L'idea, ventilata dai media alcuni giorni fa, di togliere dal contrassegno del MoVimento 5 Stelle il riferimento al sito di Beppe Grillo (magari inserendo il nuovo indirizzo internet della formazione politica) non sembra condivisa da tutti gli attiVisti. C'è chi la saluta come un giusto e atteso segno di discontinuità, che permetterebbe al MoVimento di camminare da solo ("Quel nome non è un tabù", ha dichiarato proprio poco fa la deputata Giulia Sarti); altri invece non transigono e non accettano che le origini possano essere nascoste o cancellate. Il timore di alcuni, in realtà, è che qualche malintenzionato da fuori possa approfittare della sostituzione per copiare meglio l'emblema.
Nessuno ha ancora dimenticato, in effetti, la sorpresina consumatasi l'11 gennaio dell'anno scorso, davanti e dentro al palazzo del Viminale, quando una misteriosa "mano del Signore" aveva fatto sì che in fila per il deposito dei contrassegni, prima dell'emblema legato a Grillo, spuntasse - depositato da tale Massimiliano Foti - un clone quasi perfetto, in cui la differenza più grande era proprio l'assenza della dicitura "BeppeGrillo.it".
Certe menti luciferine, in ogni caso, lavorano sempre e sono sparse su tutto il suolo italico. Così in provincia di Latina, alla fine di aprile, quando si depositava la documentazione per le elezioni che si sarebbero tenute il 24 e il 25 maggio, ci fu una mezza sollevazione dei MeetUp nell'apprendere che a Cisterna una lista creata in appoggio alla candidata sindaco Eleonora Della Penna (sostenuta tra l'altro dall'Udc e dal Nuovo Centrodestra) si chiamava Momento di cambiare e tentava, in modo piuttosto palese, di ricalcare la grafica del M5S.
Gli ingredienti del "falso"? La parola "Momento" scritta quasi con la stessa font (solo un po' meno panciuta rispetto all'originale e senza ombreggiatura), in posizione d'impatto nell'emblema; la seconda "M" riprodotta in rosso e più grande quasi a replicare l'effetto della "V" di fantasia; quattro campanelle ovviamente gialle pronte a rimandare (soprattutto per i meno attenti ai dettagli sulle miniature della scheda) alle cinque stelle; da ultimo, la dicitura "Alleanza per Cisterna" mollemente posta "a sorriso" nella parte bassa del cerchio, chiuso (manco a dirlo) da una circonferenza rossa.
In quell'occasione si sprecarono proteste e richieste di intervento della Sottocommissione elettorale circondariale che avrebbe dovuto esaminare la documentazione delle varie liste, affinché non ammettesse il simbolo per confondibilità con quello legato a Grillo; il contrassegno, invece, alla fine fu ammesso. Giocò in modo determinante il fatto che, almeno in quell'elezione, il MoVimento 5 Stelle non avesse presentato la propria lista: alle elezioni amministrative, infatti, prassi vuole che la confondibilità dei segni sia valutata in concreto, dunque con riferimento ai soli emblemi presentati in quell'occasione.
Si potrebbe dire che qui si trattava di un evidente tentativo di rimandare a un simbolo rappresentato in Parlamento, cosa che dovrebbe far scattare una tutela maggiore per quest'ultimo; è altrettanto vero però che l'art. 30, comma 1, lettera b censura i contrassegni "riproducenti simboli o elementi caratterizzanti di simboli che, per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento, possono trarre in errore l’elettore" e qui, a ben guardare, nessun simbolo o elemento caratterizzante è stato utilizzato (non la parola Movimento, non la "V" di fantasia, non le stelle, non il riferimento a Grillo). Quanto alla confondibilità, nelle elezioni comunali resta valido il parametro della "facile confondibilità", meno severo rispetto alla confondibilità tout court sanzionata dal testo unico per l'elezione della Camera, per cui le maglie della rete sono un po' più larghe.
Quella del "tarocco" stellato, in realtà, non è stata l'unica curiosità da ricordare nelle ultime elezioni a Cisterna, che hanno visto il concorso di ben 28 liste. Non poteva non colpire, innanzitutto, l'estremo sbriciolamento del centrodestra ufficiale, spacchettato addirittura su tre diversi candidati sindaci: oltre alla Della Penna, c'erano Antonello Merolla (sostenuto da Forza Italia e due liste civiche) e Mauro Carturan, appoggiato tra l'altro da Fratelli d'Italia. Proprio quest'ultima compagine, peraltro, merita di essere analizzato sul piano simbolico, per la presenza di alcune perle impagabili e, per certi versi misteriose.
Nessuno sa, per esempio, come la commissione elettorale abbia potuto ammettere tra i contrassegni quello della lista civica Per Cisterna, con una vistosissima fascia tricolore che usciva nettamente dai contorni della circonferenza azzurra che avrebbe dovuto delimitare l'emblema. Le istruzioni per la presentazione delle candidature, redatte dal Ministero dell'interno, sono infatti chiare: se si legge che "anche eventuali diciture facenti parte del contrassegno dovranno risultare circoscritte dal cerchio", significa che tutti gli elementi grafici debbono essere racchiusi nella circonferenza - di diametro 3 e 10 centimetri, per le versioni che debbono essere stampate rispettivamente sulle schede e sui manifesti - che delimita il contrassegno. E' vero che la fascia non è una dicitura e che i "confini" del tricolore sembrano tagliati proprio a misura di circonferenza, ma forse era meglio fare un po' più di attenzione.
