martedì 18 giugno 2019

Simboli sotto i mille (2019): il Nord (di Massimo Bosso)

Come ogni anno, torna il viaggio di Massimo Bosso tra i comuni con meno di mille abitanti sparsi in tutta l'Italia - ma concentrati quest'anno soprattutto in Piemonte - alla ricerca di liste particolari, tra formazioni di destra (ma non solo) in cerca di radicamento, nuovi esperimenti politico-simbolici e liste esterne presentate nel tentativo di evitare il commissariamento o per altre ragioni più "feriali". Il tutto, naturalmente, senza presentare una sola firma a sostegno, perché nei comuni "sotto i mille" non occorre farlo. Buon viaggio, per questa prima tappa!

Prima di partire, una premessa è necessaria: in aprile il viaggio "sotto i mille" era sembrato seriamente a rischio. Molti protagonisti di questo particolare tipo di competizione elettorale avevano appeso le loro liste al chiodo o si erano rassegnati, per svariati motivi: questo ci aveva fatto temere che quest'anno il tour si sarebbe dovuto mandare a monte. Nel frattempo, però, altri soggetti interessanti sono emersi e, come sempre, non mancano le liste create per motivi extrapolitici (permessi elettorali?) o per sventare il pericolo del quorum, quando i concorrenti da uno diventano due: il viaggio, dunque, si può fare e, a urne chiuse, si può fare qualche considerazione in più. 
Si parte, come sempre, dal Nord Italia e in particolare dal Piemonte, regione che non manca mai di darci soddisfazioni, anche se qualcosa è cambiato rispetto al passato. Come si è detto prima, pesa la mancanza di alcuni protagonisti storici di queste storie: non c'è nessuna traccia, per dire, delle liste di Renzo Rabellino e di Marco Di Nunzio. Anche in Piemonte, in compenso, spuntano le liste targate L'Altra Italia (una costante, come si vedrà, di tutto il paese): non si tratta di una novità assoluta perché nel 2018 la formazione si era già presentata in tre comuni del centro e in uno campano, ottenendo tre seggi a Varco Sabino (Ri). Nel 2019 però il segretario del partito, Mino Cartelli, ha fatto le cose in grande e le liste sono state depositate in più di venti comuni italiani: tra questi, spicca la partecipazione alle comunali di Lecce, in coalizione con il centrodestra. Il simbolo - già noto ai frequentatori di questo sito, anche perché è stato portato da Cartelli anche al Ministero dell'interno prima delle ultime europee - è un'aquila tricolore, ma a un osservatore attento non sfugge certo che si tratta di una rappresentazione-scomposizione della fiamma del Msi: questo, ovviamente, lascia intendere con chiarezza la collocazione politica del movimento.
In Piemonte il partito era all'esordio e si è presentato a Berzano di Tortona e a Castellania (AL), nel primo comune arrivano 4 voti e nel secondo solo uno che però, paradossalmente, è sufficiente per mandare l'aspirante sindaco - Santo Battaglia detto Xante - ed altri due della lista a far parte dell'amministrazione di questo comune di ben 91 abitanti. A Berzano, peraltro, i voti validi sono esattamente 100, un caso più unico che raro di calcolo percentuale semplicissimo: 4 voti, 4%! 
Occorre dire che, spulciando il manifesto, diversi candidati della lista risultano nati in provincia di Pavia, cosa che fa pensare a un piccolo nucleo organizzato del movimento nel pavese: anche lì vengono presentate tre liste, precisamente a Golferenzo, Torre de' Negri e Rocca de' Giorgi. A Golferenzo la lista ottiene solo 6 voti su 113 validi, ma bastano per ottenere tutti e tre i seggi dell'opposizione; negli altri due casi, invece, L'Altra Italia non raccoglie nemmeno un voto. A Torre la cosa è ininfluente (le liste locali sono due), ma a Rocca questo crea uno di quei casi che manda in estasi i veri #drogatidipolitica: le liste sono due e a quella meno votata basterebbe un voto per prendere tre seggi, ma l'aquila tricolore resta a secco, così tutti i dieci seggi vanno alla lista locale vincitrice.
