lunedì 7 dicembre 2020

Più Eco, il nuovo movimento degli Ecologisti confederati

Ci è voluto molto più tempo del previsto perché il processo si completasse, ma ieri è nato un nuovo soggetto politico ecologista, con l'idea di far pesare di più la sensibilità ambientalista, ecologista e animalista al di fuori dei partiti e degli schieramenti tradizionali. Il nuovo movimento si chiama Più Eco - Ecologisti confederati: l'assemblea fondativa si è dovuta necessariamente tenere solo online, ma si è trattato dell'atto conclusivo di un cammino intrapreso molti mesi fa da vari gruppi di quell'area (inevitabilmente rallentato dalla pandemia e dai suoi effetti) e, allo stesso tempo, del momento iniziale di una nuova strada, ancora in buona parte da tracciare e costruire. 
 
Più Eco, in particolare, è il frutto dell'impegno comune di 41 diversi soggetti, tra movimenti, associazioni, liste civiche, comitati cittadini e centri studi. La realtà più impegnata e più nota è certamente il Fronte Verde - Ecologisti indipendenti, ma a questa si sono via via unite varie altre sigle: tra queste figurano Unione degli Animalisti, Veneto Ecologia Solidarietà, Sicilia Protagonista, Onda Civica Trentino, Movimento dei Disoccupati e Precari del Mezzogiorno, Democrazia Ecologica, Gruppi di ricerca e formazione ambientale, Socialismo tricolore, Movimento Partite Iva e molte altre realtà che hanno scelto di unire le loro forze in un progetto più ampio. Non si scioglieranno e continueranno a esistere come soggetti autonomi, ma porranno particolare attenzione al nuovo progetto politico.
Uno dei punti più rilevanti del percorso fatto in questi mesi si è avuto tra maggio e giugno, prima con la stesura e poi con l'apertura alle adesioni del 
Manifesto degli Ecologisti confederati, che ha delineato i tratti essenziali del nuovo progetto politico, indicando innanzitutto lo sviluppo responsabile, l'impiego di fonti energetiche alternative e rinnovabili (al posto di quelle fossili e di altre fonti pericolose come quella nucleare), l'impegno per fermare  il  cambiamento climatico, per una  svolta ecologica a tutela della biodiversità, nonché contro la vivisezione, gli  allevamenti  intensivi e l'agricoltura degli Ogm; non mancavano la battaglia contro la concentrazione delle risorse alimentari mondiali e le opere pubbliche inutili e impattanti, nonché a favore dell'acqua come bene comune e pubblico, della riduzione dei rifiuti e del riciclo; si proponeva di creare un Piano nazionale urbanistico (per una progettazione guidata da principi comuni e contro il consumo di suolo e la speculazione), di puntare sull'educazione ambientale come materia scolastica e di adottare una politica conservativa del patrimonio forestale. Altri punti del manifesto riguardavano il sistema sanitario e lo stato sociale (da difendere e valorizzare), la ricerca scientifica (cui destinare maggiori risorse) e il mondo del lavoro (puntando sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e su un patto sociale contro la disoccupazione, anche grazie all'economia verde e della cultura); si proponevano poi la "nazionalizzazione" della Banca d'Italia e misure improntate a una maggiore sobrietà per la politica e alla lotta all'evasione fiscale (ma cercando nel contempo di agevolare i ceti più poveri). Infine, quanto alla dimensione europea, si prendeva posizione a favore della creazione di un esercito europeo (proponendo nel contempo di superare la Nato e la presenza militare statunitense in Italia) e di "una nuova Europa sociale, solidale e confederata, che sia Patria dei Popoli e non schiava delle Banche e delle Multinazionali" (con un deciso no a un assetto istituzionale che non dia peso al Parlamento europeo e un rifiuto netto del Mes, del Recovery Fund e di "tutte le altre forme usuraie e ricattatorie come il Fiscal Compact".
