mercoledì 5 aprile 2017

Pd, a ogni corrente il suo simbolo (di Marco Chiumarulo)

Oggi lascio volentieri spazio a un articolo di Marco Chiumarulo su un tema non strettamente simbolico-elettorale, ma comunque di rilievo: si parlerà sempre di emblemi, ma legati piuttosto alle "correnti" (interpretando il concetto con larghezza) interne al Partito democratico. Perché, se anche non si traducono in soggetti da votare, hanno pur sempre l'esigenza di riconoscersi e farsi riconoscere. Buon viaggio. (g.m.)  

Il 30 aprile si terranno, come ultimo atto del congresso, le primarie aperte del Partito democratico per eleggere il segretario, nonché candidato Presidente del Consiglio alle future elezioni politiche (le quali, probabilmente, immaginando che la legislatura vada alla sua scadenza naturale, si terranno tra febbraio e marzo del 2018).
I candidati, ormai noti e che si sono già affrontati nelle primarie interne dei circoli, alla segreteria del Pd sono: l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro della giustizia Andrea Orlando e il presidente della regione Puglia Michele Emiliano: tutti loro appartengono a diverse correnti del Pd.
Su questo sito si sono quasi sempre descritti i simboli e gli emblemi dei partiti o dei movimenti politici che si accingevano ad essere presentati sulle schede elettorali delle varie elezioni; in questo articolo, invece, si cercherà di analizzare gli emblemi delle varie correnti del Pd.
L’art. 29 dello statuto del partito recita che il Pd "ai sensi dell’articolo 18 della Costituzione, favorisce la libertà e il pluralismo associativo e stabilisce rapporti di collaborazione con fondazioni, associazioni ed altri istituti, nazionali ed internazionali, a carattere politico-culturale e senza fini di lucro, garantendone e rispettandone l’autonomia" e "riconosce tali fondazioni, associazioni ed istituti quali strumenti per la divulgazione del sapere, il libero dibattito scientifico, la elaborazione politico-programmatica". inoltre "le iniziative a carattere divulgativo, scientifico ed editoriale di tali Fondazioni, associazioni ed istituti non sono soggette a pareri degli organi del Pd".
Quindi il partito favorisce la formazione e i lavori degli iscritti in correnti, sotto forma di fondazioni o associazioni e ne garantisce la piena autonomia. Le varie correnti possono essere raggruppate in tre grandi compagini ed una quarta minore: l’area liberal, quella cattolica, quella socialdemocratica e, infine, quella ambientalista.

Dell’area liberal, attualmente in maggioranza, fanno parte tre correnti, le quali si ispirano alla visione della “Terza via” dell’ex Primo Ministro britannico Tony Blair: i “rottamatori”, Liberal PD e FutureDem.
La componente dei “rottamatori” non risulta costituita come corrente ma è la maggioritaria dell’area liberale ed è quella legata a Matteo Renzi ed ai comitati di Adesso! Italia.
I comitati appena citati hanno il proprio emblema che somiglia a un contrassegno elettorale. !uesto ha uno sfondo bianco, con una striscia tricolore in alto; più in basso vi è la scritta in due diversi colori (azzurro e rosso, già sperimentati negli anni scorsi all'interno delle campagne di area renziana) che riporta il nome del comitato; nella parte inferiore, invece, spiccano due strisce, una azzurra con la scritta #work in progress, e un’altra color rosso vermiglio, quasi arancione, per ribadire le tinte già usate prima.
La corrente Liberal PD fu costituita il 26 gennaio 2008 ed è marcatamente laica, sostenitrice di valori inalienabili quali libertà, eguaglianza e rispetto di ogni fede religiosa: essa trae ispirazione dal riformismo liberal democratico. I suoi membri di spicco sono Enzo Bianco, Federico Berruti, Sandro Gozi e Gianni Vernetti. L’emblema dell’associazione è rappresento dalla scritta bianca Liberal su fondo rosso e dalla sigla rossa PD su fondo verde; nel mezzo c'è il tradizionale ramoscello d’ulivo disegnato da Andrea Rauch, con il ramo sovrapposto alla seconda "L".
FutureDem, per parte sua, si qualifica come "un'associazione politico-culturale, un think tank liberal finalizzato alla diffusione di nuove forme di partecipazione e all'elaborazione di proposte politiche che rispondano alle esigenze della nostra generazione". Al suo interno conta esponenti democratici come Francesca Bonomo e Marco Di Maio
Lo slogan di FutureDem è "Cavalca l'onda del cambiamento!" e il simbolo, in qualche modo, visualizza quel motto: elemento grafico dominante, infatti, è un’onda blu, che al di sotto riporta il nome dell'associazione in carattere bastoni, con la prima parola scritta in rosso e la seconda in blu (con il retro della "D" leggermente aperto). 

