martedì 8 dicembre 2020

Popolo protagonista diventa partito e adotta un simbolo. Altri invece...

Quando era nata il 6 maggio, la componente del gruppo misto alla Camera Popolo protagonista - Alternativa popolare era formata dai deputati Gianluca Rospi, Michele Nitti e Antonio Zennaro, fuoriusciti dal gruppo del MoVimento 5 Stelle nel 2020. Come detto all'atto della genesi, avevano consentito la formazione della componente il numero minimo di tre eletti e il sostegno di un partito "la cui esistenza, alla data di svolgimento delle elezioni per la Camera dei deputati, risulti in forza di elementi certi e inequivoci, e che abbia presentato, anche congiuntamente con altri, liste di candidati ovvero candidature nei collegi uninominali" (art. 14, comma 5 del regolamento): il partito
 era proprio Alternativa popolare, che aveva concorso alle elezioni del 2018 nel cartello Civica popolare e con cui Rospi aveva stretto rapporti.
A distanza di quattro mesi e mezzo, il 23 settembre, l'unico membro originario rimasto nella componente è proprio Gianluca Rospi (che di recente ha rivendicato di essere stato eletto nel M5S da indipendente), per l'uscita in quel giorno dei deputati Nitti e Zennaro, divenuti semplici iscritti al gruppo misto. La componente non si è però sciolta, perché nel frattempo avevano aderito a questa Fabiola Bologna (uscita dal M5S il 24 aprile) e Fausto Guilherme Longo, eletto in Sudamerica all'interno del Pd in quota Psi e aggiuntosi alla compagine giusto il 23 settembre, mantenendo il numero minimo di tre membri. Anche per il rilievo assunto da Longo per la conservazione dell'articolazione, il 5 ottobre il nome della componente è stato mutato in Popolo protagonista - Alternativa popolare - Partito socialista italiano. Ironia della sorte, per Longo si tratta di un "ritorno a casa": egli era rimasto un semplice membro del gruppo misto dal 23 settembre 2019, quando cessò la componente Civica popolare - Ap - Psi - Area civica, dopo l'uscita nel giro di pochi giorni degli altri fondatori, i due ex Ap Gabriele Toccafondi (ora in Italia viva) e Beatrice Lorenzin, arrivata al Pd con Serse Soverini (già Area civica, parte del cartello Insieme Italia-Europa insieme al Psi). 
Come mai si decide di parlare ora di questo movimento parlamentare, risalente ormai a oltre due mesi fa? Perché da pochissimi giorni Popolo protagonista non è solo parte del nome di una componente, ma anche un partito (sia pure in formazione), con un proprio simbolo e una prima sede. Quest'ultima è stata inaugurata il 4 dicembre ad Acireale, collegio senatoriale di elezione di Tiziana Drago, entrata a Palazzo Madama con il MoVimento 5 Stelle ma nel gruppo misto dal 27 ottobre e ora aderente al progetto portato avanti da Rospi (per ora accanto al nome della senatrice non è ancora presente il nome di Popolo protagonista, da solo o accompagnato ad Alternativa popolare, anche se pare che sia stata fatta richiesta per aggiungerlo; si tratterebbe comunque di un atto meramente simbolico e di scarsissima efficacia, perché nel regolamento del Senato non sono sostanzialmente previste, al di là di un fugace riferimento all'art. 156-bis, che prevede per i loro rappresentanti la possibilità di presentare "non più di una interpellanza di Gruppo al mese"). 
