mercoledì 1 giugno 2016

Torino, simboli e curiosità sulla scheda

Inizia ora il viaggio attraverso i simboli delle grandi città al voto: solo nei giorni scorsi gli albi pretori dei comuni interessati hanno pubblicato i manifesti definitivi di liste e candidati, per cui ora il quadro è stabilizzato e si può iniziare la rassegna. In parte l'argomento è stato trattato in precedenza, parlando delle liste particolari che via via venivano svelate, altri simboli vengono trattati per la prima volta. Si inizia da Torino e via via si scende, pronti ad affrontare una pletora di marchi elettorali.

Alla fine Torino fa 34. Tra esclusioni, riammissioni e sorteggi ripetuti in tempi diversi, è questo il numero definitivo delle liste che parteciperanno alle elezioni, mentre il numero dei candidati sindaci è giusto la metà, 17. Ecco di seguito tutti i simboli, raggruppati sotto il nome del candidato sindaco.

Piero Fassino

Il sindaco uscente, Piero Fassino, può contare sul sostegno di quattro liste, una coalizione dimezzata rispetto al 2011, anno in cui le formazioni che lo appoggiavano erano addirittura 8. Quella di punta, naturalmente, almeno a livello politico, è quella del Partito democratico: per l'occasione riutilizza esattamente lo stesso emblema schierato nel 2011, a sua volta ricalcante il primo contrassegno che il Pd abbia mai usato alle elezioni, cioè quello delle Politiche del 2008, con la scritta "Veltroni presidente". Meno fortunato l'esempio più risalente, decisamente più positivo il secondo: anche per questo, i dem sperano di fare il bis riconfermando l'ex segretario Ds alla guida della città.
Di certo, tuttavia, il sindaco uscente punta anche molto sulla sua Lista civica per Fassino, forse una delle più impersonali - dal punto di vista grafico, s'intende - delle "liste personali" mai trovate. Chi si aspettava il "ripescaggio" di un brand amministrativo fortunato come Alleanza per Torino, da tempo nelle mani di Pino De Michele, è rimasto deluso: soltanto scritte e l'alternanza dei colori rosso e bianco per la lista di Fassino, probabilmente per assicurarne la riconoscibilità senza troppi artifici grafici e cromatici (del resto nel 2011 una lista personale nemmeno c'era). Non è escluso che la scelta paghi, anche se gli appassionati di simbologia si sentono piuttosto lasciati a bocca asciutta.
Per coprire l'area "sinistra" della coalizione, si deve poi considerare l'emblema di Progetto Torino, che porta come testo in secondo livello "Sinistra per la città". L'ambientazione è ovviamente rossa, mentre la parte inferiore, arancione, è modellata secondo il profilo della città, che inizia con l'Arco Olimpico e termina con la Mole Antonelliana. Capolista di Progetto Torino è l'assessore uscente Gianguido Passoni e l'obiettivo sembra essere proprio rendere forte la coalizione tra gli elettori di sinistra, che diversamente potrebbero scegliere di votare per Giorgio Airaudo o per uno dei due partiti di ispirazione comunista che si ritrovano sulla scheda elettorale. 
Da ultimo, è confermato anche questa volta il sostegno dei Moderati di Giacomo Portas, che anche questa volta prendono il nome di Moderati per Fassino. L'emblema è molto simile a quello utilizzato nel 2011: la parte superiore è identica, mentre nel semicerchio inferiore è stato ritoccato - in modo quasi impercettibile - il riferimento a Fassino. La presenza dei Moderati in coalizione era un altro degli elementi di certezza a queste elezioni, anche dopo il progetto del Cantiere dei Moderati che ha visto la confluenza di ciò che resta di Scelta civica, ossia del progetto parallelo "Cittadini per l'Italia" (chiaramente non presente con proprie liste a Torino).

