sabato 13 febbraio 2021

Socialisti di Milano, verso una lista identitaria (con il garofano?)

Se alle prossime elezioni amministrative gran parte dell'attenzione sarà rivolta a Roma, fin dalla partita delle candidature, sarà altrettanto al centro di molti sguardi la sfida di Milano. E mentre è già nota la ricandidatura di Giuseppe Sala, da una settimana si sa che l'area socialista farà di tutto per presentare una propria candidatura autonoma e identitaria, sostenuta da una lista e, dunque, anche da un apposito simbolo. La decisione è stata sostanzialmente presa nel corso dell'assemblea online dei Socialisti di Milano - il soggetto collettivo che raccoglie varie sensibilità socialiste del capoluogo lombardo - che si è appunto tenuta sabato 6 febbraio: tre ore di confronto, visibile attraverso i canali social dei Socialisti di Milano e sotto il coordinamento di Sara Sellante, in cui si sono alternate le voci di varie persone legate a gruppi di matrice socialista. 
 
 
All'evento online si sono contati ben 26 interventi, compresi quelli di Felice Besostri, Bobo Craxi e dell'ex senatore verde Fiorello Cortiana. A Socialisti di Milano aderisce innanzitutto il Partito socialista italiano, il cui segretario metropolitano per Milano è Mauro Broi. "Dopo tanto tempo - ha dichiarato - a Milano una lista socialista con un proprio candidato sindaco, questo è motivo di vanto e orgoglio per la comunità socialista. Non è stato un cammino facile e indolore il percorso che ci vede oggi insieme. Abbiamo deciso di lasciare da parte le bandiere, fare singolarmente un passo indietro per poterne fare tre in avanti tutti insieme". Già, perché le insegne della lista autonoma e identitaria cui si sta pensando non sarebbero quelle del Psi e, anzi, questo si ritroverebbe accanto alcuni ex compagni di viaggio che nel tempo avevano preso altre strade (non senza risvolti sul piano contenzioso).
Si pensi, in particolare, alla figura di Roberto Biscardini, già senatore Sdi e consigliere regionale lombardo per il Psi, ma uscito dal partito nel 2017 dopo una lite in tribunale sul congresso precedente aperto nel 2016, aperta da un ricorso presentato anche dallo stesso Biscardini. Dall'uscita dal Psi, Biscardini è la figura di riferimento di Socialisti in movimento, "un'organizzazione politica che ha come obiettivo la costruzione di una nuova area socialista larga, unitaria e aperta a tutti". "Milano - ha dichiarato Biscardini al Riformista - ha bisogno del modello di una 'città giusta'. Una città di tutti e non solo dei più privilegiati. Una città dell’uguaglianza e dei diritti. La politica socialista, o di un centrosinistra diverso dall’attuale, soprattutto in questo delicato momento, sta dalla parte dei cittadini e delle persone. Avendo consapevolezza che la pandemia ha solo aggravato una situazione che era già grave prima. Quella di una città nella quale, al di là delle apparenze, c’erano già aree diffuse di grande povertà". 
Non crede Biscardini che una candidatura identitaria e autonoma rispetto a quella di Sala - criticato da più parti durante l'incontro soprattutto per le scelte in materia di politiche sociali e abitative, urbanistiche, ambientali e sulla mobilità - equivalga a sbattere contro un muro: "Il bipolarismo si è sfarinato, la classe politica che ci ha governato in questi anni è sempre meno credibile, la personalizzazione della politica, persino dei Sindaci eletti direttamente dal popolo conta sempre meno. I cittadini hanno sempre più bisogno di cose concrete, non di schieramenti. Proclamare, come fa Sala, 'io sono il centrosinistra', non ha alcun senso, se poi questa sinistra non fa altro, di fatto, che ripetere le politiche della destra. Si parla tanto di Europa, ma in Europa questo scenario devastante, di una politica che non è più in grado di governare, non esiste. In Europa le forze politiche si richiamano ancora alle grandi tradizioni delle culture popolari o socialdemocratiche. Anche quello era bipolarismo, ma non era la sommatoria di partiti o di liste senza identità".
Tra gli organizzatori dell'evento di sabato scorso c'era anche il Movimento SocialDemocrazia, rappresentato soprattutto da Gian Stefano Milani. Per lui l'idea di presentare una lista - magari denominata proprio Socialisti di Milano - non è un progetto limitato alla partecipazione alle elezioni amministrative: si tratterebbe invece di una vera "campagna di Milano". Non si tratterebbe affatto di una semplice "operazione nostalgia", in sé piuttosto sterile, ma di "un richiamo ai valori identitari del socialismo, in un momento molto particolare del paese che ha sancito il fallimento della Seconda Repubblica, incapace di dare un governo in grado di interpretare le necessità del paese". Motivo per cui il progetto di presentare una lista e una candidatura a Sindaco socialista alle prossime elezioni comunali milanesi, nel quadro di una più ampia coalizione "riformatrice" insieme al mondo ambientalista e libertario (all'incontro è intervenuto anche Sergio De Muro, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni), per più di una persona intervenuta dovrebbe estendersi in tutta la Lombardia ma anche su scala nazionale: la logica del bipolarismo-tripolarismo ormai è in disfacimento e occorre darsi "profili politici e culturali", a partire dal "socialismo riformista, che proprio a Milano ha avuto la sua capitale storica".
Se per allargare l'esperimento occorre tempo, una delle prime questioni da affrontare - oltre alla scelta della candidatura e alla raccolta delle firme - riguarderà il simbolo della lista. Al momento, in effetti, c'è essenzialmente l'emblema che il rassemblement Socialisti di Milano si è dato alla fine del 2020, che tra l'altro sarebbe già di forma rotonda e si presterebbe all'uso elettorale. L'elemento principale, manco a dirlo, è un garofano, obliquo a trenta gradi, con la corolla, il calice e una parte di gambo: l'immagine è realistica, anche se le è stato conferito un leggero filtro. La scelta, naturalmente, non è casuale, come spiega Milani a I simboli della discordia: "Abbiamo voluto collegare due generazioni a una radice comune in una città all'origine di una grande storia e di una grande umiliazione". Un garofano come fattore unificante (sulla scia anche della scelta grafica fatta dal Psi nel 2019)? "In realtà lo è sempre stato. Risale alle origini del movimento operaio e democratico, lo si distribuiva il 1° Maggio... Il garofano per il mondo socialista va oltre la figura di Bettino Craxi e, ad un tempo, non la smentisce". C'è ancora tempo per capire se sarà questo il simbolo della lista identitaria socialista, se andrà bene a tutti o si preferirà scegliere qualcosa di diverso; nel frattempo, però, si cerca di partire di nuovo. Possibilmente con un fiore.

Nessun commento:

Posta un commento