Come si è detto, il 28 settembre si voterà per le elezioni regionali - oltre che in Valle d'Aosta - anche nelle Marche; in quella regione, però, le urne resteranno aperte anche fino alle ore 15 di lunedì 29 settembre. Sono 6 gli aspiranti presidenti della Giunta regionale, incluso l'uscente Francesco Acquaroli; in tutto conteranno a loro sostegno 18 liste, lo stesso numero di simboli finiti sulla scheda cinque anni fa (ma allora i candidati alla presidenza erano stati 8).
Questi contrassegni - che in seguito saranno analizzati secondo l'ordine sorteggiato per la circoscrizione provinciale di Ancona - non esauriscono tuttavia i simboli presenti sulla scheda. L'art. 11 della legge elettorale (legge n. 27/2004), infatti, al comma 3 prevede che ogni candidatura alla presidenza della giunta regionale debba essere "altresì accompagnata da un modello di contrassegno del candidato Presidente della Giunta, semplice o composito, anche figurato, in triplice esemplare, che rappresenta il contrassegno della rispettiva coalizione"; l'art. 16, che si occupa delle schede elettorali, al comma 2 precisa che a destra del rettangolo o dei rettangoli coi simboli delle liste provinciali (con tanto di righe per le preferenze) "è riportato il nome e cognome del candidato alla carica di Presidente della Giunta collegato, affiancato dal contrassegno del candidato stesso", contrassegno "che può essere costituito anche dall'insieme dei contrassegni delle liste collegate" (comma 3). Sembra utile precisare che, sempre in base all'art. 16, "l'elettore può anche esprimere soltanto il voto per il candidato Presidente, senza alcun voto di lista, tracciando un segno sul simbolo o sul nome del candidato prescelto", ma non è possibile il voto disgiunto (come recita il comma 9, "Sono nulli i voti espressi a favore di una lista provinciale e di un candidato Presidente non collegato alla lista stessa"). I simboli degli aspiranti presidenti verranno riportati solo quando risulteranno diversi da quelli delle liste presentate, altrimenti verranno semplicemente segnalati.
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Claudio Bolletta
Il sorteggio ha collocato in prima posizione - nella circoscrizione di Ancona - la candidatura di Claudio Bolletta, classe 1958, pensionato con una lunga attività da imprenditore nell'ambito dei servizi di sicurezza. Bolletta distingue la sua candidatura con un simbolo che riporta semplicemente - in nero su fondo bianco - il proprio nome e cognome. La scelta di differenziare il contrassegno del candidato da quello della sola lista a suo favore rientra probabilmente nella strategia - già sperimentata in altre occasioni - di non proporre all'elettore due volte il simbolo di lista, per evitare che metta la croce soltanto sul simbolo "del presidente", dal momento che (come si è detto sopra) quel voto non si comunicherebbe automaticamente alla lista.
1) Democrazia sovrana popolare
L'unica lista che sostiene la candidatura di Bolletta è Democrazia sovrana popolare, che presenta per la prima volta sulle schede elettorali il suo nuovo simbolo, con la sigla come elemento dominante sotto al tricolore (e con la corona blu leggermente tagliata, con il nome nella parte inferiore). In questo caso, però, siamo già di fronte a una variante elettorale del simbolo stesso: il contrassegno, infatti, ha ridotto leggermente il peso del tricolore e della sigla, dando lo stesso rilievo dell'acronimo al cognome di Marco Rizzo, coordinatore nazionale del partito.
