lunedì 28 febbraio 2022

La Casa dei Liberali, un simbolo per federare un'area politica

In politica accade spesso, in particolare nell'ultimo quarto di secolo, che si evochi il concetto di "casa", per indicare un soggetto politico in cui ritrovarsi e sentirsi a proprio agio. Non di rado capita che qualcuno chieda una casa perché manca o non l'ha trovata; altre volte quel nome diventa esso stesso una formazione politica o almeno elettorale (si pensi alla Casa delle libertà varata nel 2001). Quel termine sembra piuttosto sentito nell'area laico-liberale del centrodestra: si pensi al concetto di "Casa laica - Casa dei laici" sviluppatosi tra il 2004 e il 2006 (soprattutto grazie ad Arturo Diaconale e alle forze politiche interessate, tra Psi, Pri e Pli). Da circa un anno e mezzo il concetto è stato sviluppato proprio in un soggetto politico, che si pone come federazione ancora una volta proprio nel mondo liberale: non a caso, La Casa dei liberali è il nome scelto per questo progetto federativo, che non esclude di comparire anche sulle schede elettorali.
La data di nascita "ufficiale" del progetto, vale a dire quella dell'atto costitutivo notarile rogato a Brindisi, è il 27 ottobre 2020: in quel giorno Angelo Caniglia ha scelto di fondare una "federazione di associazioni, movimenti, partiti politici e di cittadini di area liberaldemocratica, che si riconosce negli ideali propri delle tradizioni liberali e democratiche", precisamente con lo scopo di "riunire in un'unica Federazione tutti i liberali d'Italia", condividendo e facendo propri i valori del manifesto di Oxford del 1947, delle dichiarazioni di Oxford del 1967 e dell'appello di Roma del 1981 emanate ed approvate dall'Internazionale Liberale, ispirandosi nell'azione "ai valori universali di libertà, giustizia e solidarietà, a difesa del primato della persona in ogni sua espressione, per lo sviluppo di una moderna economia di mercato e una corretta applicazione del principio di sussidiarietà". Tra i promotori c'era anche Andrea Pruiti, che figura come presidente nazionale (ed è pure membro della delegazione di Democrazia liberale all'assemblea del Movimento Europeo Italia).
Nello statuto, l'art. 3 ribadisce l'ambizione di questo disegno federatore: vi si legge infatti che la Casa dei Liberali "nasce, come associazione politico culturale, per volontà di numerosi cittadini italiani e dell'Unione Europea residenti stabilmente in Italia, di diversa matrice sociale ma di eguale esperienza politica, che attraverso iniziative di carattere culturale, socio-politico ed elettorale, si [propongono] lo scopo di promuovere in Italia gli ideali liberaldemocratici e progressisti, come i principi del liberalismo e della grande tradizione Italiana ed Europea. La Federazione lavorerà per favorire la nascita e lo sviluppo di tutte le forme e le esperienze di democrazia diretta e dal basso, e sarà ben lieta di collaborare con i soggetti politici e sociali che perseguano i suoi stessi obiettivi, che siano dotati di regole interne democratiche, di un bilancio trasparente (depositato in tribunale), che dicano quello che fanno e facciano quello che dicono, che non partecipino al teatrino della politica ma operino tenendo sempre al centro il bene comune; la Federazione sarà loro alleata nella società e nelle prove elettorali". L'art. 4, per parte sua, ricorda che può aderire ogni cittadino o cittadina dell'Unione europea di almeno 16 anni e che "l'adesione alla federazione non è esclusiva rispetto all'adesione e/o partecipazione ad altre formazioni politiche associazioni e movimenti, purché aventi finalità e azione politica compatibili con quelli della Federazione".
Lo stesso statuto contiene anche la descrizione del simbolo: "due cerchi concentrici di colore nero, tra un cerchio e l'altro una base di colore giallo in cui in alto, lungo il perimetro, vi è la scritta virgolettata di colore nero a caratteri maiuscoli, "LA CASA DEI LIBERALI", mentre nella parte sottostante sempre lungo il perimetro dei due cerchi vi è riportata la scritta con caratteri maiuscoli in nero, Libertà... L..., nello spazio centrale di colore blu vi sono 12 stelle tutt'attorno di colore giallo ed al centro la bandiera italiana con a sinistra il colore verde, al centro il bianco ed a destra il rosso, sostenuta da un'asta color bronzo". Non sfuggono alcuni dettagli, in particolare l'inserimento in un simbolo dei puntini di sospensione e di una parola lasciata volutamente incompleta, anzi, solo accennata con l'iniziale. Un elemento decisamente inedito, che il segretario e fondatore Caniglia spiega così, a modo suo: "la libertà è un sostantivo e non un aggettivo, che non ha confini, è una parola senza limiti". Nessuna sorpresa per la scelta di inserire le stelle d'Europa su fondo blu nel simbolo o la bandiera tricolore, patrimonio da sempre del Partito liberale italiano, tanto quello storico, quanto quello rifondato nel 1997 da Stefano De Luca (partito al quale lo stesso Caniglia ha aderito per vari anni, salvo poi lasciarlo nel 2020 per non avere condiviso la linea politica del vertice). Colpisce anche l'uso del colore giallo per la corona, tipica dei liberali soprattutto a livello internazionale, ma già vista anche in Italia (si pensi alla lista Liberiamo Roma, presentata dal Pli nel 2013, ma anche a un uso fatto esattamente dieci anni prima - a Roma e non solo - di cui si parlerà nei prossimi giorni). 
Finora non pare che siano state presentate liste con quel simbolo, ma potrebbe accadere in futuro, soprattutto se riuscisse l'idea di federare sotto un unico emblema tutte le sensibilità liberali. Il compito sembra molto difficile (le differenze periodicamente riemergono e i progetti si moltiplicano), ma l'ambizione resta.

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