L'evento era stato annunciato da giorni, in particolare da Rossella Muroni, già presidente di Legambiente ed eletta alla Camera nelle liste di Liberi e Uguali: "Alla fine del 2017 Piero Grasso mi ha proposto di candidarmi da indipendente con il nascente progetto di Liberi e Uguali: aveva in mente un partito moderno, con valori chiari e con lo sguardo fisso sul futuro, soprattutto sui temi dello sviluppo sostenibile. [...] Sono passati tre anni e da allora ho provato a lavorare affinché prendesse forma quel 'progetto visionario'. La storia la conoscete: LeU non è mai nata. LeU esiste come gruppo parlamentare, nella maggioranza e al Governo. Esiste anche nei sondaggi e nell'immaginario delle persone, specialmente di quelle che si sono impegnate affinché diventasse qualcosa di più. Ma non nella realtà, perché non ha saputo - o voluto - essere all’altezza della sfida che sognava di vincere". Così Muroni il 3 marzo aveva annunciato il suo ingresso nel gruppo misto, con l'idea di creare "un presidio Verde in Parlamento".
Questo presidio è stato presentato ufficialmente oggi, nelle forme di una nuova componente politica del gruppo misto, denominata Facciamo Eco - Federazione dei Verdi e composta, oltre che da Muroni, da Alessandro Fusacchia (eletto in +Europa) e da Lorenzo Fioramonti (eletto con il MoVimento 5 Stelle, uscito all'inizio del 2020 e che in molti si attendevano di vedere alla guida di un gruppo o almeno di una componente, denominata proprio Eco). La componente non è ancora stata formalmente registrata nel sito della Camera (anche se probabilmente sarà annunciata nel corso della seduta odierna), ma per Muroni è soprattutto un'articolazione "assolutamente preziosa e indispensabile in un momento in cui tutti parlano di transizione ecologica. Abbiamo votato la fiducia al governo Draghi, ma proprio per questo siamo convinti che c’è bisogno di uno scatto di responsabilità e di incalzare questo esecutivo sui temi della transizione ecologica, e non solo".
Il primo nome della componente, quello più aderente alla presenza parlamentare effettiva, è Facciamo Eco: il nome richiama tanto l'ecologia, quanto l'economia (quindi una via che renda compatibili entrambi i piani), "ma - aggiunge Muroni - significa anche 'fare eco' alle tante voci che rimangono fuori dal Parlamento e chiedono di essere ascoltate, comprese quelle del mondo dell'innovazione culturale, della scuola, della formazione, dell'innovazione in campo ambientale; penso per esempio migliaia imprese green che potrebbero dare un grande contributo a questo paese in termini economici e di posti di lavoro e invece non trovano riferimenti. Non possiamo assolutamente accettare che la transizione ecologica rimanga uno slogan o un'indicazione che arriva dall'Europa".
Il nome della componente, peraltro, è composto anche da un'altra parte e, naturalmente, non è un caso: sempre Muroni ha infatti ricordato, in modo piuttosto franco, che la componente "vede la luce grazie alla collaborazione dei Verdi italiani". Com'è ben noto a chi frequenta questo sito, perché una componente di almeno tre persone sorga occorre che questa rappresenti un partito che esisteva con certezza al tempo delle elezioni e abbia presentato candidature alle ultime elezioni della Camera "anche congiuntamente con altri". Questo requisito è integrato dalla Federazione dei Verdi, che ha concorso al voto del 2018 all'interno della lista Insieme Italia Europa, insieme al Psi e ad Area civica.
Muroni si è però affrettata ad aggiungere che l'iniziativa parlamentare nasce "anche in ambito europeo", rivendicando il collegamento con rappresentanti dei Verdi europei, visto che la transizione ecologica non può che avere un respiro continentale: "In Parlamento ci batteremo per le generazioni future, cui stiamo fisicamente sottraendo risorse; poi ci batteremo per l'ecologia vera e non di facciata, quella del greenwashing; ci batteremo per l'Europa come punto strategico e per coloro che meritano riscatto anche se non vengono ascoltati; ci batteremo per la cura dei processi, della relazione tra le persone, del pianeta; ci batteremo per i talenti, di cui il nostro Paese è ricchissimo ma fanno fatica ad emergere". In questo senso, i membri della componente hanno presentato anche un pacchetto programmatico "per partire": il servizio civile ambientale, una riforma fiscale "verde" per sostenere le imprese nella transizione ecologica, digitalizzazione e sburocratizzazione della pubblica amministrazione, classi scolastiche a misura di studente, più valore alle competenze green e, in generale, più investimenti per una nuova cultura (anche tecnologica, ma non solo) che possa rigenerare tanti luoghi d'Italia.