Beatrice Marinelli
2) Evoluzione della rivoluzione
La seconda candidatura sorteggiata è di Beatrice Marinelli, cofondatrice, tra gli altri, dei comitati "Pro Ospedali Pubblici delle Marche" (contro la privatizzazione della sanità) e "E ora basta Italia" (contro le misure restrittive adottate in epoca Covid-19). La sostiene la lista Evoluzione della rivoluzione, nata sul territorio regionale "da associazioni, comitati, professionisti e cittadini che, negli ultimi anni, non hanno chinato la testa - si legge nella nota diffusa all'inizio dell'attività - di fronte ad imposizioni calate dall'alto ed hanno agito sul territorio, con azioni concrete". Su Fb si legge che Edr è "un movimento politico e un laboratorio civico permanente, che si propone di rappresentare, dando loro voce, tutti coloro che, negli ultimi anni, hanno scelto di astenersi dal voto, perché sono rimasti delusi dal frazionismo personalistico, o sconfortati dalla sostanziale inutilità di battaglie politiche di piccoli orizzonti, infarcite di proposte banali ed inadeguate". Come contrassegno di lista - adottato anche come emblema della candidata - è stato scelto un simbolo complesso, così descritto nella domanda di marchio (depositata a fine marzo da Marinelli e Lorenzo Giuliodori, rispettivamente al primo e al secondo posto in lista ad Ancona): "cerchio di colore antracite contenente, al centro, un dodecagono di colore rosso che ne occupa, in modo uniforme, circa il 90% della superficie circolare, e caratterizzato da una sfumatura di rosso più scuro ai bordi e rosso più chiaro e brillante via via che ci si sposta più al centro, dove si trova il disegno di un lupo di colore ore, con lo sguardo rivolto in alto a destra e con le quattro zampe che poggiano su una scogliera color antracite, affacciata su uno specchio d'acqua di colore arancio brillante che riflette il sole giallo dorato che sorge sullo sfondo a destra; sopra al disegno del lupo, disposta a semicerchio, da sinistra verso destra, vi è la scritta dorata 'Evoluzione della rivoluzione'". Perché il lupo? Perché - come si trova su alcuni post di Fb - "non ha padroni" e "noi siamo il branco, loro sono il gregge. Tu con chi stai?".
Lidia Mangani
3) Partito comunista italiano
Al terzo posto tra coloro che aspirano alla guida della giunta regionale delle Marche il sorteggio ha collocato Lidia Mangani, già insegnante e dirigente scolastica, a lungo militante e consigliera comunale del Prc e del Pdci. A candidarla è il Partito comunista italiano, che si presenta con il proprio simbolo ufficiale (con la doppia bandiera - rossa con falce, martello e stella in alto, tricolore italiana in basso - con aste scure e la sigla in carattere bastoni in basso), impiegato anche come contrassegno della candidata alla presidenza.
Francesco Gerardi
4) Forza del popolo
In provincia di Ancona il sorteggio ha curiosamente collocato una dopo l'altra le candidature sostenute da una sola lista: la quarta è quella di Francesco Gerardi, docente di storia e filosofia in corsi liceali, giornalista s sceneggiatore, marchigiano di origine pur avendo trascorso molti anni in Emilia. Si candida col sostegno di Forza del popolo, partito al quale egli stesso aderisce. Il contrassegno di lista (e della candidatura a presidente) è molto simile a quello che Fdp - partito fondato e guidato da Lillo Massimiliano Musso - ha utilizzato in altre occasioni: al centro c'è il simbolo vero e proprio (con l'acronimo bianco su fondo blu e rosso), su fondo bianco, contornato dal nome del partito e da un arco tricolore; sotto si colloca la dicitura "con amore e libertà" e, nella parte inferiore, un segmento blu contiene il riferimento al candidato presidente e alla regione.
Matteo Ricci
Il quinto posto tra le candidature spetta a Matteo Ricci, già sindaco di Pesaro sostenuto da una maggioranza di centrosinistra e attualmente parlamentare europeo eletto nel 2024 con il Pd. In questa competizione potrà contare sul sostegno di sette liste: distingue la propria candidatura con il contrassegno che contiene la denominazione della sua coalizione, cioè "Alleanza del cambiamento", proposta in rosso su fondo bianco, mentre il segmento inferiore giallo contiene il riferimento alla candidatura (nel mezzo c'è un segmento azzurro e rosso ondulato). Al di là delle liste, di seguito analizzare, vale la pena consultare il programma della coalizione per vedere l'elenco completo delle forze che costituiscono la compagine a sostegno di Ricci.
5) Progetto Marche vive
Prima lista della coalizione a sostegno di Ricci è Progetto Marche vive, anche è facile leggere solo "Progetto Marche". Nella parte superiore si vede la sagoma della regione campita con sfumature tra fucsia, blu e arancione (con il contorno leggermente staccato), mentre nel segmento curvilineo inferiore (tinto con una sfumatura analoga) trova posto il riferimento al candidato. Proprio i colori utilizzati e anche il carattere corsivo e handwriting con cui sono state scritte le parole "progetto" e "vive" fanno intuire che nella lista c'è una forte impronta di Italia viva (anche se formalmente le candidature non rientrano nel progetto "Casa riformista"), ma si apprende che alla lista concorrono anche altre forze, come Base per il Cambiamento, Popolari per Ancona e DemoS.
