lunedì 23 novembre 2015

Il nuovo corso grafico del Partito del sud

C'è chi, quando muta insegne, investe poco o pochissimo tempo per spiegare cosa, come e perché è cambiato: se chi se ne accorge ha buoni occhi e buona intuizione, meglio così; se l'attenzione scarseggia, pazienza. Così non può dirsi per il Partito del Sud, soggetto politico meridionalista e progressista fondato nel 2007, presente in alcune circoscrizioni alle elezioni politiche del 2008 e del 2013, nonché a vari turni elettorali amministrativi (soprattutto al voto per rinnovare l'amministrazione comunale di Napoli nel 2011, anno in cui arrivò l'alleanza con Luigi De Magistris). dalla sua fondazione, nel 2007, è sempre presente ogni anno con proprie liste ad elezioni amministrative da sud a nord della penisola. Fra queste sicuramente degne di nota cui quelle di Napoli del 2011 a sostegno di Luigi de Magistris.
Al suo quinto congresso nazionale (svoltosi a Napoli il 24 ottobre), il Partito del Sud ha scelto una piccola svolta, almeno sul piano grafico: sono state sottoposte ai voti degli iscritti varie proposte grafiche, in ossequio a una mozione ispirata alle idee di vari soci, in buona parte di provenienza campana. Si riteneva, infatti, che l'emblema tradizionale - quello con il giglio giallo e l'immagine della Trinacria sopra non fosse più "al passo coi tempi", prevalendo "eccessivamente i riferimenti storici e poco il percorso politico seguito". Nessuno voleva certamente rinnegare appartenenze storiche, così come battaglie per la memoria e la verità storica, ma si è cercato solo "un riequilibrio grafico dove il riferimento storico resta comunque presente, ma non unico e prevalente come in precedenza".
E' stato l'ideatore del nuovo simbolo, l'architetto Bruno Pappalardo, a descrivere e narrare la sua creatura grafica: "una piastra circolare di colore rosso con simboli gialli e iscrizioni bianche. Al di sotto della denominazione del PARTITO grossa e centrale, la precisa collocazione delle idee e della nuova visione evolutiva di una realtà democratica al SUD di stampo progressista, ecco perché l’inclusione dell'etichetta 'MERIDIONALISTI PROGRESSISTI' che germina convinta nel terreno fertile delle idee di Gramsci, Dorso e Salvemini e di tanti padri generosi del meridionalismo storico". Lo stesso presidente nazionale del partito, Natale Cuccurese, ha voluto vedere nel fregio "un meridionalismo contro ogni forma di esterofobia, di discriminazione, coabitante con la legalità e i diritti, oggi sottratti primariamente ai deboli. [...] Esso è anche plurale ed è, quindi, accanto a tutti coloro che lottano per la crescita morale e culturale, produttiva e solidale, equa, sicura e gravida di idee per la salvaguardia dell’ambiente. E' contro l’arroganza annidata sia nelle istituzioni che in spietate cosche che destituiscono democrazia e civiltà; è quello che lotterà per il Sud, [...] massacrato da una infida forma di colonialismo, generatosi da una torta storia e da un unitarismo strumentale la cui collera, se resta, andrà superata. Sarà, dunque, pronta a ripartire e costruire un nuovo terreno di fiscalità prolifica macroregionale." 
L'emblema viene poi definito in modo più approfondito: "Il ROSSO acceso del campo circolare ricorda il colore del sangue versato per le libertà dai partigiani che in ogni epoca pagarono con la vita la loro passione per la propria terra. E ancora il sangue degli operai nelle fabbriche, dei braccianti nei campi e di tutti i caduti al servizio dello Stato e della Giustizia nella lotta contro le mafie e la criminalità. Su quel colore Rosso, in alto, nel simbolo, troviamo raffigurato l’INFINITO, di colore GIALLO rappresentato dal numero “otto” rovesciato da cui sembrano partire e allargarsi nuovi orizzonti. Inserito in basso inserito nella scritta SUD, troviamo il simbolo giallo del giglio, segno e ricordo di un racconto storico offeso, attraverso il quale si chiede il ripristino di una verità storica, quella del sud, fin qui rimossa e umiliata".
Guarda dunque avanti, il Partito del sud, rielaborando un passato storico nella nuova veste grafica: nel futuro, del resto, saranno gli elettori a decretarne, eventualmente, il successo del restyling

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