Il movimento di Cartelli, peraltro, si presenta anche in regioni del Nord storicamente poco interessate da strani movimenti "sotto i mille". In Veneto, per esempio, troviamo due liste a Barbona (Pd) e Calto (Ro): nel primo comune con 23 voti (5,71%) arrivano tre consiglieri, mentre a Calto le nove preferenze ottenute non bastano ad entrare in consiglio, vista la presenza di tre liste civiche locali (anche se Fare per Calto - 8,94% e nessun seggio - qualche dubbio lo lascia). In terra romagnola, infine, L'Altra Italia si presenta a Portico e San Benedetto (FC) ma i soli due voti ottenuti non bastano ad ottenere seggi; queste liste, in ogni caso, ci accompagneranno anche al Centro e al Sud.
Rimanendo nel campo della destra (in questo caso si potrebbe dire estrema destra), è il momento di parlare di CasaPound Italia. Il movimento che, come ben sappiamo, si è presentato anche alle recenti elezioni europee aderendo al ticket Destre Unite - AEMN (mentre non è riuscito il tentativo di presentarsi senza firme alle regionali in Piemonte, basato su un'interpretazione singolare della normativa regionale sulle esenzioni, non avallata da Tar e Consiglio di Stato), nei comuni (minori e non) ha presentato il suo simbolo classico e "schietto", con la sola tartaruga ottagonale frecciata.
Nove le liste "sotto i mille" presentate in Piemonte, a Terruggia (Al), Feisoglio e Valgrana (Cn), Recetto, Sillavengo e Vicolungo (No), Sauze di Cesana, Traversella e Varisella (To). Altre liste di Cpi sono state presentate in comuni in cui servivano le firme, in particolare a Casale Monferrato, mentre a Vercelli la lista non è riuscita a raccogliere le 200 sottoscrizioni necessarie e lo sforzo organizzativo, vano, ha messo in secondo piano la presentazione di liste in comuni minori. Nel novarese, invece, la presenza nei tre comuni viciniori elencati ha prodotto sei seggi: tre a Recetto e tre a Vicolungo (il nome è significativo: in pratica il comune è formato da una sola via), mentre non c'è stato niente da fare a Sillavengo, dove le liste locali erano due. Nessun seggio neppure a Terruggia, nonostante la candidatura a sindaco della consigliera uscente Stefania Guaschino, un cognome storico della destra monferrina. Nel cuneese arriva un solo voto a Feisoglio, mentre ne sono stati raccolti ben 22 (4,78%) a Valgrana e valgono tre consiglieri: la situazione si ripete nel torinese, con un voto a Sauze e 10 (5,03%, trasformati in tre seggi) a Traversella, mentre a Varisella Cpi strappa un seggio di minoranza alla lista Progetto Paese.
Reduce dalla partecipazione alle elezioni europee è anche Forza Nuova, presente in provincia di Vercelli a Mollia, in Valsesia: lì ottiene solo quattro voti, ma sono sufficienti per mandare in consiglio il neosegretario provinciale Dario Andrea Carnaghi ed altri due candidati. Il partito di Roberto Fiore ha presentato liste anche a Mongardino (At) e Cavaglietto (No): in questo comune, con 20 voti pari al 9,05%, ha ottenuto un consigliere strappandolo alla seconda classificata, Cambiare per migliorare, per soli tre voti. Il risultato che non si è ripetuto a Nosate (Mi) e Vizzola Ticino (Va): in entrambi i comuni lombardi i tre seggi di minoranza vanno alla Lega, ma ne parleremo dopo.
