martedì 12 febbraio 2019

Socialismo XXI, verso una nuova casa socialista (col garofano di Panseca)

Inutile negarlo: quando da qualche parte, in Rete, su un manifesto, su una brochure spunta un simbolo tondo dalle sembianze anche vagamente politiche e che ha qualcosa di nuovo o di non completamente già visto, viene spontaneo chiedersi se sia nato un nuovo partito, se sia lì lì per sorgere o se qualcuno, più semplicemente, ha appoggiato in vista quell'emblema tanto per vedere di nascosto l'effetto che fa. Così, se sotto gli occhi capita un cerchio rosso, con un pugno che stringe un garofano (e non uno qualunque, come si vedrà), sormontato dalla scritta Socialismo XXI, è facile farsi prendere dal pensiero che il gruppo che se ne fregia abbia una gran voglia di presentarsi agli elettori o, almeno, a chi non ha smesso di sentirsi socialista e potrebbe aver voglia di votare un simbolo che ricorda fasti gloriosi, lontani trent'anni o poco più.
Parlare di partito è esagerato, ma pur sempre di un movimento si tratta. Per la precisione, del Movimento Sempre Avanti verso il Socialismo per il XXI secolo, nato all'indomani di un evento "dell'orgoglio socialista", tenutosi a Livorno meno di un anno fa (24 marzo 2018), in base alla convinzione che "l'involuzione neoliberista, il ritorno di fenomeni fascisti, le migrazioni epocali, lo sfaldarsi delle altre culture politiche storiche della sinistra italiana, europea e mondiale" richiedessero l'immediata ricostruzione "di una forza Socialista nel e per il ventunesimo secolo", frutto della riunione di chi tuttora si riconosce nel socialismo democratico e nell'azionismo di Giustizia e Libertà, nel tentativo - non proprio semplice - di "porre termine ad una diaspora infinita di un popolo che voce non ha" (quello socialista, ovviamente). 
Nell'alveo di quell'esperienza - e in realtà persino prima - si è sviluppato "Socialismo italiano 1892", un progetto online (ma attivo anche offline, nel senso che funziona pure fuori dalla Rete) volto a far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) e dei suoi protagonisti alle nuove generazioni. "Facciamo comunicazione politica e storica - si legge nel sito - ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete". Così, senza annullare la nostalgia per la carta ma puntando soprattutto sulle possibilità di maggior diffusione (e a minori costi) date dalla rete, i fautori del progetto vogliono rendere concreto uno dei motti di Pietro Nenni, "non restare e far restare mai indietro nessuno", sempre nel nome della comune passione chiamata "Socialismo".
In ogni caso, si diceva di Livorno. Da quell'assemblea è uscito nominato un Comitato di garanti, coordinato da Aldo Potenza (tra coloro che contestarono la validità del congresso del Psi del 2016; tra i promotori dell'iniziativa figura anche un altro ricorrente di allora, Angelo Sollazzo) e il desiderio di incontrarsi per mettere a punto un progetto più strutturato di ricostruzione socialista. Questo sarebbe dovuto passare per una conferenza programmatica "sullo stile di Governare il cambiamento", il primo evento di quel tipo che si svolse nel 1982 a Rimini, voluto da Bettino Craxi. E non è un caso che proprio a Rimini circa 200 persone si siano ritrovate tra l'8 e il 10 febbraio, con l'idea di mettere le basi per costruire un nuovo spazio socialista che possa unire tutte le realtà di base oggi esistenti: "Più che a fondare un partito - si leggeva nel comunicato di annuncio - la Conferenza di Rimini punta a mettere assieme un corpo di idee che, senza dimenticare le radici, consenta oggi di conquistare lo spazio che le macerie della sinistra hanno lasciato completamente vuoto. Attraverso un percorso inclusivo, senza pretendere adesioni preventive; e alla condizione di continuare a credere fermamente che la distinzione tra destra e sinistra, anche dopo l’estinzione del comunismo, è reale e attuale". 
Il documento votato domenica, partendo dalla constatazione della precarizzazione del lavoro, della povertà e del reddito mal distribuito, oltre che delle crisi (economiche, ambientali, sanitarie) sempre più frequenti, rileva l'inadeguatezza delle azioni messe in campo finora dalla sinistra per affrontare questa situazione e l'assoluta necessità di contenere e ostacolare "l'azione aggressiva del neoliberismo" attraverso "l'alleanza tra i meriti ed i bisogni" perseguita da "un grande partito di orientamento socialista e democratico". "Non siamo e non saremo - mettono in guardia i firmatari - l’ennesima celebrazione di un passato che non ritorna, ma il gruppo si rivolge comunque ai "socialisti insoddisfatti degli orientamenti assunti da chi oggi utilizza un simbolo senza far seguire azioni politiche conseguenti alla storia che vorrebbe rappresentare" (riferimento nemmeno troppo velato al Psi a guida Nencini), perché contribuiscano "a costruire una comunità nazionale di orientamento socialista capace di offrire un orizzonte politico a tutti gli italiani ed in particolare alle donne e alle nuove generazioni". L'obiettivo, dichiarato, è ricostruire, "entro il 39° anniversario della morte di Nenni, ed il 20° della morte di Craxi", "una casa per tutti coloro che sono e saranno interessati a dare una nuova e salda prospettiva politica di orientamento socialista all’Italia", facendo appello "ai Circoli, alle Associazioni di coloro che si sentono socialisti, alle Fondazioni di area socialista ed al Partito socialista italiano", attraverso una "campagna politica per la Epinay del Socialismo Italiano", rievocando il congresso che portò François Mitterand alla guida dei socialisti francesi e segnò una rinascita fondamentale per quell'area politica.
Alla fine della conferenza è stata ufficialmente costituita l'associazione Socialismo XXI: la parola "secolo" si è dissolta, ma è stata elaborata l'immagine inizialmente scelta, quella del garofano stretto nel pugno. Alla base, quasi certamente, c'era il manifesto creato nel 1973 da Ettore Vitale per un 1° Maggio, nato con l'intento di unire due simboli tradizionali della sinistra e del socialismo. Nel 1976 il pugno finì sul simbolo del Partito radicale, ma in quell'occasione stringeva la rosa direttamente generata da quella disegnata da Marc Bonnet per i socialisti francesi (adottata proprio al citato congresso di Epinay nel 1971); un garofano sarebbe tornato in Italia, sempre per mano di Ettore Vitale, quando Craxi scelse il nuovo simbolo per il Psi nel 1978. Se però la prima versione del logo dell'associazione (ancora con la parola "secolo") era molto in stile "manifesto retrò", a fondo bianco), l'ultima grafica che adotta il fondo rosso, oltre a stilizzare il pugno, identifica un garofano preciso: quello disegnato nel 1987 da Filippo Panseca e che più si identifica con l'epoca craxiana, avendone caratterizzato gli ultimi cinque anni (anche se la stagione di Craxi a capo del governo era finita). Quello era il simbolo di un partito, questo non nasce per esserlo (e il nome stesso non aiuta a considerarlo tale), ma un certo fascino su chi ha condiviso quella storia e non vuole consegnarla al passato lo esercita indubbiamente. Dove porterà il cammino intrapreso a Livorno e passato - un'altra volta - da Rimini? 

1 commento:

  1. speriamo che porti molto lontano, per intanto il terzo passo sarà la Epinay del Socialismo Italiano che noi proponiamo si tenga ad inizio 2020 a Genova alla Sala Sivori.

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