giovedì 27 giugno 2019

"CasaPound, niente più elezioni", stop alla tartaruga frecciata sulle schede

Sui giornali di oggi la notizia ha molto spazio, è stata ufficializzata nelle scorse ore e merita di essere ripresa anche qui, se non altro per i suoi inevitabili - e ben comprensibili - risvolti in ambito simbolico: alle prossime elezioni, di qualunque livello siano, CasaPound Italia non parteciperà più e il suo simbolo, così elaborato, non apparirà più sulle schede elettorali
La comunicazione ufficiale del presidente, Gianluca Iannone, è apparsa oggi sul sito dell'associazione-movimento e si tratta di ciò che varie testate avevano già divulgato questa mattina:
In seguito all'esperienza delle ultime elezioni europee e al termine di una lunga riflessione sul percorso del movimento dalla sua fondazione a oggi, CasaPound Italia ha deciso di mettere fine alla propria esperienza elettorale e partitica. La decisione di oggi non segna affatto un passo indietro, da parte del movimento, ma anzi è un momento di rilancio dell’attività culturale, sociale, artistica, sportiva di Cpi, nel solco di quella che è stata da sempre la nostra identità specifica e originale. Sarà anche un'occasione per tornare a investire tempo ed energie nella formazione militante, particolarmente essenziale, dati i nuovi pruriti liberticidi della sinistra. 
Tale decisione non significa che CasaPound intenda disertare la battaglia sovranista e identitaria. Al contrario, Cpi intende sfruttare il suo bagaglio di vivacità culturale, radicamento sul territorio ed energia militante per contribuire a quella che resta la sfida cruciale da qui ai prossimi anni, dialogando con tutte le forze che si oppongono alle follie globaliste e hanno a cuore i destini della nazione. I molti eletti a livello locale e le 140 sedi sparse su tutto il territorio nazionale resteranno inoltre preziosi avamposti politici per portare avanti le nostre battaglie. 
In tutti questi anni, CasaPound ha svolto un’importante funzione di avanguardia politica, mettendo in circolo proposte e parole d’ordine che poi sono finite in cima all’agenda del dibattito politico: pensiamo solo a mutuo sociale, reddito nazionale di natalità, nazionalizzazione delle autostrade, preferenza nazionale. Noi riteniamo che questa funzione sia valida oggi più che mai.
La decisione, in qualche modo, è arrivata a sorpresa, almeno per chi non fa parte di quell'area. Solo il 29 maggio, all'indomani delle elezioni europee e amministrative, sul sito di Cpi era apparsa questa nota:
Sessantatré consiglieri comunali eletti al primo turno da CasaPound Italia nella tornata di amministrative che si è appena conclusa. In particolare, fa sapere il movimento della Tartaruga frecciata, 26 sono stati eletti in Lombardia; 18 in Piemonte; 5 in Abruzzo; 4 in Emilia Romagna; 2 rispettivamente in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche e Veneto; 1 in Calabria e 1 in Puglia.
"Nonostante il risultato deludente delle Europee – sottolinea Cpi in una nota -, CasaPound ha tenuto bene nel voto locale, con 63 consiglieri già eletti al primo turno e molti altri che potrebbero entrare dopo i ballottaggi del 9 giugno. Tra i risultati raggiunti nei Comuni sopra i 20.000 abitanti, da segnalare il 2,6% di Ascoli e Orvieto, il 2,5 di Osimo, il 2,2 di Casale Monferrato, il 2,1% di Monsummano, il 3,5% di Massarosa".

Evidentemente il bilancio chiuso nei giorni successivi è risultato deludente, non solo con riguardo all'ultimo turno di voto, ma all'intera esperienza dell'associazione nelle competizioni elettorali. Se l'associazione di promozione sociale CasaPound Italia era nata nel 2008 (dopo una militanza di un paio d'anni del gruppo romano, nato nel 2003, all'interno del Movimento sociale - Fiamma tricolore e la fine tumultuosa di quell'adesione, seguita alle proteste per la mancata convocazione di un congresso), per parlare di partecipazione diretta alle elezioni occorre attendere le politiche del 2013: prima alcuni consiglieri comunali avevano nel frattempo aderito a Cp o erano stati eletti nelle liste di altri partiti "in quota Cp", ma l'11 gennaio 2013 per la prima volta apparve nelle bacheche del Viminale - con il numero 17 - l'emblema della "tartaruga frecciata", come spesso è stato chiamato e che fino ad allora si era visto solo sulle bandiere, su fondo rosso. 
Rispetto al simbolo originario, nella corona bianca si era introdotto il nome del progetto politico e un tricolore (anche per marcare la dimensione nazionale che si voleva raggiungere); si era anche stemperato il nero del cerchio centrale in un grigio sfumato (che poi con il tempo sarebbe ritornato più scuro e "tinta unita", nel tono di grigio attualmente in uso", ma era rimasta identica e ben riconoscibile la tartaruga protagonista dell'emblema. Ed è lo stesso sito di CasaPound a svelare i vari significati di quella rappresentazione, in una descrizione che si riporta per intero (perché alcune letture, diversamente, non si capirebbero):

