lunedì 12 ottobre 2020

Agrigento, simboli e curiosità sulla scheda

Se in quasi tutta l'Italia le elezioni comunali si sono tenute il 20 e 21 settembre, contemporaneamente al voto per il referendum costituzionale, alle regionali e alle suppletive previste, in Sicilia le amministrative si sono svolte nel fine settimana appena trascorso (e non sarà nemmeno l'ultimo turno previsto: in Sardegna il voto è previsto il 25 e 26 ottobre). Se ad Enna è stato rieletto il sindaco uscente, ad Agrigento - l'altro capoluogo interessato dalle elezioni amministrative - si dovrà ricorrere al ballottaggio, previsto per il 18 e il 19 ottobre. Dei sei candidati che si sono presentati alcune manciate di ore fa ad elettrici ed elettori, si affronteranno una seconda volta il sindaco uscente, Calogero (Lillo) Firetto, e un suo ex assessore, Francesco Miccichè, anche se i risultati del primo turno li danno in ordine inverso (36,7% Miccichè, 27,8% Firetto). In vista del ballottaggio, peraltro, Miccichè ha deciso l'apparentamento - oltre che con le sue quattro liste - anche con Forza Italia e Diventerà Bellissima (che, come si vedrà, fin qui hanno sostenuto il candidato Marco Zambuto). Di seguito si vedranno tutti i simboli presenti al primo turno sulla scheda, in ordine di sorteggio.

Daniela Catalano

1) La nuova Agrigento

Il sorteggio aveva collocato al primo posto la candidatura di Daniela Catalano, presidente del consiglio comunale uscente (eletta nel Nuovo centrodestra nel 2015), ma sostenuta in questo caso da un fronte di destra e conservatore. Appoggiata da tre liste, la prima a essere estratta era quella più legata a lei, denominata La nuova Agrigento, con il cognome della candidata in evidenza (e quattro caratteri diversi nel cerchio); non è passata inosservata la scelta di campire quasi tutto il fondo a pennellate blu, in modo piuttosto artigianale ma piuttosto elegante. A dispetto di ciò, alla lista è toccato solo lo 0,5% dei voti.
 

2) Lega

Seconda formazione presentatasi a sostegno di Catalano era la Lega, alla sua prima apparizione alle comunali agrigentine: nel 2015, infatti, sulle schede era finito il simbolo di Noi con Salvini (che aveva preso il 3,45%). Stavolta invece elettrici ed elettori hanno trovato proprio l'emblema con la figura di Alberto da Giussano, con il riferimento alla Sicilia sotto al cognome di Matteo Salvini e al posto della parola "premier". Il risultato, tuttavia, è stato leggermente inferiore rispetto al "precedente" citato: quest'anno la lista "salviniana" si è fermata al 2,5%, con un calo di voti ancora più marcato in termini assoluti.
 

3) Fratelli d'Italia

La formazione più votata della coalizione a sostegno di Catalano è risultata essere Fratelli d'Italia, premiata dal 6,9% di coloro che hanno votato, mentre cinque anni fa si era solo avvicinata al 5% (e ha guadagnato anche in numero assoluto di consensi). Sulle schede la lista aveva corso con il contrassegno elettorale tipico di Fdi, con il simbolo ufficiale inserito all'interno del cerchio con lo stesso motivo bicolore e con il nome di Giorgia Meloni in grande evidenza. Questo appuntamento elettorale, evidentemente, si è posto come un punto di partenza, più che di arrivo, per Fratelli d'Italia ad Agrigento.
 

Francesco Miccichè

4) Uniti per la città

La seconda candidatura estratta è risultata quella di Francesco Miccichè, medico e già assessore della giunta di Calogero Firetto fino al 2017: sarà lui a contendersi al ballottaggio con il sindaco uscente l'amministrazione della città. La prima lisa estratta, tra quelle che lo hanno sostenuto, era Uniti per la città - Sviluppo e lavoro, già presente cinque anni fa nella coalizione che appoggiava Firetto: le stesse sagome umane (tutte maschili) tricolori, lo stesso ramo di mandorlo in fiore su fondo azzurro sfumato (che poi è il colore del fondo del gonfalone cittadino), stavolta il nome scritto per intero e senza "X" al posto di "per". La percentuale è decisamente calata (dal 13,94% al 9,1%), ma rimane uno dei risultati migliori in questo turno.
 

5) Vox Italia

Una delle sorprese di queste elezioni è l'appoggio a Miccichè di Vox Italia, il progetto politico ispirato e guidato da Diego Fusaro: la candidatura del medico, infatti, è stata vista come la sola "di rottura", in grado di cambiare realmente il corso dell'amministrazione cittadina. Per questo esordio agrigentino, Vox Italia ha scelto il suo simbolo nazionale - ancora poco visto sulle schede elettorali - con la doppia spunta tricolore all'interno della O e il motto "Pensare e agire altrimenti". Alla fine, peraltro, la lista si è fermata al 2,2%, ma non è certo stata la prestazione meno fortunata di questo turno.
 

