venerdì 13 marzo 2015

Rinascita socialista, si rivede il garofano (e il cognome Craxi)

C'erano una volta i socialisti del garofano. Qualcuno però sarebbe tentato di precisare subito: "veramente ci sono ancora". Meglio chiarire allora: da almeno quindici anni, i socialisti in Italia si dividono tra gli estimatori della rosa (collocati a sinistra, dallo Sdi di Boselli in poi, passando per la Rosa nel pugno fino al Psi oggi guidato da Nencini) e gli affezionati appunto al garofano (specialmente in area destra, con il Nuovo Psi e prima ancora con il Ps di De Michelis, ma ce ne sono e ce ne sono stati anche altrove). Dal 24 gennaio, però, è spuntato un altro garofano, che guarda chiaramente al passato di marca craxiana. E non solo nella grafica.
Già, perché quel giorno si è riunita per la prima volta la direzione nazionale (provvisoria, ovviamente) di Rinascita socialista e il suo segretario nazionale, confermato per acclamazione, si chiama Marco Craxi. In alcuni siti che hanno ripreso la notizia si precisa subito, a scanso di equivoci, che non si tratta di un parente del primo presidente del consiglio socialista: lui è siciliano, "autentico figlio – si legge su ApprodoNews – di quella stessa nobile terra in cui affondano le radici della famiglia di Bettino". 
Ma cos'è, dunque, Rinascita socialista? Il sito del movimento lo qualifica come "soggetto politico di ispirazione socialista, democratico e riformista distante da logiche e posizioni politiche estremistiche": la realtà si propone come "laboratorio politico culturale", volto soprattutto a "rilanciare quegli ideali socialisti che hanno fatto dell’Italia negli anni d’oro, una delle nazioni più virtuose d’Europa". Non manca anche qui l'idea di rimettere insieme i pezzi del mondo socialista, ponendo fine a una diaspora iniziata nel 1994 (o anche prima, volendo), magari con un po' di rivincita verso chi aveva contribuito alla sparizione di uno dei più consistenti soggetti politici tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. 
Anche per questo, probabilmente, il movimento non poteva che distinguersi con il garofano. Il modello non è quello delle origini disegnato da Ettore Vitale (e che conviveva con gli "arnesi", la tradizionale coppia falce-martello, con un sole invisibile), ma quello dell'era craxiana più pronunciata, partorito probabilmente da Filippo Panseca: la sagoma è proprio quella e, a scongiurare la somiglianza totale, interviene qualche tocco di Photoshop che ne stempera i margini.
È l'intera grafica, peraltro, a profumare di anni '80, con qualche correzione di troppo: la doppia corona è quella storica (ma l'anello esterno è tricolore), in compenso – in pieno horror vacui contemporaneo – si pensa di riempire il cerchio interno con i colori di uno stilizzatissimo sole nascente dal mare (fin troppo piatto, con qualche riga scura non proprio benaugurante).  La stessa idea, per intenderci, che nel 1969 – dopo l'esperimento della "bicicletta" Psi-Psdi – aveva fatto inserire falce, martello e libro nella pancia del sole socialdemocratico. In basso, nella corona rossa, non c'è più la sigla Psi, ma R.D.L., per simboleggiare il progetto politico dell’Unità per il socialismo Riformista, Democratico e Liberale (ma senza spiegazione era un po' difficile arrivarci, ammettiamolo). 
A voler essere pignoli, naturalmente, come non è nuovo il garofano, non è originale neppure il nome. Perché Rinascita socialista l'aveva già fatta il campano Enzo Mattina, a luglio del 1993 – quando Ottaviano Del Turco non aveva ancora tolto il garofano dal simbolo – anche se graficamente aveva osato di più: in un cielo irrealmente rosso, sopra il mare, volava un gabbiano bianco, persino delicato. 
Chissà se Marco Craxi conosceva il precedente omonimo; al momento, il movimento pensa a chiarire la sua posizione. "Siamo socialisti. Punto. Non vogliamo stampelle, non faremo da stampella ad alcuno. Riteniamo che l’ideale socialista sia stato violentato e si sia abdicato per finalità ben lontane dall’interesse del popolo. E’ dal popolo, che stiamo ripartendo per costruire un soggetto politico vero, capace di dare risposte concrete e tangibili anche ai più piccoli bisogni della gente". Magari quel garofano tornerà su qualche scheda locale, alle prossime amministrative, sempre che qualcuno che si ritiene erede del vecchio simbolo non si metta di traverso...

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