mercoledì 2 settembre 2020

Marche, simboli e curiosità sulla scheda

Rispetto a cinque anni fa, l'affollamento della scheda elettorale nella regione Marche è quasi raddoppiato: le candidature alla presidenza sono 8 (mentre nel 2015 erano solo 5), ma soprattutto le liste totali sono 18, a fronte delle 10 che si erano presentate nel 2015. Al di là dei sondaggi che conquistano molto spazio sui giornali, l'unica certezza al momento è che la guida della regione passerà di mano: il presidente uscente, Luca Ceriscioli, non si ricandida. La sfida su cui si appunta la maggiore attenzione degli osservatori sarà tra il candidato del centrosinistra, Maurizio Mangialardi (sindaco di Senigallia, che può contare su 6 liste) e quello del centrodestra, Francesco Acquaroli (già candidato nel 2015, anch'egli sostenuto da 6 contrassegni); tutte le altre candidature alla presidenza contano su una sola lista. I simboli sulla scheda saranno presentati in base all'ordine sorteggiato per la circoscrizione di Fermo.

Maurizio Mangialardi

Primo candidato alla presidenza indicato dal sorteggio nel fermano è Maurizio Mangialardi, che si presenta sostenuto da cinque liste di centrosinistra. Anche nelle Marche, peraltro, la legge elettorale continua a prevedere l'esistenza, oltre che dei contrassegni delle liste provinciali, anche dei contrassegni legati alla candidatura alla guida della regione (per cui chi aspira alla presidenza deve depositare presso l'Ufficio centrale regionale un emblema per distinguere la propria candidatura). Per questo fregio, il candidato lascia che nel segmento inferiore blu ci sia un riferimento a lui stesso (e non è frequente che ciò accada in un simbolo regionale), mentre nella parte superiore si legge "Insieme Marche", con tanto di freccia esile di forma semicircolare, per indicare la continuità dell'amministrazione e la necessità di cambiare o rinnovare qualcosa. Uno slogan e una grafica che, in ogni caso, il candidato sta usando nella sua campagna elettorale.

1) Rinasci Marche

Il primo simbolo estratto della coalizione a sostegno di Mangialardi (e anche, dunque, il primo a finire sulla scheda elettorale) in provincia di Fermo è quello di Rinasci Marche, la lista che riunisce i Verdi, +Europa e i Civici Uniti per le Marche. Le tre forze politiche sono richiamate nella fascia bianca centrale con i loro nomi (anche abbreviati, in ogni caso riconoscibili anche senza la miniatura del simbolo) e, in parte, anche con i loro colori, che tingono buona parte del contrassegno (il verde dei Verdi - nonché del territorio, dell'ambiente e della speranza - in alto, il magenta che richiama la componente femminile - ed è utilizzato anche nel logo di +Europa - in basso).
 

2) Partito democratico

Al secondo posto il sorteggio ha collocato la lista del Partito democratico. Il logo disegnato da Nicola Storto nel 2007 è intatto e pienamente riconoscibile, ma in quest'occasione il Pd marchigiano ha scelto di inserire nel contrassegno un elemento di personalizzazione: la dicitura "Mangialardi presidente" appare dunque al di sotto del logotipo, inserita in un segmento rosso - e il colore non sorprende, in verità - con una curiosa base concava (in stile Campo progressista per Zedda). I dem partono dal 35,13% di cinque anni fa alle regionali, un livello che non sarà proprio facile raggiungere (alle europee 2019 il Pd - Siamo europei era poco sopra il 22%).
 

3) Marche coraggiose

Ci fosse stato qualche dubbio, il progetto di Emilia-Romagna coraggiosa visto a gennaio è ormai diventato un brand (soprattutto perché era riuscito nell'impresa di eleggere due persone in consiglio, dunque ha mostrato di poter avere successo). In Toscana la lista Sinistra civica ecologista ne ha ripreso il motivo grafico; Marche coraggiose - presentata soprattutto da Articolo Uno, ma ci sarebbero anche alcuni ex M5S - ha innanzitutto adattato il nome alla propria realtà (precisando che quelle Marche sono anche "civiche, ecologiste, progressiste") e ha reinterpretato la struttura cromatica del contrassegno ribaltandone i colori: il segmento convesso inferiore è verde, mentre il fondo è rosso, il che ha obbligato a tingere di verde il cuore. L'effetto è un po' straniante, ma il contrassegno mostra dura e impegno nella realizzazione.
 