6) Avanti con Ricci
Viene qualificata espressamente come "progetto civico" la formazione Avanti con Ricci: in effetti la lista contiene candidati espressi da vari soggetti politici (come Partito socialista italiano, Partito repubblicano italiano, Volt, +Europa, Socialisti liberali riformisti) e movimenti civici. Nessuno di quei simboli è entrato a fare parte del contrassegno di lista: nella parte superiore c'è un segno pennellato tricolore che finisce in una bandiera europea, al centro su fondo arancione spicca la parola "Avanti" (che può rimandare in qualche modo al socialismo, senza però usare la grafica coordinata a suo tempo proposta dal Psi), mentre in basso il riferimento al candidato occupa il segmento blu; il contorno del cerchio è tinto di vari colori sfumati.
7) Pace salute lavoro
Terza lista della coalizione è Pace salute lavoro, presentata dalla formazione civica Dipende da noi (che nel 2020 aveva autonomamente sostenuto la candidatura di Roberto Mancini) e dal Partito della rifondazione comunista. La struttura del contrassegno - con la parte superiore rossa contenente il nome e il segmento inferiore curvilineo verde con le miniature dei due simboli - è già comparsa in altri appuntamenti elettorali territoriali, ma è uno dei pochi casi in cui il Prc è nella stessa coalizione del Pd.
8) Partito democratico
Si parlava appunto del Partito democratico, vale a dire il soggetto politico cui Matteo Ricci appartiene. Pure quest'anno viene confermata la scelta di inserire, al di sotto del logo elaborato nel 2007 da Nicola Storto, il riferimento al candidato presidente, ma questa volta nel segmento rosso - a base rettilinea, non più concava - rientrano tanto il nome quanto il cognome, visto che sono brevi e c'è spazio per entrambi.
9) Lista civica Matteo Ricci presidente
Se prima si sono incontrate due formazioni più o meno civiche (pur se promosse soprattutto da partiti), in questo caso la Lista civica Matteo Ricci presidente è identificabile come la formazione più vicina al candidato della coalizione; all'interno di essa, peraltro, figurano anche alcuni candidati legati al partito Possibile. La lista ha scelto di distinguersi con i colori della campagna elettorale di Ricci, dunque il lilla per lo sfondo e il verde chiarissimo per il nome del candidato, con il cognome in particolare evidenza al centro.
10) Alleanza Verdi e Sinistra
Fa parte della coalizione - "campo largo" a sostegno di Ricci anche l'Alleanza Verdi e Sinistra, alla prima partecipazione alle elezioni regionali marchigiane (essendosi formata come cartello alle politiche del 2022), ma a suo modo presente anche nell'ultimo appuntamento elettorale (i Verdi in particolare nel 2020 erano nella lista Rinasci Marche, mentre Sinistra italiana aveva promosso la lista Dipende da noi). Il contrassegno elettorale, anche in questo caso, è identico a quello coniato in vista delle elezioni del 2022, senza alcuna variazione o aggiunta territoriale.
11) MoVimento 5 Stelle
Completa la coalizione su cui potrà contare Ricci il MoVimento 5 Stelle, che cinque anni fa aveva sostenuto un proprio candidato alla presidenza della giunta regionale, Gian Mario Mercorelli, non essendosi realizzata l'Alleanza con il centrosinistra che sosteneva Mangialardi. Rispetto al 2020 si è modificato il simbolo, che allora aveva nella parte inferiore l'indirizzo del sito Ilblogdellestelle.it; questa volta, invece, c'è il noto riferimento al 2050 come anno dell'auspicata neutralità climatica, collocato su un segmento rosso al di sotto del nucleo simbolico tradizionale.
Francesco Acquaroli
L'ultimo candidato estratto, almeno in provincia di Ancona, è il presidente uscente, Francesco Acquaroli. La sua coalizione di centrodestra (con alcune formazioni civiche) comprende lo stesso numero di liste rilevato in quella di Ricci, dunque sette; Acquaroli, tuttavia, ha scelto di distinguere la sua candidatura con un contrassegno che richiama lo slogan e la grafica della campagna elettorale, dunque con l'espressione "Più Marche" in bianco su fondo blu, sottolineata di giallo. Non è ripetuto il nome del candidato e questo probabilmente eviterà che qualche elettore sia indotto a mettere la croce solo sul simbolo del presidente, suggerendo piuttosto di segnare unicamente la lista che si intende votare.
