venerdì 18 marzo 2022

Lista Pannella, i simboli inviati dai militanti riemersi trent'anni dopo

La copertina della pubblicazione
riproposta da I simboli della discordia
Il 21 febbraio 1992 sette persone si ritrovarono in uno studio notarile romano per costituire un'associazione politica. Si trattava, in fondo, di un passaggio consueto in politica, compiuto per dare consistenza giuridica a un nuovo partito o a una nuova lista prima che inizi la campagna elettorale; in quell'occasione, però, non si trattava di una lista qualunque, così come i soci fondatori non erano persone qualunque. Quel giorno, infatti, nacque la Lista Pannella: il nome preciso, anzi, era "Associazione politica nazionale 'Lista Marco Pannella'"; la costituirono, oltre a "Pannella Giacinto detto Marco" (com'era indicato sull'atto notarile), anche Maurizio Turco, Rita Bernardini, Laura Arconti, Aurelio Candido, Marco Taradash e Vittorio Pezzuto (gli ultimi due, negli anni successivi, sarebbero stati dichiarati decaduti). 
La neonata associazione-lista aveva uno statuto (allegato all'atto costitutivo), aveva una sede (a Roma, in Via della Panetteria 36, indirizzo che coincideva con il domicilio di Marco Pannella), ma alla sua nascita non aveva ancora un simbolo: mancava ufficialmente (visto che non era stato citato nei documenti fondativi dell'associazione), ma in effetti non era stato ancora definito in tutti i suoi dettagli. Il tempo per provvedere era davvero poco: proprio il 21 febbraio si era aperto presso il Ministero dell'interno il deposito dei contrassegni elettorali per il voto politico del 5 e del 6 aprile 1992 e c'era tempo fino alle ore 16 del 23 febbraio per consegnarlo al Viminale. Tutta la gestazione della lista, in compenso, era avvenuta dannatamente in fretta: il progetto di presentarla era stato annunciato per la prima volta da Marco Pannella solo l'8 febbraio e aveva preso maggiormente corpo due giorni dopo, come strumento per continuare le battaglie radicali, mentre alcuni esponenti rilevanti del partito (soprattutto Giovanni Negri, Massimo Teodori e Giuseppe Calderisi) avevano scelto di impegnarsi nella costituzione della lista Sì Referendum, guidata da Massimo Severo Giannini (senza che potesse maturare un progetto politico-elettorale condiviso).
L'idea di presentare una lista che portasse il nome dell'esponente radicale più noto in Italia - un azzardo per l'Italia avvezza al sistema proporzionale, ma anche il modo più efficace per farsi identificare dagli elettori - si era dunque fatta concreta due settimane prima che scadesse il termine per depositare i contrassegni elettorali. Nei primi giorni di lavoro sulla lista si era iniziato a pensare anche al simbolo, cercando di elaborare qualcosa di leggibile, facile da identificare ed evidente (anche grazie al colore che per la prima volta sarebbe arrivato sulle schede) e considerando anche che si sarebbe dovuta inserire la "pulce" degli Antiproibizionisti sulla droga, in modo da poter presentare le candidature senza dover raccogliere le firme richieste per le elezioni politiche alle formazioni non presenti in Parlamento.
Alcune delle proposte grafiche inviate a Radio Radicale
Il contrassegno elettorale venne presentato l'ultimo giorno utile (dunque il 23 febbraio), finì sulle schede e riuscì a eleggere sette deputati. Ma a quel simbolo decisamente anomalo (per il cognome di Marco Pannella che campeggiava sul fondo giallo, evidentissimo e ad andamento curvilineo, insieme al logo della pace e alla miniatura degli Antiproibizionisti), realizzato per scherzo da Aurelio Candido e accolto dallo stesso Pannella, aveva contribuito un manipolo nutrito di persone, soprattutto militanti e simpatizzanti appassionati di grafica: per giorni su Radio Radicale (e su Agorà Telematica, il mezzo di connessione pensato anni prima per il partito transnazionale) era stato rilanciato un gioco - concorso di idee per il simbolo, in cui chiunque si fosse sentito coinvolto era invitato a sostenere la nascente Lista Pannella anche dando suggerimenti per la realizzazione del simbolo o, meglio ancora, facendo arrivare le proprie proposte grafiche. 
Nel bel mezzo della campagna elettorale, pur nel turbine di iniziative e di adempimenti di cui occuparsi, Marco Pannella decise che quelle proposte grafiche (alcune del tutto inadatte, per forma o per "linguaggio", alle schede elettorali, altre più compatibili) dovevano essere valorizzate attraverso una piccola pubblicazione: se ne occuparono Maurizio Turco e Marcello Baraghini, che inserì il libriccino di 32 pagine tra i "Millelire" della sua casa editrice Stampa Alternativa. Il libretto, intitolato I simboli della Lista Marco Pannella, ebbe come copertina un manifesto realizzato per la lista in quella campagna elettorale ("Il 5 aprile Vota Lista Marco Pannella", con il nuovo simbolo in grande evidenza): finito di stampare il 18 marzo 1992 - esattamente trent'anni fa - circolò in un certo numero di copie soprattutto tra quei militanti e simpatizzanti radicali che avevano partecipato a quel gioco-concorso di idee o si erano interessati a quella nuova esperienza politico-elettorale (al punto da riuscire a portarla in Parlamento, avendo dalla propria parte non la logica e i numeri del "prima", ma la fantasia e il desiderio di combattere comunque senza risparmio).

