire altrimenti" (perché le alternative esistono e la politica non è intrasformabile), stando dalla parte di coloro che "il mondo intendono cambiarlo, non solo interpretarlo" (come si legge nel manifesto di Vox Italia).
Per ora non c'è ancora uno statuto, così come c'è un gruppo dirigente ristretto, con un ufficio di presidenza di cui fanno parte il presidente Francesco Toscano, il segretario organizzativo Giuseppe Sottile e il segretario amministrativo Marco Pipino. Nei prossimi mesi si vedrà come il partito procederà a strutturarsi a livello nazionale e locale, proponendo la sua alternativa populista e socialista.
Il progetto era stato annunciato nell'ultima settimana di agosto e, in base alle indicazione che erano state diffuse, avrebbe potuto chiamarsi Interesse nazionale, come l'associazione culturale "di ricerca e speculazione filosofica" sorta a marzo del 2017 per iniziativa dello stesso Fusaro, al fine di "aiutare a comprendere i tempi in cui viviamo e cercare la migliore verità sul vivere civile e sui meccanismi che lo governano con particolare attenzione ai meccanismi economici che incidono sulla vita sociale e con l’ambizione di diventare riferimento intellettuale per imprenditori, amministratori, politici e legislatori, ma anche per aiutare tutti coloro che, in momenti di smarrimento come quelli che stiamo vivendo, sentono la necessità di ritrovare entusiasmo riconoscendosi in un nuovo e più sostenibile modo di pensare e di vivere", il tutto ispirandosi alle scuole filosofiche dell’antichità (non a caso, lo spazio di discussione è stato chiamato Agorà).
L'associazione, per, si configura da statuto come "apartitica ed apolitica", dunque sarebbe stato inopportuno utilizzare lo stesso nome per il nuovo movimento. Ciò, naturalmente, non impediva di creare un soggetto politico con le stesse idee, che configurano un conflitto di classe tra una "ristretta aristocrazia finanziaria" dominante e il precariato (gli "sconfitti della mondializzazione capitalistica", media borghesia compresa): precariato che può vedere tutelati i suoi interessi solo se si riparte "dall'interesse della nazione come unione solidale e operosa di lavoratori e piccola imprenditoria locale, dall'unione delle classi che vivono-del-loro-lavoro, contro il parassitismo del capitale finanziario e dell’aristocrazia finanziaria apolide e sradicata". Ciò - come si legge nel manifesto dell'associazione - porta a non essere né mondialisti o globalisti (per non sacrificare "la molteplicità degli Stati nazionali sull'altare dell'unità falsamente universale del mercato planetario americanocentrico"), né nazionalisti (che sarebbe un altro modo di annullare la pluralità), ma "inter-nazionali", cioè costruendo "un pluriverso multipolare di nazioni sovrane, sorelle e relazionantisi tra loro secondo nessi di riconoscimento solidale": in questo disegno rientrano la difesa della cultura e della lingua nazionali, il contemporaneo perseguimento di valori di destra (radicamento, patria, onore, lealtà, trascendenza, famiglia, eticità) e idee di sinistra (emancipazione, diritti sociali, eguale libertà materiale e formale, dignità del lavoro, socialismo democratico nella produzione e nella distribuzione), il recupero del senso del limite e insieme del possibile.
Dopo un paio d'anni di attività dell'associazione, a far scattare l'iniziativa di costituire il movimento sembra essere stato il "fallimento repentino e inglorioso del governo gialloverde", che rischiava di frustrare del tutto le istanze di cambiamento dei molti che avevano votato per soggetti (Lega e M5S) qualificati come "sovranisti" e "populisti" e che - si legge nel sito - avevano trovato in quell'esecutivo l'esempio di come "fosse possibile costruire un nuovo e più giusto bipolarismo che vedeva finalmente alternarsi forze genuinamente democratiche contro forze palesemente elitarie ed oligarchiche", a partire dai tecnici. Contro il rischio del "triste riproporsi di una dicotomia fasulla e artefatta, che alterna una finta destra ed una finta sinistra" si è voluto creare un nuovo partito "autenticamente sovranista e keynesiano, socialista, populista e democratico, che difenda i legittimi interessi nazionali senza ledere quelli di nessun altro"; che pratichi la coerenza programmatica e riconcili la cultura con la politica, che colleghi davvero il popolo alle istituzioni e difenda i valori della Costituzione "continuamente disattesi da affaristi e globalisti di ogni risma", come pure identità e radici (scegliendo come riferimenti, tra gli altri, Antonio Gramsci e Giovanni Gentile) "senza aizzare sentimenti sciovinisti o fanatici che non ci appartengono".
All'evento fondativo di sabato, al quale ha partecipato anche l'economista Nino Galloni (studioso di moneta complementare), Fusaro ha parlato di "spazi irrappresentati" dopo il "tradimento del M5S, divenuto giallo-fucsia, e della Lega, divenuta verde-bluette": quegli spazi sarebbero rappresentati dal sovranismo socialista e populista, che Vox vuole rappresentare. Non c'è alcun legame tra Vox Italia e l'omonimo soggetto politico spagnolo, come il nuovo partito tiene a sottolineare: grafica e colori sono diversi (e la "O" è la stessa di "Interesse nazionale", compresi le due "spunte alate" verdi e rosse, che assieme al colore carta da zucchero del fondo fanno molto partito nazionale e catch-all) e diverso è lo spirito, che è quello di "pensare e agire altrimenti" (perché le alternative esistono e la politica non è intrasformabile), stando dalla parte di coloro che "il mondo intendono cambiarlo, non solo interpretarlo" (come si legge nel manifesto di Vox Italia).
Per ora non c'è ancora uno statuto, così come c'è un gruppo dirigente ristretto, con un ufficio di presidenza di cui fanno parte il presidente Francesco Toscano, il segretario organizzativo Giuseppe Sottile e il segretario amministrativo Marco Pipino. Nei prossimi mesi si vedrà come il partito procederà a strutturarsi a livello nazionale e locale, proponendo la sua alternativa populista e socialista.
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