sabato 20 dicembre 2014

Le spighe identitarie di Sovranità

Non è ancora un partito, anche se probabilmente desidera diventarlo "da grande". Per ora non ha nemmeno un sito, si accontenta di una pagina Facebook e di un account di Twitter, in compenso un simbolo da usare è già pronto. E' nata sempre nel nome di Matteo Salvini e delle sue battaglie l'associazione "Sovranità - Prima gli Italiani", che al leader leghista punta a dare un sostegno "politico, culturale e organizzativo", mediante "un bagaglio di idee, di strutture e di parole d'ordine" che consenta di "sostenere una proposta politica che oggi può essere l'unica speranza affinché l'Italia non cessi definitivamente di essere un soggetto collettivo dotato di storia, eredità e destino".
Al pari di Salvini, i promotori di Sovranità se la prendono con "l'espropriazione della sovranità italiana da parte della Ue" (sul piano monetario, ma non solo), il "succedersi di governi non eletti e diretta espressione della troika", lamentano "il convergere della destra e della sinistra 'moderate' verso il progetto renziano" e denunciano il progressivo impoverimento della popolazione, "una tassazione cieca che strangola i settori produttivi", la disoccupazione giovanile galoppante e, last but not least, l'accelerazione degli ultimi governi "su progetti etnocidi, da Mare Nostrum alla progettata revisione dello ius sanguinis".
La reazione quasi naturale, secondo le prime anime di Sovranità, è "una proposta politica sovranista, sociale, identitaria, che si faccia portavoce degli interessi del popolo italiano in un momento in cui le caste politiche, economiche e culturali non riescono più a capire ciò che accade nell'Italia rimasta fuori dai salotti". C'è chi l'ha chiamato “lepenismo italiano”; loro lo chiamano semplicemente Sovranità, come il primo dei tre pilastri che l'associazione si è data (gli altri due sono identità e lavoro).
Alla presentazione del simbolo "Noi con Salvini" ieri c'erano anche alcuni rappresentanti di Sovranità (che ancora non spende nomi ufficiali su di sé). E, ironia della sorte, l'emblema dell'associazione - reso noto già all'inizio di dicembre - sembra imparentato con il nuovo marchio salviniano, almeno dal punto di vista cromatico. Il fondo è sempre blu, anche se è più chiaro nella maggior parte del cerchio e più scuro nel segmento inferiore, che riporta il nome completo del gruppo (scritto in bianco e giallo). Sempre il giallo lo si ritrova a colorare l'elemento figurativo che contraddistingue il logo: tre spighe stilizzate, collocate al centro.
Quelle infiorescenze non sono certo nuove nella politica italiana: c'erano già sulle schede per eleggere la Costituente, sui segni del Partito dei contadini d'Italia, del Partito democratico del lavoro e del Partito socialista riformista (niente a che vedere con quello, di molto successivo, fondato da Enrico Manca e Fabrizio Cicchitto). In tutti quei casi, tra l'altro, le spighe erano proprio tre, così come sono tre nell'emblema di oggi. Non c'è una spiegazione ufficiale per quell'emblema grafico, anche se indubbiamente richiama il "pilastro" del lavoro (e, volendo, anche un po' quello dell'identità, perché di grano in Italia se ne coltiva parecchio).
Non è esattamente probabile che il simbolo già pronto veda le schede, visto che il sostegno diretto è a quanto sta facendo e farà Matteo Salvini. In Italia, tuttavia, non si può mai sapere: il fatto stesso di avere già preparato un emblema tondo non esclude che, almeno a qualche piccola corsa elettorale, qualche "sovranista" abbia fatto un pensierino. 

Post scriptum del 23 dicembre: tra i sostenitori del progetto Sovranità si può annoverare a tutti gli effetti Casa Pound Italia, come si evince da questa intervista al vicepresidente nazionale Simone Di Stefano“Sovranità - dichiara - è un progetto esterno e indipendente a cui CasaPound ha dato la sua adesione. Si tratta di un contenitore che vuole raggruppare tutti quelli che amano la patria e che vogliono collaborare con la proposta di Matteo Salvini”.

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