Come si può far conoscere agli elettori un partito che magari non è agli esordi, ma fino a quel momento non ha avuto troppo riscontro? Cercando di trarre vantaggio dall'attenzione che attirano gli altri competitori, ad esempio. Ci aveva provato, sinceramente, Ugo Sarao da Bagnone in Lunigiana, per anni cancelliere tra il tribunale di Cassano D'Adda e la corte d'appello di Milano e, anche prima della pensione, creatore di nuovi partiti con relativi simboli. Una delle sue creature più recenti, la cui durata probabilmente ha battuto tutte le altre, è Pensioni & Lavoro, nata nel 1996 e spesso presente nelle bacheche del Viminale e in alcune competizioni locali. Una delle storie che mi ha raccontato Ugo l'Inesauribile per il mio libro Per un pugno di simboli ha davvero dell’incredibile e passa per Courmayeur: la faccio raccontare direttamente da lui. Buon divertimento...
Nell’estate del 2007 le agenzie di stampa battono la notizia: Silvio Berlusconi si sarebbe presentato alle elezioni comunali di Courmayeur con il Popolo della libertà, alla prima uscita. Una splendida occasione per un partito, come Pensioni & Lavoro, che voleva farsi conoscere dal grande pubblico, sfruttando i riflettori puntati sul Cavaliere. Così il sottoscritto Ugo Sarao, da buon alpino, incomincia a pensare come dare la scalata al Municipio di Courmayeur.
Chi è pratico di elezioni lo sa: la difficoltà maggiore è la raccolta delle sottoscrizioni. "Fortunatamente le firme necessarie per Courmayeur sono soltanto 13", pensai, ma commetto un errore metropolitano perché raccogliere 13 firme in Val d’Aosta è come raccoglierne 130 a Milano. La voglia di partecipare, comunque, è tanta ed è più forte di qualsiasi ragionevole ripensamento; il dietro-front, invece, lo fa Berlusconi che, subodorato un probabile insuccesso, rinuncia alla competizione.
Berlusconi o no, alle prime luci dell’alba di un giorno di ottobre il sottoscritto Sarao, Marilena Sohnel (candidata vice-sindaco), Carlo Muccio (candidato consigliere), partono da Cassano d’Adda per Courmayeur portandosi un tavolino, due sedie pieghevoli, alcune bandiere, la modulistica ed un rotolo di manifesti. I tre vengono raggiunti sul posto dalla seconda pattuglia elettorale, formata dal candidato sindaco Cesare Valentinuzzi, scortato da Nigi Macchi alla guida della generosa NigiMobile; per ultima arriva la terza pattuglia composta da Salvatore Quarta, dalla moglie Angela Pesaro e dal loro secondogenito.
Nessuno di tutti loro sa che quello è un giorno sbagliato! Fantozzi avrebbe detto: "Trattasi di tragico affondamento degli equipaggi in giorno semi-festivo con pochissime persone in strada, negozi ed esercizi commerciali chiusi". In più c’era il problema di reperire un Pubblico Ufficiale per autenticare le firme: in questo li aveva aiutati il Tribunale di Aosta il cui Presidente, memore del suo trascorso ambrosiano nella stessa città in cui prestava servizio Sarao, aveva autorizzato alla bisogna la dottoressa Emanuela Chieppi, cancelliere di quel Tribunale, che si era imbarcata ad Aosta sull’auto della terza pattuglia.
Finalmente si può allestire la postazione e i nostri attivisti si mettono al lavoro, che consiste nello spiegare ai pochi increduli passanti il motivo della loro presenza. Da non credere, ma le 13 firme vengono raggiunte allo scadere della quinta ora. Il mese successivo il gruppo torna a Courmayeur per comiziare, affiggere manifesti e partecipare ad un paio di dibattiti pubblici. Per far capire a chi non c’era l'impossibilità di prendere voti, basta citare i nomi delle tre liste concorrenti: Courmayeur la nuova via, Noi Courmayeur-Nous Courmayeur, Courmayeur domani… quando tutti i candidati erano parenti e/o amici di tutto l’elettorato possibile e immaginabile.
Nonostante tutto, a lasciare attoniti è il finale. Tredici firme, tredici voti raccolti da Pensioni & Lavoro: unico caso al mondo in cui i sottoscrittori sono rimasti fedeli a una lista per più di un mese!
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