In un articolo scritto da Antonio Gelormini per Affaritaliani, Rospi ha parlato di "una visione comune, cioè la vocazione europeista del nostro Paese, e una convergenza rispetto ai valori del Ppe" e ha precisato: "Grazie ai rapporti con Paolo Alli [il legale rappresentante di Alternativa popolare, soggetto tuttora iscritto ai popolari europei, ndb], al quale sono legato da amicizia e stima, ho incontrato il presidente Donald Tusk, al quale ho presentato il nostro progetto, che ha destato grande interesse. L’idea è quella di aggregare tutte le energie, che si rispecchiano negli ideali del popolarismo europeo e liberali, su un progetto innovativo, aperto e inclusivo alla cui base devono esserci competenza e capacità". Sull'ispirazione del nuovo soggetto politico e sul suo orizzonte nel panorama italiano, Rospi ha dichiarato: Siamo figli della tradizione moderata e cattolica, legati ai grandi valori ma con una visione della politica e delle istituzioni dinamica, moderna e laicaSiamo figli di una visione europeista di memoria sturziana e degasperiana, ma consci del fatto che il sogno europeo non si sia ancora realizzato pienamente realizzato e che ci sono tante cose da migliorare. Sul medio e lungo termine guardiamo con estrema attenzione alle dinamiche del centrodestra, purtroppo oggi troppo a destra e con pulsioni sovraniste e populiste, ma anche a quella parte di centro che si trova a disagio nella sinistra. Vogliamo aggregare sui valori comuni e rendere nuovamente determinante l’area moderata. In tanti lo hanno promesso, ma per interessi personali tutti gli esperimenti in tal senso sono falliti".
La versione in blu del simbolo
Popolo protagonista si è dato anche un sito, nel quale si possono trovare gli obiettivi del progetto politico e in cui campeggia anche il simbolo, che in qualche modo sembra riassumere in sé varie fasi del cammino che dal Nuovo centrodestra ha portato ad Alternativa popolare. Il cuore rimanda alle esperienze di Area popolare e Alternativa popolare, oltre che al Partito popolare europeo (senza stelle: già nel 2014 il Ppe aveva chiesto ad Alfano di non usarle): in questo caso però è stato tinto di rosso e non di giallo, mentre la forma - non compiuta, che permette peraltro di infilarsi nella cavità di una P - sembra piuttosto quella vista in alcune liste locali. La barretta tricolore rinvia a quella del contrassegno elettorale del Nuovo centrodestra adottato nel 2014, anche se ora è molto più sottile, quasi impalpabile; 
trait d'union tra tutte quelle esperienze sembra essere di fatto l'uso dello stesso carattere impiegato in precedenza (molto probabilmente si tratta del Nexa) e che qui accomuna la sigla PP e il nome indicato per esteso
In effetti sarebbe più corretto dire che il sito di Pp mostra
 una delle due versioni: lì infatti è riportata quella con le lettere (e la circonferenza) blu con fondo bianco, mentre sulla pagina Facebook c'è la stessa grafica, ma con elementi bianchi e fondo blu con sfumatura radiale (ricordando cromaticamente, in quel modo, il logo del Partido Popular, sia pure a specchio, per quanto riguarda il cuore, e con le maiuscole invece delle minuscole). Il quadro grafico, volendo, si "complica" ancora di più se si considera che il 17 novembre lo stesso Rospi - che già aveva depositato come marchio il nome della sua compagine il 6 maggio - ha presentato domanda di registrazione come marchio di due grafiche in bianco e nero, come tali utilizzabili in qualunque colore: una rappresenta la grafica del simbolo priva della barretta (sigla, cuore e nome per esteso), l'altra è costituita solo da un cerchio nero con la scritta bianca sopra. Entrambe le immagini sono state depositate per le classi 41 (Educazione; formazione; divertimento; attività sportive e culturali) e 45 (Servizi giuridici; servizi di sicurezza per la protezione di beni e di individui; servizi personali e sociali resi da terzi destinati a soddisfare necessità individuali).

Con questo passaggio, dunque, Popolo protagonista si è dotato di un simbolo, nonostante questo, non tutti i nomi presenti alla Camera hanno ad oggi una piena corrispondenza simbolica. Il 24 novembre, infatti, l'originaria componente del gruppo misto Centro democratico - Radicali italiani - + Europa" ha cambiato la propria denominazione in Centro democratico - Italiani in Europa; la modifica ha preceduto di due giorni l'uscita dalla componente di Riccardo Magi e il corrispondente arrivo di Elisa Siragusa, già M5S. L'etichetta "Italiani in Europa" è legata al fatto che sono stati eletti nella circoscrizione Estero-Europa tanto Siragusa, quanto Alessandro Fusacchia (già +Europa); al momento, però, quell'espressione non figura in nessun simbolo, nemmeno in quello del Cd di Bruno Tabacci, la cui partecipazione alle elezioni del 2018 come "pulce" inserita nel contrassegno di +Europa consente alla componente di rimanere in vita. 
