La sua battaglia, in fondo, l'aveva vinta, con tanto di "sanzione" da parte del tribunale di Genova; per Marika Cassimatis poteva teoricamente bastare questo. Le ultime mosse di Beppe Grillo e del MoVimento 5 Stelle, tuttavia, quella vittoria avevano finito per dimezzarla: sospendere l'esclusione della lista Cassimatis (e la successiva "incoronazione" della lista Pirondini) serviva a poco, se nel frattempo gli organi competenti del M5S avevano sospeso la stessa Cassimatis, rendendole impossibile candidarsi come sindaca di Genova sotto le insegne del MoVimento. Si doveva impugnare anche quella sospensione, impiegando altro tempo (e altro denaro), senza la certezza che il procedimento finisse in modo favorevole. A quel punto, se il progetto e le idee c'erano, tanto valeva correre comunque per la guida del capoluogo ligure, rinnovando il gruppo di sostegno della prim'ora, ma senza il simbolo M5S. Si spiega facilmente così la scelta di Cassimatis, resa nota oggi, di presentare la candidatura con una propria lista, pienamente identificata nella candidata sindaca da prenderne il nome: Lista Cassimatis Genova, appunto.
"Non c'erano più le condizioni per correre dentro il MoVimento - ha spiegato in conferenza stampa l'aspirante sindaca - per questo siamo usciti tutti e facciamo una lista indipendente. Molti candidati della nostra lista, che aveva vinto le comunarie del 14 marzo, erano già usciti dal M5S, così la nostra lista, in base al 'metodo Genova', non avrebbe più soddisfatto i criteri di ammissibilità alle elezioni e non saremmo potuti correre col simbolo". Non si tratta - in questo il gruppo che sostiene la candidata - di una resa, di un modo di accontentare Grillo (con cui la lista nega di aver avuto alcun contatto o di volerne avere), ma di un diverso modo di battersi: "La lotta continua con coraggio e determinazione: vogliamo uscire dai tribunali perché abbiamo già fatto abbastanza: ogni azione legale terminerà in questo momento, basta con i tribunali".
Passaggio fondamentale perché la battaglia non continuasse era ovviamente l'elaborazione di un simbolo nuovo, non confondibile con quello del MoVimento 5 Stelle. La condizione, a ben guardare, sembra essere stata raggiunta: il nuovo emblema racchiude in una corona gialla (che nella parte inferiore si allarga a segmento, contenendo la scritta "Lista Cassimatis Genova") l'immagine dell'araba fenice che nasce dal fuoco (mostrato al posto delle ceneri), il tutto con il disegno del solo contorno dei soggetti, su fondo bianco. A spiegare la scelta dell'emblema è stata proprio Cassimatis: l'araba fenice "risorge dalle sue ceneri, come noi ricominciamo dopo una dura battaglia" (con tanto di ulteriore punta polemica, che viene dal proposito di tornare alle origini, "a quello per cui era nato il MoVimento 5 Stelle dopo la deriva antidemocratica in cui è sporfondato").
"Non c'erano più le condizioni per correre dentro il MoVimento - ha spiegato in conferenza stampa l'aspirante sindaca - per questo siamo usciti tutti e facciamo una lista indipendente. Molti candidati della nostra lista, che aveva vinto le comunarie del 14 marzo, erano già usciti dal M5S, così la nostra lista, in base al 'metodo Genova', non avrebbe più soddisfatto i criteri di ammissibilità alle elezioni e non saremmo potuti correre col simbolo". Non si tratta - in questo il gruppo che sostiene la candidata - di una resa, di un modo di accontentare Grillo (con cui la lista nega di aver avuto alcun contatto o di volerne avere), ma di un diverso modo di battersi: "La lotta continua con coraggio e determinazione: vogliamo uscire dai tribunali perché abbiamo già fatto abbastanza: ogni azione legale terminerà in questo momento, basta con i tribunali".
