lunedì 8 marzo 2021

Partito liberale europeo, le stelle tra due fasce tricolori

Dopo lo scioglimento del Partito liberale italiano, il 6 febbraio 1994, i liberali italiani non hanno conosciuto pace: pochi o tanti che fossero, non hanno avuto più una formazione politica unica di riferimento (sebbene il testimone della storia del Pli fosse stato assunto, fin da quello stesso 6 febbraio e sempre all'Ergife di Roma, dalla Federazione dei liberali italiani, fondata in piena continuità ideale e politica). Sì, c'era Forza Italia che si era posto come ideale "casa dei liberali" (e non solo), ma non poteva certo dirsi che tutti i liberali si fossero ritrovati lì. Nel corso del tempo, infatti, sono nati vari soggetti politici - compreso il Partito liberale fondato nel 1997, poi ridenominatosi Pli nel 2004 e tuttora attivo - quasi a voler significare che ognuno di questi serviva a dare voce a un punto di vista liberale che altrove mancava o non era considerato a sufficienza.
Anche di recente nuovi soggetti politici di chiaro riferimento liberale sono comparsi e uno di questi ha aperto il suo sito da poche settimane, la pagina Facebook addirittura il 6 febbraio di quest'anno (e chissà se c'era l'intenzione di dare un altro significato a quella data così poco gradevole per i liberali italiani...). Si sta parlando del Partito liberale europeo, che risulta fondato da Francesco Patamia (attualmente presidente), Marco Montecchi (segretario) e Giovanni Antonio Cocco (tesoriere).
Un primo articolo che presentava il disegno politico del partito era stato pubblicato alla fine del 2020 sul sito Eurocomunicazione.com. Lì si faceva riferimento a un "manifesto dei principi" nel quale si legge, tra l'altro, questo:
Lo Stato come espressione democratica di Comunità, ha il dovere di preservare la centralità dell’individuo/cittadino e la sua libertà, di regolare le dinamiche sociali per garantire la qualità della vita politica economica civile, dove la cultura identitaria del Paese affonda le proprie radici nella propria Storia di Comunità. Da qui discende che lo Stato non può assorbire spazi di libertà ma, essendo espressione non di una massa di persone ma di una comunità di individui, deve favorire, senza condizionamenti di credo, di pensiero, di ceto, di genere, di colore, di cultura, di titolo, che ogni proprio cittadino possa cogliere, nella propria libertà, ogni opportunità per consolidare la propria dignità e identità. Dal riconoscere il diritto alla proprietà privata, come prodotto di proprie condizioni, capacità, attitudini, attività, imprenditorialità, nasce la consapevolezza che lo Stato è di proprietà del cittadino, quindi alveo di Etica e Morale.
Nel sito si trova un programma in sedici punti, piuttosto articolato (Concretezza, operatività e attuazione progettuale; la burocrazia può essere causa di illegalità; stato di diritto con una giustizia giusta; regole, norme e leggi che paralizzano la nazione; l'enorme pressione fiscale il vero nemico della crescita economica; welfare non vuol dire assistenzialismo ma responsabilità sociale; emigrazione circolare: sostegno ai giovani made in Italy; investimenti e creazione di posti di lavoro; lotta alla contraffazione e tutela del nostro prodotto; ricerca e innovazione per una veloce Digital Transformation; istruzione efficiente per il progresso economico e sociale; impulso a turismo e crescita culturale; potenziamento dell’economia circolare e sviluppo sostenibile; la sicurezza dei cittadini è un sinonimo di libertà; la difesa dell'Europa con l’arma dell'unità militare; Europa vampiro economico? No, un'opportunità per la crescita). I riferimenti espliciti all'Europa sono in linea con il nome scelto, che ovviamente indica anche l'ambizione di un orizzonte politico non limitato. Tra i primi articoli pubblicati c'è anche un testo che in poche righe cerca di spiegare la visione dei fondatori sul liberalismo e sul progresso:
La libertà di ogni essere umano è un principio essenziale per il raggiungimento del progresso umano e di un mondo migliore. Come movimento globale, il liberalismo crede fortemente nella ragione umana come fondamento del progresso verso quel mondo migliore. Il liberalismo è dedicato alla difesa del diritto inalienabile di tutte le persone ad una vita in cui ognuno possa determinare come desidera vivere. Ognuno di noi è diverso e il liberalismo abbraccia e coltiva questa diversità tra tutti i componenti della famiglia umana. Vediamo le persone come agenti autonomi, autori indipendenti della propria vita. La società è l’arena in cui questi autori si riuniscono, scambiano idee ed opinioni, imparano ed arrivano a capirsi con tutte le nostre differenze di interessi. La società è dove le persone si sviluppano, innanzitutto con genitori e tutori, poi in qualunque gruppo familiare si trovino, ed in seguito in circoli di comunità sempre più ampi. Il nostro sé si sviluppa nei rapporti sociali. Un insieme completo di diritti, libertà e responsabilità consente il pluralismo delle credenze e delle idee, nonché la diversità delle proprie origini, che nutre questa ricchezza di differenze senza distinzione di genere, razza, età, orientamento sessuale, credenze religiose, disabilità, o qualsiasi altra condizione personale o sociale.
Il partito naturalmente si è dotato di uno statuto (il cui testo è interamente riportato nel sito), che - come richiesto dal d.l. n. 149/2013 - contiene pure la descrizione del simbolo: "un cerchio di colore nero su fondo blu sventolante nel quale, in alto e sulla destra vi sono 12 stelle gialle lungo il perimetro del cerchio, in basso al centro una fascia tricolore, verde bianca e rossa, che attraversa il simbolo orizzontalmente e incrocia una fascia tricolore che attraversa verticalmente la sezione sinistra del simbolo. Al di sopra della fascia orizzontale ò inserita la scritta in bianco 'Partito Liberale Europeo'". 
In effetti, se si guarda nel sito, la descrizione corrisponde per intero, tranne per il "fondo blu sventolante", che nelle riproduzioni del simbolo appare perfettamente uniforme e piano. Se però si cerca tra le immagini dell'account di Facebook del partito, si scopre tra le immagini effettivamente la versione grafica che corrisponde in ogni dettaglio alla descrizione: il fondo blu effettivamente appare sventolante, ondulato proprio come una bandiera, magari proprio quella europea. Anche se le stelle invece che sulla superficie sono state disposte ad arco tra le due fasce tricolori, che assicurano un minimo di collegamento - pur molto schematico - con l'orizzonte italiano. Con quest'immagine - col fondo uniforme più adatto alla riproduzione sulle schede e, si immagina, lo spazio sotto la fascia orizzontale per inserire qualche riferimento territoriale o nomi - il Ple cerca di proporsi a coloro che si ritrovano nell'idea liberale, anche se quell'area nel corso del tempo è stata sempre molto contesa, come del resto è tuttora. Non sarà un compito facile, ma è giusto provarci.

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