domenica 30 gennaio 2022

Caserta che non c'è, l'ultima "follia creativa" di Giuseppe Cirillo

Diventerà un simbolo?
Sarà per deformazione passionale o professionale, ma quando chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica legge o ascolta i nomi di certe persone notevoli (per la loro storia o per i loro "precedenti" politico-elettorali), lo sguardo si fa subito attento, le orecchie si tendono come antenne e ci si prepara ad accogliere eventuali novità da approfondire, da meditare o da raccontare. Non importa che il nome sia noto ai più o solo a una ristretta cerchia di aficionados: basta incontrarlo e la reazione è automatica. Senza alcun dubbio, tra i nomi scatenanti c'è quello di Giuseppe Cirillo: proprio lui, il Dr. Seduction, il demiurgo del Partito delle Buone Maniere, l'alfiere dei Preservativi gratis (puntualmente dedotti dalle imposte) e il disvelatore degli Impotenti esistenziali. Tutti progetti con un respiro sovralocale, anche quando si sono tradotti in liste elettorali presentate in realtà contenute: di solito hanno ottenuto pochi voti, ma sono sempre riuscite a non passare inosservate (e, per i #drogatidipolitica, farsi notare e ricordare è persino più importante che raccogliere i voti).
Questa volta, invece, proprio Cirillo si sta occupando espressamente di Caserta, con un progetto che anche in questo caso promette di non restare sullo sfondo. Il progetto si chiama Caserta che non c'è e nei giorni scorsi è apparso su vari manifesti, affissi in diversi punti della città. In effetti il nome del dr. Cirillo non è presente sulle affissioni, ma a chi gli chiede se per caso sia stato lui a concepire quei manifesti, lui conferma: "Caserta è un territorio ricco di talenti e intelligenze - spiega - ma anche molto trascurato: lo dimostra anche l'ultima indagine sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, che ha collocato la provincia di Caserta al 100° posto su 107, con una perdita secca di sei posizioni rispetto all'anno precedente. Nella provincia la presenza della 'terra dei fuochi' è purtroppo nota a livello nazionale; nel capoluogo, osservando la presenza notevole di barriere architettoniche, la persistenza di amianto nei tetti di alcune scuole che attenta alla salubrità di chi le frequenta, un piano traffico che penalizza molto i commercianti e altri dettagli, la situazione è tutt'altro che rosea. Si dice che servono soldi, che dovrebbero arrivare con il Pnrr, ma si tratta comunque di somme a debito, non se ne può parlare con leggerezza. Ci sarebbe dunque bisogno di una 'Caserta che non c'è', nel senso di un'altra Caserta, che 
sta nella mente delle persone ma non c'è ancora nella realtà".
Per questo Cirillo ha dato impulso a Caserta che non c'è, con l'idea di ascoltare i cittadini casertani per guardare a "una città immaginata in modo più vivibile ed europeo, ma che appunto per ora sta solo nella testa di chi la vuole migliore". Quello stesso concetto viene espresso dal logo disegnato apposta per questo movimento, che raffigura una testa di donna dalla quale esce la città come la si vorrebbe, o almeno come l'ha in mente Cirillo: c'è l'ambiente di cui occorre prendersi cura, l'energia più pulita (rappresentata dalle pale eoliche e dai pannelli fotovoltaici sul tetto di una casa), una mobilità sostenibile (con l'autobus elettrico e la bicicletta) e una maggiore connessione col mondo esterno (rappresentata dall'antenna parabolica); c'è anche una torre, che vuole simboleggiare la necessità di una maggior attenzione per il patrimonio storico e artistico (può anche far pensare alla torre di Casertavecchia, anche se in realtà il profilo è diverso).
Al momento Caserta che non c'è è solo un movimento d'opinione, ma non si può escludere che - alla pari di altre imprese politico-civiche del dr. Cirillo - quel logo si trasformi in simbolo, anzi in contrassegno elettorale e finisca sulle schede delle prossime elezioni. Certo, non passa inosservato già ora il fatto che questo "movimento di ascolto" sia stato annunciato a fine gennaio, quando dalle ultime elezioni comunali sono trascorsi poco più di tre mesi e alle prossime - in base alle previsioni di legge - mancano oltre quattro anni e mezzo: per quanto sia opportuno prepararsi in anticipo, in questo caso sembra leggermente eccessivo. 
Il simbolo presentato
dal 2019 al 2021
Qualche motivo di insoddisfazione locale che abbia suggerito di organizzare quest'iniziativa dev'esserci stato e Cirillo non lo nega: "Ricorda innanzitutto che da alcuni anni, quando presento candidature, nel programma elettorale inserisco sempre l'idea di istituire un assessorato o comunque una delega alla follia, da declinare anche come 'assessorato alla follia creativa' o come 'assessorato alla follia e alla gioventù'. Si tratta di una proposta che io ho registrato e tutelato, ispirandomi alla famosa frase di Steve Jobs stay hungry, stay foolish: l'ho formulata nel mio programma, come dicevo, tanto quando mi sono candidato alla guida della regione Umbria, nel 2019, per cui il tuo sito aveva gentilmente invitato alla raccolta firme, quanto alle regionali campane del 2020 e alle comunali del 2021 a Roma, quando avevo presentato una lista del Partito delle Buone maniere, pur senza avere alcuna pretesa". Una campagna indimenticabile quella, soprattutto per le romane e i romani ("Vero: 
l'auto rosa con cui circolavamo ha avuto più selfie di Renzi o Salvini e le signore che incontravo ai mercatini si sono innamorate delle mie strisce pedonali portatili!"), anche se alla fine erano arrivati solo 340 voti per Cirillo e 253 al Partito delle Buone maniere. 
L'idea di quell'assessorato però non si è fermata: "Finito il primo turno delle elezioni romane - continua Cirillo - a Caserta ero stato cercato da entrambi i candidati sindaci arrivati al ballottaggio. Dissi, credendo di porre un paletto insormontabile a ogni collaborazione, che avrei sostenuto chi avesse accettato di impegnarsi per iscritto con me e con i casertani a istituire l'assessorato alla follia. Con mia grande sorpresa, Carlo Marino accettò, organizzai una manifestazione a tema il 15 ottobre e al ballottaggio Marino vinse di duemila voti. La delega effettivamente è stata istituita e assegnata, ma non a me e comunque senza riconoscere pubblicamente che l'autore di quell'idea sono io: questo non mi sta bene e intendo tutelare il mio diritto a essere riconosciuto autore". Anche per questo, al dr. Cirillo è venuta voglia di avviare con Caserta che non c'è un "movimento politico e sociale per colmare i vuoti sulle richieste e i diritti dei cittadini che oggi i partiti non riescono a soddisfare", con l'idea di organizzare ogni due mesi "tre incontri in diversi punti della città" per ascoltare i cittadini e indirizzarli agli uffici e alle figure competenti per semplificare la soluzione ai loro problemi. Forse parlare di follia è esagerato (anche se, in fondo, "l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale", come diceva Lucio Dalla, quindi voler fare da soli ciò che un tempo facevano i consigli di quartiere magari un po' folle lo è); in compenso, sulla creatività di Giuseppe Cirillo non si discute. Chissà se l'idea prenderà piede e, magari, finirà sulle schede la prossima volta... 

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