4) Italia viva - Demos - Psi - Civici Marche

Quarta lista individuata dal sorteggio di coalizione è quella trainata da Italia viva, ma che comprende anche Democrazia solidale (che in queste elezioni regionali sta mostrando di tenere a una certa presenza sul territorio), il Partito socialista italiano e il gruppo Partecipazione democratica - Civici Marche: tutte queste forze sono rappresentate con la propria miniatura al centro del contrassegno, mentre il logo grafico e verbale di Italia viva si sviluppa in orizzontale nella parte inferiore del cerchio. Il semicerchio superiore (a base obliqua crescente) contiene invece il riferimento al candidato presidente ed è tinto del colori del partito di Matteo Renzi, con una sfumatura analoga a quella della "spunta alata".
 

5) Lista Mangialardi presidente

Nella coalizione che sostiene il candidato del centrosinistra non poteva mancare una formazione pienamente civica e qualificabile come "lista del presidente": non a caso, il nome è proprio Lista Mangialardi presidente; le cronache peraltro sottolineano che alla lista concorrono anche alcune candidature legate ad Azione e al Movimento dei repubblicani europei, fondato nel 2001 da Luciana Sbarbati (marchigiana) e che dall'anno scorso ha iniziato la sua riorganizzazione. Al di là dell'arancione (tonalità civica spesso impiegata a sinistra), la "M" che richiama il cognome del candidato è parzialmente coperta dal disegno stilizzato di un picchio (legato alla storia del popolo Piceno).
 

6) Le Nostre Marche e il Centro

L'ultimo simbolo della coalizione che appoggia Mangialardi è probabilmente quello più complesso: la lista Le Nostre Marche e il Centro, infatti, raccoglie varie sensibilità. Il colore dominante del fondo è il blu, che contiene il nome della lista promossa dall'assessora regionale Loretta Bravi. Lei già alla fine dello scorso anno aveva creato il movimento Presenza popolare, volto a occupare - appunto - uno spazio di centro, progetto cui hanno aderito anche altri gruppi come la Nuova Democrazia cristiana (il nome è lo stesso del gruppo che aveva concorso alle elezioni del 2015, ma non sembra certo che le persone impegnate siano le stesse di allora); al gruppo Il Centro si è aggiunto anche un altro movimento locale, Le Nostre Marche, aggregazione civica, solidale e popolare nata a gennaio. La sagoma della regione tinta del tricolore sfumato appartiene appunto a questo gruppo, mentre Il Centro occupa con il suo nome la maggior parte dello spazio.
 

Alessandra Contigiani

7) Riconquistare l'Italia

La seconda candidatura alla presidenza della regione Marche, in base all'estrazione fermana, risulta essere quella di Alessandra Contigiani: si presenta sostenuta dalla lista Riconquistare l'Italia, legata al Fronte sovranista italiano. Il simbolo - valido anche come emblema della candidatura regionale - è quello che si è già visto in altre regioni (nelle quali il Fsi cerca di essere il più possibile presente), con la sua sigla e la stella d'Italia incompiuta e crescente; detto simbolo, peraltro, non figura sulle schede della provincia di Ancona (lì la lista non è stata presentata, ma questo non compromette la validità della candidatura di Contigiani).
 

Anna Rita Iannetti

8) Movimento 3V - Libertà di scelta

A Contigiani il sorteggio ha fatto seguire Anna Rita Iannetti, candidata di un altra forza politica che cerca di utilizzare l'appuntamento delle elezioni regionali per farsi conoscere in modo diffuso sul territorio. Si tratta del Movimento 3V - Libertà di scelta, già presente alle elezioni in Emilia-Romagna come Vaccini vogliamo verità e - ora che anche il nome è andato oltre il superamento dell'obbligo vaccinale, mostrando più attenzione a una generica libertà informata di scelta in ambito sanitario - pronto a partecipare al voto anche in Veneto (come si è visto) e Toscana. Il contrassegno - che caratterizza anche la candidatura di Iannetti - è quello già noto, con il nome del movimento scritto in nero su fondo bianco, racchiuso da una spessa circonferenza rossa.
 

