lunedì 22 dicembre 2014

Il 100% che non ha mai visto le schede

Bisogna ammetterlo: certe volte alcuni dei contrassegni che finiscono nelle bacheche del Ministero dell'interno raggiungono tassi notevoli di ermetismo: risulta davvero difficile capire chi stia dietro a quei cerchietti ma, soprattutto, cosa voglia fare e quale sia il suo programma. Talora accade persino con i partiti che dovrebbero essere più noti (a dimostrazione che le grafiche oggi rischiano di comunicare ben poco ai potenziali elettori), più spesso però capita con formazioni minori, che spuntano di rado nella fila fuori dal Viminale.
Così nel 1996, tra due carneadi assoluti come la Regione dolomitica europea e il laziale Golfo unito - Orizzonte nuovo, con il numero 147 aveva varcato il portone del ministero il rappresentante del Primo comitato 100%. E proprio la percentuale, scritta in una quasi naïve font Balloon e delimitata da due spartanissime virgolette rettangolari, era di fatto l'unico ingrediente dell'emblema, insieme allo sfondo color giallo carico. 
Già, ma cos'era questo comitato e che significava quella quota percentuale? Per scoprirlo oggi occorre andare in un sito dalla grafica decisamente old fashioned, in cui si legge tuttora che l'emblema già visto "è il SIMBOLO / del Movimento promosso in Italia e nel Mondo / del 1° COMITATO "100%" / per poter Conoscere a fondo - Dibattere pubblicamente / Votare / in ogni Località e Regione di ogni Paese / e / alle Nazioni Unite / il / 1° PROGRAMMA / BASE COMUNE GLOBALE PERMANENTE / del nostroVillaggio Globale / uno Strumento finora mancante - sempre più necessario / fondato su quanto sappiamo dela realtà / in modo oggettivamente controllabile / da chiunque" (maiuscole ed errori compresi).
A leggere così, occorre riconoscerlo, emerge un disegno ambizioso, ma continua a capirsi pochino. Bisogna spulciare le altre pagine del protosito per scoprire che i primi passi di questo progetto politico sono stati mossi nel 1990 (o probabilmente anche prima), visto che già l'11 dicembre di quell'anno tale Gustavo Ongari dice di avere messo a punto "il Programma base comune globale", "già presentato ed illustrato alle Ambasciate di 60 Paesi accreditati a Roma, presso il Quirinale e la Santa Sede, perché venisse trasmesso ai rispettivi Capi di stato e di governo, [nonché] all'Organizzazione delle Nazioni Unite [...] ed al Parlamento Europeo". Lo stesso programma, addirittura, sarebbe stato presentato - già tradotto in più lingue - ai capi di stato e di governo del G8, riuniti a luglio del 1994 a Napoli.
Il sito dà conto anche dello statuto del "1° Comitato 100%", associazione con sede a Torino (e con l'intenzione dichiarata di crearne altre, anche all'estero) e fatta sorgere con tanto di atto pubblico datato 1992. Allo stesso è strettamente legato il programma di cui si è detto più volte (qui dato nella sua prima versione): la lunghezza dello stesso - 60 obiettivi e 43 sottobiettivi fondamentali - ci hanno però sinceramente scoraggiato dal fare una lettura approfondita, che lasciamo alla bontà del lettore. Lettura che, peraltro, sarebbe imprescindibile, poiché l'intero contenuto del programma "coincide con la serie completa di quelle condizioni fondamentali che lo studio di tutte le strutture e funzioni della natura e nostre individua come necessarie e come sufficienti da costruire o eliminare per il loro svilupparsi e attuarsi al 100%". 
La frase spiega il nome del gruppo e, allo stesso tempo, traccia uno scenario fantapolitico (i programmi, da sempre, sono fatti per non essere integralmente realizzati) e contemporaneamente conferma al malcapitato interessato che non una riga del programma potrà essere omessa. Non dovettero essere poi molte le persone disponibili a correre con le insegne del 100% (o, forse, i lettori coscienziosi erano già allora pochi), visto che alle elezioni nessuna lista o candidatura singola si legò al simbolo a fondo giallo. 
Il presentatore alle politiche saltò un turno, non mettendosi in fila nel 2001, ma tornò a depositare simbolo e documentazione nel 2006 e per il voto di due anni dopo: la font questa volta era un Arial, piuttosto compresso (e sempre con qualche problema alle virgolette, unica differenza tra i due anni), ma nemmeno in quelle due scadenze elettorali il contrassegno finì sulle schede. Nuove notizie del Programma base comune globale permanente (o di sue nuove versioni) non si hanno; chissà se il suo ideatore ha cambiato idea o sta ancora cercando persone che vogliano metterlo in pratica. Al 100%, naturalmente.

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