Non può poi sfuggire come, nella stessa coalizione, oltre a Fratelli d'Italia, fossero presenti altri due simboli con lo stesso motivo grafico: forse in sede nazionale non sarebbero stati ammessi con facilità, ma - probabilmente per lo stesso motivo già visto prima per il richiamo al MoVimento 5 Stelle - a Cisterna non hanno incontrato particolari problemi in sede di ammissione. L'emblema della lista civica Rinascere insieme, ad esempio, proponeva un'interpretazione ancora più realistica del nodo tricolore già utilizzato da Alleanza nazionale all'epoca della confluenza nel Pdl, ben visibile nel loro originario di Fdi (e ora nascosto dal vecchio simbolo di An): a farlo risaltare, ha provveduto una "cornice" rossa e carta-da-zucchero.
Guardava invece un pelo più all'indietro Realtà Nuova, un altro raggruppamento civico costruito simbolicamente con i consueti quattro colori nazionali (ma in una combinazione generalmente utilizzata proprio dal centrodestra) e con una soluzione graficamente non troppo felice per la resa del testo. Se nella parte inferiore c'era un abbondante spolvero di Italianità, con gente di tutte le età a rappresentare il carattere popolare, in alto - su sfondo azzurro Pdl e quasi posata in verticale su una fascetta verde e rossa - c'era una vera e propria goccia tricolore, non stilizzata e seghettata come quella che era stata (ed è tuttora) adottata dalla Fiamma tricolore, almeno a partire dal 2001, con successive modifiche fino alla forma attuale.
A questo proposito, non è inutile dire che, se può sorprendere alcuni l'ammissione senza troppe difficoltà del Momento di cambiare, nonostante l'evidente parentela con il contrassegno del M5S, molto più inatteso - almeno dal punto di vista delle norme da applicare - è il disco verde avuto dalla Destra sociale, la formazione che fa capo a Luca Romagnoli, già segretario della citata Fiamma tricolore, dopo che il partito ha disconosciuto la sua linea favorevole a un cammino comune con Storace e altri nel segno di Alleanza nazionale. Non solo torna in primo piano la fiamma del Msi, ma lo fa proprio mentre esattamente lo stesso disegno (con base trapezoidale rossa e scritta bianca) è presente, molto più piccolo, sul contrassegno di Fratelli d'Italia contenente il logo di An. Ma se Fratelli d'Italia stava con Carturan, la Destra sociale appoggiava la Della Penna: una compresenza che il Viminale mai avrebbe accettato (né mai accetterà, nel caso), ma che in primavera ha resistito ai controlli.
Tornando alle formazioni a sostegno di Carturan, difficile non dedicare qualche riga anche alla lista civica Nuovi orizzonti, che sul contrassegno riporta una fenice su fondo tricolore (e che rimanda più o meno inconsapevolmente, all'altra fenice rosso-nera già nota del Movimento sociale per l'Europa); non sfugge nemmeno la grafica della lista Adesso noi, decisamente in stile "renziano" pur essendo collocata chiaramente al centrodestra.
E allora, per fare numero, perché trascurare il fatto che nella coalizione di centrosinistra, nata per sostenere Paolo Francesco Panfili, un ironico sorteggio ha fatto sì che, proprio tra i simboli del Pd e dell'Italia dei valori spuntasse la grafica tricolore e minimalista dei Moderati centro destra? Senza contare che ad aprire la sfilza di emblemi è finita la lista personale del candidato sindaco, trattata graficamente come se fosse una lista qualunque del centrodestra, per giunta da chi sembra avere ampiamente difettato in tempo, fantasia e gusto da impiegare.
La sfida per la poltrona di sindaco, in ogni caso, si è ridotta a un ballottaggio tra Mauro Carturan ed Eleonora Della Penna: il primo è prevalso al primo turno, ma la Della Penna è riuscita a prevalere nello scontro finale. Chi fosse tentato di far pesare i voti del Momento di cambiare, lamentando la confondibilità del simbolo con quello del MoVimento 5 Stelle, tuttavia, dovrebbe ricredersi di fronte ai numeri: dei 20787 voti espressi al primo turno per le liste, il Momento ne ha conquistati solo 65, lo 0,31%. Nessuno, in quel turno elettorale, ha fatto peggio: che avesse davvero ragione la commissione elettorale, a pensare che nessuno si sarebbe confuso?
Ciao Gabriele, volevo farti una domanda, adesso Luca Romagnoli in che partito è? Fiamma Tricolore o Destra Sociale?
RispondiEliminaAttualmente fa parte di Destra sociale, che ad oggi non si qualifica come partito ma come semplice associazione politica.
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