6) Facciamo squadra per Agrigento

Piuttosto meglio di Vox Italia si è collocata Facciamo squadra per Agrigento, terza lista su quattro della coalizione, ma scelta pur sempre dal 7,6% di elettrici ed elettori. La formazione era chiaramente di natura civica, come suggeriva anche il nucleo grafico del contrassegno, rappresentato da una stretta di mano (il segno più classico della cooperazione e delle elezioni locali); questa era inserita in un emblema insolitamente vuoto, con molto bianco e un curioso doppio contorno con la circonferenza esterna spezzata a croce (come in un mirino privato della croce di puntamento).
 

7) Cambiamo rotta per Agrigento

Il risultato migliore, tra le liste che appoggiavano la corsa di Franco Miccichè (e anche tra tutte quelle in campo, con il suo 11,8%), l'ha ottenuto Cambiamo rotta per Agrigento, altra formazione nuova e di natura civica, probabilmente la più vicina alla candidatura del medico: lo si deduce perché il simbolo - chiaramente concepito insieme a quello della lista vista appena sopra - mette in decisa evidenza il riferimento al candidato alla guida della città. Ciò non ha impedito di caratterizzare il contrassegno anche con lo scorcio di un timone, utile a richiamare il "cambio di rotta". 
 

Marcella Carlisi

8) MoVimento 5 Stelle

Niente ballottaggio invece per Marcella Carlisi, scelta come candidata sindaca dal MoVimento 5 Stelle. Si trattava della seconda presenza del M5S alle comunali, dopo quella del 2015 (con il sostegno a Emanuele Dalli Cardillo, che ottenne l'8,79%). In questo caso ha potuto contare su sostegni assai più ridotti: lo dimostra il suo 4,6%, così come il 3% alla fine attribuito alla lista stellata, che cinque anni fa aveva superato invece l'8%. L'emblema è quasi uguale a quello di allora, al di là della dicitura presente nella parte inferiore del contrassegno, che riporta come da marchio registrato il sito nuovo del MoVimento.
 

Angela Maria Serena Galvano

9) Agrigento in movimento

Si era in qualche modo divertito il sorteggio ad accostare due "movimenti" diversi: dopo la candidata del M5S, infatti, era stata estratta Angela Maria Serena Galvano, consigliera comunale uscente legata ad Articolo Uno. La prima delle due liste a suo sostegno era appunto Agrigento in movimento, formazione civica che rappresentava il nome grazie a una fila di varie sagome di persone (assortite) in verde e in cammino, nonché a tre sottili onde arancioni e verdi. L'emblema, piuttosto ben realizzato, si è però dovuto accontentare di uno scarso 0,3%, il risultato più basso di queste elezioni.
 

10) C'è l'alternativa democratica e progressista - Cento passi per la Sicilia

Relativamente meglio è andata alla seconda lista a sostegno di Galvano, C'è l'alternativa democratica e progressista - Cento passi per la Sicilia, di matrice più politica. Lo dimostrano i colori che richiamano Articolo Uno (anche con il riferimento "democratica e progressista") e anche il recupero nominale e grafico dei "Cento passi", progetto elettorale di Claudio Fava lanciato nel 2017 per le regionali siciliane (ovviamente pensando a Pippo Fava). Alla fine la lista ha ottenuto un decoroso 2,3%.
 

Calogero Firetto, detto Lillo

11) Noi - Il popolo della famiglia

Al ballottaggio del 18 e 19 ottobre andrà, sia pure da secondo classificato, anche il sindaco uscente Calogero (Lillo) Firetto, che nel 2015 era stato eletto al primo turno con oltre il 59% dei voti. Formalmente le liste che lo appoggiavano si ponevano come gruppi civici, anche se in qualcuna si poteva trovare qualche tocco politico in più. Era il caso, ad esempio, di Noi, che nel simbolo blu e giallo (colori già visti) poneva in bella vista un tempio stilizzato - segno del territorio efficace per Agrigento - ma anche la Sicilia con i suoi colori, con al di sotto la dicitura "Movimento per il regionalismo"; non mancava poi la "pulce" del Popolo della famiglia. La lista, superando di poco i mille voti, ha ottenuto il 3,8% dei consensi.
 

12) Onda

Si poneva come civico-politica la lista Onda, votata dal 5,9% delle elettrici e degli elettori di Agrigento: un piccolo tocco politico è indicato dalla dicitura (quasi ripetizione della precedente) "Movimento popolare regionalista", a segnalare che la lista era legata al progetto politico del consigliere regionale Carmelo Pullara (cui in effetti si deve ricondurre anche la prima). Il nome della lista era sovrapposto guarda caso a un'onda stilizzata (con tanto di gabbiano in volo), mentre sopra il sole sorgeva dietro la Sicilia e, in filigrana, si vedeva un arcobaleno, come a voler indicare la nascita di una nuova stagione.
 

13) Andiamo avanti

La natura civica era stata direttamente dichiarata dalla lista Andiamo avanti, anche se proprio Firetto l'aveva definita per la stampa "lista ammiraglia che raccoglie candidati con esperienza politica": non sembra un caso, allora, che sia la formazione della coalizione del sindaco uscente che ha ottenuto più voti (pari all'8,5%). L'idea del procedere suggerita dal nome era espressa, oltre che dall'evidenza data alla parola "avanti", anche dal triangolo stondato blu su fondo azzurro, che di fatto trasformava l'intero contrassegno in un gigantesco tasto "Play".
 