Il "giro" della destra radicale si conclude con la lista Censurati a Cellarengo (At). In realtà, come si è già visto pochi giorni fa su questo sito, la lista è quella del Movimento Fascismo e libertà: se, prevedendo una bocciatura del suo fregio originale con il fascio, il segretario nazionale del Mfl, Carlo Gariglio (che, appunto, risiede in provincia di Asti), aveva inizialmente depositato il simbolo sostitutivo del Psn - Partito socialista nazionale, questi si è molto sorpreso nel vedersi ricusare anche quell'emblema, un po' perché "socialista nazionale" non piaceva molto e un po' perché parte del simbolo era troppo simile a quello del Psdi (evidentemente qualcuno se lo ricorda ancora...). Preso giusto un po' alla sprovvista, Gariglio - candidato sindaco - non si è certo ritirato: con spirito polemico e pragmatismo piemontese, pur di non rinunciare a tre seggi sicuri (c'era una sola altra lista in campo), ha presentato questo emblema tanto semplice quanto diretto. Risultato: 48 voti, pari al 12,63%, trasformati in tre seggi che, tutto sommato, rappresentano un parte di popolazione locale non allineata con l'amministrazione.
Si colloca sicuramente a destra anche Ciconio tricolorepresentata nell'omonimo comune in provincia di Torino: con il medesimo nome e un simbolo quasi identico (nel senso che in quest'occasione è stato rifatto quasi uguale, font a parte) questa lista si era presentata nel 2004, nel 2009 e nel 2014. In tutte queste tornate aveva eletto seggi in minoranza, sfiorando la vittoria nel 2014 (48,12%): questa volta non riesce a entrare in consiglio, per soli quattro voti (31 contro 99, quando per ottenere un eletto sarebbe bastato davvero poco di più). Il gruppo lascia tutti i seggi di minoranza a Ciconio nel Cuore, anche se il candidato sindaco "tricolore", Giacomo Bausone, è nato proprio a Ciconio.
Da un tricolore ad un altro, a Capovalle, in provincia di Brescia, si presenta Capovalle tricolore. Non si tratta certo di una novità, visto che anche nel 2014 la lista era presente e il candidato sindaco era sempre Flavio Luigi Carretta: in quell'occasione il risultato finale era stato di 65 voti (27,54%), oggettivamente migliore di quello riportato nel 2019, cioè 49 voti (21,30%) ma pure sempre dignitoso e sufficiente ad aggiudicarsi i tre seggi di minoranza. Il gruppo che ha presentato la lista è indubbiamente legato a Progetto Per Brescia Tricolore, con cui condivide il simbolo della doppia saetta verde e rossa: anche grazie a questo, non c'è alcun dubbio sulla collocazione politica della lista.
Si diceva prima di Ciconio nel cuore, una lista collegabile alla formazione Piemonte nel Cuore che alle ultime elezioni regionali ha concorso alla presentazione della lista Si Tav Sì lavoro per il Piemonte nel cuore, in appoggio al candidato - vittorioso - del centrodestra Alberto Cirio (esentata dalla raccolta firme, come si è già visto, grazie all'intervento della Lega, già presente in consiglio regionale, anche se poi dalle urne non è uscito nemmeno un seggio per quella lista). Questa di Ciconio dovrebbe essere l'unica lista “nel Cuore” in provincia di Torino, ma in provincia di Alessandria la formazione sembra aver presentato liste comuni con il Movimento Progetto Piemonte.
Questa presentazione congiunta avviene, precisamente, nei comuni di Giarole, Morsaco e Ponzano Monferrato: in tutti questi enti il contrassegno è stato leggermente modificato, togliendo la bandiera piemontese per spostare l'indicazione della lista civica e lasciare il posto alla parola "Progetto", scritta in questo caso con lo stesso carattere (rosso) di "nel cuore". L'operazione riesce a Giarole e Morsasco: in ciascuno dei due comuni, infatti, correvano due sole liste, dunque ogni formazione "nel cuore" ha ottenuto per sé tre seggi. Nulla da fare invece a Ponzano Monferrato, perché lì gli aspiranti alla poltrona di sindaco sono tre e il gioco non riesce.
Il Movimento Progetto Piemonte, invece, si presenta in solitaria a Villamiroglio con la lista Progetto Villamiroglio, ribadendo i tre consiglieri eletti nel 2014 anche se questa volta al candidato sindaco Massimo Iaretti, leader di MPP, arrivano solo 19, voti pari al 10,16% contro i 47 (21,86%) del 2014. Come d'abitudine il simbolo, molto minimal, viene modificato per inserire il nome del comune: la struttura però rimane la stessa, con le scritte nere su sfondo bianco (a volte non perfettamente bilanciate, dal punto di vista delle dimensioni) e la sigla maiuscola Mpp come unico riferimento tangibile - anche se un po' defilato - al soggetto politico guidato dallo stesso Iaretti.