Roberto Rosso

Si presenta sostenuto da ben cinque liste Roberto Rosso, sindaco "mancato" nel 2001 che ci riprova a quindici anni di distanza. La prima di cui in questo sito si è parlato, ovviamente, è quella personale del candidato, cioè Roberto Rosso sindaco, che non porta nient'altro all'interno dei simbolo. La presentazione immediata al pubblico - e il cognome in evidenza inconfutabile, anche grazie al colore rosso (nomen omen) - ha evitato che a qualcuno venisse in mente di presentare liste analoghe o fuorvianti; capolista della formazione, tra l'altro, è Patrizia Borgarello, ex leghista e soprattutto colei che con il suo ricorso ha contestato l'esito delle elezioni regionali 2014, vicenda non ancora risolta.
Il primo partito a schierarsi con Roberto Rosso è stata l'Udc, dunque non ci si stupisce affatto a trovare il simbolo con lo scudo crociato sulla scheda. Da notare la personalizzazione dell'emblema, con l'espressione "Rosso sindaco" (che peraltro nella font non rispetta l'immagine coordinata del candidato sindaco, altrove visibile) collocata nel segmento rosso che di norma contiene la parola "Italia" (e, in precedenza, Casini) e la presenza, nella parte bassa, della dicitura "Area popolare". Sulla scheda non si trova né il simbolo di Ncd, né quello di fresco conio di Area popolare (o di Torino popolare, secondo la strategia messa in atto altrove), dunque si presume che gli alfaniani torinesi siano parte del progetto, ma forse non avevano le forze per presentare una lista in autonomia.
In coalizione, poi, c'è l'Unione pensionati di Onorato Passarelli, il cui simbolo per un certo tempo era stato assente dalle competizioni elettorali (il simbolo si è visto al Viminale per l'ultima volta nel 2008 e allora, tra l'altro, era tutto spiegazzato, piuttosto fotocopiato e ricolorato). In quest'anno in cui sulla scheda i torinesi non troveranno il simbolo del Partito pensionati di Fatuzzo, questo è uno degli emblemi in cui la parola "Pensionati" è in maggiore evidenza: a distinguerlo dagli altri, oltre al diverso nome e al fondo giallo, le tre sagome di gabbiani (o saranno altri uccelli) tinte dei colori della bandiera, da sempre "marchio" di quella formazione politica.
Tra i simboli si rivede poi il Mir, ossia i Moderati in rivoluzione fondati da Samorì tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013. La formazione, tuttavia, ha cambiato ancora simbolo rispetto a quelli che, in rapida successione, aveva adottato nel suo primo anno di vita. Questa volta la parola più evidente di tutte è "Moderati" e la sarebbe stata anche di più, se la Commissione elettorale circondariale non avesse bocciato la prima versione del contrassegno, che dava al vocabolo ancora più spazio, al punto - secondo i componenti - da creare confondibilità con il simbolo dei Moderati di Portas, che in Piemonte sono decisamente radicati. Il problema è stato evitato rimpicciolendo la scritta e colorando di giallo il fondo. Certo, ora il colore è quasi uguale a quello dell'Unione pensionati, ma all'interno della stessa coalizione non si dovrebbe incorrere in un errore.
A sostegno di Rosso c'è anche una lista denominata Alleanza democratica. I drogati di politica seniores non penseranno a una risurrezione del partito che fu di Willer Bordon, ma piuttosto - trattandosi di elezioni che si svolgono in Piemonte - alla formazione fondata nel 2005 da Giancarlo Travagin, piemontese e già parte di vari tentativi (da Flaminio Piccoli ad Angelo Sandri) di "rifare" la Dc, suo primo partito. Dell'ultima versione del simbolo di Ad, tuttavia, il contrassegno conserva solo la font del nome: niente fondo blu e niente omini tricolori stilizzati, ma un fondo bianco con la traccia della Mole, la dicitura "Roberto rosso sindaco di Torino" su una fascia gialla e, in basso, le "pulci" della Federazione popolare (alla quale Alleanza democratica di Travagin ha aderito, assieme tra gli altri ai Popolari per l'italia e al Nuovo Cdu di Tassone) e di Dipendenti pensionati disoccupati, un emblema già visto nel 2011 nella coalizione di Domenico Coppola, organizzata da Renzo Rabellino.

