sabato 5 settembre 2020

Toscana, simboli e curiosità sulla scheda (di Antonio Folchetti)

La Toscana si presenta senza dubbio fra i territori osservati speciali, in vista delle elezioni regionali del 20 e del 21 settembre. Il motivo è presto detto: per la prima volta, la storica regione rossa appare contendibile, sebbene il centrosinistra sia in testa nei sondaggi (ma con margini non rassicuranti per quella coalizione). L’attuale presidente Enrico Rossi non sarà della partita, dopo aver governato per due mandati, dal 2010 ad oggi: i due principali sfidanti saranno Eugenio Giani (presidente uscente del consiglio regionale) per il centrosinistra e Susanna Ceccardi (europarlamentare della Lega ed ex sindaca di Cascina) per il centrodestra. E per conoscere il nome del nuovo presidente potrebbero essere necessarie due settimane in più. Già, perché la legge elettorale toscana - che costituisce un caso molto particolare nell'intricata panoplia della normativa elettorale regionale italiana - prevede, dal 2015, anche il ballottaggio, nel caso in cui nessuno dei candidati riuscisse a superare il 40% dei voti. Le circoscrizioni sono in totale 13, corrispondenti ai confini di ciascuna provincia eccetto l’area metropolitana di Firenze, che – per ragioni demografiche – è stata suddivisa in quattro circoscrizioni.
Per entrare in consiglio regionale, lo sbarramento è del 5% per una lista non coalizzata, mentre scende al 3% per le liste che fanno parte di una coalizione. Dopo la discussa esclusione del Patto per la Toscana di Roberto Salvini (che nel frattempo ha impugnato l'esclusione davanti al Consiglio di Stato), sono al momento sette le candidature a presidente e quindici le liste in campo, a fronte di 40 seggi di cui si compone l’assise. Vediamo i simboli che finiranno sulla scheda, secondo l’ordine del sorteggio relativo alla circoscrizione di Firenze 4, che riunisce l’area Est della provincia di Firenze, e comprende comuni importanti come Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Scandicci.

Tiziana Vigni

1) MOVIMENTO 3V - LIBERTà DI SCELTA 

Il sorteggio ha premiato il Movimento 3V (Vaccini vogliamo Verità) - Libertà di scelta, che sarà il primo simbolo sulla scheda degli elettori appartenenti alla suddetta circoscrizione. A differenza delle altre due regioni - Veneto e Marche - in cui ha presentato le proprie liste in questo turno elettorale, in Toscana il Movimento 3V non candida a presidente un medico, bensì un'avvocata: si tratta di Tiziana Vigni, attivista vicina ai movimenti ambientalisti, già membro del Codacons e candidata (con scarso successo) nella lista Sinistra per Poggibonsi alle elezioni amministrative dello scorso anno nella cittadina senese. Nulla da aggiungere in relazione al logo, lo stesso presentato anche nelle Marche e nel Veneto, e che allude chiaramente alla libertà di scelta terapeutica. 

Eugenio Giani

2) 
ORGOGLIO TOSCANA 

All'unica lista di Vigni segue, nell’ordine, la coalizione di Eugenio Giani. A tal proposito, bisogna dire che, quando si parlava di Coronavirus solo con riferimento a Wuhan e le elezioni erano fissate per fine maggio, non erano previste liste civiche nella coalizione di centrosinistra: uno dei paletti posti da Italia viva a Giani per concretizzare l’alleanza consisteva proprio nel rinunciare a creare una lista del presidente, così da non sottrarre consensi alla stessa formazione renziana ("la lista riformista che guarda anche al mondo civico, basti pensare a tutti i nostri comitati, è proprio Italia Viva" aveva dichiarato il deputato Gabriele Toccafondi). Le cose sono poi andate diversamente ed ecco Orgoglio Toscano, che raccoglie società civile, nomi legati allo sport e all'associazionismo, ma anche amministratori locali di comuni medio-piccoli, sempre utili quando c’è da raccogliere preferenze. Al suo interno, tuttavia, sono rappresentate anche sigle minori del centrosinistra, dal Partito repubblicano italiano a Centro democratico, fino all'Italia dei valori e al Psi. Il simbolo, che bilancia i tre colori della bandiera italiana con una prevalenza del rosso, presenta anche il nome di Giani in bella vista e la sagoma del Pegaso che caratterizza anche lo stemma ufficiale della regione. 

3) SVOLTA! 