Alla seconda area, quella cattolica-democratica, anch’essa parte della maggioranza del Pd, fa riferimento essenzialmente la corrente che riunisce in gran parte esponenti che provengono dalla Margherita e, prima ancora, dal Partito Popolare Italiano e dalla Democrazia Cristiana, accanto ad altre figure di provenienza diversa. 
Il riferimento e ad AreaDem, che si autodefinisce come “l'area politico-culturale del Pd nata dall'esperienza delle primarie del 2009. AD è essenzialmente un luogo di incontro, di discussione e di formulazione di proposte per il partito e per il Paese, attraverso cui ampliare il coinvolgimento e la partecipazione all'elaborazione politica a tutti coloro che si rispecchiano nelle idee fondative del Partito Democratico”. Principale esponente di questo soggetto è Dario Franceschini, che nel 2009 era candidato; a lui si aggiungono Franco Marini, Lapo Pistelli, Pina Picierno, Antonello Soro, ma anche figure di primo piano provenienti dai Ds come Piero Fassino e Sergio Chiamparino.

Nella terza compagine, quella dell’area socialdemocratica, si possono riconoscere cinque correnti: i loro esponenti provengono in gran parte dalle formazioni post-comuniste (Democratici di Sinistra, Partito Democratico della Sinistra) e, accanto a loro, ci sono anche vari esponenti di estrazione socialista. 
Rifare l’Italia è comunemente detta dei "Giovani Turchi" (ma gli aderenti rigettano in modo costante questa denominazione) e fu costituita durante la segreteria di Pier Luigi Bersani, in polemica per il sostegno al governo Monti; il gruppo, peraltro, ha da tempo ufficializzato il suo ingresso in maggioranzam dopo che Matteo Orfini ha accettato la proposta di Matteo Renzi di sostituire il dimissionario Gianni Cuperlo alla carica di presidente dell'Assemblea nazionale. Presieduta da Francesco Verducci (che ha ottenuto il ruolo che era stato di Orfini), Rifare l'Italia ha tra i suoi esponenti di spicco Andrea Orlando, Khalid Chaouki, Fausto Raciti e Valeria Valente.
Sinistra è Cambiamento è una componente di minoranza guidata da Maurizio Martina (che nell'attuale congresso fa però parte della mozione Renzi, al punto tale che l'ex Presidente del Consiglio lo ha scelto come suo "vice") era nata da una scissione interna ad Area Riformista (la corrente di Bersani e Speranza prima della scissione) e dal giugno 2015 dialoga pazientemente con la maggioranza, soprattutto nell'ottica di un contributo propositivo alle riforme. Il costante collegamento con la maggioranza è evidenziato dalla grafica che ha in evidenza un "nodo" verde e rosso; il tricolore tinge anche l'accento del nome, quasi a voler accostare in modo più efficace e "nazionale" i concetti di "sinistra" e "cambiamento". Fanno parte dell'area, tra gli altri, Vincenzo Amendola, Cesare Damiano (vicino invece alla mozione Orlando), Paola De Micheli e Alessandra Moretti.
ReteDem è un’altra componente di minoranza, orfana da tempo del suo precedente leader Giuseppe Civati: questa si autodefinisce come una piattaforma di pensiero e di azione che si colloca dentro il PD per allargare a tutti i mondi della partecipazione e dell'attivismo civico. Tra i suoi esponenti si possono annoverare Sergio Lo GiudiceGiuseppe Guerini, Daniele Viotti e Sandra Zampa, già collaboratrice di Romano Prodi. Sul piano grafico, l'idea della rete è resa da una raggiera di punti grigi collegati a un punto centrale nero (stesso colore della parola "Rete"), mentre il tutto è collocato su un fondo arancione, soluzione grafica decisamente particolare e di scarso utilizzo all'interno del Pd.
SinistraDem – Campo Aperto è invece la corrente guidata da Gianni Cuperlo (attualmente vicino alla mozione Orlando): caratterizzata dalla connotazione identitaria, quest'area si impegna a promuovere la cultura della libertà, dei diritti e della giustizia e della democrazia. All'interno, oltre all'ex sfidante di Renzi, c'è anche l'ex ministra Barbara Pollastrini, così come il piemontese Giorgio Merlo, Sesa Amici e Andrea De Maria. Il simbolo è decisamente semplice, visto che aggiunge solo il nome rosso, maiuscolo e corsivo al logo del partito.
Socialisti & Democratici, invece, è una componente di chiara ispirazione socialista, fondata nel novembre 2015 dal deputato Marco Di Lello, dopo che, insieme a Lello di Gioia, aveva lasciato il Psi di Riccardo Nencini; della stessa corrente faceva parte anche, prima della recente scissione di Articolo Uno, il presidente della regione Toscana Enrico Rossi. L’associazione ha un proprio emblema in stile Pd, con le lettere S e D tinte dei colori nazionali (grazie anche alla & bianca); l'origine e l'ispirazione socialista sono testimoniate dalla rosa del socialismo europeo (la stessa presente sul simbolo dei socialisti nenciniani), che copre parte del "traforo" della D.