Già che ci si è, va detto che proprio la "migrazione" di Riccardo Magi ha consentito di esistere alla componente di Azione (cui fanno riferimento Flora Frate, Nunzio Angiola ed Enrico Costa, uscito da Forza Italia ma con un passato in Ncd): Magi, infatti, è stato eletto in un collegio uninominale in rappresentanza della coalizione di cui faceva parte +Europa, dunque può dirsi che continua a rappresentarla in Parlamento (a dispetto di come poi si è evoluto il percorso di quella forza politica). Non si deve dimenticare, peraltro, che a sua volta +Europa aveva potuto partecipare alle elezioni senza dover raccogliere le firme (e aderendo da subito alla coalizione di centrosinistra) grazie all'esenzione spettante a Centro democratico.
Piaccia o no, c'è qualcosa di pannelliano in tutto questo. Perché non può non venire in mente che, nel febbraio 1992, alla vigilia delle elezioni politiche, Marco Pannella decise di mettere in piedi per la prima volta una lista con il proprio nome: per poter correre senza dover raccogliere le firme, ma anche desiderando rispettare quanto deliberato dal congresso di Bologna del 1988 (per cui il Partito radicale, in quanto tale e con il proprio simbolo, non avrebbe più partecipato a competizioni elettorali), scelse di inserire nel contrassegno della Lista Pannella la "pulce" della lista Antiproibizionisti sulla droga, che aveva ottenuto eletti alle europee del 1989. In quegli stessi giorni, peraltro, si era resa conto di non riuscire a raccogliere le sottoscrizioni necessarie anche la Lista Referendum promossa da Massimo Severo Giannini e nella quale si sarebbero candidati vari radicali: il gruppo aveva chiesto aiuto al Partito radicale e Pannella aveva concesso l'uso della corolla della rosa, come parte del simbolo (rosa nel pugno listata a lutto) con cui il Partito radicale aveva eletto parlamentari alle politiche del 1987, anche qui senza citare l'intero emblema per non violare le decisioni congressuali del 1988. 
In pratica quasi lo stesso simbolo (corolla con o senza foglie) esentò due liste, essendo stato usato in origine da due formazioni diverse (benché idealmente collegate) per due assemblee elettive diverse, con la consapevolezza che se il Partito radicale non avesse concesso agli Antiproibizionisti l'uso della rose di Marc Bonnet (senza poing), la lista non avrebbe corso e non ci sarebbe stata una seconda possibilità di esenzione. Questa volta invece si sono separati due elementi che in occasione del voto erano uniti, mentre ora vengono utilizzati distintamente per raddoppiare un altro beneficio (non la candidatura senza firme, ma la formazione di una componente in deroga); anche qui, però, c'è la consapevolezza che, senza l'apporto di Centro democratico, +Europa non avrebbe forse partecipato al voto e, a quel punto, ci sarebbe stata un'occasione di deroga in meno. 
Tra l'altro, essendo stata accettata in modo palese questa doppia deroga, ora si è aperta del tutto la possibilità di formare - in caso di bisogno - componenti di "transfughi" con l'apporto di altri partiti i cui simboli hanno partecipato alle elezioni all'interno di "contrassegni matrioska": possono allora ritornare buoni l'Udc (presente al Senato, ma per ora solo nel gruppo di Forza Italia), i Verdi, i casiniani dei Centristi per l'Europa, i demitiani di L'Italia è Popolare, l'Unione (per il Trentino) di Lorenzo Dellai, l'Italia dei Valori e la citata Area civica. Al limite pure lo stesso Ulivo potrebbe riaffacciarsi alle aule parlamentari, se qualcuno provasse a sostenere che anche quella formazione politica ha corso alle elezioni nella lista Insieme con Psi, Verdi e Area civica; ci si sente di escludere, tuttavia, che coloro che sono titolari del simbolo dell'Ulivo, disegnato da Andrea Rauch, possano consentire un uso simile, per nulla rispettoso della storia di quel segno.

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