Partiti nazionali ne abbiamo? Stavolta c'è davvero poca roba. Fratelli d'Italia, un movimento che abitualmente era molto presente in queste particolari competizioni elettorali, a questo giro presenta una lista solo a Borriana (Bi), ottenendo un significativo 38,52% e i tre seggi di minoranza (visto che è la seconda di due liste). Qualche comune in più lo presidia la Lega (ex Nord), in diversi casi in combinata con gruppi locali: le liste della sola Lega si vedono a Brozolo (To), Algua (Bb), Vizzolo Ticino (Va), Coli (Pc), Monrupino (Tr); i seggi arrivano solo ad Algua (tre), Vizzola (tre) e Coli (uno solo).  A Bianzano (Bg) la Lega, inserita nella lista Continuiamo insieme ottiene il 46,41%: impossibile considerarla una lista esterna.
A Velo Veronese la lista della Lega Salvini (con il leone di San Marco della Liga Veneta), accoppiata al gruppo civico In Velo conquista il comune con il 57,90% (e nell'altra lista in corsa alle elezoni, Velo Veronese con la Lessinia, il sole blu ha per giunta la forma del Sole delle Alpi, sparito da qualche tempo dal contrassegno leghista e rispuntato qui in altro contesto). 
Nella citata Nosate, nel milanese, il tandem Lega Salvini - Centrodestra Nosate porta a casa il 35,56% e ottiene per sé tre seggi; a Casargo, in provincia di Lecco, il ticket con Insieme per il futuro frutta il 26,16% e, anche qui, tre seggi. Scorrendo questi dati, tutto fa supporre di essere di fronte a un effettivo radicamento sul territorio della Lega e non a liste presentate nei piccoli comuni per cercare di attecchire. In effetti stiamo parlando di un partito che alle ultime elezioni europee ha ottenuto il 34% su scala nazionale, ma è in grado di superare senza problemi il 40% in molte zone del Nord. A partire, ovviamente, da quelle di cui ci stiamo occupando in questo momento.
Partito nazionale, volendo, è pure il Partito Valore Umano, che nel 2018 si era presentato alle politiche in tutto il territorio nazionale (o quasi): quest'anno era assente alle europee e alle regionali del Piemonte, ma non ha rinunciato a ribadire la sua esistenza presentando alcune liste in comuni sotto i mille, nel Nord solo in Piemonte e Veneto (vedremo anche una presenza nel Sud). Si riscontrano, in particolare, quattro liste nel cuneese (a Briaglia, Macra, Roccasparvera e Stroppo) e una a Villarvernia (Al): ottimo il risultato a Briaglia (58 voti, pari a quasi il 30%) e percentualmente anche nella minuscola Macra (paradosso toponomastico?), con 5 voti su 35 votanti e tre consiglieri ottenuti; il raccolto è buono anche a Villarvernia (14,56%, con tre consiglieri), mentre a Roccasparvera il Pvu riesco giusto a strappare un seggio alla seconda lista, Fare Insieme. A Gambugliano, nel vicentino, arriva il 9,98% e tre seggi, visto che le liste sono solo due.

Facendo un piccolo salto nel passato - tra Prima Repubblica e convulsioni della Seconda - sorge spontanea una domanda: dove può risbucare una Democrazia cristiana - una delle tante - se non in Piemonte? Di liste con il nome e il simbolo storico ne spuntano due, entrambe nel torinese: una a Meana di Susa (132 voti, 31,35%, tre seggi) e una a San Didero (41 voti, 12,46%, tre seggi). Due sole cartucce, dunque, ma ben sparate, visti i risultati: resterebbe da capire chi ha tirato il colpo. Se la grafica è quella inaugurata da Giuseppe Pizza dopo il 2004, è assai probabile che a ispirare l'operazione sia stato Denis Martucci (ben noto a Torino) o qualcuno vicino a lui, anche in base alla storia di qualcuno dei candidati...