L’ultima compagine da ricordare è quella ambientalista: essa è rappresentata essenzialmente dalla corrente degli Ecologisti democratici. A guidarla, da sempre, è Ermete Realacci e ha come fine l'adeguata valorizzazione dei temi connessi all'ecologia. L'impianto dell'emblema è decisamente simile a quello del Pd, con la "E" al posto della "P"; in luogo del ramoscello d'ulivo c'è un'ape con una vanga verde nelle mani (simbolo che, in precedenza, era stato reso anche in forma circolare, su fondo verde).

A quanto detto sin qui, occorre aggiungere che il congresso in corso ha visto la nascita di una nuova corrente, costruita a sostegno del candidato Michele Emiliano: si tratta di Fronte Democratico e si colloca inevitabilmente nella minoranza Pd. Il soggetto ha la forma dell'associazione, è stato presentato il 29 marzo e in quell'occasione si è svelato anche l’emblema, decisamente scarno e senza elaborazioni particolari (anche qui emergono l'uso del rosso e del verde, il primo tinge tutto il testo, con "Democratico" in evidenza", il secondo colora la pennellata che sottolinea il nome).

Tirando le somme, era inevitabile che un partito grande e variegato al suo interno come il Pd fosse organizzato in correnti: basta pensare all'esempio dei tre partiti maggiori della Prima Repubblica - Dc, Pci e Psi - in cui le correnti erano una realtà ben nota (anche se ufficialmente lo statuto del Partito comunista non ne consentiva l'esistenza).
Certo è che nel Pd, in vista delle elezioni politiche, il vero oggetto della contesa delle primarie non è tanto la segreteria o la candidatura a Presidente del Consiglio, quanto il potere - rimesso ai futuri vertici - di decidere chi (nell'eventualità che si andasse a votare con la legge elettorale modificata dalla Consulta) rivestirà il ruolo di capolista bloccato nei 100 collegi previsti, così da avere nel futuro Parlamento una schiera di fedelissimi su cui contare nelle battaglie che ci saranno.
Come si è visto, quasi tutti gli emblemi hanno in comune i colori del simbolo del PD, mentre i nomi hanno quasi sempre la parola "Dem" o, direttamente, l'aggettivo "democratic*". In questo senso, può dirsi che il Pd appare come l'unico partito veramente plurale, democratico e poco personalistico, anche se l'arrivo di Renzi alla segreteria ha cambiato un po' le cose da questo punto di vista. Se nel futuro dovesse esserci una legge che regoli la formazione dei partiti e la democrazia interna (compresi riti come le primarie), dovrebbe ispirarsi proprio al Pd.

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