Un altro simbolo inedito che troveranno i toscani sulle schede è quello di Svolta!, aggregazione nata per iniziativa di Italia in Comune, dei giovani europeisti di Volt e del gruppo civico Toscana nel Cuore, sempre in appoggio alla candidatura di Giani. Con immancabile puntualità, il blog aveva già raccontato questa esperienza ai suoi fedeli lettori all'indomani dell'accordo, avvenuto lo scorso marzo. Il rinvio del voto non ha generato ripensamenti, né ha fatto apportare modifiche al logo con nuovi ingressi o, al contrario, eventuali defezioni. Le firme sono state raccolte e presentate, la lista sarà presente in tutte le circoscrizioni, e ora il Pegaso europeista può finalmente spiccare il volo, pur senza trascurare uno sguardo alla storia e al passato. 

4) ITALIA VIVA - +Europa

Per la prima volta dalla nascita ufficiale del partito, proprio un anno fa, Italia viva si misurerà con il giudizio degli elettori, e la Toscana è certamente la regione a cui guarda con maggior fiducia, tanto che la coordinatrice regionale Stefania Saccardi ha affermato, lo scorso luglio, che la formazione politica di Matteo Renzi risulterà determinante per la vittoria di Giani. Inoltre, per l’occasione è stato siglato un accordo con +Europa, in virtù del quale anche il simbolo finale risulta una crasi tra i loghi dei due partiti, a dire il vero con un effetto grafico premiante per i renziani, in termini di proporzioni (la bandiera europea con stella italiana sostituisce il segmento a tinte Instagram di Iv e il logo di +E è contenuto nella piega della bandiera). Al momento, Italia viva può contare su un assessore e tre consiglieri regionali (tutti eletti con il Pd cinque anni fa): un risultato poco convincente in una regione come la Toscana potrebbe rimettere in discussione molti aspetti, compresa la collocazione del partito che appare ancora incerta, come dimostrano le differenti scelte effettuate nelle sei regioni chiamate al voto. 

5) EUROPA VERDE PROGRESSISTA E CIVICA 

Torna sulle schede anche il Sole che ride, che ha aderito alla coalizione di centrosinistra. Il simbolo di Europa Verde, però, si presenta in una veste grafica leggermente differente da quella elaborata per le europee del 2019: in basso non troviamo il nome di Giani, ma due aggettivi, "progressista" e "civica", posti al probabile scopo di allargare il bacino elettorale cui la lista si rivolge, considerando inoltre che non mancano candidature indipendenti. Non sfugge, infine, una piccola ape in volo (orientata in direzione centro-sinistra, ma forse è solo una scelta casuale): insetti caratterizzati da grande abnegazione e laboriosità le api, ma dalla vita breve; in effetti, hanno popolato in più occasioni vari simboli di partito, per poi scomparire e riapparire a intervalli regolari… 

6) PARTITO DEMOCRATICO 

Il Partito democratico, da sempre, tocca in Toscana le percentuali più alte in assoluto, un trend che ha sostanzialmente mantenuto negli ultimi anni, nonostante l'indebolimento generale del centrosinistra che non ha risparmiato il fu "cuore rosso" d'Italia. E forse è proprio in ragione di tale radicamento che non è stato necessario (o non si è ritenuto opportuno) aggiungere alcun elemento al simbolo originale. Non dovrebbe essere in discussione l'egemonia sulla coalizione, considerando anche l’apporto di candidature non partitiche (come quella del noto attivista per i diritti dei disabili Iacopo Melio), e candidature di altre realtà della sinistra, come il gruppo che fa riferimento all'ex ministro Valdo Spini; tuttavia, per il Pd, replicare il risultato di cinque anni fa (quando, con il 45,9%, si accaparrò l’intero bottino di seggi spettanti alla maggioranza) sarà di fatto impossibile, giacché dovrà fare i conti con una non facile concorrenza interna, a partire da Italia viva. 

7) SINISTRA CIVICA ECOLOGISTA 

Sulla scia del buon risultato conseguito in Emilia-Romagna, l’esperienza della lista "Coraggiosa" - ispirata da Elly Schlein e da varie sigle (partitiche e non) a sinistra del Pd - prende forma anche in Toscana, dove ha preso il nome di Sinistra civica ecologista. Il blog aveva già descritto tempo fa sia il simbolo che l’intero progetto e ha trovato conferma anche la supposizione in merito alla mancanza della parola "progressista" (a differenza del logo emiliano-romagnolo), sostituita da "Sinistra": come si è visto, "progressista" è comparso in Europa Verde, oltre che nella lista di Tommaso Fattori. Ed è proprio al gruppo di Fattori che i "coraggiosi" (che pure non hanno ripetuto quel nome, pur rendendosi pienamente riconoscibili sul piano grafico, per i colori e il cuore) faranno concorrenza, rivolgendosi di fatto al medesimo bacino elettorale: già sui social non sono mancate reciproche punzecchiature. Essendo una lista coalizzata, per Sinistra civica ecologista sarà più facile ottenere rappresentanza (basta il 3%); se però vuole raggiungere l'obiettivo dichiarato, cioè spostare l’asse della coalizione a sinistra, non potrà certo accontentarsi di superare lo sbarramento. 