14) Agrigento sostenibile

Altra lista direttamente riconducibile alla squadra del sindaco uscente era Agrigento sostenibile, i cui colori erano in pratica gli stessi del contrassegno precedente, ma a parti invertite (fondo color carta da zucchero, grafica azzurra). La lista - l'ultima a essere chiusa, a quando indicato dai media - suggeriva nel nome l'attenzione a temi di natura ambientale, ma traduceva graficamente l'idea del sostegno proponendo come immagine un capitello ionico stilizzato (anche se, per la cronaca, ad Agrigento prevale decisamente lo stile dorico). La lista, tuttavia, è stata la meno fortunata della coalizione, potendo contare solo sullo 0,4% dei consensi.
 

15) Futura Agrigento

Era stato sempre il sindaco uscente e in cerca di riconferma a presentare Futura Agrigento come "lista di giovani" (che peraltro non sembra essere stata particolarmente premiata dalle urne, avendo ricevuto solo l'1,2% dei voti validi). L'idea di una formazione dinamica era stata suggerita, oltre che dalla parola "futura" in grande evidenza e dalle linee "crescenti" nella parte superiore (che cercavano di conferire dinamicità al contrassegno), dall'uso non marginale del colore rosa, poco istituzionale, per nulla "paludato" e più adatto a un uso "giovane".
 

16) Buongiorno Agrigento

Altra lista tra quelle originariamente previste era Buongiorno Agrigento, che nelle intenzioni dei presentatori era la formazione deputata a ospitare soprattutto gli amministratori precedenti che si sarebbero ricandidati con Firetto. In questo simbolo, a fondo azzurro, si vede un sole stilizzato - molto in stile "riccio" - che sorge dietro al nome della lista (il motivo dunque si ripete, dopo la lista Onda), anche se proprio la riproposizione degli amministratori uscenti non suggeriva l'idea di una sorta di "alba nuova", ma più semplicemente di un nuovo giorno sotto lo stesso sole. In ogni caso, la lista ha ottenuto il 7% ed è risultata la seconda più votata della coalizione.
 

17) Rinasce Agrigento

L'ultima lista indicata dal sorteggio per la coalizione (che è stata anche l'ultima sorteggiata in assoluto) è stata anche quella che si poneva in maggiore continuità con la vittoria di Firetto del 2015: Rinasce Agrigento, infatti, è stata la formazione più votata alle elezioni di cinque anni fa (aveva ottenuto il 16%). Il simbolo, tuttavia, era stato profondamente modificato (anche solo per non mettere di nuovo un sole): la struttura era molto simile a quella di Buongiorno Agrigento, anche se le linee blu oblique in qualche modo richiamavano l'idea di un sole nascente. Questa volta la lista ha ottenuto il 5,9%.
 

Marco Zambuto

18) Forza Italia

Ultimo candidato estratto tra gli aspiranti alla guida della città è stato Marco Zambuto, già sindaco di Agrigento dal 2007 al 2014 (eletto col centrosinistra, avendo poi aderito al Pdl, poi all'Udc e infine al Pd), dimessosi in seguito a una condanna per abuso d'ufficio. Ora si è ripresentato sostenuto da tre liste chiaramente di centrodestra: per prima era stata sorteggiata Forza Italia, che sotto alla bandierina e al cognome di Silvio Berlusconi aveva il riferimento al candidato stesso. Con il suo 11,4% la lista è stata la più votata della coalizione e la seconda con più consensi in assoluto.
 

19) Diventerà bellissima

Seconda formazione indicata dal sorteggio era Diventerà bellissima, chiaramente legata al progetto politico-elettorale che nel 2017 aveva portato Nello Musumeci alla guida della regione Sicilia. Il simbolo aveva la struttura cromatica già vista altrove (anche se ribaltata rispetto all'emblema presentato alle regionali, con la parte preponderante gialla collocata in alto e non in basso; da notare il riferimento a Zambuto in una font diversa rispetto a quella usata per la parola "sindaco"). Alla prova delle urne Diventerà bellissima ha potuto contare sul 5,8% dei voti.
 

20) Unione di centro

Il sorteggio, a suo modo, era riuscito a prevedere l'ordine di piazzamento delle liste della coalizione a sostegno di Zambuto. Per terza e ultima (della compagine e di tutte le liste in corsa ad Agrigento) era stata infatti indicata l'Unione di centro, che si è dovuta accontentare del 3,9%. Il simbolo, di base, era lo stesso dell'Udc a livello nazionale (il partito, in Sicilia, è peraltro più forte rispetto a molte altre aree); impossibile non notare, peraltro, la scarsissima grazia con cui è stato inserito (anche qui...) il riferimento al candidato sindaco nel segmento rosso che di norma ospita la parola "Italia", con un carattere Tahoma che nulla ha a che fare col resto della grafica.

Nessun commento:

Posta un commento