martedì 9 marzo 2021

Libertà Civica - Noi popolari, nel segno di Toniolo e Sturzo

Un progetto politico può anche essere varato online, nel senso che l'evento fondativo si tiene nell'unica formula attualmente possibile, a distanza: è accaduto il 3 marzo a Libertà Civica - Noi popolari, rete federativa che unisce soggetti politici già esistenti, tutti operanti - qualcuno in modo più esplicito, visto il nome - nel solco del popolarismo. Non si parla di un nuovo partito, ma c'è comunque l'intenzione di avviare "
il cammino, un nuovo inizio per il bene comune": per questo, nel comunicato diffuso alla fine dell'incontro si legge che la nuova rete politica "fa appello a tutti e a ciascuno all’adesione convinta, partecipe, generosa e ricca di umanità, per realizzare insieme le cose nuove che fanno bene all’Italia che amiamo".
Per capire qualcosa di più su chi siano i soggetti che costituiscono il progetto basta guardare il simbolo che è stato presentato proprio durante l'evento. Certamente il primo elemento a saltare all'occhio è il nome, Libertà Civica appunto (anche se le due parole sono state scritte con due font bastoni diverse, vai a capire perché), collocato su uno sfondo blu sfumato che lascia intravedere una bandiera europea sventolante: ciò non è affatto un caso, così come non pare per nulla casuale l'inserimento di un cuore bianco stilizzato sopra la bandiera, richiamando almeno in parte la simbologia del Partito popolare europeo (senza usarne effettivamente il simbolo, dal momento che né la federazione, né i soggetti fondatori ne fanno parte). Nel segmento inferiore del cerchio, campito di bianco, oltre alla dicitura "Noi popolari" inserita proprio per marcare ulteriormente il campo, si trovano appunto le miniature di altri tre simboli, per l'appunto quelli dei soggetti che hanno deciso di dare vita a questo progetto.
Il primo che si incontra, guardando da sinistra, è quello di Italia insieme, anzi in effetti si legge Italiainsieme.eu (a costo di sbilanciare decisamente la grafica). Se si prova a digitare quell'indirizzo web, si viene rimandati direttamente al sito di Marco Zabotti, che nel programma dell'evento fondativo era indicato come fondatore di Marca Civica e di Libertà Civica Veneto. In effetti Zabotti, residente nel trevigiano, docente di religione e studioso di Giuseppe Toniolo, dopo aver militato nel Ppi dal 1994 al 2001, è stato consigliere regionale dal 2005 al 2010 per la lista civica Per il Veneto con Carraro, mentre nel 2011 è stato eletto in consiglio provinciale con la citata lista Marca Civica (era candidato alla presidenza, sostenuto anche da Terzo polo e Unione Nord Est) e sempre in quota civica è stato candidato nella lista di Scelta europea alle elezioni europee del 2014. 
Come promotore della Rete Civica Veneta, poi, Zabotti aveva concorso al progetto (tradotto in liste alle elezioni provinciali di Venezia e Verona 2009) Libertà Civica Veneto, quello di cui parlava appunto il programma: probabilmente la scelta del nome per la nuova federazione viene anche da qui. Sempre nella biografia di Zabato disponibile online - in cui si fa cenno anche a esperienze con Italia popolare e il connesso progetto civico Intesa civica popolare - si legge che n
el gennaio 2016 ha promosso la redazione del manifesto ItaliaInsieme.eu, che dunque recupera visibilità in questo nuovo progetto federativo. 
Quanto al simbolo di Popolari liberi e forti, qualche aderente alla categoria dei #drogatidipolitica all'ultimo stadio potrebbe avvertire un déjà vu: in effetti l'emblema con la sagoma dell'Italia collocata al centro delle dodici stelle d'Europa su fondo blu e con il tricolore che tinge il nome del partito e la corona che circonda il simbolo era già comparso sulla scheda delle elezioni comunali di Roma del 2013, per l'unica formazione a sostegno del candidato sindaco Giovanni Palladino (1800 voti lui, 1593 la lista). Il progetto, in effetti, era nato l'anno prima con il nome Italiani liberi e forti, salvo poi decidere alla fine di marzo del 2013 di mutare il proprio nome in senso ancor più sturziano (come già testimoniavano i riferimenti ai "liberi e forti" e agli Stati uniti d'Europa evocati dall'accostamento dell'Italia alla bandiera europea). 