Concludiamo la rassegna dei movimenti, piccoli o grandi che siano, ma che presentano un minimo di struttura "partito". Il primo che incontriamo è il Fronte nazionale fondato da Adriano Tilgher: sembrava sparito dalla vita politica e forse lo è ma, evidentemente, nessuno ha avvisato quelli della provincia di Como che presentano, unica assoluta in Italia, la loro lista a Bene Lario (con il simbolo che vede il nome crescere in rilievo). Lì, con 11 voti (5,5%) ottengono pure tre consiglieri: il risultato in fondo è lo stesso del 2014, ma questa volta hanno vita più facile, non dovendo neppure vincere il derby - tutto collocato in area destra - con Forza Nuova.
Tocca poi a Grande Nord, il partito fondato da Roberto Bernardelli e altri ex militanti leghisti nel 2017, presente in alcune circoscrizioni per le politiche del 2018. Se la partecipazione più rilevante è quella alle comunali di Verbania (pur non con buoni risultati), schiera 4 liste con simbolo a Braone, Cervengo e Cimbergo (Bs), nonché a Zerbo (Pv), mentre un'altra corre a Valeggio (Pv) in abbinata al gruppo locale Aria Nuova. Arrivano tre seggi in questo ultimo comune (20 voti su 113) e tre a Cimbergo (e lì arriva un risultatone: 111 voti, pari al 28,76%), scatta un solo seggio a Cerveno (strappato a Cerveno Bene Comune), niente da fare altrove, dove arrivano percentuali minime e ci si scontra con più liste locali.

A proposito di formazioni locali, conviene puntare l'occhio sulla Valchiusella, in provincia di Torino a ridosso della Valle d'Aosta: qui si trova la Comunità Damanhur che da decenni presenta le liste Con te per il Paese. In molti comuni ottengono seggi di minoranza, ma nella roccaforte Vidracco amministrano il comune dal 1999 ininterrottamente, in questa tornata ottengono il 92,10%, che equivale al 100% se si considera che la seconda lista, Insieme per Vidracco, é anch'essa espressione della Federazione Damanhur. Con te per il Paese si presenta anche altrove, per esempio a Valchiusa, comune di nuova costituzione, tecnicamente "sopra i mille" (anche se di poco), frutto della fusione tra i comuni minori di Meugliano, Trausella e Vico Canavese. Proprio a Trausella, nel 2014 la lista aveva ottenuto i tre consiglieri di minoranza; questa volta lo stesso candidato sindaco (Salvatore Sanfilippo) entra da solo in consiglio, pur avendo ottenuto molti più voti rispetto a cinque anni fa (88 invece che 11, ma anche i votanti sono aumentati quasi di otto volte e le liste in tutto erano tre e non più due).
Progetto Paese si presenta in Piemonte in tre comuni tutti in provincia di Torino: Cantoira, Monastero di Lanzo e Varisella. Scattano tre seggi a Cantoira (le liste sono solo due, 37 voti pari al 10,22%) e due a Varisella dove, con 42 voti (6,45%), la formazione batte la terza lista, Casapound. Non sembrano esserci tracce del movimento sulla rete internet né sui social network, come pure non si trovano risultati cercando i nomi dei candidati che peraltro si ripetono, passando da un comune all'altro; il disegno del paese, del resto, non cambia mai ed è esattamente lo stesso che si è visto a Borgomasino lo scorso anno, per una lista con il medesimo nome (che però aveva solo un mazzo di spighe).
Ci sono poi le liste di Impegno Sociale Per le Nostre Valli (con tutte le maiuscole che si trovano all'interno del contrassegno), presenti solo in provincia di Genova. Sono cinque le liste schierate con quell'emblema, a Coreglia, Crocefiaschi, Fontanigorda, Montebruno e Neirone. Alla fine il raccolto è di sei seggi: tre scattano a Fontanigorda e altri tre a Montebruno, con il miglior risultato arrivato proprio in questo ultimo comune (24 voti su 156, pari al 15,38%), del resto già teatro vent'anni fa di interessanti esperimenti ippico-politico-elettorali, anche se solo tentati (ma ci sarà tempo di parlarne e di sorriderne su questo sito, nelle prossime settimane).