Proprio in virtù del sostegno che ha consentito il sorgere della componente benché nessun esponente "verde" sia stato eletto nei collegi uninominali o plurinominali nel 2018, è intervenuta Elena Grandi, co-portavoce dei Verdi, sottolineando la necessità dell'impegno congiunto sulla giustizia ambientale e sulla giustizia sociale. "Siamo molto contenti come Federazione dei Verdi di far parte di questo progetto - spiega - così potremo lavorare su temi che a tutte e tutti noi stanno a cuore: abbiamo gli strumenti per fare un grande lavoro insieme, nella consapevolezza che la ripresa che dovrà partire da questa transizione ecologica". Tra le altre persone intervenute, va segnalata anche Vula Tsetsi, segretaria generale del gruppo verde (European Green Party) al Parlamento europeo, che ha ribadito il pieno sostegno alla componente ecologista alla Camera attraverso i Verdi italiani: "Per noi l'Italia è un paese di estrema importanza, vediamo una crescita molto importante in tutta l'Europa e crediamo sia politicamente molto importante concentrarsi sull'Italia perché possa essere interessata da questa 'onda verde', mentre siamo sorpresi di tutti questi partiti che si proclamano veri ecologisti, ma sono stati al governo, potevano fare e non hanno fatto, quindi non vanno presi sul serio".
Al di là del contenuto della conferenza stampa, Fioramonti su Facebook ha dichiarato: "In questa fase politica, in cui tutti si reinventano ecologisti, è importante che chi ha una storia di impegno concreto sul fronte ambientalista faccia sentire la propria voce, dando spazio a tutte quelle realtà associative e scientifiche che da decenni si battono per una vera transizione ecologica del Paese. Grazie all'accordo con la Federazione dei Verdi, abbiamo deciso di mobilitarci per ricordare come un vero cambiamento sia possibile solo dando 'voce' a chi non ce l'ha, soprattutto le nuove generazioni, che ci chiedono un'inversione di rotta tanto radicale quanto concreta per garantire un futuro sostenibile. L'ambientalismo politico non può prescindere da una nuova visione dell'economia, che sia improntata ai valori dell'ecologia, facendo leva su tutti gli ecosistemi dell'innovazione tecnologica e sociale".
Particolarmente interessante, tuttavia, è un post pubblicato il 3 marzo (lo stesso giorno dell'uscita di Muroni da Leu) sulla sua pagina Facebook da Alessandro Fusacchia, che dopo l'abbandono di +Europa il 12 ottobre 2019 ha continuato a identificarsi almeno in Movimenta, associazione politica che nel 2017 lo stesso Fusacchia ha contribuito a fondare e che inizialmente era vicina a Radicali italiani, poi ha continuato il suo percorso come piattaforma di innovazione politica progressista, ecologista, femminista ed europeista.
Il post di cui si parlava poc'anzi dà conto di alcuni passaggi dei mesi scorsi, particolarmente interessanti per chi studia le dinamiche dei partiti e delle articolazioni parlamentari (in particolare il sorgere e la permanenza delle componenti). Merita di essere riportato un passaggio:
Da quando un anno e mezzo fa - al momento del varo del secondo governo Conte - avevo lasciato +Europa, la componente al Misto di cui sin dal mio arrivo alla Camera facevo parte con i colleghi Bruno Tabacci e Riccardo Magi (anche loro eletti di +Europa), era diventata de facto una componente ‘tecnica’, puramente istituzionale, senza più una prospettiva politica comune. Tra dicembre e gennaio si era poi verificata l’uscita di Magi e l’ingresso di molti colleghi, principalmente ex 5stelle, incoraggiati dall’ipotesi illustrata da Tabacci di diventare uno spazio di riferimento per Giuseppe Conte, cosa che aveva ritrasformato la natura della componente. In questi anni ho sempre considerato Movimenta la piattaforma con cui portare avanti istanze e battaglie in cui credo, dialogare con altre realtà, costruire iniziative. Mi è sembrato quindi logico e naturale prendere un’iniziativa politica complementare anche in Parlamento, concorrendo a creare una componente nel gruppo Misto con colleghe e colleghi con cui sento – a partire proprio da Rossella Muroni, di cui vi invito a leggere l’intervista rilasciata oggi a Repubblica – piena affinità politica e con cui sono pronto a scommettere che un altro modo di fare politica sia ancora possibile. Prima di muoverci, abbiamo preferito aspettare che la crisi di governo si risolvesse e che il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi fosse pienamente a regime, non volendo che la nostra operazione venisse letta diversamente da quello che è. Adesso si può tornare a discutere di visioni politiche e di priorità per l’Italia.
Quella annunciata oggi è solo una componente, non c'è l'idea di costituire un partito: "Io - ha detto Muroni rispondendo a una domanda di Emanuele Bompan, del Fatto Quotidiano, alla fine della conferenza stampa - penso che i partiti non vadano fondati in Parlamento, men che meno con una componente del gruppo misto; il tentativo è di dare il contributo a ridefinire un campo che mi sembra pieno di macerie, ma vogliamo essere molto attenti a essere disponibili per un processo di ricostruzione, non certo a essere l'ennesima frazione che si crea. Non si tratta né di iscriversi ai Verdi né, appunto, di fondare un partito, ma di avere una componente in Parlamento utile a chi fuori da qui vorrebbe tanto fare politica ma è ormai scoraggiato". In effetti un vero simbolo della componente non c'è: alla fine della conferenza stampa Fusacchia, Muroni e Fioramonti hanno mostrato ai fotografi una grafica semplicissima, contenente il nome della componente (anzi, per l'esattezza quello mostrato era il sito FacciamoEco.it) bianco su un rettangolo verde chiaro, a sua volta su fondo viola. Si tratta dei colori che caratterizzano il citato sito web, senza che si possa parlare di un simbolo, che in effetti non è nemmeno richiesto: l'unico che serviva davvero, in fondo, era quello dei Verdi.
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