Roberto Mancini

9) Dipende da noi  

Al nono posto (e all'ultimo della prima fila verticale della scheda) è finito il contrassegno della lista Dipende da noi, nata per sostenere il progetto di candidatura di Roberto Mancini, ordinario di filosofia teoretica (il contrassegno vale pure come emblema del candidato presidente). Promossa da Sinistra italiana e da varie componenti della società civile, la lista ha scelto come centro del proprio simbolo una stretta di mano dalla quale nasce un germoglio: ciò che si vorrebbe per il futuro della regione, grazie al "prenderci cura delle Marche"; che è lo slogan scelto per la formazione; non sfugge il colore rosso e il "Noi" in maiuscolo, che guardano a un passato teoricamente nemmeno troppo lontano della regione (i dati elettorali avranno l'arduo compito di dire se sarà così anche in pratica).
 

Fabio Pasquinelli

Quinta candidatura sorteggiata in provincia di Fermo è quella di Fabio Pasquinelli, avvocato di Osimo, segretario regionale del Partito comunista italiano. Del simbolo della lista a lui collegata si dirà tra pochissimo, ma si può subito vedere che il candidato ha scelto di non utilizzarlo anche come proprio emblema personale sulla scheda: il contrassegno del candidato presidente è piuttosto anonimo sul piano grafico (anche se contiene il cognome). Probabilmente, come accaduto anche altrove, c'è il tentativo di non distogliere l'attenzione dal contrassegno di lista, quello che conta davvero per sperare di approdare in consiglio regionale.(anche se il 3,82% raccolto da Altre Marche - Sinistra unita nel 2015 non era stato sufficiente a far scattare un eletto).
 

10) Comunista!

Non ci sono dubbi sulla collocazione della lista che, al numero 10, apre la seconda fila della scheda: il nome Comunista!, infatti, rende chiaro il piazzamento. Ci si può chiedere, al più, come mai non sia stato usato il simbolo del Pci, visto che il candidato alla presidenza della regione - come si è detto - è il segretario marchigiano del partito. Si è appreso nelle settimane scorse, tuttavia, che questa lista ospita anche molti militanti del Partito comunista, guidato a livello nazionale da Marco Rizzo (che ha espresso sostegno alla lista). Il simbolo, in effetti, per il bianco che "tinge" falce, martello e stella ricorda assai più quello del Pc rispetto a quello del Pci; piuttosto inedita è la soluzione della bandiera rossa ombreggiata, con un'asta tanto sottile da sembrare uno stuzzicadenti.
 

Francesco Acquaroli

Come nel 2015, il candidato del centrodestra è Francesco Acquaroli, anche se in effetti all'epoca lo era stato solo di una parte (Fratelli d'Italia e Lega Nord), visto che Forza Italia aveva scelto di sostenere la seconda corsa di Gian Mario Spacca, che pure nel primo mandato era stato eletto grazie al centrosinistra. Per questa nuova corsa, Acquaroli ha scelto di distinguere la sua candidatura con un simbolo piuttosto anonimo, che non porta nemmeno il suo nome: c'è solo il motto "Ricostruiamo le Marche" (con il concetto di amore evidenziato), una sottolineatura tricolore e l'hashtag #unastorianuova (quella che il centrodestra spera di scrivere e far raccontare, in caso di vittoria alle regionali in una terra da sempre a sinistra).

11) Lega - Marche

Il primo simbolo sorteggiato della coalizione di centrodestra è quello della Lega, che rispetto a cinque anni fa ha eliminato la parola "Nord" e reso più evidente il nome del suo leader Matteo Salvini (sostituendo però la parola "premier" con il riferimento alle Marche), lasciando ovviamente in piena evidenza al centro la statua di Alberto da Giussano. Se nel 2015 il partito aveva superato il 13%, alle europee dello scorso anno aveva sfiorato il 38% (quasi 16 punti sopra il Pd): indubbiamente queste elezioni saranno un banco di prova molto importante e non certo solo per l'ex Carroccio.
 

12) Unione di centro - Popolari Marche

Fa parte della coalizione di centrodestra anche l'Unione di centro - Popolari Marche, che invece cinque anni fa aveva sostenuto la candidatura di Luca Ceriscioli (ottenendo anche un seggio). Il simbolo appare uguale a quello del 2015 (dunque la presenza della dicitura "Popolari Marche" non è figlia della scelta della Federazione popolare dei democratici cristiani di presentare liste grazie all'Udc, che non a caso qui mantiene il suo nome e non adotta quello di Unione democratici cristiani); parte delle forze che avevano costituito la lista nel 2015, peraltro, sono rimaste nel centrosinistra (si sono invece perse le tracce della lista di Noi con l'Italia, il cui simbolo era inserito nelle grafiche di Acquaroli delle scorse settimane).
 

