martedì 9 dicembre 2014

Una rondine per l'Alternativa (per l'Italia)

Il primo volatile che viene in mente pensando ai simboli politici, quelli italiani per lo meno? La risposta probabilmente è il gabbiano, se si pensa all'Italia dei Valori che lo usa da oltre dieci anni; qualche cultore della zoologia simbolica potrebbe citare aquile e colombe. Eppure bisognerebbe chiamare in causa almeno anche la rondine. Non una qualunque, ovviamente, ma quella di Alternativa per l'Italia: loro si qualificano "un movimento della Gente per la Gente, perché il nostro futuro ha bisogno di donne e di uomini che agiscano per il bene dell’Italia".
A livello nazionale hanno depositato il loro contrassegno - salvo errore, ovviamente - alle sole elezioni politiche del 2001, ma atto costitutivo e statuto sono del 1997: già allora l'emblema portava in evidenza una rondine blu (con ombra tricolore) in volo: "un'immagine che rappresenta la nostra volontà di volare sopra i limitati steccati degli attuali Partiti". L'iniziativa politica è da ricollegarsi al cremasco Fulvio Lorenzetti, nelle intenzioni "l'Uomo che ha voluto creare la vera Alternativa agli attuali Poli". 
L'idea certamente non era e non è nuova: l'impossibilità di riconoscersi negli schieramenti di allora (e attuali), unita al desiderio di "partecipare attivamente alla vita e allo sviluppo del proprio Paese", senza per questo essere "professionisti della politica". Si rivendica solo la patente di cittadini, con le loro opinioni e magari con un passato politico in altre formazioni, ma uniti dalla volontà di "contribuire a realizzare una Italia migliore". 
Allora come oggi, il programma si sviluppa a partire da alcuni punti cardine, quali l'unità della nazione, la Famiglia come "pietra d'angolo di uno stato moderno" (il che comporta, tra l'altro, una riflessione sull'identità nazionale e sul cristianesimo come difesa della famiglia stessa), il rigore morale (con la legalità dello Stato al servizio della Nazione, anche grazie a una riforma statale improntata all'efficienza) e la libertà (con lo sviluppo dell'uomo da mettere al centro, "nel contesto dell'evoluzione sociale", in pratica attuando in pieno l'art. 2 della Costituzione). 
Guardando oltre i patrii confini, il gruppo politico punterebbe agli Stati Uniti d'Europa, ma con la necessità assoluta di cambiare la politica economia, a partire dal nostro paese. "In Italia - si legge in uno degli ultimi comunicati - è la criminalità del credito che ci ha ridotto sul lastrico. Occorre stampare moneta e superare la finzione del debito pubblico, monetizzando tutto il deficit, come avviene nei Paesi ai vertici della industrializzazione mondiale". 
Chissà allora che, alle prossime elezioni, la rondine non torni, primavera o no, per chiedere che si torni a stampare moneta: spiegherà allora le Ali, che è anche la sigla del gruppo (sebbene l'Alleanza liberaldemocratica per l'Italia di Silvia Enrico e Oscar Giannino nel frattempo abbia conquistato qualche riga di cronaca in più proprio con quell'acronimo, accompagnato a un aeroplanino di carta). 

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