Osvaldo Napoli

Terzo candidato sindaco che si prende qui in considerazione è Osvaldo Napoli, deputato per tre legislature (per Forza Italia e Popolo della libertà), non entrato in Parlamento nel 2013 e tuttora iscritto a Fi, da sindaco di Valgioie. Non a caso, la prima lista da prendere in considerazione della sua coalizione "a tre punte" è proprio quello di Forza Italia. Per l'occasione viene utilizzato esattamente l'emblema che era stato schierato alle europee del 2014, con la bandierina e sotto il riferimento a Berlusconi, senza aggiungere - come avviene in altre città, a partire da Roma e Milano - alcun riferimento al candidato sindaco. Curiosità: il capogruppo di Fi si chiama Roberto Rosso, ma è solo omonimo del candidato sindaco...
A sostegno di Napoli c'è anche la lista civica Un sogno per Torino, simbolo già noto da tempo in realtà, e per Lo Spiffero legata al gruppo del forzista Luca Olivetti. Niente simboli di partito ovviamente per questa lista civica, ma solo un cuore stilizzato bianco, "in negativo" sullo sfondo blu scuro, con la sagoma della Mole Antonelliana che spunta all'interno, mentre il giallo del nome della lista ricostruisce la coppia di colori dello stemma cittadino. Questa formazione, dunque, sembra rappresentare soprattutto il tentativo di rafforzare sul piano civico una candidatura che agli occhi dei più sembra soprattutto politica, nel contesto di un centrodestra diviso e destinato a non avere troppa rilevanza.
Completa la coalizione che appoggia Napoli la lista civica Salviamo l'Oftalmico insieme. Anche qui simbolo decisamente easy, con scritte bianche a font bastoni su fondo rosso, per una causa tipicamente locale: la formazione, infatti, è una "lista di scopo", legata all'omonima associazione, promossa da professionisti del mondo della sanità e di altri settori della società civile, per cercare di evitare la chiusura dell'Ospedale oftalmico di Torino, per non rendere inutili gli investimenti fatti negli anni per ammodernare la struttura e non disperdere le professionalità accumulate nel tempo. Il presidente dell'associazione, Savino D'Amelio, è anche il capolista.

Alberto Morano

Altro candidato dichiaratamente di centrodestra è invece Alberto Morano, notaio ben noto in città, anch'egli sostenuto da tre liste. A lanciare più di altri la candidatura di Morano è stato Matteo Salvini, quindi è ovvio trovare in coalizione la Lega Nord. Il simbolo è quello ben noto, con Alberto da Giussano e il riferimento a Salvini in basso; il "Sole delle Alpi" verde è presente, ma si sposta per fare spazio alla caratterizzazione nazionale del segno, con l'inserimento della parola "Piemont" e della bandiera piemontese con il lambello. Un segno simile a quello usato nel 2011, ma allora non c'erano il Sole e il Piemont, al posto di Salvini c'era Boss e il centrodestra era unito nel sostegno a Michele Coppola. Praticamente un altro mondo.
Secondo simbolo della coalizione è quello di Fratelli d'Italia, che conferma in questo modo l'asse che ormai sembra essersi consolidato tra i partiti guidati da Salvini e Giorgia Meloni. E c'è proprio scritto Meloni nel contrassegno, che è la copia carbone di quello presentato alle europee del 2014. Fratelli d'Italia certamente non temerà particolari rivali a destra (a parte la concorrenza di Forza Nuova e Casa Pound), soprattutto dopo che il Consiglio di Stato ha defintivamente escluso dalle schede il simbolo e la lista del Movimento sociale italiano di Saya e Cannizzaro (che puntava alla guida della città con Roberto Salerno), proprio per la presenza della fiammella che Saya rivendica come sua creazione tutelata e Fdi ha ricevuto in uso dalla Fondazione An.
A completare lo schieramento tripartito in favore di Morano c'è anche la sua lista personale, denominata Morano sindaco - Lavoriamo insieme. La più parte del contrassegno è occupata da elementi esclusivamente cromatici e testuali; la regione superiore dell'emblema, invece, contiene una visione frontale di parte dei monumenti principali di Torino, con il profilo della Mole collocato praticamente nel centro (il monumento simbolo del capoluogo piemontese torna dunque quattro volte sulla scheda elettorale). Nel disegno si riconoscono anche, a partire da sinistra, Palazzo Reale, il Duomo, la Porta Palatina (a destra della Mole) e la basilica di Superga.


