Il decreto-legge n. 25/2021, pubblicato l'8 marzo in Gazzetta Ufficiale e ora all'esame del Parlamento per la conversione, ha disposto di fatto il rinvio al periodo tra il 15 settembre e il 15 ottobre anche delle elezioni amministrative. Pure a Roma, dunque, si voterà nel primo autunno e c'è più tempo per preparare le candidature, farle conoscere e - particolare non indifferente - raccogliere le firme necessarie. Finisce dunque per fruire di questo tempo ulteriore anche REvoluzione Civica, progetto politico assai recente, che si propone innanzitutto di "rispettare e valorizzare le peculiarità dei singoli territori del nostro Paese; accrescere la cultura e la conoscenza dei cittadini e delle cittadine, il loro senso civico e di comunità al fine del miglioramento generale della qualità della vita". Non si pone limiti territoriali, la nuova creatura politica, ma come prima sfida - o comunque la principale - ha già individuato proprio la competizione elettorale nella Capitale, anche perché è già stata individuata la candidata sindaca: si tratta di Monica Lozzi, attuale Presidente del VII Municipio.
Lozzi, eletta nel 2016 con il MoVimento 5 Stelle al ballottaggio (contro la candidata del Pd Valeria Vitrotti), a luglio dello scorso anno aveva lasciato il M5S avvicinandosi a ItalExit di Gianluigi Paragone, proponendosi già allora come aspirante prima cittadina di Roma; all'inizio di novembre, tuttavia, Lozzi si è allontanata da quel progetto - sia pure in modo non traumatico - dopo che ItalExit (come ha dichiarato lei stessa) ha adottato "una linea più conservatrice sul tema dei diritti civili", oltre a decidere di schierare il simbolo alle comunali (mentre lei avrebbe voluto un progetto civico e non politico). Già, perché già un paio di settimane prima (il 20 ottobre) era stata lanciata REvoluzione civica.
Già il nome, in un certo senso, era ed è un programma, essendo un'evidente crasi di "Evoluzione" e "Rivoluzione": "con Evoluzione, termine principale, si vuole sottolineare - così si legge nel sito della formazione civica - l’importanza dello sviluppo della cultura e della conoscenza in capo ai cittadini e alle cittadine quale modalità principale su cui organizzare l’azione politica, mentre il secondo termine, Rivoluzione, pur entrando in gioco in modo residuale (con la sola R all’inizio) risulta a volte funzionale al perseguimento e alla realizzazione della stessa Evoluzione per come intesa sopra".
Per Lozzi e le altre persone sono fondamentali la partecipazione cittadina organizzata e la valorizzazione del lavoro di squadra, valori che sono richiamati nella "storia del Colibrì" riportata nel sito:
Un'antica favola africana racconta del giorno in cui scoppiò un grande incendio nella foresta. Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati. Mentre se la dava letteralmente a gambe il leone vide un colibrì che stava volando nella direzione sbagliata. "Dove credi di andare?" chiese il re della foresta, "C'è un incendio, dobbiamo scappare". Il colibrì rispose “Vado al lago per raccogliere acqua da buttare sull’incendio”. Il leone domandò prontamente "Sarai mica impazzito!!! Non crederai di poter spegnere un incendio gigantesco con quattro gocce d’acqua", al che il colibrì concluse "Io faccio la mia parte". Il leone si mise a ridere e disse "Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?". Insieme a tutti gli altri animali della foresta incominciò a prenderlo in giro. L'uccellino incurante delle risate si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un'altra goccia d’acqua. A quella vista un elefantino che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume dopo aver aspirato quanta più acqua possibile la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano si riempì il grande becco di acqua, prese il volo e la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme. Contagiati da quegli esempi tutti i cuccioli di animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. A quella vista gli adulti smisero di deriderli e pieni di vergogna incominciarono ad aiutarli. Quando le ombre della sera calarono nella foresta l’incendio poté dirsi ormai domato. Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse "Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che insieme si può spegnere un grande incendio".
Piaccia o meno la favola, è da apprezzare l'aver voluto rendere esplicito il messaggio alla base del simbolo pensato per la lista: sul fondo giallo (unico elemento cromatico di continuità almeno parziale con l'esperienza del M5S, se si vuole) e bordato di verde c'è infatti una sagoma tricolore del colibrì, che punta col becco verde sulla "E" iniziale di Evoluzione, altrettanto verde e proposta in una curiosa font Monotype Corsiva (in effetti poco praticata nei contrassegni elettorali); la "R" di Rivoluzione è posta a specchio, ricavata "in negativo" in campo rosso. Sotto al nome (per il resto proposto in colore nero), un arco tricolore riprende in qualche modo il motivo del colibrì e traccia una sorta di sorriso all'interno del cerchio. Sembra ormai dunque definitivo il disegno dell'emblema, senza l'inserimento di altri elementi (incluso il riferimento alla candidata sindaca). Da qui all'autunno il problema non sarà certo raccogliere le firme, ma farsi conoscere, strutturarsi come progetto civico e magari andando oltre la Capitale, ma facendo il possibile per convincere elettrici ed elettori.
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