La tartaruga è l’animale per eccellenza che rappresenta la longevità quindi è un augurio. La tartaruga è uno dei pochissimi esseri viventi che ha la fortuna di aver con sé la casa quindi per noi rappresenta al meglio la nostra lotta principale ovvero il diritto alla proprietà della casa e il mutuo sociale. La tartaruga è, secondo la cultura orientale, l’animale che porta sulla sua schiena la conoscenza del mondo quindi è di buon auspicio per una comunità che vuole identificare nella cultura le proprie radici. 
La tartaruga è anche chiamata tortuga o testudoIn entrambi i casi ci ricorda situazioni insite nella nostra cultura. Nella Tortuga, gli ultimi uomini liberi del mare nascondevano i propri tesori, nella formazione romana chiamata appunto Testudo l’esercito di Roma dimostrò la sua grandezza conquistando il mondo allora conosciuto, dimostrando che la forza quando scaturita da un ordine verticale e da un principio gerarchico è destinata a dominare le barbarie, anche se in numero inferiore. 
La nostra tartaruga è però una tartaruga stilizzata. Perché ha una base ottagonale? “L’otto, primo cubo di un numero pari e doppio del primo quadrato, bene esprime la potenza di Dio” (Plutarco). Castel del Monte, voluto da Federico II, è universalmente noto per la forma ottagonale, unica nel suo genere, che si ripete praticamente ovunque, dalla pianta dell’edificio alle singole componenti, in particolare le torri, il cortile, il numero delle stanze per piano.Il simbolismo dell’ottagono è suscettibile di molteplici interpretazioni: in linea di massima il numero 8 richiama l’infinito, e se ci si fa caso ancora oggi in fisica e matematica si fa uso della cifra 8 distesa in orizzontale per indicare l’infinito, quindi ciò che non è soggetto a misurazione in quanto sfugge alla comprensione razionale. 
E’ possibile quindi che il castello sia la “messa a terra” del Cosmo, così come altri grandi monumenti dell’antichità (dalle Piramidi a taluni templi) richiamavano la posizione di determinate stelle. Quindi se il castello riproduce il Cosmo (inteso come Ordine divino, esattamente scandito da un ritmo – Otto sono i passaggi che scandiscono l’Anno solare in stagioni, inquadrati dagli assi dei Solstizi e degli Equinozi e delle Feste dei Fuochi, e il Ritmo dell’Anno si rinnova eternamente nel transito per le otto stazioni), è evidente tra l’altro come sia improbabile che la sua funzione principale fosse di carattere profano. Se si accetta questa tesi (che ben si sposa con quella che vede nell’8 la cifra della mediazione tra cielo-cerchio e terra-quadrato - quindi 4 - ergo della resurrezione, come indicato anche dalla forma classica ottagonale del battistero cristiano), Castel del Monte è da considerarsi un glifo del Cosmo, anzi è esso stesso un microcosmo così come l’organismo umano (vedi l’homo ad circulum di Leonardo, o l’uomo vitruviano): di conseguenza esso è un templum, un laboratorio in cui, per mezzo di un’Opera paziente e costante, ciò che è in basso si slancia verso l’Alto. 
Perché questo precedente illustre? Perché scomodare uno degli ultimi Cesari? Perché abbiamo la “presunzione” di considerarci unità imperiali. Perché la nostra è una visione del mondo spirituale, e il singolo si realizza (anche spiritualmente) solo nella comunità, che è il suo tempio, il laboratorio in cui si sviluppano le sue capacità naturali. Perché lo stesso numero - l’8 - compare anche sopra il guscio della nostra tartaruga. 4 frecce bianche e 4 nere infatti partendo dall'esterno convergono in un centro che è simbolo dell’Asse, quel medesimo asse che è al centro del fascio di verghe.  
Questo simbolismo è molto forte, proprio perché rappresenta l’unità e l’ordine. Il simbolo del kaos infatti è rappresentato da varie frecce che da un centro partono in tutte le direzioni, disperdendosi. L’esatto opposto, insomma. Questo è il nostro simbolo e questo nostro simbolo rappresenta la comunità tutta, composta da unità imperiali che non si possono fermare perché dotate di una corazza dura come quella della tartaruga, animale lento ma inesorabile, una corazza resistente come gli scudi disposti a testudo (che altro non è se non il nostro simbolo in chiave dinamica e marziale), una corazza che è Idea, visione del mondo, la nostra visione del mondo. 
