sabato 13 gennaio 2018

"Grillo in conflitto di interessi", i giudici nominano un curatore per il primo M5S

La casacca, bianca e rossa con cinque stelle gialle, è praticamente la stessa, a parte qualche dettaglio o finitura, ma a indossarla sono tre soggetti diversi. Come è già stato scritto, è questa la situazione del MoVimento 5 Stelle dal 20 dicembre 2017, per cui la prima "non associazione", fondata di fatto nel 2009, convive tuttora con un secondo ente omonimo (costituito nel 2012 con atto notarile e profondamente innovato nel 2015) nato essenzialmente per presentare le candidature e assolvere agli obblighi di trasparenza sui bilanci e, appunto, con una terza associazione nuova nuova (sempre fondata con atto pubblico) che di fatto sembra assommare i ruoli delle prime due senza che queste vengano meno. Di confusione, per i non addetti ai lavori, ce n'è tanta; per alcuni attiVisti della prim'ora, però, per quella confusione di regole e ruoli sono in gioco soprattutto i diritti al nome e all'identità della loro associazione (la prima, quella del 2009), per questo hanno chiesto e ottenuto la nomina di un curatore speciale perché provveda alla tutela dell'associazione stessa.
A rivolgersi al tribunale di Genova è stato il Comitato per la Difesa dei Diritti dell'Associazione M5S, coordinato da Cristina Grancio, eletta in consiglio comunale a Roma con il MoVimento. Grancio è diventata suo malgrado nota per essere stata sospesa dal M5S dopo i suoi dubbi sulla questione dello stadio della Roma, fino a quando il provvedimento è stato ritirato perché "mal impostato": la causa iniziata da lei contro il MoVimento, tuttavia, le impedisce di iscriversi all'associazione M5S fondata a dicembre, dunque di fatto le impedisce di agire come attiVista nelle sue attività qualificanti (soprattutto, non può partecipare alle consultazioni online e non può accedere alla piattaforma Rousseau).
Grancio, assieme agli altri componenti del comitato - trenta in tutto, tra i quali spicca il nome di Riccardo Nuti, già portavoce del gruppo M5S alla Camera (il primo dopo Roberta Lombardi) ha dunque chiesto al tribunale genovese, con l'assistenza degli avvocati Lorenzo Borrè e Alessandro Gazzolo, di nominare per l'associazione del 2009 - il M5S-1, come l'ho chiamato altrove - di un curatore speciale, ossia di una persona che curi gli interessi dei rappresentati (in questo caso, i soci della "non associazione") quando chi li dovrebbe rappresentare è in una situazione di conflitto di interessi
Questo sarebbe accaduto proprio e soprattutto in seguito alla fondazione dell'ultima associazione (M5S-3), che si suppone nata sulla base "della consapevolezza della debolezza giuridica delle procedure adottate per apportare le modifiche all'ordinamento interno dell'associazione" del 2009. Il fatto è però che la terza associazione fin dall'inizio si è presa il nome della prima (senza nemmeno consultarla) e ha ricevuto in uso il simbolo dal M5S-2 (quello costituito nel 2012) senza che questo sia mai stato revocato alla "non associazione" del 2009 (era proprio il "non statuto" a sancire l'uso abbinato di nome e simbolo).
Al momento, quindi, c'è un problema di confondibilità delle associazioni (la seconda e la terza usano, secondo i ricorrenti usurpandoli, nome e simbolo utilizzati con continuità dal 2009 - a prescindere dalla sostituzione di Beppegrillo.it con Movimento5stelle.it - come segno di identificazione dalla prima) e di tutela dell'identità personale dell'associazione del 2009; soprattutto, però, Beppe Grillo al momento rivestirebbe contemporaneamente i ruoli di capo politico e (unico) legale rappresentante del M5S-1, presidente del M5S-2 e garante del M5S-3 e, in queste ultime due vesti, sarebbe in conflitto di interessi con il ruolo relativo alla prima associazione. Un ragionamento accolto, almeno in questa prima sede, dal presidente del tribunale di Genova Vincenzo Basoli, che con proprio decreto due giorni fa ha nominato come curatore speciale l'avvocato genovese Luigi Cocchi.
Il primo asso successivo dovrebbe essere chiedere al curatore di farsi dare da Beppe Grillo la consegna dei dati degli iscritti al M5S-1 per poter convocare l'assemblea funzionale alla nomina del nuovo capo politico e all'indizione delle primarie per le elezioni in arrivo; lo stesso curatore, nelle intenzioni dei ricorrenti, dovrebbe anche (tra l'altro) far valere il diritto esclusivo dell'associazione del 2009 a usare il suo nome e il suo simbolo senza disturbi o rischi di confusione di quei segni d'identità (inibendo dunque alle altre due associazioni l'uso a qualunque titolo di nome, emblema e nomi di domini internet). Tutto questo, ovviamente, al momento è solo il progetto dei ricorrenti, ma il solco intanto è stato tracciato: per capire in dettaglio il regime del simbolo, c'è ancora tempo.

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