Giorgio Airaudo

Schiera tre simboli anche Giorgio Airaudo, deputato di Sinistra italiana - Sel e già sindacalista Fiom, che cerca di riunire intorno a sé almeno parte del mondo della sinistra dichiarata. Il primo emblema da considerare è quello di Torino in comune, sfondo ovviamente e orgogliosamente rosso, con le due "O" di "Torino" e "Comune" che si uniscono in un abbraccio stilizzato verde, come verde è la sottolineatura del nome. In basso, il riferimento inserito in corso d'opera all'interno del contrassegno, "La sinistra", per rivendicare una posizione che all'inizio forse era data per scontata, ma non si è voluto lasciare in esclusiva a Progetto Torino che fa capo a Passoni.
Contiene riferimenti a simboli di partito una seconda lista, Ambiente Torino per Airaudo sindaco. Il nome segnala la sensibilità ambientalista della formazione, mentre il contrassegno contiene la "pulce" di Possibile (senza che contenga il nome del partito fondato da Giuseppe Civati) e il girasole del Partito dei Verdi europei, utilizzato nel 2014 alle europee dalla lista Verdi europei. Si tratta, in particolare, di una delle poche presenze esplicite di Possibile alle elezioni amministrative nelle maggiori città principali d'Italia: quanto al girasole così disegnato, lo si è visto davvero di rado a livello locale, proprio per il respiro "europeo" di quell'emblema floreale.
Ultima delle tre liste a sostegno di Airaudo è Pensionati e invalidi - Giovani insieme, formazione legata al nome di Luigina Staunovo Polacco (e già al centro di varie polemiche nella lunga e tormentata vicenda delle elezioni regionali del 2010, ancora una volta per questioni di firme). Si tratta dunque del terzo emblema che si rivolge alle persone in età da pensione (e non solo) e, graficamente, forse è quello che crea più discussioni: la font è identica a quella del Partito pensionati, il tricolore sul fondo è sempre più chiaro e sfumato, al punto da dare l'impressione che il cerchio sia bianco; da ultimo, la corona blu con le stelle è sempre più sottile, potendo anche essere scambiata per la circonferenza del simbolo dei Pensionati di Fatuzzo. La commissione però l'ha ammesso e quindi sulla scheda ci sarà.

Gianluca Noccetti

Sono invece cinque le liste che sostengono la corsa a sindaco di Gianluca Noccetti, uno dei membri più rappresentativi della "ditta" legata a Renzo Rabellino. Il simbolo più noto e consolidato del gruppo è quello di Lega padana, segno che non ha mai trovato i favori di chi si riconosce nella Lega Nord. Fondo verde, con il nome molto in evidenza e, nella parte inferiore, la bandiera piemontese con il lambello e il riferimento al Piemont, la lista inizialmente era attribuita alla coalizione di Roberto Rosso, ma pochi giorni prima della presentazione delle liste ha ufficializzato il sostegno a Noccetti. Capolista della formazione, tra l'altro, è Giovanni Salvini, proprio lo stesso che a Roma apre la lista Lega centro - Salviamo, quella che nel simbolo ha la ruspa e ha creato polemiche, sulle quali bisognerà tornare.
Il secondo tra i simboli più noti della coalizione è Forza Toro, con il disegno del toro - su fondo ovviamente granata - diverso da quello dello stemma del comune, ma simile a quello usato negli anni '80 dal Torino Calcio. Il 26 maggio la società sportiva Torino Fc, lamentando la "palese imitazione di uno dei marchi di proprietà del Torino FC" e negando alcun collegamento con la lista e la mancanza di autorizzazione all'uso del marchio, ha detto di aver "incaricato i propri legali di diffidare i responsabili della lista Forza Toro dall'utilizzare nomi e simboli del Torino FC": diffida che arriva tardi, anche perché l'emblema è arrivato sulle schede torinesi già nel 2006, nella coalizione che all'epoca sosteneva Denis Martucci. Una curiosità: capolista di Forza Toro è Dario Di Francesco, candidato sindaco a Roma col sostegno (tra l'altro) della Lega Centro e della Lista del Grillo parlante.
Altri simboli a sostegno di Noccetti hanno già avuto parte, in qualche modo, nel team Rabellino. Si pensi, ad esempio a Disoccupati precari esodati, con il pugno chiuso e l'indice puntato che era stato usato per la prima volta nel 1996 con il simbolo dei Disoccupati uniti - Disoccupati subalpini (depositato al Viminale per le politiche) e dodici anni dopo nell'emblema (bocciato) degli Amici di Beppe Grillo; in questo caso il pugno, che si fa rosso, ma conserva il fondo giallo tipico di varie liste di Rabellino, si accompagna alle categorie più adeguate ai tempi che si vivono, per cui ai disoccupati si affiancano i precari e gli esodati. Un'idea a metà tra il pugno di lotta e l'indice dello zio Sam, che chiede voto e impegno personale per la causa.
C'è poi il Mida, nel senso di Movimento italiano difesa automobilisti, che guardando il simbolo è più facile chiamare l'AutomobiLista, con un volante giallo sfumato come elemento grafico principale, già utilizzato come "pulce" nel simbolo della Lista dei Grilli parlanti nel 2008. Qualcuno dotato di una prodigiosa memoria simbolico-elettorale potrebbe ricordare che sempre nel 1996 (e sempre alle politiche) qualcuno aveva depositato il simbolo del Mida - Movimento italiano diversamente abili, lamentando una nuova "operazione alias", per la clonazione della sigla, ma verrebbe zittito immediatamente: sulla scheda non c'è traccia dell'acronimo, quindi nessuno potrebbe essere fuorviato, ammesso che abbia mai sentito nominare il primo Mida in vita sua.
Chiude il drappello di liste presentate a sostegno di Noccetti la formazione denominata Amici 4 zampe. Non si ricordano, in questo caso, particolari precedenti legati a questo simbolo, almeno a livello nazionale o regionale: c'è semplicemente l'idea di coprire l'area ambientalista e animalista con un emblema che risulta tra l'altro simpatico, tanto per il nome scelto quanto per la presenza di un cane e di un gatto disegnati. Chissà se qualche elettore, un po' per protesta e un po' per amore degli animali, cederà alla tentazione di mettere la croce su quel simbolo, proprio nell'anno in cui tra l'altro sulla scheda non c'è traccia dell'orsetto dei Verdi Verdi, nati tra Pinerolo e Torino...

