Che sia pronto il nuovo simbolo per il nuovo progetto legato al MoVimento 5 Stelle? Questo si intende leggendo l'articolo pubblicato oggi sul Riformista a firma di Claudia Fusani, in cui si annuncia la nascita del "Movimento contista", come è scritto in prima pagina. Un progetto denominato Italia Più 2050, che avrebbe dovuto "essere presentato entro l’inizio di primavera (21 marzo) ma il dinamismo del quadro politico dove tutto sta cambiando, implodendo e rinascendo alla velocità della luce ma nulla è ancora definitivo, ha suggerito di rinviare a dopo Pasqua". L'articolo di Fusani parla di un "documento di due pagine", che peraltro ora si può leggere anche al sito www.italiapiu2050.it: "uno schema molto sintetico, e quindi divulgativo, di quello che dovrebbe essere il nuovo Movimento".
Il nucleo è rappresentato dalle seguenti frasi:
Siamo consapevoli che in seguito alla crisi pandemica del 2020/2021 esisterà un mondo di prima e un mondo di dopo. Italia Più 2050 vuole servire da strumento per costruire il mondo di dopo. Vogliamo fare del nostro meglio per portare a compimento la transizione mite e coraggiosa inaugurata in Italia con l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica. Il primo passo per realizzare questo obiettivo, è quello di lavorare ad una ritrovata unità tra tutti i corpi intermedi della società. Per far questo è necessaria un'organizzazione democratica che, animata da idee lungimiranti, sia capace di veicolare messaggi chiari con l’ambizione di dare voce alle esigenze di tutti i cittadini, grazie ad una struttura capillare diffusa su tutto il territorio nazionale.
La parola "partito" non c'è, anche se il corpo intermedio per eccellenza, come "organizzazione democratica" in grado di "dare voce alle esigenze di tutti i cittadini" (tutti quelli che vi si riconoscono, ovviamente) e con una "struttura capillare" in tutto il territorio nazionale, è proprio il partito. Quella parola evidentemente è ritenuta scomoda, ma se così fosse non ci sarebbe da scandalizzarsi: chi ha dato luogo a questo progetto è certamente in ampia compagnia (in fondo a utilizzare la parola "Partito" nel loro nome, all'interno delle Camere, sono solo il Pd, il Psi, Psd'az, la Svp e il Patt). Se per i promotori di Italia Più 2050 "è giunto il momento di andare lontano" (no, niente Claudio Baglioni, niente Luca Carboni: non è il momento...), è intanto il caso di iniziare a farlo, senza formalizzarsi sull'etichetta dello strumento da utilizzare. Anche perché c'è molto da fare: Italia Più 2050, che si qualifica come "associazione culturale di promozione sociale", ha l'ambizione di "promuovere la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile in Italia", volendo contribuire a "correggere il nostro sistema sociale ed economico per creare e donare un futuro sostenibile alle prossime generazioni sul nostro buon pianeta". Ci si dovrebbe riuscire con i dodici punti dello schema di programma inserito nel documento-manifesto:
Transizione Ecologica. Più benessere per il pianeta significa più benessere per le persone.
Salute integrale. Più benessere fisico e mentale. Più assistenza socio-sanitaria di prossimità sui territori, più sport e prevenzione.
Imprese e Fisco. Più incentivi per le imprese e la crescita sostenibile. Più equità fiscale: pagare tutti per pagare meno.
Lavoro. Più occupazione: lavorare meno per lavorare tutti.
Giovani e Famiglia. Più opportunità per sviluppare i propri talenti. Più contributi ed agevolazioni economiche alla nascita.
Diritti e Parità di genere. Più giustizia sociale per le categorie deboli. Più investimenti per l’equiparazione salariale di genere.
Sicurezza e Territori. Più legalità significa rispetto tra e per le persone. Più investimenti per la lotta alle mafie, alla corruzione e alla criminalità. Più vicinanza e fiducia tra cittadini e Istituzioni.
Giustizia. Più rapidità e tempi certi per i processi.
Innovazione. Più semplice il rapporto tra Stato e cittadini grazie alla digitalizzazione.
Trasporti. Più mobilità e infrastrutture sostenibili.
Formazione permanente. Più educazione e apprendimento integrato di qualità.
Unione Europea. Più unione dei popoli: Costituzione Europea, potestà legislativa al Parlamento Europeo, riforma dello Statuto della BCE.
