Al di là di ciò che accade nelle aule parlamentari, sembra crescere sempre di più il fronte di coloro che chiedono una discontinuità forte nei rapporti con l'Europa, fino all'abbandono dell'Unione europea e, soprattutto, della sua moneta. Tra i gruppi che si distinguono, c'è Italia unita - #StopEuropa, soggetto politico che rappresenta l'evoluzione recente di un progetto nato ormai cinque anni fa.
Il sito del partito, graficamente curato, riporta lo statuto e i riferimenti alle campagne che sono già state elaborate dai vertici del gruppo: esso, come si legge in rete (Ivg.it), sarebbe nato "dalla fusione di diversi gruppi Facebook" e la sua pagina conta quasi 2500 like, anche se i simpatizzanti sulla rete sarebbero in numero ben maggiore.
Il sito del partito, graficamente curato, riporta lo statuto e i riferimenti alle campagne che sono già state elaborate dai vertici del gruppo: esso, come si legge in rete (Ivg.it), sarebbe nato "dalla fusione di diversi gruppi Facebook" e la sua pagina conta quasi 2500 like, anche se i simpatizzanti sulla rete sarebbero in numero ben maggiore.
Il movimento, come si legge nel sito e sulla pagina, "nasce da membri del popolo, per essere al servizio del popolo, del popolo italiano, che richiede a gran voce il ritorno alla moneta nazionale e l'uscita dai vincoli dell'UE che tutto sembra tranne che una risorsa per il nostro paese". Fine del soggetto politico è, come scritto pure nello statuto, "il conseguimento del benessere del popolo italiano ed ispira la propria azione politica ai valori universali di libertà, giustizia, uguaglianza, meritocrazia, equità fiscale e solidarietà con al centro l'individuo che, in qualità di cittadino, forma il popolo sovrano della nostra nazione". Una delusione, dunque, tanto verso l'atteggiamento dell'Europa, quanto verso i politici italiani di oggi, senza troppe differenze tra loro.
In effetti, come si diceva, la storia del percorso che ha portato a Italia unita - #StopEuropa non è breve. La cronologia della pagina ricorda che questa nacque il 28 maggio 2015 con il nome "Veri italiani", divenuto rapidamente Progetto Veri italiani: era già presente un'elaborazione grafica, con la sagoma tricolore dell'Italia inserita in una sfera, racchiusa da una freccia tricolore inesauribile, così come c'era il payoff "Uniti per l'Italia" che, con il tempo e con la fusione di varie realtà, sarebbe diventato (da poche settimane) l'attuale Italia unita.
Il movimento si è già dato un organigramma, con un presidente (Simone Verdicchio), due vicepresidenti (Vivien Vettese e Federico Cammarota), un coordinatore nazionale (Giuseppe Cuscusa), un tesoriere (Antonio Storti), un responsabile adesioni (Sirio Gandolfi), un responsabile nazionale dipartimenti (Pietro Pesce), un ufficio comunicazione (con Tiziana Zampieri e Tiziano Sotgia) e una coordinatrice del movimento giovanile (Nunzia D'Acunzo). Nel loro programma, piuttosto articolato, si parte inevitabilmente con l'uscita dall'Europa e dall'Euro (con tanto di raccolta firme per chiedere un referendum Italexit), con il recupero della sovranità monetaria tornando alla moneta nazionale (e riattivando la zecca dello stato perché la ristampi). La maggior parte delle previsioni riguarda lo sviluppo economico (comprese le politiche per il lavoro), l'economia e il fisco, ma non mancano proposte anche nelle altre materie.
In effetti, come si diceva, la storia del percorso che ha portato a Italia unita - #StopEuropa non è breve. La cronologia della pagina ricorda che questa nacque il 28 maggio 2015 con il nome "Veri italiani", divenuto rapidamente Progetto Veri italiani: era già presente un'elaborazione grafica, con la sagoma tricolore dell'Italia inserita in una sfera, racchiusa da una freccia tricolore inesauribile, così come c'era il payoff "Uniti per l'Italia" che, con il tempo e con la fusione di varie realtà, sarebbe diventato (da poche settimane) l'attuale Italia unita.
Il movimento si è già dato un organigramma, con un presidente (Simone Verdicchio), due vicepresidenti (Vivien Vettese e Federico Cammarota), un coordinatore nazionale (Giuseppe Cuscusa), un tesoriere (Antonio Storti), un responsabile adesioni (Sirio Gandolfi), un responsabile nazionale dipartimenti (Pietro Pesce), un ufficio comunicazione (con Tiziana Zampieri e Tiziano Sotgia) e una coordinatrice del movimento giovanile (Nunzia D'Acunzo). Nel loro programma, piuttosto articolato, si parte inevitabilmente con l'uscita dall'Europa e dall'Euro (con tanto di raccolta firme per chiedere un referendum Italexit), con il recupero della sovranità monetaria tornando alla moneta nazionale (e riattivando la zecca dello stato perché la ristampi). La maggior parte delle previsioni riguarda lo sviluppo economico (comprese le politiche per il lavoro), l'economia e il fisco, ma non mancano proposte anche nelle altre materie.
