Si è detto più volte in queste pagine che un partito, dal punto di vista giuridico, in Italia altro non è che un'associazione non riconosciuta. Su questa base, può persino capitare che all'interno di un semplice gruppo di persone legate a un'associazione già esistente sorga in alcuni componenti il desiderio di fare qualcosa di più, anche solo per rendere più visibili i propri impegni per una comunità o una categoria e anche a costo di mettere in campo azioni "sopra le righe". Viene da pensare che sia accaduto questo apprendendo della nascita di un nuovo soggetto politico, denominato Movimento liberale italiano, che muove i primi passi a livello locale ma potrebbe espandere la propria azione in un territorio più vasto.
Il sorgere di questo nuovo movimento è stato ufficializzato il 9 dicembre, nel tardo pomeriggio, in una conferenza stampa a Pesaro: a dare l'annuncio, in particolare, sono stati il neopresidente Umberto Carriera e il coordinatore Giulio Borgognoni. Su Facebook è già presente un gruppo di oltre 3800 membri: si tratta dell'evoluzione del gruppo Partite Iva Marche - Insieme per cambiare, nato a gennaio di quest'anno. In quel gruppo il Mli è descritto come "Un'associazione fatta di persone che si sporcano le mani, di imprenditori, partite Iva, cittadini pronti alla lotta alla sopravvivenza contro un governo che ci ha messo in ginocchio. Si organizzeranno proteste vere e non virtuali, di disobbedienza civile e scioperi fiscali". Il senso del ritrovarsi insieme, come segnalato nella nota che annunciava la costituzione del movimento, era "contrapporsi, con azioni di disobbedienza civile e pacifica, alle continue limitazioni imposte dal governo, attraverso Dpcm del tutto arbitrari, che da troppo tempo obbligano sia le attività commerciali a non lavorare, che i cittadini a rinunciare ai loro diritti individuali e alle libertà personali costituzionalmente garantite".
In effetti, ancor prima di costituire il nuovo soggetto, i fondatori del movimento avevano già iniziato a mettere in pratica il loro disegno. Il presidente Carriera, ristoratore, era infatti già finito all'attenzione delle cronache perché il 26 ottobre aveva tenuto aperto per la cena uno dei suoi locali a Pesaro, violando deliberatamente le disposizioni in vigore in quel periodo: questo gli aveva portato notorietà, ma anche una sanzione e un provvedimento di sospensione della licenza per quel ristorante. Carriera tuttavia non ha cessato le sue azioni, ripetendo le aperture serali negli altri suoi cinque locali, ospitando pure Vittorio Sgarbi in alcune occasioni (e ricevendo altre sanzioni per quei comportamenti).
Per il momento non c'è l'idea di presentare candidature alle elezioni, ma di far pesare esigenze e problemi della categoria degli imprenditori, soprattutto dei commercianti e dei ristoratori: "Il Movimento - ha detto sempre Carriera alla conferenza stampa - nasce dalla necessità non di fare politica, ma di farsi sentire. Abbiamo fatto disobbedienza e tanti italiani sono pronti a seguirci. Vogliamo ribellarci a questi Dpcm e sostenere un milione di cittadini in difficoltà, partite Iva e chi non ha voce. Non siamo politici, ma cittadini che non vogliono sottostare a misure ridicole: fa rabbia che migliaia di famiglie non si ritroveranno a Natale. Non vogliamo sussidi dallo Stato, vogliamo lavorare e guadagnare in base alla nostra capacità imprenditoriale. Sento sulla mia pelle il peso degli oltre quaranta dipendenti che ho, di quaranta famiglie senza stipendio e con la cassa integrazione che arriverà chissà quando".
Pur non avendo in mente iniziative elettorali, il gruppo di fondatori (di cui, secondo quanto indicato da Adnkronos, fanno parte anche l'avvocato Riccardo Piergiovanni, il regista Luciano Bottaro e l'imprenditore Lucio Zanotti) ha deciso di darsi un simbolo, che naturalmente contiene i quattro colori nazionali: il semicerchio superiore è dedicato al tricolore, con le bande curve e il nome del nuovo soggetto nella parte centrale bianca; il semicerchio inferiore è tutto azzurro e ospita la sigla a caratteri cubitali (e graziati, stile Times New Roman, a differenza della font "bastoni" usata per il nome). A un primo sguardo potrebbe trattarsi di un emblema provvisorio, da curare meglio graficamente in un secondo momento (e ce ne sarebbe bisogno); se le iniziative non dovessero esaurirsi, non mancherebbero le occasioni per farlo.
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