La Lista Civica Monferrato, come nel 2014, si presenta a Sala Monferrato ed a Treville. Il simbolo è quello del 2014, sembra disegnato da un bambino delle primarie (grazie alla font Comic Sans Serif), forse però non è il caso di impegnare più di tanto la fantasia: le due liste, come da copione arrivano seconde (40 voti 17,54% e 25 voti 15,53%) e riconfermano in entrambe i comuni i tre seggi di minoranza. Unica sensibile differenza rispetto a cinque anni prima, quando i candidati sindaci erano Vincenzo e Giuliano Moggi: stavolta Vincenzo sceglie di presentarsi a Treville e a Sala si candida Carlo Bonelli (ma non vi preoccupate, in lista c'è anche Giuliano Moggi).

In molti comuni si presenta una sola lista, ma grazie probabilmente alla concomitanza con le europee - e in Piemonte pure le regionali - non registriamo mancati quorum. In almeno due paesi non ci sono liste (Moncucco nell'astigiano e Garbagna nel novarese), mentre altrove viene schierata una lista di comodo per evitare il mancato quorum: in molti casi è difficile identificarla, specie se raccoglie un risultato più che dignitoso, anzi viene da chiedersi se sarà mai successo che una lista schierata alla bisogna - cioè per non far scattare il quorum od evitare intrusi in consiglio - abbia vinto le elezioni... 
In altri casi, guardando i dati elettorali di certe liste, viene spontaneo chiedersi: perché? Capita di trovarsi davanti a una terza civica che piglia poco o niente e allora sorge il sospetto: staranno mica sbucando anche al Nord le liste per ottenere i permessi elettorali? 
Ne diamo una rapida carrellata in ordine sparso: in Piemonte, a Oncino in provincia di Cuneo, la lista Insieme per Oncino non prende un solo voto su 77, con tre liste presenti sulla scheda. Va giusto un po' meglio - si fa per dire - nel comune di Cinzano, nel torinese: anche lì le liste sono tre e Forza Cinzano riesce nell'impresa di accaparrarsi addirittura un voto su 226. E se il simbolo vorrebbe richiamare un pochino quello di Forza Italia (per la font e la posizione di "Forza"), guardando ai colori della lista, oltre che al suo nome, viene davvero spontaneo chiedersi se il candidato sindaco - Antonio De Lucia - avrà almeno offerto un aperitivo elettorale a base di vermouth... Nel vercellese, in compenso, nel comune di Rassa - tra tre liste sulla scheda, praticamente un candidato consigliere per ogni due abitanti - spunta anche il simbolo di Schienadorso (non è un errore, il nome è quello di un'alpe di Valsesia), che su 47 voti ne prende uno.
Passando in Liguria, si parte da Gorreto, in provincia di Genova: se la lista Gorreto si rinnova (dalla grafica elementare) sbanca con il 78,33% (47 voti), per i tre seggi di minoranza era lotta tra Gorreto Popolare e Polo Moderato (sembrerebbero due schieramenti opposti). Alla fine hanno vinto i popolari (col simbolo di gusto alfaniano: avranno avuto la delega?): dei 60 voti validi (perché ci sono anche 4 nulle e una bianca) ne hanno ottenuti 9, mentre il Polo moderato solo 4...
Restando sempre nel genovese, c'è Tribogna, in cui le liste sono solo due: quella locale fa il pieno di voti, mentre Tribogna Futura raccoglie 22 voti, pari al 7,24%: il risultato è magro (e la grafica è elementare, assolutamente senza pretese), ma scattano ugualmente i tre seggi. Nell'imperiese, a Chiusanico la lista Territorio e Tradizione (la seconda di due) raccoglie 25 voti, pari al 6,81% (ed è sufficiente per ottenere i tre seggi dell'opposizione). Nello spezzino si passa innanzitutto da Carrodano, con la lista Per il Bene di Tutti: nobile proposito, non c'è che dire, ma la formazione arriva ultima su tre e non riesce ad andare oltre gli 11 voti (pari al 3,24%).