In quel 1992 chi scrive compiva nove anni. Non era ancora il tempo di spiegare a due già rassegnati genitori il funzionamento della nuova legge elettorale (sarebbe accaduto nel 1994, grazie a un fantastico opuscolo - realizzato da una persona straordinaria, conosciuta nel 2010 con soddisfazione - capitato chissà come in casa); quegli occhi di bambino però avevano riconosciuto la rosa nel simbolo, strettissima parente di quella che, nel 1987, emergendo dal pugno e dalla barra nera del lutto a motivo dello sterminio per fame, aveva colpito a fondo un soggetto che di anni non ne aveva ancora quattro. Fino agli ultimi mesi del 2018 quel losco figuro, ormai cresciuto e irrimediabilmente intruppato tra i #drogatidipolitica, aveva ignorato la storia del gioco-concorso di idee. Il 25 ottobre, tuttavia, quel soggetto si trovò più o meno per caso a passare dalla sede di Via di Torre Argentina e incontrò colui che, nel frattempo, della Lista Pannella era diventato il presidente: non solo si vide dischiudere - in modo del tutto inatteso - la porta sulla vicenda dell'acquisto della rosa nel pugno, ma si vide piazzata davanti a sé una fonte immediata di curiosità. "Sai che nel 1992, quando fondammo la Lista Pannella, feci addirittura un libretto con le proposte dei militanti per il simbolo?": era impossibile resistere, ma non si poté fare altrimenti, visto che l'evocato libretto non saltò fuori. Tempo una manciata di mesi e la questione del libriccino risaltò fuori, evocata stavolta in un dialogo con un'altra fondatrice della Lista Pannella, a margine del 41° congresso del Partito radicale: fu lei per prima a parlarne, ma purtroppo quelle pagine non sapeva dove ritrovarle. 
La curiosità seppe attendere e fu ripagata: all'inizio del 2020 il curatore del volumetto - e presidente in carica della lista - ne scovò una copia tra le carte di una militante radicale dall'incredibile costanza e forza (dolorosamente scomparsa tre mesi prima) e ne mandò alcuni scatti al figuro, che ne fu entusiasta e non vedeva l'ora di scorrere con attenzione ogni pagina. A fine mese (poco tempo prima che l'intero paese iniziasse a soffrire e a bloccarsi) ricevette in prestito quel libretto ed ebbe dal curatore il permesso di scansionarlo tutto, ma anche di rimetterlo in circolazione (anche oltre l'originaria cerchia radicale) ove ci fosse stata una buona occasione. Il caso ha voluto che nel 2022, oltre che i trent'anni dalla fondazione della Lista Pannella, ricorressero anche i (primi) dieci anni di attività del sito I simboli della discordia, un traguardo che chi scrive mai avrebbe seriamente pensato di raggiungere (sperato sì, certo, ma di solito questo non basta). Tra le iniziative per festeggiare l'anniversario tondo, era giusto pensare a qualcosa di speciale, come riproporre una testimonianza singolare di una fase partecipata ed extra ordinem della nostra storia recente - significativo anche per chi ha sensibilità diverse - riletta con la consapevolezza data dal tempo trascorso.
La pubblicazione realizzata nel 1992, dunque, viene nuovamente resa disponibile da questo sito per chiunque abbia interesse: la arricchiscono l'introduzione di colui che (avendo cofondato la Lista Pannella, curato e ritrovato queste pagine) ha dato un contributo decisivo al racconto, una ricostruzione del succitato figuro e nuovo curatore, nonché i testi di due compagni di valore che hanno condiviso (anche se a distanza) l'emozione per il ritrovamento e hanno fornito le loro sensazioni e memorie. Ci si può avventurare a leggere questi nuovi testi o ci si può limitare a scorrere immagini e testi di trent'anni fa: l'importante è avere di nuovo a disposizione un documento che meritava di non essere dimenticato.


Il primo ringraziamento va ovviamente a Maurizio Turco, per avermi parlato per la prima volta di questo libretto, per essersi ricordato di mostrarmelo dopo averlo ritrovato, per averne concesso la riproduzione e per aver contribuito a questa pubblicazione con un suo testo; meritano il mio grazie anche Marcello Baraghini (per avere pubblicato allora il libro e aver pensato almeno per un attimo di metterlo sulla copertina della Lettera sulla Felicità, pagine di Epicuro tradotte da Angelo Maria Pellegrino, figura imprescindibile per i #drogatidipolitica che siano allo stesso tempo cultori di Nico Giraldi, "Venticello" e Fantozzi), Rita Bernardini (per aver contribuito con la sua memoria ad arrivare a questo risultato), Aurelio Candido (per aver disegnato per provocazione un simbolo "non integrabile" e vissuto contro ogni previsione) e Laura Arconti (per affetto, perché il suo essere radicale ci manca troppo e perché il fatto che il libretto sia stato trovato tra le sue carte lo rende più prezioso). 
Meritano piena gratitudine anche Marco e Carlo D'Aloisio Mayo (per avere contribuito alla pubblicazione allora e avermi aiutato a ricostruire alcuni dettagli importanti) e, soprattutto, gli amici e compagni radicali Andrea Consonni e Luca Leone, per avere accettato di condividere con il nuovo curatore queste pagine, offrendo a chiunque di noi parole ricche di umanità e ricordi vivi (con i cammei preziosi di un'iconica signora bionda armata di sigaretta e di un leggendario Isio, che da una manciata di mesi ci manca proprio tanto).

3 commenti:

  1. grazie mille, troppo interessante!!

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    1. Grazie mille per l'apprezzamento: un lungo lavoro viene ripagato e fa davvero piacere.

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  2. Con la Rosa del pugno, il simbolo della Lista Pannella è fra i più belli!

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