Chiara Appendino

Doveva esserci un sesto simbolo a sostenere la candidatura di Gianluca Noccetti, quello della Lista del grillo parlante: la sua corsa è stata fermata dal MoVimento 5 Stelle, che ha lamentato la confondibilità del segno pro-Noccetti per il rimando (ritenuto indebito) a Grillo. Come si è detto nelle settimane scorse, dopo il diniego della commissione elettorale, il M5S ha avuto più fortuna al Tar e in Consiglio di Stato (sia pure con decisioni che appaiono nel merito discutibili), per cui la campagna del MoVimento - che candida a sindaca Chiara Appendino - procede tranquillamente: sulle schede, ovviamente, arriverà l'emblema nuovo (con il sito del M5S) e senza alcun apparentamento.

Roberto Usseglio Viretta e Mario Racca

L'area che si riconduce più o meno correttamente alla destra estrema trova rappresentanza in Forza Nuova e in CasaPound Italia, che candidano come sindaco rispettivamente Roberto Usseglio Viretta e Marco Racca. Non c'è granché da dire sui loro simboli, se non altro perché sono quelli nazionali noti da tempo, senza alcuna modifica alle grafiche.

Marco Rizzo e Alessio Ariotto

Anche per quanto riguarda l'estrema sinistra si devono considerare due liste, peraltro dai nomi piuttosto simili. Da una parte c'è il Partito comunista (già Comunisti sinistra popolare) che candida il segretario Marco Rizzo, proprio torinese; dall'altra, il Partito comunista dei lavoratori, quello di Marco Ferrando, che dopo la riammissione da parte del Consiglio di Stato può correre con il suo candidato sindaco Alessio Ariotto. Anche qui, i simboli sono esattamente quelli già noti da tempo, senza alcuna modifica da rilevare.
  

Anna Battista

Sembra quasi una "lista di scopo" Basta!, che candida Anna Battista e che è stata concepita e plasmata da Giacinto Marra. La formazione è infatti stata costituita "per tutelare il mondo delle Partite Iva e più nello specifico quello relativo agli ambulanti e commercianti torinesi", soffocati dalle tasse e dalla burocrazia, oltre che da una lamentata scarsa attenzione. Impossibile non notare il cappio, che non è una minaccia verso qualcosa o qualcuno, ma la condizione dei titolari di partita Iva, che spesso sentono quel nodo scorsoio sgradevolmente intorno al loro collo. Proprio da loro i proponenti della lista si aspettano il voto, ma anche da chiunque non si faccia spaventare da questo look piuttosto macabro.


