Come nasce, dove nasce l'idea di un soggetto politico e del suo simbolo? Sempre più spesso le cronache politiche ci abituano a nascite dall'alto, volute da poche persone o anche da una soltanto, con relativo staff più o meno ristretto di collaboratori: si pensa a un nome, quasi sempre con l'aiuto di un'agenzia di comunicazione cui si chiede di realizzare anche il simbolo, si buttano giù alcune idee per il programma da tradurre in slogan e poi si va. Altre volte si cerca di condividere le idee in un gruppo più ampio di persone, compresa la potenziale base: la si fa scegliere tra più opzioni nominali e grafiche, ma magari si prova a coinvolgere più gente già da prima, raccogliendo idee sui valori di base, sul nome, sui colori (come ha fatto l'anno scorso èViva, quando ancora non sapeva di chiamarsi così). Ma capita anche che alcune persone, più o meno vicine ma comunque in contatto tra loro, sentano il bisogno di costruire qualcosa di diverso da quello che c'è in giro, partendo da idee e posizioni già esistenti ma mettendoci del proprio, per distanziare un po' la voce e identificarsi sotto nuove insegne.
Così capita che, tra un profilo social e l'altro, si incroci un profilo la cui immagine distintiva ha tutta l'aria di essere un simbolo di partito, per giunta legato a un'area politica facile da identificare: il nome, Movimento nazionalista italiano, è già di per sé abbastanza indicativo; il simbolo scelto, vale a dire la fenice tricolore (che somiglia tanto, anzi tantissimo, a quella del Movimento sociale per l'Europa di Giuliano Castellino) la dice ancor più lunga, specie se abbinato alla sigla - MNI - collocata proprio sotto le ali "fiammeggianti" della fenice.
In rete, tuttavia, si trova ben poco su quel simbolo e su ciò che c'è dietro, al di là di una pagina Facebook decisamente non aggiornata. "In effetti - spiega il fondatore e attuale coordinatore del Mni, Mario Vellone, della provincia di Caserta - il nostro è un piccolo movimento politico che ha mosso i suoi primi passi l'estate scorsa, poi ci siamo fermati per alcuni mesi. Vogliamo farci strada innanzitutto nella politica locale, per poi magari proseguire il cammino in altri ambiti: siamo sparsi un po' in tutta la penisola, ma maggiormente nel meridione. Come il nome che abbiamo scelto mostra, mettiamo al centro la Nazione, ma siamo anche conservatori e non nascondiamo un pizzico di scetticismo verso l'attuale destra politica".
Così capita che, tra un profilo social e l'altro, si incroci un profilo la cui immagine distintiva ha tutta l'aria di essere un simbolo di partito, per giunta legato a un'area politica facile da identificare: il nome, Movimento nazionalista italiano, è già di per sé abbastanza indicativo; il simbolo scelto, vale a dire la fenice tricolore (che somiglia tanto, anzi tantissimo, a quella del Movimento sociale per l'Europa di Giuliano Castellino) la dice ancor più lunga, specie se abbinato alla sigla - MNI - collocata proprio sotto le ali "fiammeggianti" della fenice.
In rete, tuttavia, si trova ben poco su quel simbolo e su ciò che c'è dietro, al di là di una pagina Facebook decisamente non aggiornata. "In effetti - spiega il fondatore e attuale coordinatore del Mni, Mario Vellone, della provincia di Caserta - il nostro è un piccolo movimento politico che ha mosso i suoi primi passi l'estate scorsa, poi ci siamo fermati per alcuni mesi. Vogliamo farci strada innanzitutto nella politica locale, per poi magari proseguire il cammino in altri ambiti: siamo sparsi un po' in tutta la penisola, ma maggiormente nel meridione. Come il nome che abbiamo scelto mostra, mettiamo al centro la Nazione, ma siamo anche conservatori e non nascondiamo un pizzico di scetticismo verso l'attuale destra politica".
Se all'inizio l'immagine scelta per il partito era una bandiera tricolore leggermente mossa, tanto da sembrare quasi un libro, è arrivata quasi subito la citata fenice: "Volevamo essenzialmente distaccarci dai simboli monotoni che si vedono nella politica italiana: con questo soggetto abbiamo scelto di variare, pur facendo capire abbastanza nettamente dove ci collochiamo". Naturalmente questo simbolo non è mai finito sulle schede elettorali, visto che il soggetto politico è ancora ai suoi primi passi: "Abbiamo ripreso l'attività all'inizio di maggio, l'anno scorso non avevano ancora fondato ufficialmente la nostra realtà, tant'è che non abbiamo ancora sedi fisiche. Niente elezioni per ora, prima dobbiamo organizzarci bene, poi si vedrà".
Il simbolo, in ogni caso, intanto c'è; è da vedere se resterà quello o se, per chi già è in politica, sarà troppo somigliante a qualcosa di esistente e dovrà essere ritoccato. In ogni caso, però, c'è tutto il tempo di pensarci, cammin facendo.
Il simbolo, in ogni caso, intanto c'è; è da vedere se resterà quello o se, per chi già è in politica, sarà troppo somigliante a qualcosa di esistente e dovrà essere ritoccato. In ogni caso, però, c'è tutto il tempo di pensarci, cammin facendo.
Italia agli italiani
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