Passaggio fondamentale perché la battaglia non continuasse era ovviamente l'elaborazione di un simbolo nuovo, non confondibile con quello del MoVimento 5 Stelle. La condizione, a ben guardare, sembra essere stata raggiunta: il nuovo emblema racchiude in una corona gialla (che nella parte inferiore si allarga a segmento, contenendo la scritta "Lista Cassimatis Genova") l'immagine dell'araba fenice che nasce dal fuoco (mostrato al posto delle ceneri), il tutto con il disegno del solo contorno dei soggetti, su fondo bianco. A spiegare la scelta dell'emblema è stata proprio Cassimatis: l'araba fenice "risorge dalle sue ceneri, come noi ricominciamo dopo una dura battaglia" (con tanto di ulteriore punta polemica, che viene dal proposito di tornare alle origini, "a quello per cui era nato il MoVimento 5 Stelle dopo la deriva antidemocratica in cui è sporfondato").
Probabilmente il cambio di simbolo (e l'abbandono del M5S da parte di varie persone) farà cessare ogni tipo di contenzioso legale; resta un minimo di analsi grafica da fare sul contrassegno. Che a prima vista non sembra male, anzi pare mostrare una certa eleganza, data dall'accoppiamento di fondo bianco e bordo giallo (colore presente nel simbolo del MoVimento). Anche delle figure all'interno del cerchio si può dire che siano fini, anche per il tratto usato, ma sulla resa i dubbi sono maggiori.
Far convivere il rosso del profilo dell'uccello con il blu delle fiamme (rappresentate come se fossero un mare in tempesta, tuttavia, non è cromaticamente semplice, visto il bisticcio quasi naturale tra le due tinte; la ripetizione del cognome Cassimatis in uno spazio piuttosto piccolo poi sembra mostrare un indice di caratterizzazione forte (senza osar arrivare a parlare di "personalizzazione", anche se il confine è piuttosto labile. Di più, per le parti testuali è stata scelta una font bastoni, piuttosto elegante ma molto sottile: non proprio l'ideale per farsi leggere, specie se in questo senso, una stampa non perfetta dell'emblema potrebbe ostacolare in parte la lettura delle parole. A controbilanciare questo possibile difetto c'è il fondo bianco su cui l'espressione "Marika Cassimatis sindaco" (e non "sindaca", come in altri comuni è stato fatto) si staglia: la prevalenza del bianco riporta indietro ad anni piuttosto risalenti, a simboli d'altri tempi in cui il "vuoto" dominava i cerchietti elettorali e, contemporaneamente, dava risalto agli elementi grafici inseriti nel logo; una scelta coraggiosa, se si vuole, ma molto vintage.
La grafica, insomma, risulta in bilico tra vantaggi e svantaggi del suo essere composta in quel modo. Di certo, la vera sfida per Cassimatis sarà riuscire a dimostrare che il consenso di cui godeva alle comunarie non era dovuto al simbolo del M5S ma era essenzialmente personale, potendosi dunque tradurre in un buon numero di voti. questo, in fondo, conterà molto di più che evitare nuove battaglie in tribunale, con Grillo o altri.
Far convivere il rosso del profilo dell'uccello con il blu delle fiamme (rappresentate come se fossero un mare in tempesta, tuttavia, non è cromaticamente semplice, visto il bisticcio quasi naturale tra le due tinte; la ripetizione del cognome Cassimatis in uno spazio piuttosto piccolo poi sembra mostrare un indice di caratterizzazione forte (senza osar arrivare a parlare di "personalizzazione", anche se il confine è piuttosto labile. Di più, per le parti testuali è stata scelta una font bastoni, piuttosto elegante ma molto sottile: non proprio l'ideale per farsi leggere, specie se in questo senso, una stampa non perfetta dell'emblema potrebbe ostacolare in parte la lettura delle parole. A controbilanciare questo possibile difetto c'è il fondo bianco su cui l'espressione "Marika Cassimatis sindaco" (e non "sindaca", come in altri comuni è stato fatto) si staglia: la prevalenza del bianco riporta indietro ad anni piuttosto risalenti, a simboli d'altri tempi in cui il "vuoto" dominava i cerchietti elettorali e, contemporaneamente, dava risalto agli elementi grafici inseriti nel logo; una scelta coraggiosa, se si vuole, ma molto vintage.
La grafica, insomma, risulta in bilico tra vantaggi e svantaggi del suo essere composta in quel modo. Di certo, la vera sfida per Cassimatis sarà riuscire a dimostrare che il consenso di cui godeva alle comunarie non era dovuto al simbolo del M5S ma era essenzialmente personale, potendosi dunque tradurre in un buon numero di voti. questo, in fondo, conterà molto di più che evitare nuove battaglie in tribunale, con Grillo o altri.
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