Tutto ciò si riassume in un simbolo che appare studiato con cura nei suoi dettagli e nella sua realizzazione. Esso è descritto nello statuto di Italia unita - #StopEuropa: "un cerchio racchiudente una stella argentata, che ha un baffo laterale destro tricolore raffigurante la bandiera Italiana, la punta sinistra della stella è distaccata dal resto del disegno ed è di colore blu scuro con all'interno un cerchio di stelline gialle raffiguranti lo stemma dell’Unione Europea e scritta trasversale e sottostante in bianco #STOPEUROPA. Sotto la stella vi è la scritta ITALIA in carattere grassetto maiuscolo bianco e ancor più in basso vi è la scritta UNITA in carattere maiuscolo bianco, entrambe su sfondo azzurro". Al simbolo sono legate un paio di curiosità: all'interno è presente il simbolo del marchio registrato, al momento però risulta depositata solo la domanda di marchio (il 20 marzo, a nome del presidente Verdicchio) della dicitura #StopEuropa, mentre non si trova - salvo errore - alcun deposito del simbolo di Italia unita (nome peraltro già oggetto di un marchio politico che risale alla fine degli anni '90). Curiosamente, poi, il carattere utilizzato per il nome del partito - probabilmente un Brandon Grotesque - somiglia moltissimo a quello adottato nel 2014 da L'Altra Europa con Tsipras.
Ultima curiosità: nel sito del movimento si invita a sottoscrivere una petizione per consentire al soggetto politico di evolvere e diventare un partito. "Per qualificarsi ed essere riconosciuti come partito politico - si legge - bisogna generalmente avere al proprio seguito almeno mille sostenitori, il numero minimo per fondare un partito". Davanti a questa frase si resta francamente perplessi: fino alla fine del 2013 non esisteva alcuna disciplina di riconoscimento come partito, mentre dopo l'entrata in vigore del decreto-legge n. 149/2013 (convertito con legge n. 13/2014) non risulta alcun requisito di consistenza di iscritti. Per domandare il "riconoscimento", che altro non è che l'inserimento del partito in un apposito registro a seguito della valutazione di conformità dello statuto alle norme vigenti, sono indicati altri requisiti: occorre, alternativamente, avere presentato candidature con il proprio simbolo alle elezioni politiche, europee o regionali, essere indicati come rappresentativi di un gruppo o di una componente parlamentare o, ancora, aver depositato congiuntamente il proprio simbolo con altre realtà e avere concorso a un elezione politica o europea ottenendo almeno un eletto. Come si vede, non c'è alcun riferimento a un numero minimo di iscrizioni. Il che non impedisce, ovviamente, al movimento di diventare partito, non appena una componente parlamentare dichiari di rappresentarlo o non appena abbia partecipato a un'elezione almeno regionale.
Ultima curiosità: nel sito del movimento si invita a sottoscrivere una petizione per consentire al soggetto politico di evolvere e diventare un partito. "Per qualificarsi ed essere riconosciuti come partito politico - si legge - bisogna generalmente avere al proprio seguito almeno mille sostenitori, il numero minimo per fondare un partito". Davanti a questa frase si resta francamente perplessi: fino alla fine del 2013 non esisteva alcuna disciplina di riconoscimento come partito, mentre dopo l'entrata in vigore del decreto-legge n. 149/2013 (convertito con legge n. 13/2014) non risulta alcun requisito di consistenza di iscritti. Per domandare il "riconoscimento", che altro non è che l'inserimento del partito in un apposito registro a seguito della valutazione di conformità dello statuto alle norme vigenti, sono indicati altri requisiti: occorre, alternativamente, avere presentato candidature con il proprio simbolo alle elezioni politiche, europee o regionali, essere indicati come rappresentativi di un gruppo o di una componente parlamentare o, ancora, aver depositato congiuntamente il proprio simbolo con altre realtà e avere concorso a un elezione politica o europea ottenendo almeno un eletto. Come si vede, non c'è alcun riferimento a un numero minimo di iscrizioni. Il che non impedisce, ovviamente, al movimento di diventare partito, non appena una componente parlamentare dichiari di rappresentarlo o non appena abbia partecipato a un'elezione almeno regionale.
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