Non è difficile vedere che il concetto chiave di tutto è quel "Più" che torna continuamente: evidentemente chi ha promosso il progetto ha scelto di puntare su quello (anche se ultimamente le vicende occorse a +Europa non suggeriscono particolare fortuna a quel brand), oltre che sull'orizzonte del 2050 ricordato in modo ciclico da Beppe Grillo in questo periodo (e alla base della richiesta di istituire il ministero della transizione ecologica e del sostegno ufficiale del M5S al governo guidato da Mario Draghi).
Già, ma il simbolo? Nel documento-manifesto si trova solo una grafica orizzontale, che però è stata anche preparata in forma circolare e - soprattutto - depositata come marchio il 17 marzo scorso. La descrizione lì indicata è decisamente molto articolata:
Logo circolare a fondo verde pieno, con un contorno concentrico di colore bianco. Nella parte superiore del circolo, creato dal contorno concentrico di colore bianco, che mantiene lo sfondo verde pieno, è presente la parola “Italia” di colore bianco vivo, centrata, in stampatello. Nella parte centrale del circolo, creato da contorno concentrico di colore bianco, che mantiene lo sfondo verde pieno, è presente la parola "Più" di colore giallo ocra, in corsivo. Sulla "i" della parola "Più" è presente al posto del puntino sulla "i" una piccola stella a cinque punte del medesimo colore giallo ocra. La parte inferiore è staccata da una banda tricolore ondulata (verde, bianca e rossa). Nella parte inferiore rimanente del circolo, creato dal contorno concentrico bianco e dalla banda tricolore, lo sfondo diventa celeste e vi è l’iscrizione "2050" di colore bianco pieno, centrata.
Il verde dunque è il colore dominante; nella parte superiore sono contenute due parole del nome su tre, con la parola "Italia" in bianco (praticamente identica a quella già impiegata da Scelta civica per l'Italia) e "Più" come solo elemento giallo rimasto; unico altro debole collegamento con il passato è la sola stella che sostituisce il puntino della "i" di "Più". Una lieve striscia tricolore lievemente ondeggiante - il cui verde si confonde con la sezione verde del simbolo - separa il segmento inferiore azzurro (che contiene il riferimento al 2050 ispirato da Grillo) dal resto del cerchio.
Il segno distintivo è stato depositato per le categorie 16 (carta, stampati, articoli da ufficio e da imballaggi), 35 (pubblicità), 38 (telecomunicazioni), 41 (educazione, formazione, divertimento, attività sportive e culturali), 42 (servizi scientifici, tecnologici e di ricerca) e la classica 45 (servizi giuridici, servizi di sicurezza, servizi personali e sociali). Ma chi è stato a presentare la domanda di marchio? Richiedente risulta essere Parole Guerriere Italia, cioè "il think tank animato dalla deputata M5S e sottosegretaria al Sud Dalila Nesci", come si legge in un articolo della Repubblica.it che a sua volta cita un lancio di Adnkronos. Difatti nella pagina Facebook di Italia Più 2050 si legge:
Italia Più 2050 è la naturale evoluzione del think-tank #ParoleGuerriere e si muoverà nel solco tracciato da Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte. È un’associazione culturale che ha organizzato, dal 2017, decine di incontri di approfondimento: a Montecitorio, nelle regioni, in rete. Oggi, ispirati dalla visione che guarda al 2050 ci apriamo alla società civile, ai giovani e al futuro post pandemia. Obiettivo formazione e confronto, per mettere radici sui territori. Ecco la nostra mano tesa per promuovere la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile in Italia.A quell'associazione, sempre secondo Adnkronos, farebbero riferimento "circa 40 parlamentari del Movimento 5 Stelle". Si vedrà prossimamente se in effetti il simbolo sarà utilizzato in ambito politico, se servirà per una semplice associazione o se mirerà a qualcosa di più. Nel frattempo, però, ci si può domandare se coloro che hanno commissionato e fatto produrre il simbolo in questione abbiano fatto verificare l'assenza di emblemi già depositati, simili anche solo in base al nome. Perché Italia più come marchio era già stato depositato come marchio nel 2012 e proprio in ambito politico: il richiedente era infatti Antonio De Poli, tra le principali figure dell'Udc e verosimilmente depositante in nome dello stesso partito, tanto di questo emblema quanto di Più Italia (e di Più Veneto e Veneto Più), sempre con l'accento verde creato dalla piega di un nastro tricolore. Ovviamente non è detto che De Poli abbia l'intenzione di lamentarsi per quest'uso, anche perché la domanda di registrazione del marchio fu respinta (forse per la contemporaneità del fine politico e della forma circolare, oggetto di un parere negativo sulla registrazione come marchio da parte della Direzione centrale dei servizi elettorali del Ministero dell'interno). C'è tempo, in ogni caso, per vedere come andrà a finire, anche se nome e simboli non sono proprio nuovi.
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