Tommaso Fattori

8) TOSCANA A SINISTRA 

Una delle sorprese alle scorse elezioni regionali fu la lista Sì - Toscana a sinistra, guidata da Tommaso Fattori, che - con il 6,2% dei voti di lista - superò abbondantemente la soglia, eleggendo due consiglieri, compreso Fattori stesso. In questi anni, il progetto non si è frantumato (come spesso avviene a sinistra), anzi sembra aver raccolto ulteriori adesioni: ad ogni modo, la lista si ripropone agli elettori toscani, con il medesimo candidato a presidente ma con una veste grafica rinnovata (ne avevamo parlato, su queste pagine, già due mesi fa, anche se rispetto ad allora qualcosa è cambiato nei caratteri e nei colori). Stavolta, però, la sfida si preannuncia più dura: nel 2015 - complice anche un centrodestra diviso - la vittoria di Rossi si presentò scontata dall'inizio, cosicché molti elettori a sinistra del Pd poterono ignorare il richiamo al "voto utile". Ora lo scenario è assai diverso e la "coalizione-Fattori" (che comprende anche Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista) dovrà fare i conti sia con una concorrenza che va dalla Sinistra civica ecologista con Giani ai due partiti comunisti.

Irene Galletti

9) MOVIMENTO 5 STELLE 

Simbolo classico per il MoVimento 5 Stelle, che candida a presidente Irene Galletti, esperta in cooperazione internazionale e attuale consigliera regionale, eletta nella circoscrizione di Pisa con quasi 6mila preferenze. Nel 2015 il M5S riuscì - con il 15% - ad ottenere cinque consiglieri regionali, una rappresentanza oggi ridottasi a tre membri del consiglio (uno dei due fuoriusciti, Gabriele Bianchi, ha recentemente aderito a Toscana nel cuore e oggi è candidato nella lista Svolta!). Stando ai sondaggi, il 15% sarà un risultato difficilmente replicabile, tuttavia i voti del MoVimento potrebbero rivelarsi determinanti in un eventuale secondo turno. Proprio nella terra d'adozione del presidente Giuseppe Conte, ovvero colui che al momento rappresenta il principale collante del tormentato dialogo fra M5S e centrosinistra… 

Marco Barzanti

10) PARTITO COMUNISTA ITALIANO 

Dopo l’infelice esperienza delle regionali in Umbria lo scorso anno, torna sulle schede il Partito comunista italiano di Mauro Alboresi, che ha scelto di non coalizzarsi con il gruppo di Fattori (a differenza dei "cugini" rifondaroli) e di presentarsi autonomamente sotto la guida di Marco Barzanti, attuale segretario regionale del partito. Il simbolo è quello che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, senza variazioni di alcun tipo: la sigla PCI, le aste, la bandiera italiana che sventola dietro la falce e martello. Insomma, almeno dal punto di vista grafico, una riproduzione quasi perfetta del partito-Chiesa che in Toscana esercitava un dominio rimasto inscalfibile per quasi mezzo secolo. Il richiamo alle origini basterà per scaldare i cuori di chi rimpiange quella lunga stagione? 

Salvatore Catello

11) PARTITO COMUNISTA 

La sorte ha voluto che i due simboli con la falce e il martello capitassero di fianco, almeno nella circoscrizione di Firenze 4. E così, al decimo posto, troviamo il Partito comunista di Marco Rizzo, che propone per la presidenza della regione Salvatore Catello, già candidato nel collegio uninominale di Arezzo nel 2018, nonché nelle liste per le europee del 2019. Nei due appuntamenti elettorali appena citati, il Pc di Rizzo ha conseguito proprio in Toscana i suoi migliori risultati su scala nazionale (lo scorso anno un 1,7%: lusinghiero, date le circostanze), radicandosi nel territorio e presentandosi anche ad elezioni comunali - nel 2019 a Firenze e Livorno - senza però centrare l'obiettivo della rappresentanza consiliare. Il simbolo rimane lo stesso, con il quadrato incasellato nel cerchio a distinguerlo dalle tante altre sigle dell’arcipelago comunista, rispetto alle quali Rizzo è ormai da anni orientato a differenziarsi, anche nella sostanza della proposta politica. 