13) Fratelli d'Italia

Al terzo posto nella coalizione che sostiene Francesco Acquaroli c'è il suo partito, Fratelli d'Italia, che cinque anni fa era risultato secondo nella coalizione ma aveva ottenuto un 6,51% che non era trascurabile: a questo turno probabilmente il risultato sarà assai più favorevole. Per l'occasione, pur utilizzando come base il contrassegno inaugurato con le elezioni politiche del 2018, il nome di Giorgia Meloni si riduce per fare spazio al riferimento al proprio candidato presidente - bianco e con un corpo giusto un po' inferiore a quello di Meloni; non sfugge il lezioso "per" già visto in Puglia nel simbolo che appoggia Fitto (altro candidato di Fdi).
 

14) Civici

Non mancano in questa coalizione alcune forze di natura essenzialmente civica. La prima, già presentata su questo sito nelle scorse settimane, si chiama Civici: si tratta dell'evoluzione del progetto inizialmente chiamato "Civici per il territorio" e che comunque alla base ha l'impegno del Movimento civico per le Marche di Paolo Mattei e Fabrizio Ciarapica (citato in un primo tempo come possibile candidato alla presidenza della regione). Il simbolo è un albero stilizzato con frutti e uccellini (teoricamente elegante ma non troppo armonico), con il nome del candidato presidente - poco leggibile vista la font script utilizzata - e un ulteriore riferimento al civismo ("Civitas").
 

15) Movimento per le Marche

L'altra formazione civica a sostegno di Acquaroli è il Movimento per le Marche, espressione di vari comitati che sul territorio regionale si sono impegnati in battaglie in particolare in tema di ricostruzione post-sisma e sanità; il coordinamento del progetto è stato assunto da Mascia Parisciani, che ha sottolineato come il cammino della lista sia di fatto iniziato un paio di anni fa. Il simbolo, in realtà, è piuttosto anonimo, essendo costituito essenzialmente dal nome (con il riferimento alle Marche in grande evidenza) su fondo verde oliva e accompagnato a un punto esclamativo rosso.
 

16) Forza Italia

Chiude la coalizione del centrodestra che appoggia Acquaroli la lista di Forza Italia, che peraltro per l'occasione in lista ha presentato un numero significativo di sindaci: ciò spiega l'inserimento della dicitura "Civici per le Marche" nel segmento blu ricavato sotto al riferimento a Silvio Berlusconi (cosa che rende il contrassegno piuttosto pieno, ma oggettivamente in modo meno sbilanciato e sgraziato di altri adattamenti dell'emblema visti in passato o anche in questi giorni). Il partito parte dal 9,4% di cinque anni fa, mentre l'anno scorso alle europee si era dovuto accontentare del 5,53%.
 

Sabrina Paola Banzato

17) Vox Italia - Marche

Sabrina Paola Banzato non è solo la terza donna candidata alla guida della regione (già questo è un caso piuttosto raro nel panorama italiano, in cui al contrario può capitare che non ci siano donne tra chi si propone per la guida di un ente); è soprattutto la prima persona a candidarsi alla presidenza di una regione per Vox Italia, il movimento del "sovranismo socialista e populista" che circa un anno fa era stato tenuto a battesimo da Diego Fusaro. La "O" con la doppia spunta verde e rossa viene da lì (e prima ancora dall'associazione Interesse nazionale, visto il colore della lettera), mentre la scritta è a tinte invertite (carta da zucchero su fondo bianco), con l'indicazione territoriale e della candidata (il simbolo distingue anche la sua candidatura regionale).
 

Gian Mario Mercorelli

18) MoVimento 5 Stelle

Ultimo simbolo estratto è quello del MoVimento 5 Stelle, che sostiene la candidatura di Gian Mario Mercorelli (contraddistinto dal medesimo contrassegno). Il sorteggio si è dunque divertito a collocare il M5S agli antipodi rispetto alla coalizione di Mangialardi (questo, per la verità, accade solo a Fermo: in provincia di Ancona, per esempio, il MoVimento è posto subito dopo la coalizione di centrosinistra e, addirittura, immediatamente dopo la lista personale di Mangialardi), rappresentando visivamente la mancata alleanza tra centrosinistra e M5S. Situazione che non potrà in alcun modo essere aggirata a livello elettorale: la legge delle Marche, infatti, non consente il "voto disgiunto", risultando nulli i voti espressi per una lista e una candidatura a presidente non collegata a questa.

Nessun commento:

Posta un commento