Pier Carlo Luigi Devoti

Uno degli emblemi più misteriosi è quello della lista civica La Piazza, nata come gruppo nel 2011 nella circoscrizione 2. Il candidato sindaco Pier Carlo Devoti sul sito spiega il simbolo: "L’idea è [...] di rappresentare con i colori blu e giallo, caratteristici della città di Torino, la natura strettamente locale e civica della nostra lista. Il fatto che i due colori si presentino in qualche modo contrapposti, ai due lati di un simbolico tavolo costituito dalla Piazza, rappresenta il ruolo con cui la nostra lista civica vuole presentarsi alla città: pensiamo cioè di poter essere il 'luogo politico' in cui si incontrano e si confrontano anime diverse della città, che non si riconoscono nei partiti o non-partiti a 'trazione nazionale' ma che vogliono comunque, o proprio per questo, essere cittadinanza attiva, condividendo e costruendo insieme un 'progetto per Torino' che nasce sul territorio per il territorio". Tutto chiaro?


Lorenzo Varaldo

Terza versione del simbolo creato nel 2006 e sempre utilizzato per la candidatura a sindaco di Lorenzo Varaldo. All'inizio conteneva, su fondo rosso, le scritte "No UE - Democrazia e servizi pubblici - Unità della Repubblica", con la parte centrale in giallo e le altre in bianco. Nel 2011, al secondo tentativo, "No UE" era stato spostato nel mezzo (introducendo la barra bianca centrale), mentre in alto e in basso si leggevano rispettivamente, disposte ad arco, "Ritiro del piano Marchionne" e "Difesa dei contratti nazionali". Questa volta il motto è Abrogazione! e, a costo di affollare il cerchio, Varaldo si scaglia contro Job's act, "buona scuola", privatizzazioni, trattati UE e riforma costituzionale. Anche se l'ultimo punto, tecnicamente, non è abrogabile (al massimo potrà non essere perfezionata e non entrare in vigore, ma forse sono sottigliezze per giuristi...).

Vitantonio Colucci

Utilizza il simbolo del partito lanciato da Mario Adinolfi e Gianfranco Amato pochi mesi fa Vito Colucci, che dunque si presenta come candidato sindaco per Il Popolo della famiglia. Ovviamente l'emblema è proprio quello presentato a tutti i media e, proprio come in ogni altro luogo d'Italia, non ha subito alcun processo di personalizzazione o "territorializzazione": non c'è dunque nulla di particolare da dire sul contrassegno in questione, che fa il suo esordio sulla scena torinese (così come nelle altre piazze elettorali italiane in cui si presenterà), riepilogando nella grafica i punti principali del suo programma: attenzione alla famiglia tradizionale e nessuno spazio alla (supposta) teoria gender nelle scuole.

Mario Cornelio Levi

A differenza di altre grandi città, a Torino l'Italia dei valori concorre da sola, lontana da ogni coalizione e con un proprio candidato sindaco, Mario Cornelio Levi. Il simbolo è naturalmente quello noto, dopo il restyling del settembre 2013, ma non stupisce il fatto che, per segnalare la propria corsa solitaria e dare rilievo al proprio aspirante sindaco, il partito abbia scelto di inserire l'espressione "Levi sindaco" nella parte inferiore del simbolo: è stato sufficiente schiacciare un po' gli elementi che stanno sopra la striscia tricolore per ricavare un po' di spazio in basso e aggiungere - in bianco su fondo blu - il riferimento ben visibile al candidato Levi. 

Guglielmo Del Pero

Chiude la rassegna dei simboli presenti sulla scheda l'emblema di SiAmo Torino, l'area politica di ispirazione liberale nata poco più di un anno fa e che ha avuto dall'inizio tra i suoi animatori Guglielmo Del Pero, oggi candidato sindaco. Il gruppo, quando ancora non era diventato lista ma stava per farlo, aveva alzato la voce nel momento in cui lo staff di Piero Fassino aveva scelto tra gli hashtag della sua campagna elettorale #NoiSiamoTorino e il gruppo si era sentito defraudato del proprio nome. A quel punto il cammino verso la presentazione della lista è andato avanti con più determinazione, fino al raggiungimento dell'obiettivo. Ora che il simbolo è arrivato su schede e manifesti, non resta che farsi votare...

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