martedì 10 marzo 2015

La Fiamma nazionale di Salmè (rivendicando quella tricolore)

Già da diversi giorni la dirigenza del Movimento sociale Fiamma tricolore eletta dal congresso svoltosi a Roma il 13 e il 14 dicembre - a partire dal segretario Attilio Carelli - ha comunicato, attraverso il suo sito internet, l'emissione dell'ordinanza cautelare (non della sentenza, come è scritto) del Tribunale di Catania, con cui è stato inibito a Stefano Salmé l'uso dell'emblema della Fiamma, con obbligo di rimuoverlo dalla pagina Facebook che gestiva. 
Per la segreteria Carelli - così è scritto sempre sul sito - Salmè continuava ad amministrare "illegalmente" la pagina preesistente del Movimento ("se ne era impadronito causa troppa fiducia di correttezza fra Camerati"), per cui la Fiamma-Carelli ha creato una nuova pagina ("malgrado fossero stati spesi dei soldi di 'tutti' i militanti!"), ammonendo contemporaneamente "quanti stanno usando senza averne titolo o autorizzazione specifica, i simboli del Movimento Sociale Fiamma Tricolore a desistere da tale abuso punito dalla legge": ogni eventuale trasgressore "potrà essere denunciato, senza ulteriore avviso, alla competente autorità".
Quella che fino a pochi giorni fa era la pagina ufficiale del Ms-Ft, invece, è stata chiusa, e il gruppo vicino a Stefano Salmè non l'ha presa bene. Lo stesso Salmè, in ogni caso, ha già fatto depositare un reclamo contro l'ordinanza emessa il 21 febbraio dal giudice Rosaria Castorina: oltre a contestare di nuovo la competenza territoriale del giudice (l'indicazione online del trasferimento della sede del partito da Roma a Catania sarebbe apparsa dopo il deposito del ricorso dello stesso Salmè), il reclamante fa valere diverse ragioni per demolire l'accusa di uso illegittimo del simbolo. Il giudice a febbraio aveva accolto in sede cautelare le richieste inibitorie della Fiamma Carelli, ritenendo che fosse comunque efficace l'espulsione di Salmé dal partito (anche se era nel frattempo stata impugnata); per l'interessato però il giudice non aveva considerato alcuni punti, a partire dal fatto che l'espulsione non era stata autorizzata dal Comitato Centrale, ma la ratifica "retroattiva" sarebbe arrivata dall'organo (in composizione diversa) solo dopo il congresso di Roma e, soprattutto, dopo l'impugnazione del provvedimento da parte dello stesso Salmè, senza spazio per il diritto di difesa e, dunque, in violazione dello statuto.
A monte, l'espulsione (non ancora ratificata) sarebbe stata in qualche modo "la conseguenza illegittima" dell'atto di citazione con cui Salmè - ancora membro della Fiamma Tricolore - chiedeva di accertare la nullità, tra l'altro, del regolamento congressuale.
Il reclamante, da ultimo, nega poi di avere convocato il congresso di Salò da cui era uscito segretario (non ci sarebbero prove, anzi, la convocazione sarebbe arrivata dalla Segreteria Generale del Congresso di cui Salmè non era membro) o di avere pubblicizzato l'assise sulla pagina Facebook della Fiamma (la gestione della stessa era passata da tempo ad alcuni simpatizzanti del soggetto politico).
Come si vede, Salmè continua a rivendicare la titolarità della Fiamma tricolore. Nell'attesa che il collegio del reclamo si pronunci, per mantenere un minimo di organizzazione e riconoscibilità (e per non incorrere in sanzioni di qualche tipo), il gruppo di Salmè ha intanto adottato un diverso contrassegno, anche se tutto nuovo non è: la struttura richiama - e molto - i primi emblemi della Fiamma tricolore. Viene ripristinato innanzitutto il nome integrale del soggetto politico, rendendo visibili le parole "Movimento sociale", scritte tra l'altro in font Gill Sans, che somiglia molto a quello che era stato disegnato in emergenza nel 1995, dopo la bocciatura del simbolo con la vecchia fiamma missina con base prima delle elezioni suppletive di Padova. 
Lo stesso tipo di carattere è utilizzato per le parole che dovrebbero caratterizzare maggiormente il nuovo emblema, "Fiamma nazionale"; la prima in posizione centrale di grande evidenza, la seconda adagiata in basso sulla circonferenza, dove in passato era scritto "tricolore". E' questa una delle due differenze sostanziali tra questo contrassegno e quello storico del partito fondato da Pino Rauti; l'altro punto di distanza è dato proprio dalla rappresentazione della fiamma. Non si è presa né la fiamma che fu del Msi (e poi, in miniatura, di An), né la "goccia tricolore" adottata dal partito di Rauti dal 2002 in poi: ci sono comunque due vampe (una con due corni), tinte di verde e rosso. L'intera immagine sta al centro, al di sotto della parola "Fiamma": praticamente un compromesso tra le soluzioni grafiche adottate dalla Fiamma nel 1995 e nel 1999.
Per Salmè - che il 15 marzo proporrà al Comitato centrale della "sua" Fiamma il simbolo - la nuova grafica "unisce la tradizione della Fiamma con l'innovazione di un logo che si avvicina a quello del Front national francese". Lui stesso rimarca l'impossibilità di confondere questo emblema con quello attuale del Ms-Ft ("la goccia tricolore"); in effetti il Viminale potrebbe non gradire il riferimento a una qualche fiamma, ma lui non è preoccupato. Tricolore o nazionale, Fiamma sarà.

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