Anche di quei temi - soprattutto di difesa delle acque, salvaguarda del territorio, tutela del patrimonio paesaggistico, faunistico e archeologico, conciliazione di lavoro, salute e sviluppo sostenibile - si è discusso nell'assemblea fondativa online di ieri, cui hanno partecipato delegati di varie parti d'Italia. Tra gli ospiti presenti - oltre a Francesco Cufari, presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della Calabria, e a Markus Maurmair, sindaco di Valvasone Arzene (PN) e presidente del Patto per l’autonomia) - si segnala l'ex deputato europeo Beniamino Donnici (approdato a Bruxelles nel 2007 dopo la candidatura nella lista Di Pietro-Occhetto - Società civile, dopo una militanza nel Msi, in Calabria libera e poi nell'Italia dei valori). 
Particolarmente rilevante, anche sul piano "simbolico", è stata la presenza di Jean-Marc Governatori, consigliere comunale di Nizza e presidente nazionale del partito francese Alliance écologiste indépendante (nato nel 2009 dalla convergenza di 
La France en action, Génération écologie e Mouvement écologiste indépendant), che rifiuta di inserirsi nelle logiche di posizionamento destra-sinistra. Governatori - che ha segnalato come l'emergenza climatica sia di livello mondiale e perfino più importante di quella rappresentata dalla pandemia da Coronavirus - ha annunciato l'imminente alleanza con Più Eco, tendendo a programmi e intenti comuni anche in ambito europeo. Ciò non è secondario, considerando che il partito al momento può contare su due seggi a Bruxelles dopo le elezioni dello scorso anno (gli eletti appartengono al gruppo Verdi/Ale) e - qualora non venisse mutata la legge elettorale - un'alleanza con quel gruppo potrebbe consentire la presentazione di liste alle europee senza bisogno di raccogliere le firme.
A rendere più visibile l'alleanza provvede la scelta di un simbolo per Più Eco chiaramente ispirato a quello del partito francese: se il logo dell'Alliance écologiste indépendante è il globo terrestre adattato a forma di cuore, il nuovo soggetto politico italiano ha reinterpretato lo stesso tema, facendo stare nel tradizionale cuore stilizzato gran parte delle terre emerse, optando per la rappresentazione del planisfero
Nell'assemblea di ieri, oltre che discutere di vari temi - erano presenti anche la geologa Eugenia Belluardo (Trapani), la docente Giuliana Farinaro (Caserta), l’archeologa Maria Lucia Guarneri (Enna), Antonella Vincenzi (Cosenza) e la presidente di Veneto Ecologia Solidarietà nonché ex consigliera regionale del Veneto Patrizia Bartelle - e presentare l'emblema del movimento, si è provveduto a eleggere gli organi di vertice del movimento. In particolare, il presidente nazionale di Più Eco sarà Vincenzo Galizia, già a capo del Fronte Verde fin dalla sua fondazione: nel suo intervento ha voluto riaffermare la trasversalità e l'alternatività dalle logiche partitiche del nuovo progetto, che può qualificarsi come movimento civico non solo a carattere nazionale ma soprattutto attento alle istanze locali e territoriali; a livello europeo, invece, il rapporto privilegiato con l'Alliance écologiste indépendante dovrà puntare alla creazione di un nuovo raggruppamento ecologista europeo davvero indipendente da quelli oggi presenti. Come presidente del comitato scientifico è stato Mario Canino (in un primo tempo individuato come candidato alla presidenza delle Marche del Fronte Verde - Ecologisti confederati, quando si pensava a una corsa autonoma col simbolo dell'arciere), mentre Carlo Pompei è il nuovo responsabile del dipartimento comunicazione. 
Il movimento è sorto ufficialmente lontano dalle scadenze elettorali ufficiali (a meno di elezioni anticipate, ovviamente), ma conta di prepararsi con una certa cura ai prossimi appuntamenti, anche considerando - in prospettiva - di chiedere l'iscrizione al Registro dei partiti politici quando questo sarà possibile. Per questo e per altri passaggi, in ogni caso, c'è tempo.

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