Il garofano, da oggi, è di nuovo l'immagine ufficiale del Partito socialista italiano. Esattamente alle ore 11 e 42, il consiglio nazionale del Psi - organo che da statuto è chiamato a decidere sull'emblema del partito - ha deliberato l'adozione come simbolo di una nuova grafica basata soprattutto sulla sigla Psi e sul garofano, che ritorna nel logo ufficiale del partito che si colloca nel centrosinistra - al di là delle liste locali o presentate con altre forze politiche - dopo la rinuncia in favore della rosa votata all'assemblea nazionale del 16 dicembre 1993, non senza dolore e polemiche, portate avanti soprattutto da coloro che non volevano rinunciare a un tassello caratterizzante degli ultimi quindici anni di storia socialista italiana (il fiore era comparso per la prima volta nel 1978, al congresso di Torino).
Si è dunque completato oggi un percorso di consultazione e partecipazione iniziato in estate e illustrato il 15 settembre alla festa di Fano, alla presenza del segretario nazionale Enzo Maraio, da Fabrizio Masia di EMG Acqua, che aveva curato l'operazione. Non si tratta, a ben guardare, della stessa identica grafica che era stata sottoposta al giudizio nell'ambito della ricerca di mercato e al voto online di iscritti e simpatizzanti del Psi e del centrosinistra: la sigla è rimasta la stessa, per dimensioni, rilievo grafico e font, mantenendo il ruolo di elemento principale del nuovo simbolo; si sono invece distribuiti meglio gli altri due elementi, come posizione e peso visivo. Il garofano, in particolare, è stato spostato sulla sinistra, ribaltato "a specchio" e ingrandito, per dare maggior rilievo a questo ritorno simbolico: non si tratta, come si sa, di uno dei tre fiori adottati tra il 1978 e il 1993, ma la grafica è ben riconoscibile. Anche il nome intero del partito è stato debitamente accentuato, venendo invece spostato nella parte destra (circa dove stava il fiore nella prima versione) e con l'accortezza di porre il margine destro in coincidenza con il diametro verticale del cerchio; la circonferenza esterna, da ultimo, è stata rinforzata.
Così configurato, il simbolo risulta molto più armonico ed equilibrato rispetto alla versione mostrata a settembre: sembra così prestarsi molto più di prima all'uso, sia per la riconoscibilità grafica sia per la condivisione che ha registrato tra iscritti e simpatizzanti. Il punto fondamentale, come sottolineato già a settembre (e, già prima, al nostro sito) dal segretario Maraio sarà l'effettivo uso a livello elettorale del simbolo: se finora spesso l'emblema era stato messo da parte perché ritenuto poco idoneo a rappresentare le varie esperienze locali, ora i gruppi sui territori dovranno sentirsi più motivati a schierarlo. Anche perché il garofano può mettere insieme tanto chi lo vede come emblema di libertà e del lavoro, tanto coloro che si sentono socialisti pur avendo guardato a sigle politiche che hanno guardato di più al centrodestra (non a caso, il Nuovo Psi ha continuato a usare quel fiore).
Con il cambio di simbolo (che è un simbolo e non un semplice logo basato sul lettering, come sempre di più capita) si apre dunque un nuovo capitolo di una storia lunga e partecipata, che cerca di tenere insieme lo sguardo a ieri, oggi e domani - non a caso l'hashtag scelto è #chebellastoriailfuturo - cercando di superare divisioni e discussioni. Obiettivamente non sarà facile (la scelta di consentire a Italia viva di formare un gruppo autonomo al Senato proprio con l'apporto del Psi non è stato un passaggio indolore), ma anche il nuovo corso simbolico, fatto di cose nuove e cose antiche, è un passaggio che può aiutare.
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