Sempre in provincia della Spezia, Fragura è una tappa obbligatoria, anche solo per la grafica di tutti i simboli. Le liste qui sono tre e la più votata - Noi di Framura, che sfiora l'80% - ha una sirena e una ruota del timone che comprende varie vedute del comune; la seconda lista, Framura nel cuore - 78 voti, pari al 18,44% - mutua la grafica da L'Alto Adige nel cuore e ottiene tutti i seggi di minoranza. L'ultima lista, Men at Work, raccoglie solo 7 voti - 3,24% - e chissà se gli elettori avranno apprezzato l'ombrellone con sdraio in spiaggia e il contadino sorridente con tanto di vanga in campo... A Vernazza, in compenso, le liste sono quattro e davvero non si spiega la presenza, sulla scheda, di Vernazza nel cuore e Vernazza sostenibile: su 538 voti, ne ottengono rispettivamente 9 e 4.
Andando in Lombardia, in provincia di Pavia a Spessa ha uno scarso successo la lista Italia più bella: la votano solo in 5 su 131, niente da fare. I numeri non sono migliori per il Partito lomellino (sarà perché "partito" non lo usa quasi più nessuno...) che corre a Torre Beretti e Castellaroma grazie alla presenza di una sola altra lista ottiene 21 voti (8,68%) e tre seggi. A Torre d’Arese il Movimento lavoratori giovani (un déjà vu...) prende solo 3 voti su 465 ed ovviamente nessun seggio... E in questo viaggio poteva mancare la lista punto.it? No, ovviamente, perché a Bregano (Va) spunta Casadegliitaliani.it (il sito esiste veramente) e ottiene tre consiglieri con il 25,88%, 103 voti: probabilmente un legame con il paese c'è ma il nome non poteva passare inosservato.
Prima di lasciare il Nord, non si possono tralasciare due casi di ballottaggio "sotto i mille" che hanno dell'incredibile. A Ribordone (To), di 50 elettori (!!) votano in 41: uno sceglie di non scegliere, due votano Ribordone che cresce, mentre i restanti 38 si dividono equamente (19 pari) tra Montagne ed Aquila e Riburda. Due settimane dopo gli elettori tornano al voto (due in più questa volta) e, con una coerenza invidiabile, danno alle due liste gli stessi voti (21, con la solita scheda bianca): visto il doppio pareggio, diventa sindaco Guido Bellardo Gioli (Riburda), come candidato più vecchio.
A Briga Alta (Cn), invece, gli elettori erano 124, ai seggi si sono recati solo in 28, ma le liste erano due e il rischio di commissariamento era scongiurato; in compenso, oltre a due schede nulle e sei bianche, nell’urna ne sono comparse 20 per la lista Per Briga Alta e altrettante per Il rododendro. Ci è voluto il secondo turno per eleggere sindaco Giancarlo Mureddu (Per Briga Alta) con 15 voti su 22: e pensare che al ballottaggio hanno votato in 26, ma uno ha annullato la scheda e tre l’hanno lasciata in bianco...
Ultima tappa del Nord, sempre nel cuneese, è Sambuco: si era votato solo due anni fa e sulla scheda sono tornate le stesse tre liste di allora (e quasi le stesse del 2012, allora in più c'era Bunga Bunga). La più votata - Insieme per Sambuco, grafica elementare - con 39 consensi ha raccolto il 58,21%, mentre due seggi di opposizione sono andati a Di nuovo Sambuco (20 voti, 29,85%). Gli occhi però devono essere puntati sulla lista Amare Sambuco, che prende 8 voti su 67 ed entra con un seggio in consiglio, ma questo piccolo paese del cuneese e le sue elezioni fanno storia a parte: segnatevi il nome e, se tutto andrà bene, per i #drogatidipolitica ci sarà una sorpresona a breve...

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