mercoledì 27 maggio 2020

Democrazia libera in movimento, progetto per la provincia jonica

I movimenti politici possono interessare l'intero territorio nazionale, oppure possono insistere su un'area più ristretta e ben determinata. Sembra essere il caso di Democrazia libera in movimento, soggetto politico che ha mosso i primi passi a marzo nella "provincia Jonica", dunque in quella di Taranto. A dare forma al movimento - che intenderebbe darsi una natura del tutto civica e legata a quel territorio - sono stati tre imprenditori dell'area relativamente giovani, Michele Liuzzi (di San Marzano di San Giuseppe), Gabriele Buonocunto (residente a Taranto) e Massimiliano Favale (di Palagiano): tutti e tre si sono detti uniti fin dall'inizio dal desiderio di vedere l'intera provincia tornare protagonista "e perché ciò avvenga serve una politica che riparta dal basso, dai cittadini e dal sano tessuto sociale".
I fondatori hanno rivendicato come cifra della nuova formazione "i sacrifici messi in campo nel fare impresa con onestà, impegno e sani valori", valori che a loro dire si sarebbero persi, soprattutto in politica, contribuendo a una bassa considerazione di chi opera in quell'ambito. Più che demonizzare la politica, tuttavia, i tre imprenditori vorrebbero "spronarla e aiutarla a fare meglio": sono convinti che, per cambiare la situazione, si debba ripartire dai "quarantenni stanchi di come procedono le cose nell'assordante silenzio di tutti" e comunque dai giovani, dagli imprenditori e dai professionisti, oltre che da persone che finora non si sono impegnate, perché proprio loro potrebbero dare un contributo positivo al rilancio dell'intera provincia di Taranto.
I promotori di Democrazia libera in movimento dichiarano espressamente che nessuno di loro parteciperà alle elezioni regionali (che probabilmente si terranno il 20 settembre), ma naturalmente i primi passi per consolidare la propria presenza sono già stati compiuti, a partire dalla scelta di un portavoce: fin dall'inizio i fondatori avevano deciso che questo sarebbe stato individuato "tra i quarantenni che hanno avuto un'esperienza pregressa positiva" in provincia di Taranto. La scelta alla fine è caduta su Giuseppe Delfino, che in effetti ha all'attivo un'esperienza da consigliere di opposizione e una di assessore nel comune di Crispiano. 
Definito come "giovane politico capace, politicamente e moralmente libero, sempre presente positivamente sulla cronaca tarantina, con rinomata gavetta giovanile", Delfino ha militato in Azione giovani e nella Giovane Italia, ha svolto il primo mandato da consigliere come eletto del Pdl. Nel 2013 figurava poi tra i candidati della lista Per cambiare Crispiano (che raccoglieva in sostanza il centrodestra), risultata la più votata con il suo candidato sindaco Egidio Ippolito. Delfino, in quell'occasione, figurava tra i candidati del movimento politico Idee e democrazia che lui stesso aveva promosso già nel 2011. In seguito a quel risultato, Delfino divenne assessore alla cultura di Crispiano nel 2013, incarico che però lasciò nell'agosto del 2017, per divergenze politiche con la guida dell'amministrazione (finì per collocarsi addirittura all'opposizione).
Oltre che dotarsi di una guida, il movimento si è dato anche un simbolo, che in una cintura blu in rilievo, con le stelle d'Europa, racchiude il nome, non del tutto centrato e scritto in un curioso carattere Algerian (con la parola "Libera" staccata e in font leggera corsiva: scelta piuttosto anomala per un emblema politico, poiché graficamente rende quel vocabolo poco visibile), una fascia tricolore leggermente mossa e, nella parte inferiore, un pino d'Aleppo blu su fondo verde sfumato (con la dicitura "Radici del Sud"), riprendendo un elemento tipico della vegetazione jonica. Almeno in parte, tra l'altro, il simbolo è imparentato con quello di Idee e democrazia, per la cintura di stelle (che era più sottile) e per la fascia tricolore (più ampia e regolare). Non finirà, come detto, sulle schede elettorali a settembre, ma l'emblema avrà tempo per radicarsi.

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