12) Unione di centro - Liste civiche
Prima lista sorteggiata della coalizione di Acquaroli è quella dell'Unione di centro, che conferma la sua presenza sulle schede e all'interno del centrodestra. Se lo scudo crociato in primo piano resta assai ben visibile al centro del contrassegno, nella parte superiore non c'è più il riferimento "Popolari Marche", ma la dicitura "Liste civiche": essa si riferisce al Movimento politico Liste civiche, nato innanzitutto a Osimo su impulso di Dino Latini e proprio da quel simbolo è mutuato il fregio ondulato tricolore che emerge, sia pure con un po' di fatica, sul segmento rosso che caratterizza il simbolo dell'Udc.
13) Forza Italia
Come seconda lista della coalizione di centrodestra il sorteggio ad Ancona a indicato quella di Forza Italia. Nel 2020 nella parte inferiore del contrassegno elettorale era stata inserita, in un segmento blu, la dicitura "Civici per le Marche"; questa volta invece viene utilizzato il simbolo ufficiale, con la bandierina che è nuovo interamente visibile (e non più debordante) in posizione centrale, avendo al di sotto solo il cognome di Silvio Berlusconi mentre nella parte superiore è disposto ad arco in riferimento al Partito popolare europeo.
14) I Marchigiani per Acquaroli
La terza posizione nella coalizione del presidente uscente, sulla scheda della provincia di Ancona, è occupata dalla lista I Marchigiani per Acquaroli, anche in questo caso facilmente identificabile come la formazione più vicina al presidente in cerca di riconferma. Nel contrassegno, a fondo giallo, picca una "M" maiuscola verde (il colore del logo della regione, insieme al nero), leggermente tagliata al centro per ospitare parte del nome; si legge assai poco la parola "presidente" sullo snodo centrale della M, mentre è leggermente più visibile l'espressione "Civici Concreti Competenti", collocata ad arco nella parte inferiore.
15) Fratelli d'Italia
Non poteva ovviamente mancare, all'interno della coalizione di centrodestra, la lista di Fratelli d'Italia, di cui è espressione proprio il presidente uscente. Non stupisce, in questo senso, che il partito abbia scelto di utilizzare esattamente lo stesso contrassegno schierato sulle schede cinque anni fa, che adotta un modello non ancora incontrato in questa serie di elezioni regionali: il nome della leader Giorgia Meloni (frattanto divenuta presidente del Consiglio) è collocato in alto, al centro c'è il cognome del candidato sostenuto, mentre in basso c'è il simbolo ufficiale di Fdi.
16) Civici Marche
Fa parte della coalizione in appoggio ad Acquaroli anche la lista Civici Marche, che fa riferimento al consigliere regionale Giacomo Rossi. Rivendica di essere la sola lista civica Docg, esistendo già dalle elezioni regionali precedenti e avendo operato durante tutta la legislatura. Già da anni i Civici avevano abbandonato l'albero con cui avevano concorso alle elezioni del 2020, scegliendo l'immagine di un picchio verde, che evoca il Piceno e le stesse Marche; al di sotto è stato inserito il riferimento al candidato presidente in grande evidenza.
17) Noi moderati
Presenta la sua lista all'interno della coalizione di centrodestra anche Noi moderati: il partito guidato da Maurizio Lupi si affaccia per la prima volta sulle schede delle elezioni regionali marchigiane e si presenta con l'ultima versione del suo simbolo, con il tricolore che occupa la parte inferiore del cerchio (insieme al riferimento ad Acquaroli) e il rimando al Partito popolare europeo aggiunto di recente, dopo l'ammissione al Ppe come partito membro.
18) Lega
Chiude la coalizione in appoggio ad Acquaroli e l'intera scheda elettorale la lista della Lega, che ha deciso anch'essa di non cambiare la propria immagine rispetto a cinque anni fa: il contrassegno schierato, infatti, è esattamente identico a quello del 2020, conforme a quello adottato a partire dalle elezioni politiche del 2018, fatta eccezione per la sostituzione della parola "premier" sotto al cognome di Matteo Salvini con il riferimento alla regione chiamata al voto.