In effetti dall'inizio del 2017 risultava che il partito avesse scelto di trasformarsi in movimento e di abbandonare il nome con la parola "Popolari", sostenendo che questa era "stata ormai presa da nuove 
iniziative politiche che di sturziano hanno poco o nulla, come nulla di sturziano aveva la Dc nel 1994 quando decise di cambiare il nome in Ppi"; la nuova etichetta era Servire l'Italia, ma l'emblema (all'interno di un elemento tricolore curvilineo su fondo blu sfumato) conteneva comunque il riferimento ai "liberi e forti", per marcare ugualmente l'origine del progetto. In questo caso, tuttavia, è rispuntato il simbolo visto alle elezioni romane del 2013 e a conferirlo è stato il referente romano Andrea Aquilino, intervenuto all'evento del 3 marzo. 
A giudicare dallo stesso programma della giornata fondativa di Libertà Civica - Noi popolari, tuttavia, una parte assolutamente rilevante nella nascita della federazione sembra doversi riconoscere al movimento d'opinione Noi - Rete umana, esistente dal 2016 e di cui è portavoce nazionale Fabio Gallo. La stragrande maggioranza delle persone intervenute, infatti, era riconducibile a questa realtà, riferita in breve come "Movimento Noi". Nel sito si legge che Noi "ha le proprie radici nel Mezzogiorno d'Italia e il pensiero rivolto a un orizzonte europeo" ed è sorto con l'idea "di dar voce ai tanti che nutrono un'aspirazione profonda di libertà, di giustizia, di progresso civile, di democrazia sostanziale e intendono partecipare attivamente alla vita politica del loro territorio secondo quello spirito di sussidiarietà che è sancito dall’art. 118 della Costituzione italiana" nonché per rispondere alla "impellente domanda di cambiamento delle troppe cose che non vanno e che possono essere corrette solo attraverso l'impegno tenace di donne e uomini di buona volontà, convinti che i cittadini e il loro bisogni siano la sola ragion d’essere di ogni democrazia degna del suo nome".
Il riferimento all'Europa si coglie nel logo, che colloca le dodici stelle nella cavità della O della parola "Noi" e adotta uno sfondo blu sfumato, come una bandiera leggermente mossa; il concetto di Rete umana (inserito dal 2017) è rappresentato da una fila di sagome umane multicolori; il riferimento al popolarismo è stato poi inserito con l'espressione "Movimento sturziano" posta in una lunetta sotto all'emblema. 
Sono questi, dunque, i soggetti che hanno scelto di dare vita a una "rete civica e popolare" credendo "in una possibile svolta e in un cambiamento di sostanza della politica, con la P maiuscola". L'evento fondativo, intitolato Le cose nuove: la libertà civica e popolare che serve al nostro Paese, ha visto partecipare - in un confronto guidato dalla coordinatrice nazionale di Noi Eleonora Cafiero - persone di varie parti d'Italia, spesso legati a esperienze di liste civiche: da lì e dal popolarismo si è detto di voler partire, con la volontà di "testimoniare l'incontro tra realtà civica e ispirazione popolare, riferita in particolare a due grandi personalità del movimento cattolico come Giuseppe Toniolo e Luigi Sturzo". Un progetto che tenga insieme locale, nazionale ed europeo, all'insegna di "un patto federativo a valenza nazionale, di respiro europeo".
Nemmeno questo si prospetta un compito facile, se non altro perché - com'è ben noto a chi frequenta I simboli della discordia - altri soggetti politici si rivolgono espressamente all'area del popolarismo (vale per Insieme, nonché per i Popolari italiani che hanno rimesso in circolo il simbolo con il gonfalone messo a disposizione dai Popolari di Moncalieri). La grafica scelta da Libertà Civica - Noi popolari, va detto, non brilla per efficacia e bellezza; non sarà questo, in ogni caso, a determinare il successo del nuovo progetto politico.

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