La tartaruga stilizzata di Casapound è un simbolo nuovo quindi, sviluppato e progettato su basi ben più antiche per un nuovo secolo di lotte, vittorie, opere e conquiste.
Proprio questo simbolo carico di letture ed elaborazioni (che oggettivamente ci sono, che le si condivida oppure no) è finito sulle schede elettorali nazionali e locali per sette anni, ma nelle intenzioni dei dirigenti dell'associazione-movimento non ci finirà più. Una decisione che arriva - tra l'altro - a pochi giorni dalla denuncia presentata alla procura di Roma dall'Anpi - Associazione nazionale partigiani d'Italia contro Cpi e Forza Nuova "per i numerosi atti di intimidazione, violenza e apologia di fascismo da queste commessi ripetutamente negli ultimi tempi" e poco dopo la decisione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, di far ripristinare lo stato della facciata dell'immobile di via Napoleone III che CasaPound occupa dal 2003 (il che significa, tra l'altro, far rimuovere la scritta "CasaPound" in marmo).
"Purtroppo lo so, è difficile capire la differenza tra Politica ed elezioni - ammette su Twitter il segretario di Cpi, Simone Di Stefano, già aspirante sindaco di Roma -. Eppure esiste ed è netta. CasaPound vuole tornare ad essere il laboratorio di avanguardia politica, culturale e solidaristica che era un tempo". Come a dire che si può fare Politica (maiuscola non a caso) anche senza partecipare alle elezioni (minuscole): una cosa certo non nuova, era il pensiero del Partito radicale (nonviolento transnazionale transpartito) a partire dal congresso del 1989 che decise che, in quanto tale, non avrebbe più presentato candidature con il proprio simbolo. Di certo più di un partito - soprattutto del centrodestra - guarda, più che all'area fino a questo momento rappresentata da CasaPound Italia (che alle elezioni non è mai andata oltre l'1%, tranne che ovviamente in qualche comune), alle persone che ne hanno fatto parte o hanno scelto fin qui di votarla almeno una volta. Di certo non ci sarà alcun automatismo, alcuna migrazione conseguente di militanti ed elettori verso un partito determinato, fossero anche la Lega o Fratelli d'Italia, che a livello nazionale spingono molto sul sovranismo: sul Giornale Chiara Gianni riporta una dichiarazione legata sempre a quell'ambiente, in base alla quale "uno dei tanti termini da loro coniati elettoralmente parlando diventa, attraverso meccanismi mass mediatici costruiti per rappresentare il loro recinto, 'l'attributo di una area della quale Casapound non può far parte'". 
Le parole più dure, in ogni caso, sono riservate a chi avrebbe incentrato il dibattito politico "in epoca di povertà, austerity, crisi economica decennale e scippo di sovranità nazionale, su un movimento che, dati elettorali alla mano, tutto rappresenta fuorché un reale rischio di occupazione maggioritaria delle istituzioni. Assistiamo oggi, semi impotenti, al paradosso per il quale il terremoto politico/istituzionale che dovrebbe investire il terzo potere dello Stato, la magistratura, passa in secondo piano davanti al palazzo occupato di via Napoleone III". La scelta di rinunciare all'agone elettorale, tuttavia, non fa cambiare idea all'Anpi, che per bocca del suo vicepresidente nazionale, Emilio Ricci, precisa (come si legge in un articolo di Carlantonio Solimene sul Tempo): "Dal punto di vista tecnico giuridico non cambia molto. Noi abbiamo fatto un esposto per denunciare il comportamento di CasaPound sostenendo che in Italia c'è una azione volta alla ricostituzione del partito fascista, un'attività organizzata sul territorio nazionale su cui riteniamo che la Procura di Roma debba indagare. Noi andiamo avanti a sostenere che si stanno commettendo dei reati e che la procura deve indagare, non cambia se sia partito o movimento". Di certo, le condotte reputate criminose non si riferiscono all'attività elettorale di CasaPound; in ogni caso, si vedrà in quale modo questa continuerà a fare politica e quale visibilità riuscirà ad avere.

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