Susanna Ceccardi

12) LEGA 

La Lega, in Toscana, cercherà di tirare la volata a Susanna Ceccardi, fedelissima di Matteo Salvini, che cinque anni fa vinse sorprendentemente il ballottaggio per le comunali di Cascina, risultando così la prima sindaca leghista di un comune superiore toscano. Ha abbandonato poi la carica lo scorso anno, vista l’incompatibilità con il seggio da europarlamentare nel frattempo ottenuto in seguito alle europee del giugno 2019. La Lega – che presenta il simbolo classico coniato per le politiche del 2018 con "Salvini premier", senza varianti territoriali – stavolta mira ad imporsi come il primo partito in assoluto, sperando di approfittare dello sfilacciamento avvenuto nella coalizione avversa, che certamente indebolirà il Partito Democratico. Inoltre, la quasi definitiva esclusione della lista dell’altro Salvini (Roberto, che proprio 5 anni fa riuscì a diventare consigliere battendo Ceccardi) certamente gioverà alla Lega, scongiurando quantomeno la fuga di possibili elettori distratti (ammesso che lo fossero davvero).

13) FRATELLI D'ITALIA 

Il secondo partito estratto per la coalizione di centrodestra è Fratelli d'Italia, che sceglie di correre con il simbolo ufficiale in versione elettorale, cioè con il nome di Giorgia Meloni in grande evidenza (nel 2015, in alto compariva la dicitura "Liste civiche con Giorgia Meloni", in seguito all’accordo che era stato stipulato con numerose realtà civiche sparse in varie province). In questi anni, il partito si è sufficientemente strutturato sul territorio toscano per poter correre autonomamente, con l’ambizione di ottenere un risultato importante, dopo il 4,3% alle politiche 2018 e il 6,5% alle europee dell’anno successivo. D’altra parte, Fdi - che in Toscana conta sulla figura rilevante di Giovanni Donzelli - sembra oggi l’unico soggetto politico sulla cui costante crescita, almeno a livello nazionale, sono d’accordo tutti i sondaggisti. 

14) FORZA ITALIA - UDC 

Suscita curiosità, invece, il simbolo che ha presentato Forza Italia. Il partito di Berlusconi, infatti, ha stretto un accordo con l’Unione di centro "seguendo le indicazioni nazionali che vedono già al Senato un gruppo unico costituto da Forza Italia ed Udc", come hanno dichiarato dalla direzione regionale del partito di Cesa, precisando altresì che, in caso di consiglieri eletti, vi sarà un unico gruppo consiliare. Tuttavia, non appare alcuna traccia della vela, né dello scudo cruciato: l’unico rimando alla presenza dei centristi è il taglio inferiore del logo di Forza Italia, in azzurro, con la semplice sigla "Udc", quasi a dimostrazione di quali siano i rapporti di forza fra i due partiti, entrambi peraltro indebolitisi molto in Toscana negli ultimi anni. Ai drogati di politica, peraltro, potrebbe tornare in mente il contrassegno visto alle regionali del 1995 (le prime a elezione diretta del presidente), che a Forza Italia univa il Polo popolare (il futuro Cdu di Buttiglione, ancora in via di scissione dal Ppi).

15) TOSCANA CIVICA 

Ad un primo impatto, l'ultima formazione estratta sembrerebbe una classica lista civica. Oltre alla prova autoevidente del nome, anche il simbolo lascia supporre che si tratti di una civica di centrodestra: semicerchio blu, riproduzione dei confini regionali, assenza di riferimenti partitici. Eppure, leggendo tra le righe del sottotitolo, "Per il cambiamento", si può intuire qualcosa. Infatti, una componente essenziale di Toscana Civica è Cambiamo! con Toti, il partito che fa capo al presidente uscente della regione Liguria, nato con l’intento di raccogliere i delusi di Forza Italia (e, più in generale, del centrodestra moderato) e fare da terza gamba alla coalizione sovranista guidata da Salvini e Meloni, in vista di un imminente ritorno alle urne, poi sfumato con la nascita del secondo governo Conte. Toscana Civica, ad ogni modo, raccoglie anche il mondo dell’associazionismo e dell’imprenditoria, e si è radicata da anni soprattutto nell’entroterra, in polemica con un modello di Toscana a due velocità che – secondo i promotori della lista – avrebbe nell’ultimo decennio "marginalizzato i territori". 


BONUS TRACK 

La legge elettorale della regione Toscana si configura come un caso più unico che raro: fu la prima legge elettorale regionale ad essere approvata (nel lontano 2004), per poi essere sottoposta a varie modifiche, che hanno influito notevolmente anche sul sistema politico regionale. Per i veri drogati di politica, un saggio – pubblicato su Diritti regionali e risalente al 2017, ma ancora attuale (tranne che per la struttura della scheda) – scritto dall’autore di questo articolo e dal padrone di casa del blog che state leggendo adesso, interamente dedicato all’evoluzione della legge elettorale toscana. Buona lettura! 

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