lunedì 8 dicembre 2014

Congresso a Roma o a Salò? Cosa succede nella Fiamma Tricolore

I congressi di partito, di norma, dovrebbero servire a dare la linea, a contarsi e, se non si può fare diversamente, a salutarsi prima che le strade politiche si separino. Le scissioni sono sempre un affare doloroso, ma di solito è durante l'assise che si discute e spesso ci si scontra (talora anche fisicamente, come certi congressi socialisti di un passato recente insegnano). 
Il guaio è quando le liti e le scaramucce iniziano prima ancora che l'assemblea inizi o se, addirittura, di congressi ne vengono convocati due a centinaia di chilometri di distanza, ovviamente distinti dallo stesso simbolo. E' quello che sembra accadere in questi giorni all'interno del Movimento sociale Fiamma tricolore: sul sito, infatti, si legge di espulsioni, di un congresso nazionale convocato a Roma per il 13 e il 14 dicembre e di un "controcongresso" che si dovrebbe invece tenere a Salò nella sola domenica 14. Che sta succedendo dunque in ciò che resta del partito fondato nel 1995 da Pino Rauti?
"La situazione è molto semplice - spiega senza mezzi termini Francesco Condorelli Caff, presidente della segreteria generale del congresso - ci sono iscritti che vogliono diventare 'ducetti' e convocano un congresso parallelo, ma noi li abbiamo espulsi, una congrega di mariti e mogli". 
Alla base del dissidio ci sarebbero interpretazioni diverse delle regole interne al partito: "Una di queste persone - continua Condorelli - pretendeva che il congresso della Fiamma che si svolgerà a Roma fosse aperto a tutti gli iscritti, invece che ai soli delegati; in più questi sosteneva che non esistono delegati 'di diritto', mentre per noi sono i venti componenti del Comitato centrale e i sei della Segreteria generale. Quelle richieste sono assurde: da sempre il Msi ha avuto i suoi delegati di diritto, anzi, il segretario nazionale poteva indicarne venti, mentre noi abbiamo tolto questa possibilità, lasciando però gli altri. Cosa vogliamo fare, lasciare fuori dal congresso i venti che hanno lavorato nel 'parlamentino' del partito? Non può essere".
Per Condorelli, che da anni per il partito segue anche le vicende legali connesse al simbolo della fiamma, la condotta di certi iscritti è pretestuosa: "Qui si cerca di distruggere, abbiamo avuto sempre questo destino: succedeva già nel Msi, poi è arrivato Fini e qualcun altro è arrivato dopo Fiuggi, quando eravamo riusciti a ottenere alcuni eletti. Ci sono persone ex An che vengono qui, all'inizio fanno le pecorelle, poi cercano di distruggere. A volte ci sono riusciti".
Nel sito, in effetti, risultano i provvedimenti di "decadenza ed espulsione per indegnità" pronunciati nei confronti di Stefano Salmè (che sembrerebbe aver convocato l'assise a Salò) e Gianluca Bonazzi di Sannicandro, che si è aggregato a lui, con il divieto per entrambi di utilizzare il simbolo della Fiamma tricolore; in più si annuncia che la stessa sanzione colpirà chi parteciperà all'autoconvocato congresso. "Abbiamo un Comitato centrale che ha deliberato che il congresso nazionale si tenga a Roma il 13 e il 14 e ha eletto la segreteria generale dell'assise - conclude Condorelli - mi dica questi che diritto hanno..."
Intanto, però, sulla sua pagina personale Stefano Salmè continua a diffondere la locandina dell'evento, con lo slogan "L'Italia in cammino" (sopra i volti di Mussolini, D'Annunzio, Borghese, Almirante e Rauti), parla di congresso "legittimo" e lo definisce "della rinascita". 
Si vedrà come andrà a finire questo "congresso a due piazze"; nel frattempo, la creatura politica di Pino Rauti, retta ora da Attilio Carelli, dopo l'addio dell'ex segretario Luca Romagnoli ("sconfessato" dal Comitato centrale a novembre) e di un consistente gruppo di iscritti alla fine del 2013, conta poco più di 2mila aderenti. La crisi dei partiti è generalizzata, ma una nuova scissione - pur piccola - rischierebbe di mettere in seria difficoltà la formazione che, dopo Fiuggi, rappresenta con maggiore continuità e longevità una parte della destra italiana e postmissina. 

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